mercoledì 30 novembre 2011

Al peggio non c’è mai Bieber

E alla fine l’ho visto. Il giorno è arrivato. Il 2011 volge al termine e non avevo ancora guardato abbastanza film terribili per quest’anno e ho dovuto porre rimedio. E così l’ho visto e non pensavo sarebbe stato tanto atroce. Ma, come dice lo stesso Justin Bieber: Never say never. Mai dire mai.

Justin Bieber: Never Say Never
(USA 2011)
Regia: Jon M. Chu
Cast: Justin Bieber, Usher Raymond, Sean Kingston, Jaden Smith, Miley Cyrus, Scooter Braun
Genere: documinkia
Se ti piace guarda anche: i video di giastinbiber su iutiub!

Premetto una cosa. Questo non è un film.
Lo immaginavate già senza vederlo, eh?
Più che un film vero e proprio, è un documentario autocelebrativo e parecchio amatoriale, nonostante il budget di “appena” 13 milioni di dollari. Che a questo punto ci si chiede chi se li sia intascati e per fare cosa. Un po’ come per The Blair Witch Project: sarà costato appena 60.000 dollari, che per una produzione cinematografica sono un’inezia, però vedendo il risultato finale ci si domanda comunque come abbiano fatto a spenderli.

Il film, pardon documentario per bimbiminkia che per abbreviare chiamerò semplicemente “documinkia”, parte con un agghiacciante rap (o rap le ciap, sarebbe meglio dire citando Scary Movie 3). Perché sentire Justin Bieber rappare è una cosa che ti fa venire voglia di chiamare una gang dal ghetto per fargli un culo come una capanna e che poi chiami il Telefono Azzurro, se si rialza. Perché se già Bieber che canta non se pò sentì, Gangsta Bieber è un insulto alla musica hip-hop!

Nel corso di questa scena le finestre di casa mia sono andate in frantumi.
Chissà perché...
Comunque, dicevamo che ‘sto filmino delle vacanze è praticamente un documentario che ripercorre i primi anni della breve vita di Justin Bieber. Breve vita non perché sia morto, purtroppo dirà qualcuno (ma non io, sono mica così cattivo, io come detto sopra gli manderei giusto qualcuno per dargli una bella lezione…), ma perché ha solo 17 anni. E già gli hanno dedicato un documentario. Pensate cosa gli dedicheranno tra qualche anno. Dite che tra qualche anno manco uno se lo cagherà più di striscio? Probabilmente avete ragione. Preghiamo.

Nei vari spezzoni montati insieme alla ben’e meglio dal registone di Step Up 2 e Step Up 3D John M. Chu, tanto il pubblico di età media sui 4 o 5 anni un documentario non l’avrà mai visto, fanno vedere le immagini di quando Justin era bambino e tutti lo elogiano come se poi sarebbe diventato un genio, il nuovo Gesù Cristo salvatore dell’umanità. E invece poi che ha fatto?
La sua più grande hit è una canzone di merda come questa, ecco cos’ha fatto


"Nun me poteva capità un fijo da Lazio piuttosto che un Justin Bieber?"
Più che un film o un docu-film o un minkiafilm che dir si voglia, sembra più che altro una puntata di 16 anni e incinta, con la giovane madre di Justin che racconta di come sia stato difficile tirare su un figlio del genere ecc… No, in realtà niente di questo.
Tutti parlano sempre benissimo di lui e nel “film” (ma dobbiamo proprio continuare a chiamarlo film?) hanno solo parole strapositive e non c’è neanche un ombra. Non so, droga, alcool, Selena Gomez che si fa una striscia, sesso con animali… Niente di tutto questo.

Di scene da paura che manco negli horror ce ne sono parecchie, ma la cosa più spaventosa in assoluto sono le giovanissimissime fan, delle bambine di non più di 8 o 9 anni (e mi sono tenuto sull’alto) urlanti, costantemente urlanti, disperatamente urlanti, che se ne escono con frasi tipo “Penso a Justin Bieber il 99% del mio tempo”, “Diventerò suo marit-ehm, sua moglie” e cose del genere. Tanto che a fine film ciò che rimane in testa non sono (grazie a Iddio) le canzoni del baby divo, ma le urla delle fan che rimangono impresse in maniera raggelante quasi quanto gli spari del film Elephant.
Comunque è possibile che non abbiano trovato nessuno che dicesse: “No, a me Justin Bieberon fa proprio schifo”? Intervistano persino la maestra elementare che gli aveva insegnato fino a molto tempo fa, cioè circa un paio di mesi fa, e pure lei ne parla come se in classe avesse avuto il figlio segreto di Madre Teresa di Calcutta e Gandhi.

