martedì 30 settembre 2025

Ma dici sul serie? L'estate nei tuoi occhi, Black Rabbit, The Girlfriend e le altre serie tv di Settembre 2025






Serie del mese
The Runarounds
(stagione 1)
Si può vedere su: Prime Video
Consigliata in particolare ai: rockettari nostalgici

Ma ai giovani di oggi frega ancora qualcosa del rock'n'roll?
A vedere The Runarounds sembra proprio di sì, anche se l'impressione è di trovarsi di fronte a una serie fantascientifica, piuttosto che a un ritratto realistico della gioventù di oggi, divisa tra la musica trap e un balletto su TikTok.


Nonostante sia una serie adolescenziale un po' troppo pulita e patinata, The Runarounds possiede dentro di sé uno spirito in stile Almost Famous aggiornato ai tempi d'oggi, con una colonna sonora che oscilla tra indie fighetto e cose realmente alternative, come i Sonic Youth e i Radiohead. Anche se la vera musica della fittizia band The Runarounds presente all'interno della serie suona più vicina ai Maroon 5, ma a loro è meglio non dirlo.

"I Maroon 5?"
"Nah, in realtà la nostra vera ispirazione sono gli Hanson"

La sfida di realizzare una serie realmente rockettara nel clima attuale sembrava proibitiva quasi quanto quella di sentire una frase intelligente pronunciata a Pontida, ma almeno in parte è superata da The Runarounds. Anche se, personalmente, avrei dato un maggior spazio al tipo più grunge e incasinato del gruppo, Wyatt interpretato da Jesse Golliher, che invece troppo spesso viene lasciato sullo sfondo.


Per quanto ingenua e naïve, o forse proprio per questo, The Runarounds fa sperare in un mondo in cui delle giovani vite possono essere ancora cambiate da una canzone o da un gruppo con le chitarre, che possibilmente non siano i Måneskin. Una mera illusione, certo, ma almeno per questi 8 episodi è bello sognare ad occhi aperti.
(voto 7/10)


Le altre serie

L'estate nei tuoi occhi
(stagione 3)
Si può vedere su: Prime Video
Consigliata in particolare agli: amanti dei triangoli amorosi

I triangoli sentimentali sono un classico dei teen drama. Ad aprire la strada ci aveva pensato Dylan McKay, diviso tra la mora Brenda e la bionda Kelly nel precursore Beverly Hills 90210.


Dawson's Creek aveva quindi aggiustato il tiro, proponendo una ragazza, Joey, contesa da due amici, il lagnoso Dawson e il più risoluto Pacey.


The Vampire Diaries aveva poi introdotto una variante fantasy: Elena al centro di un ménage à trois tra due fratelli vampiri che le succhiavano il collo, mentre lei a loro succhiava altro.


Un'idea in parte ripresa di recente non da una bensì da due serie dove c'è una ragazza divisa dall'amore per due fratelli umani, non vampiri: Uno splendido errore (vedi sotto) e L'estate nei tuoi occhi. Quest'ultima è giunta quest'estate alla sua terza e conclusiva stagione (ma è già stato annunciato un film che proseguirà le vicende dei protagonisti), in cui tiene sempre banco il triangolo amoroso tra Belly (Lola Tung), Conrad (Christopher Briney) e Jeremiah (Gavin Casalegno), partita piuttosto in sordina e poi diventata via via sempre più emotivamente devastante. In particolare nell'ottavo episodio.


Un problema di questa terza stagione è l'aspetto temporale, un po' come succedeva nel Game of Thrones dei tempi peggiori: a tratti il tempo sembra dilatarsi fino a cristallizzarsi e in altri procede invece a tutta birra. Il periodo dell'università viene così saltato quasi del tutto a piè pari, quando invece avrebbe meritato un maggiore approfondimento, mentre la preparazione del matrimonio si dilunga in maniera eccessiva. Matrimonio? Quale matrimonio?


Se ancora dovete vederla, non vi spoilero nulla, e vi avverto solo di stare pronti a tutto in una stagione discontinua, ma con momenti di grande drama e in cui, alla faccia del tanto strombazzato triangolo, il meglio arriva dalla coppia di personaggi "secondari": Steven (Sean Kaufman) + Taylor (Rain Spencer), of course.


