venerdì 12 settembre 2025

Material Love: we are living in a material world, and in a Pedro Pascal world





Material Love
(titolo originale: Materialists)

Tutto l'enorme successo di Pedro Pascal è una cosa che io ancora non l'ho mica capita. Inspiegabile quasi quanto quello di Stefano De Martino, dei Labubu, o di Temptation Island. Ok, è un bell'uomo, non lo metto in discussione, però non mi sembra che possieda quel fascino magnetico e irresistibile di un Leonardo DiCaprio ai tempi di Titanic, o di un Johnny Depp a cavallo tra gli anni '80 e '90, o di un Richard Gere in American Gigolò, o di un Brad Pitt in qualunque fase della sua vita. Più che da grande star hollywoodiana, Pedro Pascal ha il fascino da papà sexy, da “Internet daddy”, che sospetto sia il vero motivo per cui è diventato così famoso.


Passiamo poi alla sua carriera. Per anni ha collezionato giusto una lunga manciata di brevi anonime apparizioni televisive, alcune per carità anche prestigiose come in Buffy l'ammazzavampiri (che per quanto mi riguarda è la cosa migliore presente sul suo curriculum), senza però che si facesse mai notare particolarmente. Diciamo che fino a che non si è fatto crescere i baffi non se l'è filato nessuno.

"Pedro, i vampiri li caccio già io. Tu ti dovresti occupare di qualcos'altro, tipo... gli zombie"
"Hey, ottima idea, Buffy!"

La svolta numero 1 è arrivata nel 2014, quando ha interpretato Oberyn Martell in Game of Thrones e lì per la prima volta la gente ha cominciato a interessarsi a lui. O più che altro al modo in cui il suo personaggio moriva. Perché, ammettiamolo, più che una serie memorabile, Il Trono di Spade è stata una serie con delle morti memorabili.


Dopodiché ha ottenuto finalmente un ruolo da protagonista, quello dell'ispettore Peña nell'acclamata serie Narcos, di sicuro un'altra delle cose migliori sul suo curriculum, solo che in quell'occasione veniva oscurato dal vero protagonista della serie, un grande Wagner Moura nella parte di Pablo Escobar.


Nel 2018 ha quindi fatto il grande salto in una grande produzione hollywoodiana e ha interpretato Maxwell Lord in Wonder Woman 1984. Risultato? È stato uno dei villain più ridicoli mai visti in un cinecomic.

"L'errore più grande della mia carriera?
Tagliarmi i baffi, senza dubbio"

Ha poi guadagnato un'altra parte da protagonista nella serie The Mandalorian ambientata nell'universo di Star Wars, in cui ha letteralmente indossato l'armatura e l'elmo del mandaloriano Din Djarin. Possiamo affermare con una dose di ragionevole certezza che in quell'occasione ha fornito una delle migliori prestazioni recitative della sua carriera. Sotto il casco, almeno ha potuto celare la sua quasi totale inespressività.

"Meno male che ci sei tu, Baby Yoda, ad alzare il livello della recitazione"

È infatti ormai cosa nota, come ha detto il saggio scrittore Ivan Doglio su Facebook, che Pedro Pascal possiede solo due espressioni: con i baffi e con i baffi.


Il vero grande successo per l'attore cileno è arrivato solamente nel 2021, grazie a quella che per me è una delle serie più sopravvalutate nonché uno dei più grandi abbagli collettivi di sempre: The Last of Us. Ironia della sorte, l'episodio migliore della serie ("Molto, molto tempo", il terzo della prima stagione) non lo vede nemmeno protagonista. Pedro Pascal comunque è sicuramente un elemento determinante nel successo della serie e, considerando quanto sia stata criticata la seconda stagione anche e soprattutto perché lui compare ben poco, sospetto che una buona parte dell'esaltazione nei confronti della prima stagione sia motivata dalla crush che telespettatrici e telespettatori si sono presi nei suoi confronti.


Pedro si è inoltre fatto notare sui red carpet dove ha fatto tenerezza per il suo atteggiamento sempre umile e disponibile (ma mai quanto Keanu Reeves) e per la mano appoggiata sulla parte bassa del torace per combattere l'ansia da tappeto rosso.