"So' Hanna Montana, nel film ce sto pure io che se no
i bimbiminkia si scordano di me. Non dimenticatemi!"
Comunque, ma come cazzo me so' vestita?"
Oltre ad essere realizzato in maniera parecchio amatoriale, roba che i programmi medi di Mtv di solito sono fatti molto ma molto meglio (persino Jersey Shore!), non ci si è nemmeno sforzati di tirare fuori non dico una sceneggiatura o una trama, ma pure una vaga, vaghissima linea narrativa. Ci sono spezzoni di concerti intermezzati a so(a)porifere scene di vita quotidiana ed è tutto random. Questo Never Say Never, se non lo aveste ancora capito, è un vero scult che su IMDb viene premiato con una impressionante media voto di 1.4. E ricordo che su IMDb il voto minimo è 1 e non 0, quindi è davvero difficile fare di peggio. Persino Chicken Park di Jerry Calà arriva a un miracoloso 2.0.

Nonostante tutte le lodi sperticate e le parole solo benevoli nei suoi confronti, il ritratto di Justin Bieber che viene fuori da questo pseudo-film è impietoso: un tipo ossessionato dal look e soprattutto dalla sua inconfondibile frangetta e per cui la musica è giusto un optional. I suoi capelli sono molto più importanti delle canzoni: non sono io a dirlo, ma è ciò che emerge dal documentario.
Non una migliore impressione suscitano le persone che lo circodano, un branco di sanguisughe che gli gravitano intorno cercando di sfruttarlo e spremerlo al più possibile per fare soldi e per far gridare più ragazzine possibile ai concerti. Se sua madre è una teen mom, suo padre è un tamarro scatenato poco più adulto del figlio, mentre i suoi amici sembrano usciti da una versione per tween lobotomizzati della serie tv Entourage. Ma soprattutto Justin figura come un pupazzo senza potere decisionale comandato a bacchetta dal suo curatore di immagine personale, un tipo esaltatissimo che o è cocainomane o è un malato di mente, e una signora a capo del suo staff. L’unica figura vagamente umana che emerge da questo spettacolo impietoso popolato da zombie con le $ al posto delle pupille degli occhi sembra essere il suo manager Scooter (ma che razza di nome ha, santiddio?), il solo che fa emergere qualche emozione mentre parla. Ma probabilmente è solo l’unico in grado di recitare decentemente di tutta la “pellicola” (le virgolette sono sempre d’obbligo).

Le canzoni che accompagnano la durata di questo strazio fanno veramente pena (c’era forse bisogno di dirlo?), sono non-musica con non-basi elementari e non-testi agghiaccianti infarciti di buoni sentimenti alla Settimo cielo. Al confronto i Jonas Brothers sono i nuovi Metallica, Jesse McCartney l’erede di Marilyn Manson e High School Musical una visione vietata ai minori.
Justin Bieber è il vuoto più totale, pure se paragonato ai fenomeni teen pop del passato: le Spice Girls ad esempio almeno promuovevano il girl power, i Take That avevano una manciata di canzoni valide e un fenomeno come Robbie Williams, negli *N SYNC per quanto tutti immagine emergeva già il talento di Justin Timberlake, i Tokio Hotel giocavano con l’ambiguità sessuale e i poteri da supersaian dei capelli del cantante…
Nel fenomeno Justin Bieber non c’è nemmeno niente di tutto questo, solo un bambinetto con la frangetta da bambinetta che sa cantare e ballare. Però non come una (giovane) persona di vero talento, ma solo come un fenomeno da baraccone di quelli che sembrano usciti da un talent-show alla Io canto o Ti lascio una canzone. Come una scimmietta ammaestrata.

Chiudo rispondendo a un paio di domande che probabilmente vi sarete fatti fin dall’inizio del post.
Com’è che Justin Bieber è diventato famoso?
Si è fatto strada nei concorsi locali e poi hanno cominciato a caricare i suoi video su YouTube, ma il vero artefice del suo lancio nell’Olimpo musicale è stato il cantante r’n’b Usher. Ecco, è lui che dovete ringraziare!
E l’altra domanda: com’è che tu, Cannibal, hai visto questo film?
A parte quanto detto all’inizio e a parte il mio solito perverso senso di masochismo che mi porta a guardare pellicole e programmi tv abominevoli oppure ad ascoltare musica agghiacciante, il motivo principale è che mi piace cercare di comprendere i fenomeni della cultura pop, siano essi di alto, medio, basso o bassissimo (come in questo caso) livello.

