venerdì 27 marzo 2015

1992, L'ANNO E LA SERIE DEI CRAXY DAYS





1992
(serie tv, stagione 1, episodi 1-2, Italia 2015)
Reti italiane: Sky Atlantic, Sky Cinema 1
Nata da un'idea di: Stefano Accorsi
Regia: Giuseppe Gagliardi
Sceneggiatura: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo
Cast: Stefano Accorsi, Miriam Leone, Domenico Diele, Guido Caprino, Tea Falco, Alessandro Roja, Eros Galbiati, Antonio Gerardi, Pietro Ragusa, Silvia Degrandi, Bebo Storti
Genere: internazional-popolare
Se ti piace guarda anche: Romanzo di una strage, House of Cards, Gomorra - La serie

Voi cosa facevate, nel 1992?
Io non so bene cosa facevo, ma so cosa non facevo: all'epoca non ero tra gli indagati di Tangentopoli. Il motivo?
Avevo appena 10 anni. Ero ancora troppo giovane per avere processi a carico.

Cosa stava facendo Stefano Accorsi, nel 1992?
Era alle sue primissime esperienze recitative, ma ancora non lo conosceva nessuno. Soltanto l'anno dopo sarebbe entrato nell'immaginario collettivo nazionale grazie al mitico “Du gust is megl che uan” dello spot Maxibon.



Cosa stava facendo Antonio Di Pietro, nel 1992?
Con Craxi nel mirino, dava il via all'epoca di Mani Pulite, come potrete scoprire guardando la nuova serie di Sky intitolata appunto come quell'anno, 1992. Dentro ci troverete anche Di Pietro, interpretato da Antonio Gerardi in una maniera per fortuna non macchiettistica. Per quanto il suo ruolo sia ben presente, d'altra parte in una storia ambientata nella Milano di Tangentopoli non poteva essere altrimenti, Di Pietro non è però uno dei personaggi principali.


I protagonisti della serie sono un gruppetto di tizi e tizie che ruotano intorno alla vicenda di Mani Pulite in maniere differenti.
C'è il pubblicitario alla Don Draper di Mad Men trasportato però negli anni '90 e reso più cinico dallo sguardo di uno Stefano Accorsi che non avevo mai visto così incattivito. Sarà che per me è sempre stato quello del Maxibon e anche l'Alex di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, un libro ambientato anch'esso proprio nel 1992. Sarà un caso?


Il pubblicitario interpretato da Stefano Accorsi, che tra l'altro ha pure avuto l'idea da cui è nata la serie, ha una relazione sentimental... come non detto, una relazione sessuale con Miriam Leone. Quanto è bella Miriam Leone? (notare che ho detto "bella" e non ho usato nessun termine scurrile, sto migliorando!)
Non sono certo il primo ad accorgersene, visto che nel 2008 è stata eletta Miss Italia, solo che a me di solito le Miss Italie non piacciono molto. Mi piacciono di più quelle che finiscono seconde o terze o che vengono eliminate subito. L'incoronazione di Miriam Leone è invece stata una delle rarissime che ho condiviso. Sarà per caso per via dei capelli rossi che a me notoriamente fanno impazzire?
Miriam Leone adesso è ancora meglio che nel 2008 ed è pure un'attrice promettente. Non ci credete?
Smettetela di guardare La dama velata e puntate su 1992.


Miriam Leone ha la parte di una showgirl che per fare carriera si fa un ricco imprenditore. Tra gli altri personaggi troviamo poi uno sbirro malato di AIDS portato sul piccolo schermo dall'attore rivelazione Domenico Diele, il quale inizia una storia con la figlia del sopra menzionato imprenditore che è interpretata da Tea Falco.


