C’era una volta il cinema. Inteso come sala cinematografica. Come luogo di sogno collettivo. Sembrano passati secoli, invece sono solo poche settimane che le sale in Italia hanno (ri)chiuso. Giusto una manciata di DPCM fa.
C’era una volta il cinema, e c’è ancora. In streaming, in TV, sul PC, persino sullo smart phone – ma non ditelo a Scorsese – o dove preferite. Tranne che in sala, per adesso. E ci sono pure i commenti ai film. Non all’uscita dalla sala, ma sui social e pure qui su Pensieri Cannibali. Ecco le mie impressioni su alcune delle pellicole più popolari e discusse delle ultime settimane.
Borat - Seguito di film cinema
Genere: satirico, ma satirico vero, non come Striscia la notizia
Ricorda: South Park
Cose da sapere: Sacha Baron Cohen è tornato a vestire i panni del cantante dei System of a Down... ah no, scusate, me li confondo sempre.
Sacha Baron Cohen è tornato a vestire i panni di Borat, il giornalista kazako più famoso famigerato del mondo, a distanza di 14 anni dal primo film. Tutto uguale, tutto già visto? No, perché il mondo è cambiato parecchio negli ultimi 14 anni, e soprattutto negli ultimi mesi, e perché questa volta Borat non è da solo. Il valore aggiunto di questo Seguito di film cinema si chiama Maria Bakalova, attrice bulgara 24enne che in curriculum vanta una piccola apparizione in Gomorra - La serie e che appena uscita dalla scuola di cinema si è trovata scaraventata in giro per gli Usa in compagnia di quel pazzo di Sacha Baron Cohen. Prova superata alla grande. Grazie al suo personaggio, quello della figlia minorenne di Borat, la satira proposta può affrontare una maggiore varietà di tematiche oltre alla politica, comunque presente, come l’aborto, la chirurgia plastica e le molestie.
Un sequel a cui per forza di cose manca l’effetto sorpresa, ma che guadagna in profondità e persino in emozione e che è una fotografia perfetta di un paese più arretrato del Kazakistan, l’America trumpiana che speriamo di esserci lasciati alle spalle.
Consigliato: nonostante a vedere lo spot pubblicitario sembri un film per idioti. In realtà è un film che, senza prendersi sul serio, si prende gioco degli idioti.
(voto 7/10)
Sacha Baron Cohen nei panni di Francesco Mandelli nei panni di Ruggero De Ceglie nei panni di Donald Trump |
La vita davanti a sé
Genere: boy meets grandma
Ricorda: Gran Torino
Cose da sapere: onestamente, mi aspettavo molto peggio. Immaginavo un film buonista e ruffiano costruito unicamente per portare Sophia Loren all’Oscar, e in parte è così, a dirla tutta. La vita davanti a sé comunque è anche qualcosina di altro. È soprattutto la storia di un ragazzino senegalese orfano che si ritrova a vivere con Madame Rosa, un’ex prostituta ebrea ormai non più giovanissima. Una vicenda classica dell’incontro/scontro tra due generazioni molto distanti, come Up, Scoprendo Forrester, o Gran Torino, o quella stagione in cui Dawson distrugge la barca dell’anziano regista Arthur Brooks e così, per ripagarlo, è costretto a fargli dei lavoretti in casa. No, non quel tipo di “lavoretti”, cosa pensate?
"Dawson, smamma, oppure faccio stroncare da Pensieri Cannibali uno dei tuoi filmetti." |
La pellicola segue questo filone con una narrazione a tratti incerta, senza troppa originalità e con una regia da fiction Rai più che da grande cinema, con l'aggiunta in alcune scene di una computer grafica che è una poracciata clamorosa, ma lo fa in maniera sentita abbastanza per coinvolgere. Ha inoltre dalla sua parte una Sophia Loren che diverte e commuove e forse questo benedetto terzo Oscar se lo merita veramente. Anche se più come attrice non protagonista che come protagonista. Chi l’Oscar, e nemmeno la nomination, se la merita è invece Laura Pausini, che con la sua voce e la banalità della sua canzone riesce a deturpare il finale. Il resto della colonna sonora per fortuna è più variegato e imprevedibile, tra Basemant Jaxx, Gué Pequeno e i Måneskin che rifanno Caparezza.
