venerdì 20 settembre 2013

IL FAVOLOSO MONDO DI GONDRY




Mood Indigo – La schiuma dei giorni
(Francia, Belgio 2013)
Titolo originale: L’écume des jours
Regia: Michel Gondry
Sceneggiatura: Michel Gondry, Luc Bossi
Ispirato al romanzo: La schiuma dei giorni di Boris Vian
Cast: Romain Duris, Audrey Tautou, Omar Sy, Gad Elmaleh, Aïssa Maïga, Charlotte Lebon, Michel Gondry, Philippe Torreton, Natacha Régnier, Kid Creole
Genere: fuori
Se ti piace guarda anche: Wrong, L’arte del sogno, Holy Motors, Il favoloso mondo di Amélie

Sono pazzi questi francesi. Guardi una pellicola come Wrong di Quentin Dupieux, o un qualsiasi film o video di Michel Gondry e pensi che questi stanno tutto il giorno sotto la Tour Eiffel a bere assenzio. Probabilmente vivono davvero così.
Probabilmente viveva così anche Boris Vian, lo scrittore autore del libro La schiuma dei giorni (L’écume des jours) che non ho letto e che fino a qualche giorno fa nemmeno conoscevo, come i miei attenti lettori mi hanno subito fatto notare. In attesa di recuperarlo, mi è quindi impossibile stabilire quanto ci sia del lavoro di Vian dentro questo film. Quel che so per certo è che questo è un Gondry al 100%. Gli ipogondryaci sono avvertiti.
Michel Gondry vestito per casa.
Se anche questo film non fosse autografato, come un quadro anonimo, sarebbe semplice risalire al suo Autore. Come ne L’arte del sogno, ancor più che ne L’arte del sogno, Gondry è tornato a controllare ogni aspetto della sua Opera, dimenticando la sbandata commerciale, comunque nemmeno troppo malvagia, di The Green Hornet. Il talentuoso regista francese ha così preso la visione di Vian, l’ha inserita dentro il suo mondo e l’ha fatta sua. O almeno così sembra.

Cosa potete trovare quindi in Mood Indigo – La schiuma dei giorni?
Tutto il favoloso mondo di Gondry.
Ci sono le invenzioni grafiche che fanno strabuzzare gli occhi, come i piatti in movimento, che rimandano alle animazioni pazzesche di alcuni suoi vecchi videoclip come “Human Behaviour” di Bjork e “Fell in Love with a Girl” dei White Stripes, così come alle magie visive di “Let Forever Be” dei Chemical Brothers e “Like a Rolling Stone” versione Rolling Stones.
Ci sono gli animali umanizzati, o se lo considerate meno razzista possiamo definirli umani animalizzati, come nel capolavoro “Army of Me” di Bjork, nettamente uno dei miei videoclip musicali preferiti di sempre.
Ci sono le inquadrature dei palazzi dall’esterno versione Hitchcock ancora più guardone come in “Protection” dei Massive Attack.
C’è un pianoforte che trasforma le note in alcool, così come nel coreografico video di “Around the World” dei Daft Punk ogni “ballerino” presente rappresentava un differente strumento usato nella canzone.

Gondry si sposta solo con Trenitalia.
C’è il colore vivo della prima parte del film che poco a poco si spegne, si ingrigisce, fino a trasformarsi in un completo bianco e nero, come se ci trovassimo in un Pleasantville (lavoro questo di Gary Ross, non di Gondry) al contrario. Un b/n che rimanda ad altri suoi lavori come la clip di “Isobel” di Bjork e il geniale spot firmato per la Levi’s, così come l’alternarsi tra colore e bianco e nero il Gondry l’aveva già sperimentato con lo spettacolare “Everlong” dei Foo Fighters e l’enorme “Bachelorette” ancora di Bjork, in cui tra l’altro si gioca in maniera simile con la metanarrazione.
C’è la predilezione di Gondry per il treno, che svolgeva un ruolo cardine in Se mi lasci ti cancello e già mezzo protagonista nei video “Star Guitar” dei Chemical Brothers e in “Knives Out” dei Radiohead. Proprio in quest’ultimo compariva un Thom Yorke versione topo e pure qui in La schiuma dei giorni rieccolo, non Thom Yorke, ma comunque un topolino umanizzato.