Va inoltre notato il suo ottimo gusto musicale, di certo superiore alle sue capacità recitative: in giro indossa spesso magliette di ottime band e ha dichiarato che il suo gruppo preferito sono i The Cure. Applausi.


Trasformatosi in una superstar mondiale, Pedro ha poi cominciato ad apparire ovunque, peggio dei Labubu, diventando il nuovo prezzemolino di Hollywood, e lo abbiamo visto recitare (per lo più maluccio, ammettiamolo pure) in qualsiasi film, da blockbuster super costosi come il pessimo Il Gladiatore II e Fantastici 4 - Gli inizi (che non definisco pessimo solo perché non l'ho ancora visto) a filmetti indie che non si è filato nessuno come Drive-Away Dolls e Freaky Tales, fino al nuovo Material Love, una romcom in cui si trova infilato dentro un triangolo sentimentale con Dakota Johnson e Chris Evans.


Il film ha come protagonista Lucy (Dakota Johnson), una matchmaker di New York, ovvero una tipa che lavora in un'agenzia di appuntamenti, una versione in real life di Tinder, dove lo scopo finale non è tanto sc*pare, sì, un po' anche quello, ma soprattutto il matrimonio. In pratica è un'agenzia matrimoniale, come si sarebbe detto una volta. Durante un matrimonio da lei combinato, Lucy incontra Harry (Pedro Pascal), che sembra l'uomo perfetto. Come il vero Pedro Pascal: mascolino ma anche sensibile, piacione ma non troppo ruffiano, fascinoso ma in una maniera naturale, da uomo della porta accanto. Solo che non è perfetto. Proprio come Pedro Pascal, che sarà anche, come si dice in giro, una delle persone più deliziose e alla mano di Hollywood, ma come attore, almeno per il momento, ha limiti evidenti. E diciamolo. Magari poi, già a partire dall'imminente Eddington del mio amato Ari Aster, in cui recita con alcuni dei migliori attori del mondo come Joaquin Phoenix ed Emma Stone, mi farà cambiare idea. Anche se, a giudicare dall'immagine qui sotto, non sono poi tanto sicuro che mi farà cambiare idea...


Tornando a Material Love, è una romcom fredda, poco convincente da un punto di vista emotivo, un netto passo indietro per la regista e sceneggiatrice Celine Song dopo il delizioso esordio Past Lives. Se però funziona poco, la colpa è soprattutto di Pedro Pascal e del suo personaggio. Con Dakota Johnson non c'è alcuna intesa sentimentale. Manco un minimo di tensione sessuale. Zero. C'è da dire che pure Dakota non è che brilli particolarmente in questo film, che avrebbe meritato una protagonista con il carisma e la verve comica di Kate Hudson ai tempi di Come farsi lasciare in 10 giorni.

"Dakota, quel piatto lo finisci? Altrimenti lo spazzolo via io"
"Oh, Pedro, tu sì che sai come si conquista una donna"

La pellicola offre guarda caso il suo meglio quando Pedro Pascal esce di scena, lasciando spazio a Chris Evans, che pure lui non è che sia tutto questo fenomeno recitativo e ha a malapena un'espressività un pochino maggiore rispetto a Pascal, ma se non altro almeno un minimo di chimica con Dakota Johnson lui la possiede. È con loro due insieme, nella parte finale, che Material Love lascia intravedere ciò che sarebbe potuto essere. Ovvero una romcom indie meno cinica di quanto vorrebbe far credere all'inizio, quando appare la copia senz'anima di qualche commedia romantica degli anni '80/'90, e propone finalmente qualche momento delicato e quasi poetico.


Solo che, come si suol dire, è troppo poco e troppo tardi per salvare del tutto una visione che inevitabilmente è una delusione, almeno per chi come me aveva molto amato il passato Past Lives. Celine Song resta comunque una cineasta da tenere d'occhio che in futuro credo potrà regalarci ancora delle belle soddisfazioni, magari scegliendo gli attori più giusti per i suoi personaggi e non quelli più fighetti e cool del momento. Non vorrei infatti dire che se Material Love non funziona è tutta colpa di Pedro Pascal. Mi limito a dire che è al 50% colpa di Pedro Pascal e al 50% di una sceneggiatura non proprio fenomenale.
(voto 5,5/10)




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