Consigliato: agli amanti delle storione classiche e già viste, ma emozionanti
Sconsigliato: a Meryl Streep. Potrebbe seriamente preoccuparsi che la Loren le freghi un posto in nomination ai prossimi Oscar.
(voto 6/10)
"Meryl, quest'anno te faccio un culo così." "Che hai detto, pizzettara?" |
On the Rocks
Ricorda: Scent of a Woman - Profumo di donna
Cose da sapere: “È sempre il momento di fare una commedia” diceva Nanni Moretti ne Il caimano. In questi tristi tempi più che mai c'è bisogno di un film come questo. No, non sto parlando di Lockdown all'italiana, bensì del nuovo di Sofia Coppola. Sì, la regista de Il giardino delle vergini suicide ha fatto una commedia leggera, frizzante, quasi una versione al femminile di un lavoro di Woody Allen. Dietro a questa leggerezza c'è comunque una pellicola capace di riflettere sulle relazioni tra donne e uomini e sul modo differente in cui vedono il mondo. Non tanto e non solo nell'apparente crisi di una coppia, ma siamo da tutt'altre parti rispetto ad Eyes Wide Shut o anche Storia di un matrimonio, quanto in quello che è il vero cuore del film. Il rapporto tra una figlia e un padre, interpretati da una Rashida Jones talmente naturale che non sembra manco recitare, ed è così che si fa vallo a spiegare agli attori delle nostre fiction, e da un Bill Murray oltre la soglia dell'idolesco. Come lo valorizza la Coppola, nessuno mai. Dopo qualche opera un po' appannata, Sofietta ha firmato un nuovo gioiellino molto intimo e personale e io sono fiero di lei come un padre con una figlia. Non che io pretenda di sostituirmi a Francis Ford, sia chiaro.
Consigliato: a chi vuole un film fresco, come un drink servito... on the rocks
Sconsigliato: se non vi piacciono le commedie, quelle belle
(voto 8/10)
His House
Genere: horror migrante
Ricorda: Scappa - Get Out
Cose da sapere: His House è il film horror più celebrato del momento. Devo dire che, per quanto l’abbia apprezzato, non è che mi abbia sconvolto del tutto. La colpa non è neanche del film, diciamolo subito, è mia. È solo che l’ho visto in una serata in cui ero particolarmente stanco e ho fatto fatica a tenere gli occhi aperti. E non è che il film sia noioso. Anzi. La storia è quella di una coppia di migranti sudanesi - interpretati da due attori di cui sentiremo ancora parlare: Wunmi Mosaku (già vista in Lovecraft Country) e Sope Dirisu (già visto in Gangs of London) - che dopo un viaggio a dir poco tragico arrivano in Gran Bretagna e qui gli orrori per loro non sono certo finiti.
A me ha convinto più come dramma sull’immigrazione che non come horror. Mi rendo conto che proprio la componente paurosa è un tratto distintivo di questo film, ma a tratti mi è sembrata un po' forzata. Senza, magari sarebbe stato un lavoro ancora più efficace, anche se a quel punto forse si sarebbe trasformato in un film di Ken Loach. Che poi quando vedo un film di Ken Loach penso che con l'aggiunta di una componente horror sarebbe ancora più efficace. Lo so. Sono incontentabile.
Aggiungo inoltre che, se la miniserie The Haunting of Bly Manor parte come la storia di una casa infestata per poi allargarsi e diventare molto di più, questo film percorre il percorso contrario: parte su un orizzonte tematico parecchio vasto e poi in vari momenti si rinchiude troppo tra le mura della casa infestata. Non l'avesse fatto, sarebbe potuto essere ancora più potente.