"Dici che dovremmo vendere il brevetto a Marchionne?"
"Si attacchino gli italiani. Cediamolo alla Peugeot o alla Renault o alla Citroen."
Mood Indigo o La schiuma dei giorni o L’écume des jours che lo si voglia definire è quindi un lavoro profondamente autoreferenziale, un po’ come, e forse ancor di più, di To the Wonder di Terrence Malick. Michel Gondry se la canta e se la suona, si diverte un mondo a regalarci una visione del mondo suo, senza filtri. Esagera talmente con l’egocentrismo che si autoregala persino una parte da attore, nelle vesti di dottore.
Un film come Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind), in cui pure sono presenti molte sue tematiche tipiche, riusciva ad essere più comunicativo, a rivolgersi a un pubblico magari non di massa eppure più ampio. Mood Indigo ha invece un mood solitario, chiuso in se stesso. Ci va un pochino di pazienza per riuscire a penetrare la sua corazza visiva spettacolare e a sentire battere il suo cuore. Una volta accettata l’unica regola di Gondry, di Vian e del loro folle mondo unificato, ovvero che non esistono regole razionali, si entra dentro la loro visione e non si vorrebbe uscirne più. A un certo punto scatta qualcosa e si arriva nel cuore di un film che non gioca con i facili sentimentalismi, eppure riesce in qualche modo a rimanerti dentro. A emozionarti.

"Solo perché siamo francesi, non dobbiamo per forza fare un ménage à trois."
"Ahahaah."
"Eh no, che te ridi, quasi amico? Giù le mani da Amelie."
Se il vero grande protagonista della pellicola è lui, Michel Gondry, al suo interno possiamo intravedere anche dei comprimari: gli attori principali Romain Duris, sempre più convincente minuto dopo minuto, e una Audrey Tautou dritta dal suo favoloso mondo che a tratti risulta odiosa e a tratti no e non ho quindi ancora risolto uno dei misteri del mio mondo: “Ma a me Audrey Tautou piace o non piace?”.
Bravi anche gli attori secondari, dal simpatico quasi amico Omar Sy in versione irresistibile seduttore a Gad Elmaleh già intravisto in Dream Team, più due volti femminili da tenere d’occhio, quello afro di Aïssa Maïga e quello da bambola di porcellana di Charlotte Lebon, oltre all’apparizione del cantante Kid Creole nei panni del jazzista Duke Ellington.
E a proposito di Duke Ellington, è un altro dei personaggi principali della pellicola. I suoi brani regalano una frizzante atmosfera jazz alla prima parte del film, risultando un personaggio aggiunto, non solo un accompagnamento di sottofondo. “Chloé” è un suo pezzo, ma è anche il nome della protagonista femminile ed è inoltre usato nella scena del ballo cult del film, lo sbircia sbircia, così come un altro suo brano è “Mood Indigo”, usato come titolo per la pellicola negli USA e pure da noi. Per quanto riguarda la parte musicale, il Gondry sembra quindi sia stato molto fedele a Boris Vian, che all'inizio de La schiuma dei giorni scriveva: "Sono solo due le cose che contano: l'amore, in tutte le sue forme, con belle ragazze, e la musica di New Orleans e di Duke Ellington. Tutto il resto è da buttar via, perché è brutto..."

Mood Indigo non è allora una pellicola facile, per niente, e non è nemmeno una pellicola perfetta. Non tutto funziona benissimo, la parte drammatica conclusiva è un filo meno riuscita rispetto alla magnifica leggerezza comedy del primo tempo, e nelle due ore e passa c’è il forte rischio di perdersi, noi spettatori così come forse pure lo stesso Gondry. Eppure nella sua straripante, pure troppo, creatività, Gondry ci regala varie pagine di poesia cinematografica, come nel sognante primo appuntamento dei protagonisti, o come ATTENZIONE SPOILER nel loro particolarissimo matrimonio o nella loro luna di miele FINE SPOILER.