Quanto alla divisione tra Team Conrad e Team Jeremiah, c'è un'unica parte da cui stare: Team Anti Belly forever! A un certo punto della serie lei stessa ammette di essere la villain della storia, quindi chi sono io per darle torto?
(voto 6,5/10)


Mercoledì
(stagione 2)
Si può vedere su: Netflix
Consigliata in particolare ai: dark ma non troppo

Niente, anche questa volta non ci siamo. Mercoledì avrebbe tutte le carte in regola per essere una delle mie serie preferite e invece continua a non decollare. La colpa?
Credo sia soprattutto delle sceneggiature, troppo macchinose e in fin dei conti prevedibili, realizzate dagli autori di Smallville, che già non era certo la serie meglio scritta nella Storia della TV.

"Davvero avvincente questa stagione"

Tra le cose che non vanno di questa seconda stagione si aggiungono anche un'interpretazione di Jenna Ortega di maniera, non convincente come nella prima, una regia di Tim Burton piuttosto anonima, un cattivone interpretato da Steve Buscemi che viene letteralmente fatto a pezzi proprio sul più bello, le soporifere apparizioni dello spirito di Gwendoline Christie (ce n'era davvero bisogno?), la noiosa storia di Tyler e della sua famiglia tirata troppo per le lunghe (in una serie come Buffy l'ammazzavampiri si sarebbe probabilmente risolto tutto in un episodio massimo due) e la tanto strombazzata partecipazione di Lady Gaga che si concretizza in un'apparizione breve (meno di 2 minuti di durata) e ben poco memorabile.


Tra le (poche) cose che continuano a funzionare c'è soprattutto il rapporto tra Mercoledì ed Enid (Emma Myers), che tocca il suo vertice nel sesto episodio, il più divertente di questa stagione, in cui con un trucco in stile Freaky Friday si ritrovano l'una nel corpo dell'altra. Regalandoci perle come questa.


Bene anche Agnes (Evie Templeton), la ragazza invisibile, che si è dimostrata la novità migliore della stagione. Forse perché è stata l'unica vera novità?


Vorrei tanto dire che il tanto annunciato salto di qualità c'è stato, ma mi tocca invece ammettere che nel complesso questa seconda stagione mi ha convinto ancora meno della prima, che se non altro poteva contare sull'effetto sorpresa. Peccato, perché giocando di più sull'ironia, come nel sesto episodio, la serie potrebbe essere parecchio più imprevedibile e scoppiettante.
(voto 5,5/10)


Black Rabbit
(miniserie)
Si può vedere su: Netflix
Consigliata in particolare a: chi ama le miniserie con finale conclusivo

Non sta piacendo (quasi) a nessuno. Nonostante il cast guidato da due attori amati come Jude Law (qui ancora più figo del solito) e Jason Bateman (qui ancora più stroppicciato e incasinato del solito), o forse proprio perché la loro presenza aveva alzato troppo le aspettative, Black Rabbit non sta piacendo (quasi) a nessuno. Su questa serie ho letto più che altro opinioni negative e io invece l'ho trovata ben fatta, appassionante e con un crescendo finale che tiene incollati allo schermo.


In molti l'hanno definita un incrocio tra The Bear e Ozark e in effetti è un po' così. Non è quindi esattamente il massimo dell'originalità, non possiede la profondità nei ritratti dei personaggi tipica di The Bear e Jason Bateman alle prese con una nuova vicenda gangster thriller crea un inevitabile effetto déjà vu nei confronti di Ozark. Una volta però chiuso un occhio o anche due su questi aspetti, la si può prendere con i suoi pregi, come il dare il tutto e per tutto senza tenersi niente per un'eventuale seconda stagione e avere un finale perfettamente autoconclusivo, e i suoi limiti, come l'aver sfruttato poco personaggi secondari potenzialmente interessanti.


Black Rabbit è una serie su due fratelli ex compagni di band che gestiscono un ristorante e che vagano alla ricerca di una loro identità, forse non trovandola del tutto. Proprio come la serie stessa, che non rappresenta niente di nuovo nel panorama televisivo, ma in compenso vanta una cornice talmente cool e una colonna sonora così squisita (grande ad esempio il ripescaggio della B side dei Nirvana "Marigold"), che io me la sono goduta senza troppi problemi.
(voto 6,5/10)


The Girlfriend
(stagione 1)
Si può vedere su: Prime Video
Consigliata in particolare agli: amanti dei triangoli (ma con variante)

Questa serie potevano intitolarla "Quel mostro di suocera", solo che esiste già un film con J.Lo e Jane Fonda chiamato così. O forse un titolo più adatto sarebbe stato "Quel mostro di nuora"?
L'hanno invece intitolata "The Girlfriend" e ci presenta un triangolo particolare. Al centro c'è un ragazzo, diviso però non tra due potenziali amanti come si potrebbe immaginare, bensì tra sua madre e la sua fidanzata.