Consigliato: non solo ai patiti di horror
Sconsigliato: a Salvini
(voto 6,5/10)
Il processo ai Chicago 7
Genere: legal
Ricorda: una puntata di Forum ben scritta e con un ottimo cast (scherzo eh, non citatemi in tribunale per queste parole, e non convocatemi nemmeno per una puntata di Forum, per favore)
Cose da sapere: altro film molto osannato un po’ ovunque che, pur essendomi moderatamente piaciuto, non mi ha convinto in pieno. Il processo ai Chicago 7 è un buon film legal, peccato non riesca a essere qualcosa di più. Resta eccessivamente intrappolato all’interno dell’aula di tribunale. Considerando il titolo del film me lo potevo anche aspettare. Le parti in flashback ambientate all’esterno avrebbero però secondo me meritato uno sviluppo maggiore. Aaron Sorkin qua in duplice versione regista + sceneggiatore si conferma un maestro dei dialoghi, solo mi sono sembrati un po' meno brillanti del solito. Fatta eccezione per gli hippie fattoni interpretati da Sacha Baron Cohen e Jeremy Strong, tutto un po’ troppo classico e moraleggiante per i miei gusti.
Al termine della visione, dopo una scena finale piaciona da facili applausi a tutti i costi, ho pensato che è il film che avrebbe realizzato Steven Spielberg se avesse girato un legal. E infatti poi ho scoperto che in un primo tempo avrebbe dovuto dirigerlo proprio lui.
Consigliato: agli amanti delle vicende legal
Sconsigliato: ai non amanti delle vicende legal
"Mi spiace, la Bongiorno si è rifiutata di difenderti. Chissà perché..." |
Le streghe
Ricorda: Stuart Little
Cose da sapere: tremate, tremate, le streghe son tornate. Mai avvertimento fu più azzeccato. Non perché Anne Hathaway e compagne facciano davvero paura, a meno che non abbiate un’età inferiore ai 6 anni, ma perché Robert Zemeckis ha fatto una bambinata pazzesca. Il film parte anche in maniera decente. Una volta che gli effetti speciali prendono il sopravvento e i topi cominciano a parlare come Stuart Little, però, diventa una cosa inguardabile ai livelli del film dei Minions o di Me contro te. Ma magari è solo perché sono troppo vecchio per queste stronzate.
Consigliato: a chi sa a memoria tutte le puntate di Peppa Pig ed è in cerca di una nuova entusiasmante visione
Sconsigliato: a chi non crede più a Babbo Natale, nè tantomeno a una versione così antiquata e stereotipata delle streghe come cattivone supreme
(voto 4/10)
"Topi che parlano?" "Proprio così. Non sembra una stronzata anche a te?" |
Amico, hai confezionato un post molto interessante. Non rispondo sui film a causa della mia scarsa competenza, molto soggettiva, ma voglio farti un'osservazione. La sconfitta di Trump è relativa. Gli USA sono un paese spaccato in due e la logica del capitalismo ha sempre l'occhio puntato sul PIL, sui consumi, sull'apparenza, anche se il nuovo Presidente non è un tipo malvagio come il biondo, l'uomo resta infelice.
RispondiEliminaCiao.
Mi dovrò sorbire le Due Sofie, la Loren perché ho una moglie con cui mi tocca dividere le piattaforme, la seconda giusto perché c'è Bill Murray.. ;)
RispondiEliminaDevo confessare che l'idea dei "lavoretti" mi ha fatto sussultare.
RispondiEliminaMi sa che devo vederla, nonna Sophia, passando sopra la mia netflixfobia.
Però come passa il tempo! L'altro ieri godevo vedendo Mara sfilarsi le calze e adesso la rivedo a Bari, con qualche ruga ma sempre dolce
Sono sempre più curioso di vedere questo His House... Peccato non poterlo fare in un cinema! :--/
RispondiEliminaIo Borat sinceramente ho sempre odiato..
RispondiEliminaQuindi dovrei vederla la Sofia più anziana all'opera nonostante il film che sa di buonismo mediocre per gli Oscar? Mhh... aspetto le nomination prima, sperando che la Pausini non figuri.
RispondiEliminaE quindi dovrei recuperare Borat, il primo come questo seguito, che ne vale la pena e non sono solo gag squinternate?
Va bene, troverò il tempo.
Se un po' ci resto male a non sentirti entusiasta per l'ultimo Sorkin e con troppe pretese per His House, almeno siamo d'accordo sulla magia che esce dalla semplicità della Sofia più giovane, la Coppola che è maturata senza perdere il suo tocco.
Odiato I Chicago 7, amato His House, apprezzato Le streghe. Sei stato buono con La vita davanti a sé, per me abbastanza imbarazzante!
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