lunedì 5 dicembre 2016

Capitan Schettino, prendi esempio dal Capitan Sully invece che dal Capitan Uncino





Sully
(USA 2016)
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Todd Komarnicki
Ispirato al libro: Highest Duty: My Search for What Really Matters di Chesley Sullenberger e Jeffrey Zaslow
Cast: Tom Hanks, Aaron Eckhart, Laura Linney, Mike O'Malley, Anna Gunn, Sam Huntington, Autumn Reeser, Max Adler, Michael Rapaport
Genere: miracolato
Se ti piace guarda anche: Flight, United 93, Snowden


Non mi sono mai piaciuti i Capitani, da Capitan Findus ai "capitani coraggiosi" Claudio Baglioni e Gianni Morandi.
Non reggo i film sugli American Heroes.
Non mi fanno impazzire le pellicole tratte da eventi di cronaca vera, soprattutto recenti.
Non sono un fan di Clint Eastwood.
Mai sopportato Tom Hanks.

Partendo da delle basi del genere, le premesse per un disastro c'erano tutte. Non un disastro aereo, ma qualcosa di persino peggiore: un disastro cinematografico.
Se fosse stata una simulazione di visione, la stroncatura sarebbe stata assicurata. Il voto era già pronto: 4/10, lo stesso dell'ultimo terrificante film di Clint Eastwood, American Sniper. Una pellicola controversa che ha molto diviso e che può essere vista e interpretata nella maniera che si preferisce. Per me si tratta di una delle peggiori robacce propagandistiche pro-guerra mai girate, nonché un innalzamento del tutto fuori luogo a eroe di quello che per me è invece stato solo un assassino psicopatico. Ripeto: punto di vista del tutto personale e discutibile. Per qualcuno ad esempio è addirittura un film pacifista, a testimonianza di come un'opera artistica, una volta che viene data in pasto al pubblico, può essere letta nei modi più disparati possibili e sfugga al controllo del suo stesso autore. Come un pilota alle prese con un aereo che ha i motori fuori uso.

"Ora so come si sente un pilota Ryanair ogni giorno della sua vita..."

A ciò aggiungiamo il fatto che Sully racconta una storia parecchio simile a quella di American Sniper, visto che parla della tormentata figura di un eroe, o presunto tale, ammeregano. C'è giusto una “piccola” differenza. Chris Kyle era un cecchino che ha fatto fuori centinaia di persone, donne e bambini compresi, in nome di una guerra che la Storia ha dimostrato essere stata del tutto inventata dai signori Bush & Blair e lui si è limitato a premere il grilletto, seguendo gli ordini come una pecora.
Il Capitano Chesley Sullenberger soprannominato Sully ha invece salvato la vita a 155 persone, se stesso compreso, con il miracoloso atterraggio sul fiume Hudson. E questo non è uno spoiler visto che, oltre a essere un fatto di cronaca ampiamente noto, è subito specificato all'inizio del film.

"Tranquilli, stiamo per atterrare su un fiume. Ma a parte questo procede tutto nella norma!"

Sully inoltre non si è comportato da pecora. Non ha seguito passivamente le norme previste in caso di un incidente aereo come quello. Ha invece scelto di ragionare con la sua testa, azzardando un atterraggio, o meglio ammaraggio (o forse sarebbe più corretto dire affiumaggio?) tanto folle quanto riuscito. Oltre a ciò, Sully si è comportato da vero Capitano, visto che non ha abbandonato il suo aereo fino a che non si è accertato che tutti i passeggeri fossero in salvo. Schettino, prendi appunti.

Sully può essere considerato un eroe, oppure con il suo atterraggio assurdo ha messo in maniera immotivata a rischio la vita di oltre 100 persone?

"Se mi sento un eroe? Me la sono appena fatta addosso, forse è meglio che me lo chieda in un altro momento..."

È intorno a questo interrogativo che viaggia la pellicola di Clint Eastwood e, almeno per i primi 40 molto intensi minuti, lo fa ad alta quota. Nella prima parte il film tiene con il fiato sospeso, per quanto la storia raccontata sia già conosciuta, e riesce anche a sorprendere con qualche inserto visionario e una bella atmosfera da thriller psicologico che mi ha ricordato non poco Flight, il sottovalutato film di Robert Zemeckis con Denzel Washington.

Nella seconda parte Sully perde invece gradualmente quota e diventa un filo ripetitivo nella sua ricostruzione minuziosa (persino troppo) di quanto accaduto. Nonostante ciò, Clint Eastwood, con l'aiuto del co-pilota Tom Hanks qui più convincente del solito, dall'alto della sua esperienza e professionalità fa proprio come il protagonista, il Capitano mio Capitano Chesley Sullenberger, e porta lo spettatore a destinazione sano e salvo. Senza andarsi a schiantare come invece aveva fatto con il precedente American Sniper.

"Quel Cannibal Kid se lo prendo gli faccio un culo così."
"Mettiti in fila, Clint, ci sono prima io!"

Com'è possibile che un film del genere, pur con i suoi limiti e con la sua eccessiva classicità, mi sia tutto sommato piaciuto?
Il fatto è che questa non è una simulazione. Non è una semplice addizione in cui una serie di elementi (almeno per me) negativi messi insieme portano in maniera matematica a un risultato negativo. Questa è una pellicola da vivere sulla propria pelle e, nel corso della visione, entrano in gioco degli altri fattori. Entra in gioco la dannata componente umana. Quella che non può essere spiegata con la logica. Per quanto retorico e patriottico, Sully mi ha emozionato, e questa non è una cosa che capita con tutti i film. Maledette emozioni!
(voto 7/10)

8 commenti:

  1. C’era il rischio di somigliare troppo al film di Robert Zemeckis, Clint ha scelto un'altra strada, molto coerente con la sua filmografia, mi fa piacere vedere che non sono il solo che ha pensato a Schettino, ma anche ad essersi emozionato ;-) Cheers!

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  2. Incredibile: non solo il film ti è piaciuto, ma hai anche fatto un'analisi in cui mi ritrovo, quella legata al fattore umano.
    Un inizio settimana da fantascienza! ;)

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  3. Mi ha detto poco sulla vicenda, altrettanto poco sull'uomo.
    Soprattutto, non mi ha emozionato. Asciutissimo - nonostante l'Hudson.
    Meglio di American Sniper, ma un altro santino...

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  4. Per gli stessi punti che elenchi a inizio post, il film non ho voglia di vederlo. Mi interessa poco la storia, ancor meno vedere Tom Hanks. In caso di nomination, cambierò idea, per il momento punto ad altro (che in vista delle classifiche ne ho da recuperare) nonostante un voto sorprendente che non mi sarei aspettata. Che fine ha fatto il tuo cuore di pietra?

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    1. Lisa, ti consiglio di guardarlo invece. Uno dei migliori film dell'anno.

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  5. Ah! In effetti "affiumaggio" è l'espressione più azzeccata. Per me invece la ridondanza nella seconda parte è più che giustificata. Costruisce sulla non distruzione. Come ho scritto nel mio bruttissimo post (che non linko né lecco perché tanto sai già come finisce: si salvano tutti i 155 passeggeri anche nel mio post), non è un capolavoro (come è stato definito) ma un bel film su pochi secondi che han fatto la differenza tra la vita e la muerte.

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  6. io l'ho visto al cinema e mi è piaciuto...
    per altro, secondo me, è un po' in profumo da Oscar, il ché, mi fa piacere, sia per Eastwood, che per Hanks... anche se, probabilmente, più per il secondo che per il primo

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  7. Sono indeciso se vederlo... potrei ripensarci

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