Bring Her Back - Torna da me
Io e il titolo di "horror dell'anno" non andiamo molto d'accordo. È un'etichetta che spesso viene affibbiata in maniera prematura, quando mancano ancora diversi mesi alla fine dell'anno, e quindi, a meno che non siate Nostradamus, come fate ad assegnarla ad agosto, in alcuni casi già a gennaio o a febbraio? Si tratta inoltre di una definizione antipatica, che alza eccessivamente le aspettative e tante volte porta pure sfiga.
Nel 2024 il titolo di "horror dell'anno" era stato consegnato nelle mani, o meglio nelle gambe, di Longlegs. C'era persino chi aveva parlato di "erede de Il silenzio degli innocenti". Cosa ne penso io?
Anthony Hopkins che prova la maschera viso di Kim Kardashian in stile Hannibal Lecter per quanto mi riguarda è molto più spaventoso dell'intero (ridicolo) film con Nicolas Cage.
In più il suo regista, il pompatissimo nepo baby Oz Perkins, nel giro di appena pochi mesi è passato dall'essere considerato il nuovo fenomeno dei film di paura all'essere considerato un pirla qualunque con il successivo criticato The Monkey, che comunque per quanto poco riuscito ho preferito a Longlegs.
A chi è toccato quest'anno secondo molti autorevoli esperti il titolo di "horror dell'anno", riconoscimento prestigioso all'incirca quanto la vittoria del Mondiale per club di calcio?
A Bring Her Back - Torna da me, il nuovo film diretto dai gemelli Danny e Michael Philippou, che avevano esordito nel 2022 con il più convincente Talk to Me, che pure quello era stato giudicato l'horror dell'anno da molti e per una volta ero piuttosto d'accordo. A posteriori, devo comunque riconoscere che non si trattava nemmeno in quel caso di un cult assoluto, ma almeno una scena memorabile (la prima in cui compare la mano) la conteneva. Cosa che non mi sento di dire del nuovo Bring Her Back, a parte forse giusto la scena in cui sono tutti ubriachi.
La pellicola è una riflessione a suo modo originale sul tema dell'elaborazione del lutto. Il suo grande pregio è questo. Per il resto, è l'ennesimo titolo che gioca a vincere facile proponendo dei bambini inquietanti, che sono tra gli elementi, ormai stereotipati e ricorrenti, più creepy degli horror, insieme ai clown.
Per non sbagliare, Bring Her Back di bambini strambi ne propone non solo uno, bensì un paio. Una è una tipa ipovedente.
L'altro è un bimbetto rasato che fa delle cose assurde e senza senso e sembra appena scappato da una casa di cura gestita da Stephen King.
Come presenza bonus, giusto per non farsi mancare niente, ci hanno messo dentro anche un adolescente inquietante.
Il vero villain della pellicola comunque è un altro, che non vi sto a spoilerare, e ha pure le sue motivazioni per comportarsi da villain. Solo che è talmente insopportabile che provare empatia nei suoi confronti riesce parecchio difficile.
Il problema del film è che sembra sforzarsi persino troppo, specie nell'estenuante e in fin dei conti prevedibile finale, per cercare di trovare la trovata, il colpo di scena in grado di lasciare lo spettatore a bocca aperta e fargli gridare: "Ma che ca**o sto vedendo? Non potevo guardarmi una rassicurante commedia per tutta la famiglia, invece di questa roba per malati di mente?".
Bring Her Back è una visione che in alcune scene mi ha causato del dolore fisico, ma più che altro del fastidio. È un film disturbante, persino troppo disturbante, quindi il suo sporco lavoro lo fa anche. Non mi ha però fatto venire reali brividi di terrore e di sicuro è una pellicola che non rivedrei mai, nemmeno sotto tortura. Sarà anche l'horror dell'anno per molti, ma non per me.
Se proprio devo giocare a questo giochino, i miei candidati al momento sono altri, fermo restando che da qui a dicembre di film dell'orrore potenzialmente interessanti ne potrebbero uscire ancora diversi. C'è ad esempio Together con Alison Brie e Dave Franco che promette bene.
Tra i migliori per ora metterei sicuramente I peccatori (Sinners), horror ibrido che non è particolarmente terrorizzante, ma in compenso è un singolare mescolone di generi che riesce a restare impresso. Al contrario di Bring Her Back che, pochi giorni dopo la visione, sta già scivolando via lontano dai miei ricordi. E non solo perché ho una memoria da fare invidia a quella della pesciolina Dory.
Tra i miei horror dell'anno citerei anche Strange Darling, quello sì davvero originale e shockante. C'è Heretic, tesissima visione che offre persino parecchi spunti di riflessione teologica. C'è The Ugly Stepsister (non ancora uscito in Italia), rilettura da paura della fiaba di Cenerentola. Volendo ci sarebbe il mio amato Le donne al balcone - The Balconettes, che però faccio fatica a considerarlo un horror-horror. Ci sono poi le visioni più divertenti e ironiche, come Companion e Final Destination Bloodlines. C'è pure la Vampira umanista cerca suicida consenziente che possiede il suo fascino.
Insomma, personalmente il sopravvalutato Bring Her Back è ben lontano dall'essere il mio horror dell'anno. Che poi i veri horror dell'anno sono altri. Sono le serie tv M. Il figlio del secolo e Adolescence. Sono i villain che governano varie nazioni del mondo, tra cui la nostra. Al confronto, i bimbiminkia inquietanti di Bring Her Back provocano al massimo qualche sorriso.
(voto 6/10)
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