lunedì 17 maggio 2021

Volevo nascondermi, il film sul Liga

 



Volevo nascondermi

Hanno fatto un film su Ligabue, artista vissuto in Emilia-Romagna. Ha vinto 7 David di Donatello, quindi dev’essere bello. I David sono affidabili, no?
"Io veramente avrei qualcosa da ridire..."

Si intitola Volevo nascondermi. Sono stupito. Di solito i film sugli artisti musicali prendono il titolo da uno dei loro pezzi più celebri. Come Bohemian Rhapsody sui Queen, Quando l'amore brucia l'anima Walk the Line su Johnny Cash, Rocketman su Elton John. Non conosco tutta la carriera di Ligabue, ma non ricordo suoi brani intitolati Volevo nascondermi. Non era meglio chiamarlo Certe notti, così si capiva subito di chi parla?

Come protagonista hanno preso Elio Germano. Resto stupito di nuovo. Non me lo vedo molto nella parte di Ligabue.

"Con questa lingua posso fare Gene Simmons dei Kiss, altroché Ligabue."

Mi aspettavo più uno Stefano Accorsi, che è un po’ l’alter ego cinematografico del Liga regista. Oppure un attore capellone. Comunque Elio Germano è un attore molto versatile e sorprendente, quindi sono sicuro si sia calato nella parte alla perfezione. E poi sempre meglio lui che Beppe Fiorello. O Pierfrancesco Favino, per carità bravissimo, solo che non è che mo’ adesso tutti i film biografici li deve fare lui.

"Certo che la mia parte te la potevano anche dare, Pierfrancesco."

Il film all’inizio è ambientato in Svizzera. Non sapevo che Ligabue fosse nato da quelle parti, però è sempre bello imparare cose nuove. Della sua musica poi manco l’ombra. Mi sa che è meglio così. Qualche pezzo decente nel corso della sua carriera l’ha anche fatto, anche se in questo momento faccio fatica a ricordare quali, ma in generale non è che le sue canzoni siano proprio il massimo. Non andate a dirglielo, però, che poi si offende e per dimostrare quanto è bravo tira fuori un altro disco.

"Sono il Liga, un grande rocker. Lo volete il mio autografo?"
"No, noi ragazzini d'oggi ascoltiamo solo la trap."
"Guardate che vi meno."

A un certo punto Ligabue si trasferisce in Emilia-Romagna. Dai che finalmente ci siamo. La pellicola è pronta per entrare nel vivo. Il Liga smette di esprimersi urlando contro il cielo e soltanto a versi e grida, anche perché se no poi lo accusano di copiare Vasco Rossi, e comincia a parlare. In dialetto reggiano stretto, ma per fortuna in soccorso arrivano i sottotitoli. Certo che uno si va a vedere quello che è stato premiato come il miglior film italiano dell’anno ai David di Donatello e poi si ritrova costretto a leggere i sottotitoli manco stesse guardando un mattone russo. Non li fanno proprio più i film italiani di una volta. Quelli tipo Amarcord di Federico Fellini.

"Qua c'è bisogno di un nuovo episodio speciale de L'indignato speciale."

Dite che Amarcord è una voce dialettale romagnola che significa “mi ricordo”?
È una cosa che non ricordavo.
E dite anche che Volevo nascondermi non è un film su Luciano Ligabue, il “rocker” di Correggio, bensì sul pittore e scultore Antonio Ligabue, nato a Zurigo e poi in seguito trasferitosi in Emilia-Romagna?
A questo punto, non so, la recensione la volete scrivere voi?


Ecco comunque spiegato il motivo per cui nel film non si sente manco mezza canzone del Liga. Grande pregio. Per il resto non è che mi abbia convinto del tutto. Volevo nascondermi è una visione ostica, che nella prima ora devo ammettere ha messo a dura prova la mia pazienza. A un certo punto sono riuscito a entrare nel mondo di Ligabue, Antonio Ligabue. In quello di Luciano Ligabue non credo di esserci mai entrato. Solo che proprio quando stavo per riuscire a capire il personaggio e a trovarlo geniale, sul più bello la pellicola finisce e bom. Tutto qua.

"Ma quindi alla fine di chi parla, questo film?"

Per quanto mi riguarda, meritato il David a Elio Germano come miglior attore protagonista, molto meno quello di miglior film. Non ho guardato tutti gli altri titoli in gara e non ho visto tutti i film italiani usciti nell’ultimo anno, ma già solo Favolacce per me è mille volte meglio. Volevo nascondermi mi ha fatto un po’ lo stesso effetto del film dei fratelli D’Innocenzo a Gabriele Muccino. Ho fatto fatica all’inizio, però ho proseguito nella visione io, senza arrendermi e senza esternare il mio disappunto sui social, nei confronti dei David e del mondo intero. Adesso comunque per protesta della vittoria di Volevo nascondermi su Favolacce vado a rassegnare le mie dimissioni da membro della Giuria dei David di Donatello.
(voto 6/10)




1 commento:

  1. Sono d'accordo, al prossimo giro la mia recensione, di un film che lascia molti dubbi, Favolacce era indubbiamente migliore.

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