lunedì 6 agosto 2018

Disobedience: Rachel, doppia Rachel, Rachel coi fiocchi






Il Mereghetti
“Cannibal, negli ultimi tempi sei troppo pigro.
Non pubblichi più a manetta come una volta.
Oggi però ti tocca scrivere una nuova recensione, visto che le mie fanno addormentare tutti.”



Cannibal Kid
“No, oggi disobbedisco.”




Il Mereghetti
“Sei sempre la solita testa di cazzo.”




Cannibal Kid
“Scherzavo...
intendevo dire che oggi parlo di un film che si intitola Disobedience.”



Il Mereghetti
“Ribadisco: sei sempre la solita testa di cazzo.
Comunque, che cacchio di film è?
Nemmeno un modesto genio della critica cinematografica come me lo conosce.”



Cannibal Kid
“Anche se mi insulti, ora te lo vado a spiegare...”






Disobedience
Regia: Sebastián Lelio
Cast: Rachel Weisz, Rachel McAdams, Alessandro Nivola


Per spingervi, anzi per obbligarvi a vedere Disobedience, mi basta dirvi che c'è una scena lesbo con protagoniste Rachel Weisz e Rachel McAdams che da sola vale l'intera visione. Insomma, non siamo ai livelli di quella esagerata tra Adele Exarchopoulos e Léa Seydoux ne La vita di Adele, e dopo le accuse di sessismo rivolte al regista Abdellatif Kechiche dubito vedremo a breve qualcosa del genere in una pellicola teoricamente non-porno, però è comunque una sequenza di quelle davvero notevoli. Ripeto: scena lesbo con Rachel Weisz e Rachel McAdams. E aggiungo: intensissima scena lesbo con Rachel Weisz e Rachel McAdams.


Al di là di questo, che non mi pare poco, Disobedience è una di quelle storie che mi piacciono proprio. Una storia lesbo? Sì, anche, ma adesso non mi stavo riferendo a quello. Mi riferisco al fatto che è una storia di un ritorno a casa. Rachel Weisz è una fotografa che lavora a New York City dove fa la vita da ganza in stile Girls e Sex and the City che un giorno torna in Inghilterra nella city in cui è cresciuta per il funerale del padre, un noto rabbino locale. Che poi essendo un rito ebraico non è proprio un funerale per come lo intendiamo noi, ma è una cosa un po' differente. È insomma una storia stile La mia vita a Garden State di e con Zach Braff. O se vogliamo è qualcosa anche dalle parti della nuova imperdibile serie HBO con Amy Adams Sharp Objects. Non so perché, ma a me queste storie che raccontano del ritorno a casa di un personaggio che si era allontanato da parecchio tempo mi piacciono sempre.

Disobedience non fa eccezione. Pur non proponendo soluzioni narrative o stilistiche particolarmente innovative, funziona alla grande grazie soprattutto al trio di ottimi protagonisti su cui è orchestrata l'intera vicenda, con lo statunitense di origini italiane Alessandro Nivola che qui somiglia un po' a Michael Fassbender a fare da terzo incomodo tra le due Rachel che – vabbé – sono come al solito bellissime e bravissime, e la Weisz pure un po' più del solito. Anche se il mio cuore è soprattutto per la McAdams e – vabbè di nuovo – che te lo dico a fare?


Bene senza strafare anche la regia del cileno Sebastián Lelio che, dopo il fantastico Una donna fantastica premiato quest'anno con l'Oscar di miglior film straniero, dimostra di avere una sensibilità non comune nel raccontare le storie “queer” o LGBTQ che dir si voglia, e anche nel raccontare le storie in generale. Potete quindi disobbedirmi e non stare a seguire il mio consiglio, però se date ascolto a un cretino questo Disobedience non dovete lasciarvelo sfuggire. Fosse anche solo per quella scena con Rachel & Rachel. Intensissima.
(voto 7/10)


5 commenti:

  1. Già sulla mia pennetta, pronto alla visione, anche se l'ho un po' posticipata temendo (invano) una certa pesantezza. Le due Rachel, sì, meritano il rischio (ché la scena intensissima onestamente l'ho già sbirciata mandando avanti, ecco).

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  2. Lo avevo ingiustamente snobbato, in realtà letta la trama non mi interessava, ma non sapevo delle due Rachel né della regia del fantastico cileno. Direi che con o senza scena lesbo, il recupero è dovuto.

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  3. Vorrei dire che dal trailer mi aspettavo qualcosa "di più", anche se non so esattamente cosa. Nonostante tutto, però, vederlo ne è valsa davvero la pena.

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  4. dubito che la scena|lesbo mi scombinerà qualcosa, ma obbedisco e segno ;)

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  5. La scena vale da sola tutto il film, che penso di recuperare appena possibile.

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