Il filo invisibile
C'è un filo invisibile che lega le persone. Non tutte in tutte il mondo. Alcune. C'è ad esempio un filo, nemmeno così invisibile, che lega Francesco Gheghi a Timothée Chalamet. In pratica, Francesco Gheghi è il Timothée Chalamet italiano. Si somigliano a tal punto che se una mattina Timothée, per uno strano scherzo del destino alla Freaky Friday, si dovesse svegliare dentro al corpo di Francesco Gheghi, ci metterebbe qualche giorno a rendersene conto.
"Ciao sono Francesco Gheghi. O forse sono Timothée Chalamet. Chi può dirlo?" |
Dopo aver recitato in Io sono tempesta, Mio fratello rincorre i dinosauri e Padrenostro, Francesco Gheghi ne Il filo invisibile ha il ruolo di un teenager con due padri e una madre surrogata. Un esempio di modern family che sarebbe bello vedere in prima serata su Raiuno e che invece per il momento è a disposizione solo su Netflix.
"Su Raiuno?" "Sì, certo come no." "AHAHAH!" |
È interessante notare come oggi gli attori, anche in Italia, facciano quasi a gara per interpretare ruoli gay. Una volta non era così. Basta tornare indietro soltanto di pochi anni, quando un film come I segreti di Brokeback Mountain è stato rifiutato da star come Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Matt Damon. Il sì di Heath Ledger e Jake Gyllenhaal ha cambiato tutto. Sono stati loro a sdoganare definitivamente le parti gay tra gli attori uomini nel mainstream. Una fortuna per il cinema, non certo un'imposizione della dittaturah del politically correct.
Nel caso de Il filo invisibile, a cimentarsi con la sfida sono Filippo Timi e l'ipermascolino Francesco Scianna che, salvo qualche raro momento un po' macchiettistico, superano brillantemente la prova.
Oltre a mostrare che una coppia gay ha gli stessi problemi di una coppia etero, giusto qualcuno in più a causa della burocrazia italiana, Il filo invisibile è anche un film coming of age. Una pellicola su un teenager che affronta gli stessi problemi di un teenager con un padre e una madre. Lo so che questa per molti può anche risultare una cosa scontata, ma non mi sembra ci siano poi così tanti film, specie in Italia, che mettono in scena realtà di questo tipo, quindi ben venga.
Al di là della sua funzione "sociale", Il filo invisibile funziona sia nella sua parte più comedy che in quella più drama. E poi c'è il Timothée Chalamet italiano, che altro aspettate per guardarlo?
(voto 6+/10)
P.S. Oltre al Timothée Chalamet italiano, c'è anche la Imogen Poots italiana.
Da segnalare che Filippo Timi è il Bane italiano... Purtroppo quel suo doppiaggio nel film di Nolan è stato tremendo, anche peggio di Santamaria che dava la voce a Bruce Wayne. Ma probabilmente in un film dove non deve per forza fare il supervillain sopra le righe dovrebbe funzionare a dovere.
RispondiEliminaL'ho trovato piacevole e ben girato, un'ondata di freschezza.
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