"Rosica, Belen, rosica. Non avrai mai un matrimonio spettacolare quanto il nostro."

Oltre che ai suoi videoclip del passato, la complessità del film rimanda a Synecdoche, New York, il film d’esordio alla regia del suo amichetto e collaboratore Charlie Kaufman. Segno che a entrambi l’ambizione e la creatività certo non mancano. A volte, sembra abbiano persino troppe idee per una pellicola sola ed è il caso di questo Mood Indigo, che può essere visto come un capolavoro mancato, o come uno splendido film non del tutto riuscito. Può essere visto come una creatura più frutto della mente di Vian o più di quella di Gondry o come la folle somma di tutti e due. Due spotless minds, ma più che altro due crazy beautiful minds.
Adesso basta scrivere. Vado a saltare sui letti e, soprattutto, a ballare lo sbircia sbircia.
(voto 7,5/10)



Post apparso anche su L'OraBlù, con il nuovo minimal poster di C[h]erotto.


14 commenti:

  1. sono molto curiosa di questo film, ma anche un po' titubante, l'arte del sogno mi aveva annoiato a morte...

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. non l'ho ancora potuto vedere visto che nella mia città non è in programmazione e ho la schiuma alla bocca da giorni ;)

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  4. Insomma, toccherà recuperarlo, fosse anche solo per la regia ^__*
    (p.s. a me la Tatou sta simpatica invece!)

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  5. Non mi ispira neanche per sbaglio, anche se sarà una delle prossime visioni anche per me.

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  6. Proprio ieri sera, bevendo assenzio, il mio francese marito mi ha raccontato di aver letto La schiuma dei giorni, e mi ha suggerito di fare ugualmente!
    Guardando il trailer ho avuto una sensazione di tristezza, e poi vedendo la Pirandelliana locandina di C(h)erotto ho intuito qualcosa..
    Devi vederlo. E leggerloooo!
    La Tatou e Duris erano fidanzati ne "L'auberge espagnol"! Mi piacciono entrambi (e lei è protagonista di uno dei miei film preferiti "Dirty little things").
    Ciaooo

    p.s.: se ti va, ho un "gioco" sul mio blog!

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  7. il romanzo è nettamente più belloooo!!! per caso l'avevo già detto?

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  8. Gondry è un genio, Vian di più. Imperdibile,dunque.

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  9. Gondry è un genio, e "Se mi lasci ti cancello" è uno dei miei dieci film preferiti.
    Qui però ha perso la tramontana. Troppo astratto ed estremizzato, a mio parere. Il che non sarebbe un male ma, come ho scritto dalle mie parti, mi è sembrato un manierismo fine a sé stesso che non sottolineava sentimento alcuno - cosa che invece andava a pari passo nel suo capolavoro.
    Non brutto, solamente... meh...

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  10. Io in genere con i film francesi non vado granché d'accordo e anche per questo il mio parere finale è un bel "meh".... Sicuramente era molto originale e ho apprezzato particolarmente alcune metafore della seconda parte, ma non sono riuscita ad appassionarmi al film, dal matrimonio in poi mi sono ritrovata più e più volte a guardare l'orologio, tutto quel surrealismo che dovrebbe essere il punto di forza del film, ne è a mio parere anche la debolezza, avrebbe funzionato bene per un corto forse come idea, ma poi stanca

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  11. Sul film la pensiamo più o meno allo stesso modo... il romanzo ora voglio recuperarlo al più presto!

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  12. CIAO
    Ho un blog dedicato alla discussione di manga, anime, cosplay e quant'altro...se ti va facci un salto^^

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  13. Non potrò vedere questo film perchè nessun cinema delle mie parti lo proietta.
    Cavolo...

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  14. Voglio tanto vederlo anch'io ma l'hanno tenuto in sala solo 6 giorni e nn sono riuscito a vederlo!

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