sabato 2 giugno 2012

The Faculty: l’invasione degli ultraporci

L'appuntamento con il film cult della settimana lo potete leggere anche sul blog L'orablu. Questa settimana è dedicato a una pellicola di tema vagamente fantascienti-fico e vagamente catastrofista.

The Faculty
(USA 1998)
Regia: Robert Rodriguez
Cast: Elijah Wood, Josh Hartnett, Jordana Brewster, Clea DuVall, Laura Harris, Shawn Hatosy, Robert Patrick, Famke Janssen, Salma Hayek, Bebe Neuwirth, Piper Laurie, Christopher McDonald, Usher Raymond, Jon Stewart, Jon Abrahams, Summer Phoenix, Danny Masterson
Genere: invasione aliena
Se ti piace guarda anche: Mars Attacks!, L’invasione degli ultracorpi, La guerra dei mondi, Super 8, Scream

Ispirato al classico fordiano L’invasione degli ultracorpi, The Faculty è una rielaborazione divertita del tema “invasione aliena” in perfetto stile Kevin Williamson.
Dopo aver destrutturato ma più che altro preso per il culo il genere horror con Scream e dopo aver riletto in chiave personale il filone teen con la serie Dawson’s Creek, nel 1998 allo sceneggiatore viene affidato il compito di rivedere e correggere alla sua maniera addirittura il genere fantascientifico.
Anche qui, così come in Scream, i protagonisti vivono l’invasione aliena in maniera post-moderna, tenendo ben presente le regole imparate dalle pellicole cinematografiche, il citato L’invasione degli ultracorpi in primis. Ma i riferimenti vanno anche al romanzo Il terrore della sesta Luna, a La cosa di John Carpenter, a E.T. ai Men in Black e quant’altro arrivando persino alla Bibbia. Un menù Gran Gourmet servito in tavola dallo chef Williamson con la sua solita abbondante dose di ironia.
Il tutto è poi guarnito da una colonna sonora troppo ’90, davvero troppo ‘90, con Garbage, Offspring, Creed e addirittura titoli di coda con un pezzo degli Oasis.

"Alieni? Chissene, io ne approfitto per toccare! So' mica Frodo..."
Con una sceneggiatura citazionista del genere servita su un piatto d’argento, uno come Robert Rodriguez s’è divertito un mondo a trasformare le parole di Kevin Williamson in immagini e ad aggiungere la sua piccante dose di salsa messicana.
Per prima cosa, l’amichetto intimo di Q.T. (per rispetto, ho deciso che d’ora innanzi chiamerò Quentin Tarantino solo con le iniziali) si è scelto un cast pure questo un sacco 90s e soprattutto un sacco variegato: Elijah Wood, futuro Frodo qui per la prima volta chiamato a salvare i destini del mondo, la fighetta fast & furious Jordana Brewster, la dark-goth pre-emo Clea DuVall, la M.I.L.F. Famke Janssen, la sua amichetta latina Salma Hayek (purtroppo neanche lontanamente caliente come in Dal tramonto all’alba), la biondina ambigua Laura Harris, il quarterback intellettuale-wannabe Shawn Hatosy, Robert Patrick (reduce da X-Files e Terminator 2), nei panni di un allenatore di football severissimo che verrà parodiato in maniera esilarante in Non è un’altra stupida commedia americana.


Non è mica finita: ci sono pure la sempre inquietante Piper Laurie recuperata da Twin Peaks e Carrie - Lo sguardo di Satana, il cantante R&B Usher, persino il conduttore tv Jon Stewart e poi Josh Hartnett.
Josh Hartnett è uno dei più grandi misteri recenti di Hollywood. Ha fatto il filmetto horror sequel ideale per iniziare a farsi conoscere, Halloween 20 anni dopo, ha interpretato il tipo più figo del mondo per eccellenza ovvero Trip Fontaine ne Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola, ha fatto la marketta nel blockbusterone di turno, Pearl Harbor, la commedia giusta per rivelare la sua versatilità anche in campo comedy, ovvero il sempre divertente 40 giorni & 40 notti, è tornato con Rodriguez per Sin City, ha fatto uno pseudo-cult criminale come Slevin, un thriller sottovalutato come Appuntamento a Wicker Park e poi una puntata dritta nel cinema d’autore, con Black Dahlia di Brian de Palma, sul cui set ha pure conosciuto Scarlett Johansson, con cui ha vissuto una breve quanto paparazzata e glamour liaison. Insomma, è figo, è bravo, recita con i registi giusti e finisce su tutti i magazine mondiali. E poi?
Poi gira 30 giorni di buio e sulla sua carriera cala letteralmente il buio. Non solo per 30 giorni.
Colpa di una serie di scelte poco fortunate, o magari di un pessimo agente che gli consiglia i film sbagliati, ma il buon Josh Hartnett negli ultimi tempi si è visto davvero poco e solo in robe del tutto evitabili con titoli come Stuck Between Stations e Bunraku (?!?).
Josh, come ti sei ridotto in questo stato?
Pazzesco: allora gli emo esistevano ancor prima dei Tokio Hotel!
Misteri di Hollywood…

Ritornando alla misteriosa invasione aliena di questo The Faculty, dicevamo di quanto Robert Rodriguez si dev’essere divertito a girarlo, con un entusiasmo contagioso e godurioso che è riuscito a trasmettere anche alla pellicola.
The Faculty è un ultracorpo che visto oggi appare così 90s e proprio per questo lo si guarda con un filo di nostalgia. Quando una volta guardavi i film anni ‘80 pensavi: “Cazzo, quanto sono anni ’80!”, adesso capita che guardi una pellicola come The Faculty e pensi: “Cazzo, che film anni ’90!”.
Ti rendi così conto che il tempo passa, le invasioni aliene pure, ma il divertimento resta. E quello regalato da un film come The Faculty è rimasto (quasi) del tutto intatto.
(voto 7+/10)

5 commenti:

  1. interessante..grazie per il consiglio

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  2. Questo è forse l'unico di Rodriguez che mi manca, Spy kids a parte.
    Vedrò di recuperarlo.

    Ma quindi ora esistono anche i classici fordiani!?!? ;)

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    1. i classici fordiani sì.
      a mancare sono i moderni fordiani. i film fordiani più recenti risalgono al cinema muto... uahahah

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  3. carinissimo, l'ho rivisto da poco e il sollazzo è rimasto intatto!

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