martedì 27 maggio 2014

THE SACRAMENT, LE ELEZIONI EUROPEE E LA MOCKUINTERVISTA A CANNIBAL KID





Cari lettori di Vice, benvenuti qui su Pensieri Cannibali, un blog che abbiamo deciso di visitare in prima persona e che gentilmente oggi ci ospiterà per questo post inchiesta.
L’occasione ce l’ha fornita l’arrivo di The Sacrament, il nuovo film politico di Ti West. Ai meno patiti di cinema horror questo nome da rapper dirà poco o nulla. Ti West è un giovane regista che non ha firmato, almeno per ora, grandi successi commerciali e i suoi lavori non sono universalmente apprezzati dalla critica. Si tratta però di un autore di nicchia, un regista di culto che ha un seguito non troppo numeroso, ma molto rumoroso, che lo idolatra in modo assurdo. Tra le voci che lo hanno esaltato in maniera più clamorosa possiamo contare proprio il blog di cinema e intrattenimento Pensieri Cannibali, che in passato l’ha definito “Il nuovo Dio dell’horror” ed è arrivato persino ad accostarlo ad Alfred Hitchcock. Parole pesanti che ci fanno usare nei confronti del sito un’altra parola pesante: “setta”. Pensieri Cannibali è una setta che venera il Dio Ti West in maniera religiosa?
Noi di Vice metteremo a rischio le nostre vite per scoprirlo per voi, cari lettori, attraverso una proiezione esclusiva (il film non è ancora uscito nei cinema italiani) sul pc di Cannibal Kid. Che il viaggio abbia inizio.

"Questo qui ha votato per Renzi ma gli vogliamo bene lo stesso, gli vogliamo..."
The Sacrament appare in tutto e per tutto un mockumentary come tanti altri di quelli che abbiamo visto di recente, da Chronicle a The Bay, passando per Paranormal Activity e cloni vari, tra cui il recente La stirpe del male. La trama è presto raccontata. Un giornalista di Vice, proprio come me, lavora a un servizio riguardante una misteriosa setta di stampo religioso capitanata da un tizio che viene chiamato da tutti Beppe Father, Padre. In questa setta, o se preferite questa comune hippie, la gente vive in grande pace. Non c’è spazio per violenza, razzismo, odio. Tutti sono felici, hanno una vita semplice ma priva degli isterismi tipici della frenetica vita moderna. Vivono senza bisogno di controllare Facebook ogni 5 minuti. Facebook non lo usano proprio e nemmeno i cellulari. Rendetevi conto come vivono. Eppure sono contenti come la triste gente che popola i social network non lo è mai, nemmeno quando posta i video di “Happy” di Pharrell Williams. Una comunità che vive senza Facebook e Twitter però non può essere davvero felice. No, ci dev’essere qualcosa sotto, e infatti…

Questo è ciò di cui a grandi linee tratta il film. Racconta di una setta non troppo distante da quelle che di recente ci hanno proposto altre due pellicole indie come The East e Sound of My Voice, entrambe sceneggiate e interpretate da Brit Marling, così come anche La fuga di Martha. Di sette aveva poi parlato pure il memorabile episodio dei Griffin “L’uomo in bianco” (titolo originale “Chitty Chitty Death Bang”). Un tema insomma non nuovissimo, seppure qui sviluppato con qualche interessante riflessione socio-politica e in più girato con uno stile come detto da tipico mockumentary odierno. Possiamo allora considerarlo davvero un film d’Autore, o è solo l’ennesimo horror-thrillerino fintodocumentaristico/found footage o come diavolo volete chiamarlo? Dopo la non troppo entusiasmante visione del film, abbiamo discusso di questo e altro con l’autore del blog Pensieri Cannibali, Cannibal Kid, che aveva parlato in maniera entusiastica dei precedenti lavori del regista Ti West, The House of the Devil e The Innkeepers.

"E 'sto giornalista qua chi sarebbe?
Manco Bruno Vespa hanno mandato a intervistarmi?"

Buongiorno, signor Cannibal, grazie per la cordialissima ospitalità.
Buongiorno amici di Vice e benvenuti nella mia umile dimora. Fate come se foste a casa vostra, ma non toccate un cazzo che mi incazzo, ok maledetti giornalisti impiccioni?

Tranquillo, Cannibal. Cominciamo con l'argomento del momento: le elezioni europee. Cosa direbbe al trionfatore Matteo Renzi?
Renzi, di' una cosa di sinistra!
Anzi no, che se no col cavolo che in Italia becchi ancora il 40% di voti.

Cosa direbbe invece all'ormai, purtroppo per ora solo politicamente, defunto Silvio Berlusconi?
Silvio, domani ho un impegno. Potresti guardarmi mia nonna per un paio d'ore? Tanto ormai che altro hai da fare?

E al grande sconfitto delle urne, il povero Beppe Grillo?
Voi del Movimento 5 stelle avete ragione quando dite che in Italia il cambiamento è più lento del previsto. Tranne per gli oltre 2 milioni di italiani che vi avevano votato alle precedenti elezioni e ora non più. Loro sì hanno cambiato idea davvero molto in fretta.

