sabato 23 maggio 2020

(sc)ema e più (sc)ema


Ema
Regia: Pablo Larraín
Cast: Mariana di Girolamo, Gael García Bernal, Santiago Cabrera, Paola Giannini


Su Radio Deejay c'è un programma che si chiama Nightcall e che, beh se non siete proprio scemi, potete benissimo immaginare che va in onda di notte. Durante il recente periodo di quarantena totale o quasi, in teoria adesso finito o quasi, il palinsesto della radio è stato un pochino stravolto e i conduttori Chicco Giuliani e Vittoria Hyde sono passati ai pomeriggi del weekend, con una versione diurna del loro Nightcall che ho così avuto modo di scoprire per la prima volta. Durante il programma, a ogni puntata Vittoria Hyde propone le sue tre parole del giorno/della notte, e chiede di fare lo stesso agli ascoltatori. Un modo per rompere il ghiaccio e trovare degli argomenti di cui parlare.

Oggi ho così deciso di rubare di prendere in prestito quest'idea e di parlare dell'ultimo film che ho visto, Ema del cileno Pablo Larraín, attraverso l'uso di tre parole: ballo, polisessuale e fuoco.

Perché ballo? Perché la protagonista del film, Ema interpretata dalla magnetica rivelazione Mariana di Girolamo, è una giovane donna che di professione fa l'insegnante di ginnastica e di ballo, è sposata con un coreografo e la sua grande passione è la danza.


Curioso come in alcuni dei lavori più folli, trasgressivi, esteticamente magnifici degli ultimi anni il ballo giochi un ruolo centrale. Mi riferisco a Il cigno nero di Darren Aronofsky, a Climax di Gaspar Noé e alla sottovalutata serie Flesh and Bone, non a Paso adelante. In quel caso era folle guardarlo, ahahah.

"Severo, ma giusto."

E mi riferisco a questo Ema. Un film enigmatico, incasinato, autoriale, abbastanza radical-chic ma nemmeno troppo, tipicamente da festival cinematografico. Non a caso è stato presentato in Concorso all'ultimo Festival di Venezia. Una visione ricca di mistero, ma in cui in qualche modo alla fine i pezzi vanno al loro posto, pur lasciando spazio a qualche dubbio. Si tratta comunque di un lavoro decisamente differente rispetto ai precedenti filmati da Pablo Larraín, qui in forma più che mai. A un livello puramente esteriore, questo è forse il film più bello che mi capita di vedere da The Neon Demon di Nicolas Winding Refn. Stilisticamente, sembra appunto un nuovo lavoro di Refn o di Noé, più che di Larraín. Anche a livello di contenuti siamo distanti dalle tematiche storiche, sociali e politiche di film come No - I giorni dell'arcobaleno, Il club, Neruda e Jackie. Qui viene affrontato in maniera trasversale giusto il tema delle adozioni. Per il resto ci sono un sacco di belle scene di ballo e di sballo. Più un sacco di sesso. E così veniamo alla seconda parola.


Polisessuale. La protagonista Ema va a letto con tutti, e con tutte. Nonostante stia per divorziare dal marito, continua comunque a trombarselo. Marito che è interpretato da Gael García Bernal, passato dall'essere un direttore d'orchestra nella serie Mozart in the Jungle a fare il coreografo. C'è da dire che in questo caso il suo personaggio è parecchio meno idolesco, ma ci regala comunque una scena cult in cui sclera di brutto, giustamente, contro il reggaeton. ¡Muchas gracias Gael!

"Per me... il reggaeton... è una cagata pazzesca."

Essendo sull'orlo del divorzio, Ema si fa un'amante donna e un amante uomo, giusto per non fare torto a nessuno. Per non farsi mancare niente, si fa volentieri anche l'amante tettona di suo marito e, nel tempo libero, partecipa pure a qualche orgia in compagnia delle sue colleghe di ballo. Perché la danza latinoamericana, reggaeton o meno che sia, è caliente e così arriviamo anche alla terza e ultima parola chiave del lavoro.

Fuoco. Ema è un film focoso e infuocato a livello sessuale, ma anche letteralmente. Riguardo al bambino che Ema e il marito/quasi ex marito hanno adottato si sanno poche cose. Secondo quanto svelato, è stato riportato in orfanotrofio a causa di un incidente dovuto alla sua piromania. Piromania ispirata dalla stessa Ema. A sua volta ispirata da Vincenzo De Luca.

"I'm a firestarter, twisted firestarter."

Queste sono le mie tre parole. Volendo, però, anche le tre parole cantate da Valeria Rossi nella sua più celebre, e forse unica, canzone, si adattano bene a parlare di Ema: sole, cuore e amore.

 

Cuore e amore perché, come abbiamo visto, Ema si concede con grande generosità. Sebbene magari, più che di cuore e amore, si potrebbe parlare di ninfomania.


E poi sole perché, come ha spiegato il regista Pablo Larraín nel corso della conferenza stampa di presentazione a Venezia: "La mia Ema è una forza della natura: è una sorella, una figlia, una madre, un'amante, una moglie e una ballerina. È il Sole, tutti le circolano attorno, ma se si avvicinano troppo possono restare scottati."


Un discorso che si adatta bene al film in generale. Non si può che rimanere affascinati dal suo splendore a livello visivo ma occhio, perché qualche spettatore, in mezzo a cotanto folgorante casino, più che incantato potrebbe rimanere scottato.
(voto 8/10)





4 commenti:

  1. Larrain è da vedere, nonostante il tuo voto. ;)

    RispondiElimina
  2. Io sono fra gli spettatori rimasti scottati, che la protagonista pansessuale a fatica l'ho sopportata e solo con i pezzi del puzzle sistemati ho apprezzato il suo genio.
    Dovessi usare tre parole non sarebbero così positive, quindi.
    Sulla regia non si discute, sul contenuto direi di sì.

    p.s.: A Venezia, sulla tirata di Gael contro il reggaeton è partito un giustissimo applauso.

    RispondiElimina
  3. Il successo è la somma di piccoli sforzi ripetuti giorno dopo giorno. Proprio come il cinema https://www.cineblog01.land/ per lo sviluppo...

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com