Apriamo il capitolo Tea Falco. Sui social network la sua performance in 1992 è stata massacrata. Se volete saperne di più, leggetevi ad esempio il divertente articolo pubblicato da Il Fatto Quotidiano. Io invece credo di essere l'unico al mondo o se non  altro in Italia ad averla (moderatamente) apprezzata. Il suo è un personaggio troppo emo, che parla con uno scazzo addosso misto a un disagio esistenziale nirvaniano tipicamente 90s. Ogni sua parola sembra provenire dal letto di morte di un malato terminale. Lo so che quanto ne è venuto fuori è involontariamente comico però, come ha spiegato lei stessa su Twitter, la parlata incomprensibile è una scelta voluta, azzeccata o meno che sia.



Piaccia o no Tea Falco, il cast di 1992 è comunque di ottimo livello e i personaggi, nella loro disperata cattiveria, sono tutti fotografati in maniera efficace. Quello che ne esce è il ritratto perfetto di un'epoca, non troppo differente da quella attuale, dominata dai “furbetti”, da chi ottiene le cose in maniera scorretta, sleale, illegale. Ai personaggi sopra citati si aggiunge anche quello interpretato da Guido Caprino, un ex militare che, dopo aver preso a botte degli albanesi, diventa il nuovo paladino della Lega Nord. E viene pure eletto, senza alcun merito o dote particolare. Il bello di 1992, o se non altro di questi primi due episodi appena andati in onda, è anche questo: riflettere sul tema della meritocrazia, o meglio sulla non-meritocrazia italiana.

Questa serie merita tutto il clamore che sta suscitando e gli ascolti record che sta realizzando, record almeno per una serie trasmessa da un canale a pagamento?
Per quanto mi riguarda sì. All'inizio ero scettico, come quasi sempre mi capita con le produzioni italiane, e invece mi ha convinto da subito, come nemmeno Gomorra - La serie era riuscita a fare, considerato che gli scugnizzi mi avevano conquistato soltanto a partire dal terzo grandioso episodio. In attesa di scoprire se anche le puntate successive di 1992 reggeranno sugli stessi livelli, per il momento applaudo all'ottima regia che dà parecchie piste alla gran parte dei film italiani in circolazione. Applaudo a delle sceneggiature capaci di far girare una serie numerosa di personaggi senza finire per essere dispersive, come Game of Thrones tanto per fare un esempio a caso, ma anzi con un'abilità che mi ha ricordato quella del Paul Thomas Anderson di Magnolia. Applaudo alla capacità di mescolare questioni politiche e umane in una maniera più avvincente, tanto per fare un altro esempio a caso, di House of Cards, in cui spesso la noia dei discorsi politici prende il sopravvento, tanto per dire che questa produzione italiana non ha nulla da invidiare ai colossi in onda su HBO o Netflix.


Spettacolare poi la parte musicale, e per un prodotto nazionale è quasi un miracolo, basti pensare all'agghiacciante colonna sonora di una fiction come Braccialetti rossi. A curare le fighissime musiche originali c'è Davide “Boosta” Dileo dei Subsonica, che tra l'altro nella vita reale sta insieme a Miriam Leone. Sarà un caso pure questo?
Oltre al sound del subsonico, c'è anche una splendida commistione tra alto e basso, tra i R.E.M. di “Everybody Hurts” e la Lorella Cuccarini di “Liberi liberi”, un pezzo che a fine visione non vi scollerete più dalla testa e che poi vi ritroverete a canticchiare, e magari pure a ballicchiare, quando meno ve lo aspettate.
Il più grande pregio di 1992 è proprio questo, non solo nella colonna sonora, ma in generale: il suo saper mescolare tv di qualità cinematografica con racconto nazional-popolare adatto al grande pubblico, parlare delle magagne della nostra Storia recente con un piglio internazionale, presentare il trash italico sotto una forma sublime, come fatto anche da La grande bellezza di Paolo Sorrentino e da Le meraviglie di Alice Rohrwacher. Un mix di alto e basso perfetto per rendere le contraddizioni del nostro paese di ieri come di oggi che, fin dalle due prime promettenti puntate, fa subito toccare alla serie livelli altissimi.
E io intanto sogno già una seconda stagione intitolata 1993.
(voto 8/10)