Adesso basta con la politica italiana e parliamo del nuovo film politico di Ti West, The Sacrament.
Ma come? E di Salvini non mi chiedete niente?

Allora, Cannibal, cosa diresti a Matteo Salvi...
No, dai. Meglio se su di lui non dico niente, altrimenti mi arrivano delle denunce.

Allora passiamo veramente al film. Come prima cosa vogliamo sapere: questo The Sacrament è una delusione?
Vedo che voi di Vice non perdete tempo. Subito al sodo. Mi piacciono le cose sode. Soprattutto le tette. Quanto a me, preferisco temporeggiare piuttosto che darvi una risposta secca. The Sacrament è sicuramente un lavoro spiazzante per chi ha amato le pellicole precedenti di Ti West. Manca quel sapore di horror retrò che aveva contraddistinto The House of the Devil e The Innkeepers, questo è certo. The Sacrament è un film dell’orrore 2.0 girato in stile mockumentary di quelli che vanno per la maggiore oggi. Al ché uno può pensare che West si è venduto, o se non altro che ha provato ad allinearsi al gusto oggi imperante, magari per via della produzione di Eli Roth, un po' come Renzi si è allineato al berlusconismo per ottenere i voti degli elettori di destra. Questo è vero. I suoi due splendidi film precedenti erano molto più d’atmosfera, erano horror d’altri tempi. The Sacrament può invece essere apprezzato tranquillamente anche da un pubblico di teenager bimbominkia brufolosi. Quelli che sono cresciuti con The Blair Witch Project e Paranormal Activity come sommi esempi di pellicole di paura. Quelli a cui viene il mal di stomaco se non vedono delle riprese amatoriali mosse.

Quindi sta ammettendo che questo The Sacrament rappresenta un affronto a quanto Ti West ha fatto in precedenza?
Calmi, ragazzi. The House of the Devil era un evidente omaggio a certo cinema horror anni ’70 e ’80 e anche The Innkeepers si proponeva come pellicola in netta contrapposizione ai film dell’orrore odierni. Allo stesso tempo, possiamo comunque trovare in The Sacrament alcuni tratti distintivi del suo cinema. Come nei due precedenti, anche in questo abbiamo una prima parte del tutto non-horror. The Sacrament parte come un documentario su una comunità hippie/setta religiosa e gli elementi inquietanti emergono piano piano e soltanto dopo parecchio tempo dall’inizio della visione. Nella costruzione di un ambiente, di un’atmosfera, Ti West si conferma un fenomeno. Prima di regalarci qualche bel brivido di paura, e pure questa volta riesce a regalarceli, ci fa pazientare parecchio, ma in questo modo riesce a far crescere la tensione come pochi, o forse come nessuno dei suoi colleghi. Il suo ultimo film non possiede lo stesso fascino dei due precedenti, questo lo devo ammettere, eppure Ti West resta sempre un maestro horror.

In passato lo ha definito “il nuovo Dio dell’horror”, adesso si limita a parlarne come di un semplice “maestro horror”. Mi pare che l’entusiasmo nei suoi confronti sia scemato parecchio. Al di là del gusto retrò, cosa manca, allora, a questo suo nuovo lavoro per essere davvero memorabile?
Manca lo spunto del fuoriclasse. Con The House of the Devil era riuscito a realizzare un lavoro che non era un semplice omaggio agli horror del passato, era come se fosse proprio un horror ripescato dal passato. Con The Innkeepers riusciva invece a realizzare una riflessione sul cinema di paura efficace e, in parecchi punti, pure estremamente divertente, quasi ai livelli di Scream, seppure con uno stile del tutto differente e tutto suo. Da questo The Sacrament mi sarei allora aspettato una maggiore ironia nei confronti del genere mockumentary, un giocare di più con i meccanismi dei nuovi horror e invece no. Ti West a questo giro si è forse preso troppo sul serio.

Allora, signor Cannibal, sta dicendo che questo nuovo film di Ti West è una cagata pazzesca?
No, hey. Non bestemmiate in casa mia, per favore. Non ho mai detto ciò e che Dio Ti West vi possa perdonare per averlo anche solo pensato. Per quanto non un capolavoro, The Sacrament è comunque un lavoro girato meglio rispetto a qualunque altro mockumentary mi sia capitato di vedere. Pur rispettando le regole del genere, non è una di quelle visioni che ti fanno venire da sboccare, l’effetto traballante è per fortuna limitato e ci sono momenti di Cinema niente male. Come la scena della festa, quando i primi elementi destabilizzanti all’interno dell’apparentemente felice comunità cominciano a venire fuori. Inoltre, anche questa volta, così come per i suoi due film precedenti, Ti West è partito da situazioni già usate e abusate da un sacco di altri horror, oltre che ispirate da una tragica vicenda realmente accaduta (il Jonestown Massacre del 1978), ed è riuscito a offrire una sua visione personale. In questo caso, per quanto la questione della setta non sia certo di primo pelo, la pellicola riesce a farci riflettere sul nostro stile di vita attuale. A suo modo è un film profondo, un film politico in una maniera analoga a The Village di M. Night Shyamalan e, per essere un mockumentary horror, non è certo poco.

