DRIN
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BEEP BEEP BEEP BEEP BEEP
30 secondi più tardi
DRIN
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“Oddio, lei è peggio di uno di quei call center insistenti che chiamano da un paese del Terzo Mondo...”
“Serie di omicidi?
Seeeh, come no?
Non è che si è appena sparato un binge-watching di Mindhunter, vero?”
“Mindhunter?
No, ma che dice?
Intendiamoci, grandissima serie, però no, non c'entra niente.
Io volevo riportare una serie di omicidi terribili appena avvenuti!”
No, ma che dice?
Intendiamoci, grandissima serie, però no, non c'entra niente.
Io volevo riportare una serie di omicidi terribili appena avvenuti!”
“C'ho provato, però lei non mi lascia parlare.
Le persone di colore sono le vittime.
Degli uomini di colore sono morti!”
Le persone di colore sono le vittime.
Degli uomini di colore sono morti!”
“Però lui ormai lui non lavora più.
E poi devo trovare qualcuno che ci tiene alle persone.
Un regista.
Magari una regista donna.
Una come Kathryn Bigelow.”
“Una donna che si è dovuta fare strada tra gli ambienti maschilisti di Hollywood sa cosa vuol dire far parte di una minoranza.
Sa cosa vuol dire avere sempre a che fare delle con persone che si credono superiori a te.”
“Ok, però forse non è la sua storia.
Un po' come Sofia Coppola che con l'ultimo L'inganno ha realizzato un remake.
Ha cercato di farlo suo il più possibile, inserendo dentro echi dei suoi precedenti lavori, eppure il risultato finale non mi è sembrato suo al 100%.”
Un po' come Sofia Coppola che con l'ultimo L'inganno ha realizzato un remake.
Ha cercato di farlo suo il più possibile, inserendo dentro echi dei suoi precedenti lavori, eppure il risultato finale non mi è sembrato suo al 100%.”
“Può darsi che per una storia del genere un regista nero sia più adatto, ma la Bigelow sa adattarsi. Anche se è una donna, hanno tutti sempre detto che dirige come un uomo e, anche se è bianca, non significa che non possa girare una storia di neri. Il problema comunque non è il colore della pelle della regista. Il problema semmai potrebbe essere che è sempre difficile trarre una pellicola da una storia vera. C'è il rischio di cadere nel cronachistico, nel documentaristico. Per quanto alcune parti possano essere romanzate, c'è la necessità di aderire con fedeltà ai fatti. La storia che le devo raccontare inoltre è molto complessa. Riguarda le tensioni razziali di ieri così come di oggi e quindi ha una forte componente socio-politica-storica. Riguarda inoltre una rivolta cittadina dal sapore quasi bellico, genere in cui con The Hurt Locker ha dimostrato di saperci fare, battendo agli Oscar pure il suo ex marito James Cameron con quella cagata di Avatar, tié!
C'è poi la componente umana, visto che riguarda un gruppo di ragazzi e ragazze con dei sogni e delle aspirazioni.
Allo stesso tempo è anche una vicenda di una brutalità impressionante, dai contorni in stile survival-horror. Inoltre ha pure dei risvolti giurido-legislativi. In pratica potrebbero venirne fuori 5 film in 1. Il rischio è quello di mettere troppa carne al fuoco, troppi personaggi, troppe componenti differenti, e non è detto che tutte escano al meglio.
Non è finita qui. Ci vuole anche un grande equilibrio per saper affrontare un tema tanto ostico, ad alto rischio di retorica, senza scadere nel facile pietismo, o nella facile indignazione. Per questo Kathryn Bigelow potrebbe essere la persona giusta. Nei suoi film non si lascia mai andare troppo alla componente emotiva. I suoi lavori in genere sono piuttosto freddi, e ciò non è mica una cosa negativa. È una che gira più con il cervello che con il cuore. Solo perché è una donna, uno potrebbe pensare il contrario e invece non è così. Bisogna andare oltre gli stereotipi. E in ogni caso, perché sto dicendo tutto questo a lei?”
“Non lo so!
Veramente è lei che ha chiamato, minacciandomi e sbraitando a gran voce.
Però a questo punto stavo cominciando ad appassionarmi alle sue parole.
Insomma, io un film così quasi quasi lo andrei a vedere, anche se magari non mi aspetterei un capolavoro assoluto.”
Veramente è lei che ha chiamato, minacciandomi e sbraitando a gran voce.
Però a questo punto stavo cominciando ad appassionarmi alle sue parole.
Insomma, io un film così quasi quasi lo andrei a vedere, anche se magari non mi aspetterei un capolavoro assoluto.”
“Ok, in tal caso non c'è proprio niente che possiamo fare per aiutarla.
Grazie per averci chiamato e le auguro una splendida giornata.”
Grazie per averci chiamato e le auguro una splendida giornata.”
BEEP BEEP BEEP BEEP BEEP
L'autore della telefonata ha poi contattato per davvero la regista Kathryn Bigelow, che da questa e soprattutto da altre testimonianze ha tratto il film...
Detroit
Regia: Kathryn Bigelow
Cast: John Boyega, Algee Smith, Will Poulter, Anthony Mackie, Hannah Murray, Kaitlyn Dever, Jack Reynor, Ben O'Toole, Jacob Latimore, Joseph David-Jones, Jason Mitchell, Tyler James Williams, Darren Goldstein, John Krasinski, Samira Wiley, Miguel
(voto 6,5/10)
Difficile giudicare un film quando il cinema si fa testimonianza e modo di sopravvivere, quando si fa scelta politica perennemente in tensione, coercitiva, divina, controcorrente. I fatti di cronaca non ci daranno mai la meglio, e la realtà nemmeno, ma il cinema ci restituisce la giusta dimensione dell'ingiustizia, perpetrata e perseverante.
RispondiEliminaLa Bigelow è una tosta come sempre
Evitato finora, perché mi puzzava di pesantezza e retorica.
RispondiEliminaRecupererò, coi listoni in avvicinamento, ma dubito ci finirà...
Visto stasera. Che dire? Uno di quei film che fa incazzare. Un paio di cose non mi hanno convinto ma nel complesso mi è piaciuto
RispondiElimina5 film in 1 e non tutto così equilibrato, insomma, no, non è un capolavoro.
RispondiEliminaE quanto mi piacciono questi post telefonanti!
Devo ancora vederlo, ma ovviamente spero di essere in disaccordo sia con te che con il poliziotto al telefono. ;)
RispondiEliminaIl post mi ha divertito molto!
RispondiEliminaMa non ti nego che il voto mi ha sorpreso :O