16 commenti:

  1. La devo vedere anche io, tanto in Italia sappiamo far bene solo le serie che parlano della nostra brutta storia (Romanzo Criminale, Gomorra....) e sono anche le più interessanti per me

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  2. piaciuto anche a me
    l'ho registrato; adesso me lo rivedo e poi mi tocca recensirlo

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  3. non solo lo recensirò, ma racconterò come va a finire
    per cui, se non volete saperlo, girate alla larga

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  4. Avevo un po' la puzza sotto il naso per questa serie, credo che a questo punto una chance gliela darò...

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  5. Feregna, ha belle carte da giocarsi! Corro a recuperarla

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  6. La Leone è bellissima e l'ho vista qui e lì, recentemente in una brutta commedia con Bova-Argentero, ma lei era convincente. Il guaio delle nostre attrici, oltre al fatto che non sappiano recitare, è che hanno una brutta voce: lei, anche presentatrice, forse se la cava di più proprio per questo, oltre che per la notevolissima presenza. Tea Falco però è un cane: giusto Bertolucci l'ha resa credibile... Ma Bertolucci farebbe recitare anche me. Insomma: altra cosa da vedere :)

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  7. Non siamo ai livelli di Gomorra ma le prime due puntate non mi sono dispiaciute. La Tea Falco non si può sentire ed Accorsi è irritante come al solito, quindi perfetto per la parte. Confezione buona ed ottima colonna sonora.

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  8. 8? Davvero ???? Sceneggiatura indegna, recitazione farsesca (ma Accorsi è un attore?), approfondimento psicologico dei personaggi a livello di un manga, imprecisione storiche a gogo, Di Pietro ridotto al rango di una macchietta. E sesso buttato lì a casaccio, senza un perchè. Difficile fare peggio. Resistere due ore è stata un'impresa biblica.

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    1. Di Pietro sapeva di sicuro fare più che bene il suo mestiere, ma se non proprio macchietta, un po' folcloristico dai lo è sempre stato.

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    2. Lucien, è vero, rustico e verace.Ma, per converso, una mente inquisitoria sopraffina e un uomo che conosceva molto bene il contesto storico, sociale e politico. La sua definizione di "dazione ambientale", tuttora validissima, è da libri di storia.

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  9. Spero ti abbiano pagato profumatamente per una valutazione di questo tipo.
    Solo il pensiero di accostarla a cose come Romanzo Criminale mi fa rabbrividire. ;)

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  10. La recupererò al più presto! :D

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  11. Non mi è dispiaciuto: un po' perplesso nella prima mezz'ora e poi prende quota. Per me non da 8 ma più che sufficiente.

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  12. Per ora ho guardato l'inizio... mi pare un po' lento, ma aspetto quantomeno le tette di Miriam Leone prima di dare una valutazione completa

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  13. Mi piace tutto. Non riesco a trovare un difetto. Ah sì, Stefano Accorsi è il meno bravo. Adoro Caprino che nella parte dell'ottuso ex militare ne viene fuori alla grandissima. Ho apprezzato Miriam Leone. Su Tea Falco dico che forse bisognerebbe avere vissuto bene quegli anni e anche avere frequentato un po' di quella gente lì per comprendere che del suo personaggio non ne ha fatto una caricatura. Strepitoso Diele, il migliore.
    Io nel 1992 mi sposavo.

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  14. Bell'articolo che riassume un po' tutto quello che in questi giorni si sta scrivendo e dicendo su questa serie. Io la difendo: la trovo ben fatta stilisticamente e con un buon cast. Interpretazioni come quella di Tea Falco sono volute e cercate così.
    Non capisco le polemiche di persone come Di Pietro ed altri, che forse si aspettavano tutt'altro genere di prodotto televisivo.
    Per me funziona, anche nei suoi continui rimandi alla cultura nazional popolare di quel decennio.

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