Noi di Vice dobbiamo però ammettere che personalmente come film l’abbiamo trovato piuttosto modesto. E forse pure le sue due opere precedenti erano state parecchio sopravvalutate. Tutto questo entusiasmo nei confronti di Ti West insomma proprio non lo comprendiamo.
State dicendo sul serio? Mi spiace per voi, miei cari giornalisti di Vice, ma in questo caso non posso permettere che pubblichiate tali assurdità sul vostro sito. Siete costretti a rimanere imprigionati qui su Pensieri Cannibali a lavorare come miei schiavetti. Per sempre.
Buahahah!

BUAAHAHAHHAHAHAH!!!

BUAAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!


The Sacrament
(USA 2013)
Regia: Ti West
Sceneggiatura: Ti West
Cast: AJ Bowen, Kentucker Audley, Joe Swanberg, Amy Seimetz, Gene Jones, Derek Roberts, Shaun Clay, Kate Lyn Sheil, Donna Biscoe, Talia Dobbins
Genere: mockumentary
Se ti piace guarda anche: The East, Sound of My Voice, La stirpe del male
(voto di Vice 6-/10
voto di Pensieri Cannibali 7-/10)

19 commenti:

  1. James Wan è il nuovo maestro dell'horror, puntebbasta. Ti West non è malaccio, suvvia, ma è vero che i suoi film seguono una parabola discendente..

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    1. james wan adesso sta girando fast & furious 7, quindi al massimo può ambire al titolo di maestro della tamarraggine :)
      e insidious 2 era inguardabile... altroché parabola discendente!

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  2. Mi state facendo salire una curiosità tra tutti che non ti dico! Solo che, tra una vacanza e l'altra, ho dovuto mettere da parte non solo le elezioni ma anche Ti West e il blog, orrore!!! ç__ç

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    1. vuoi dire che non hai votato?
      vuoi dire non hai contribuito allo sfacelo di questo paese? ;D

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  3. Ho sempre pensato che Ti West fosse sopravvalutato.
    Questo non l'ho ancora recuperato, ma spero di poter presto infierire di nuovo su di lui. ;)

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    1. e io ho sempre pensato che tu sia sottovalutato.
      come personaggio horror uahahah :D

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  4. Lo salto....
    sono un cagasotto quando si parla di horror....

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  5. Moscetto. Con una storia così avrebbe potuto fare faville, ne è venuto fuori un film piattissimo....diamo parte della colpa a Eli Roth produttore che forse ci ha messo il naso o il buon Ti è un bufalotto?

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    1. non bestemmiare, che se no fai la fine dei giornalisti di Vice ;)

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  6. Faccio l'alternativa e non parlo del film.
    Parliamo delle tue risposte a Grillo, Renzi e Berlusconi.
    O delle tette sode.
    Decidi tu

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    1. che scelta molto difficile.
      allora, fammici pensare...


      tette! tette! tette!
      XD

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    2. Ahahhahah ci avrei scommesso

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  7. AHAHAHAHAHAHAHA!!!! Sei sempre avanti ... nc'è 'n cazzo da fa'.....come si dice dalle parti di Oxford in inglese aulico....

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  8. incredibile. questa porcata (un passo indietro ENORME rispetto a The Innkeepers per Ti West) girata con la camera a mano tremolante e dai risvolti prevedibilissimi si prende un 7- e The Rover, che ha una regia ineccepibile e grandi interpretazioni, si prende un 3? buhahahahaahahhaha lo dico io

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    1. Essendo un mockumentary, la camera a mano d'altra parte è inevitabile. Se non altro l'effetto mal di mare è meno presente rispetto a film analoghi...
      Grandi interpretazioni The Rover? Intendi anche Robert Pattinson?
      Questa sì che è buona, te lo concedo ;)

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    2. Robert Pattinson nella parte del mezzo ritardato pieno di tic nervosi è credibile, e lo dice uno al quale ha sempre fatto schifo come attore. non hai salvato niente, nemmeno la regia che è perfetta. nella recensione si legge un tono pregiudizievole nei confronti di Pattinson e del regista. dillo che ti stava sul cazzo ancora prima di vederlo e bona.
      The Sacrament è appunto il solito mockumentary. racconta una storia che sappiamo tutti, non aggiunge nulla di nuovo, è prevedibile e noioso. aspetti solo che succeda quello che deve succedere, ma arriva tardi. prima c'è tutta una rottura di coglioni sulla vita degli abitanti del campo.

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    3. Il mio recente post su Sons of Anarchy è la dimostrazione di come i prodotti di qualità possano spazzare via qualunque mio pregiudizio...

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