E cos’ho capito, allora?
Dopo questa a suo modo illuminante visione, l’aspetto più interessante non è tanto Bieber in sé, personaggio di una pochezza con pochi pari, ma le vere protagoniste del film e del suo successo: le fan. Un branco di bambine giovanissime che grazie alle nuove tecnologie hanno contribuito al successo virale del loro idolo su Internet, saltando il passaggio per gli altri canali tradizionali. Quella porcheria di Baby postata sopra, per dire, è il video più visto di tutti i tempi su YouTube con oltre 667 milioni di visualizzazione, al momento e schiacciando play avrete contribuito ad aumentarle ulteriormente.
Una rivoluzione nel marketing in grado di aprire un segmento nuovo: se i teenager hanno cominciato a diventare il target commerciale principale della civiltà occidentale (leggi americanizzata) dagli anni ’50 in poi, negli ultimi anni abbiamo visto l’emergere dei tween, e ora siamo addirittura arrivati ai pre-tween, bambini e in questo caso soprattutto bambine appena uscite non dal passaggino ma quasi ancora in fasce e in grado di diventare l’elemento più prelibato del mercato. Perché è di questo che si tratta. La musica qua è del tutto dimenticata. It’s all about the money, money, money.
Speriamo sia un addio...
La cosa più triste è l’immagine dei bambini che ne esce fuori. Una volta creature innocenti e pure e oggi vittime pure loro del sistema capitalista fin da un’età sempre più precoce. È questo ciò che ha fatto Justin Bieber, e soprattutto gli strateghi stragisti del marketing dietro di lui, ai figli che non avremo di questi cazzo di anni zero: ha portato via loro la verginità.
(voto: zero assoluto)

P.S. Ma quanto moralizzatore sto diventando?

17 commenti:

  1. La domanda nasce spontanea: perchè?
    a proposito non ho cliccato sui video. Tiè biberon!
    E non sopporto neppure i nostrani "Iocàn to" e "Ti lascio un cazzone". Li trovo veramente di pessimo gusto ed è preoccupante che li guardi così tanta gente.

    RispondiElimina
  2. masochista peso questa volta! Bieber NO ti prego :P

    RispondiElimina
  3. Beh. 12 milioni e 900 mila dollari sono andati in corrente elettrica per il phon di Justin Bieber... Gli altri centomila non so proprio...

    RispondiElimina
  4. Prevedo una brutta fine per questo enfrant prodige.

    RispondiElimina
  5. Direi che su questo siamo d'accordo in pieno.
    Potremmo associarci in una cascata di bottigliate sul ciuffo del Biberone!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vengo a darvi una mano volentierissimo!Non si possono vedere nè lui ne le sue baby-fans.

      Elimina
  6. C'è da dire che sei coraggioso cannibale, io questo nemmeno se mi avessero costretto stile arancia meccanica l'avrei visto....

    Ovviamente mi associo a insulti e bottigliate, a prescindere.... ^_^

    RispondiElimina
  7. Pensa che una di 20 anni ha accusato il Biberon che ne ha 17 di essere il padre di suo figlio e adesso sembra che lui, in cambio del silenzio, le abbia dato dei soldi.
    Chissà se in antropologia c'è una facoltà apposta per te :)

    RispondiElimina
  8. Il simbolino cK nella barra degli indirizzi è una chicca di classe non indifferente.

    RispondiElimina
  9. Be', complimenti per il coraggio, dev'essere una roba davvero pesante. :D

    RispondiElimina
  10. Hanna Montana ha una faccia gonfissima.

    RispondiElimina
  11. io vorrei tanto vederlo in the walking dead, giusto per vederlo mangiato vivo...sai che soddisfazione?
    A proposito, come giudichi la svolta che ha preso la serie???

    RispondiElimina
  12. Sei stato troppo generoso nella votazione finale, io sarei andata sotto lo zero!

    RispondiElimina
  13. *vale
    in che senso?
    una fine tragica? :)

    *alma
    sì c'è, però si chiama scienze della comunicazione ed è la facoltà che ho fatto ahahaha :)

    *pesa
    visto che chiccheria? ;)

    *ivan
    la prima stagione non mi era piaciuta, questa invece mi sta convincendo. e l'ultimo episodio ha avuto il finale col botto!

    *sailor
    sotto lo zero per me c'è solo la pausini uahhaha :)

    RispondiElimina
  14. io ho letto parte del post, poi ho visto il trailer, e infine ho letto la tua conclusione. Ecco, l'avevo pensato anch'io: Cacchio, ma questo è uno sbarbino a cui stanno rovinando la vita, che si sparerà coca e alcol per reggere tanto stress...e le fans sono praticamente bambine delle elementari. No, aspetta togli il praticamente. Temo per le mie figlie.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com