Quella tra Robin Wright e Olivia Cooke è una vera e propria supersfida, in cui succede di tutto e di più, con la storia che viene raccontata dal punto di vista di entrambe, nonostante questo efficace espediente narrativo venga a un certo punto, piuttosto inspiegabilmente, messo in un angolo e la serie perda così parte della sua efficacia.


Tra un colpo di scena e l'altro, è difficile fare il tifo per l'una o per l'altra e capire chi sia la vera villain. Quello che invece è facile è perdersi in questo gustoso duello a colpi di cattiverie assortite, ed è meglio farlo con un cesto di popcorn davanti.
(voto 6,5/10)


aka Charlie Sheen
(minidocuserie)
Si può vedere su: Netflix
Consigliata in particolare a: chi pensava di sapere già tutto su Charlie Sheen e invece no

Chi è Charlie Sheen?
Un nepo baby che è riuscito ad avere una carriera cinematografica grazie alle porte spalancate dal padre Martin Sheen e dal fratello Emilio Estevez?
Un talento comico ben espresso nella saga di Hot Shots e nella sitcom Due uomini e mezzo?
Un tossico autodistruttivo prigioniero delle sue dipendenze?
Un personaggio controverso che è stato cancellato ancora prima che la cancel culture diventasse una moda?


Charlie Sheen è tutte queste cose e anche molte altre, tipo un padre più o meno presente nella vita dei figli e un marito più o meno mancato in varie occasioni. La mini docuserie in 2 episodi aka Charlie Sheen racconta la più classica storia di ascesa e caduta di una star, solo che nel suo caso la caduta è stata davvero rovinosa e i suoi eccessi sono andati oltre il concetto stesso di eccesso. Tanto che ci si stupisce che Charlie Sheen abbia da poco compiuto 60 anni e sia ancora vivo e sia qui a raccontarci la sua storia in prima persona, con l'aiuto di tanti ospiti, tra cui Sean Penn e l'ex moglie Denise Richards.


Una classica storia hollywoodiana?
Sì, certo, ma persino a Hollywood di personaggi dalla vita tanto folle e assurda ce ne sono pochi come Charlie Sheen. Forse giusto Nicolas Cage, che non a caso per un certo periodo è stato il suo amicone e compagno di (dis)avventure.
(voto 7/10)


Cotta del mese
Sydney Chandler (Alien: Pianeta Terra)
(stagione 1, episodio 1)
Si può vedere su: Disney+
Consigliata in particolare ai: fan di Alien (e di Peter Pan)

Non sono un fan delle saghe fantascientifiche. Quella di Star Trek l'ho sempre snobbata. Quella di Star Wars l'ho quasi sempre seguita, ma raramente mi ha entusiasmato. Quella di Alien l'ho guardata a tratti e anch'essa non mi ha mai convinto. Mi sono quindi avvicinato con sospetto alla nuova Alien: Pianeta Terra, serie prequel del primo Alien di Ridley Scott, e anche in questo caso sto facendo una gran fatica. Dopo aver superato lo scoglio del primo episodio, sono al momento fermo al secondo e, ogni volta che lo riprendo, mi addormento. Niente da fare, la saga di Alien continua a non fare per me.


Ci sono comunque un paio di elementi che promuovo di questa serie: i numerosi riferimenti a Peter Pan e la protagonista principale, Wendy interpretata da Sydney Chandler. Un'attrice emergente tanto affascinante da stare bene persino con un caschetto in stile Amélie Poulain del poco favoloso mondo di Amélie.
(voto al primo episodio 5/10)


Guilty Pleasure del mese
Uno splendido errore (My Life with the Walter Boys)
(stagione 2)
Si può vedere su: Netflix
Consigliata in particolare agli: amanti dei triangoli amorosi - parte 2

Dopo aver visto due intere stagioni, non ho ancora capito perché in Italia questa serie l'abbiano intitolata Uno splendido errore. Quale diavolo sarebbe questo errore e, se è così splendido come dicono, perché io non l'ho nemmeno notato?

"In Italia hanno chiamato la nostra serie Uno splendido errore?!?"
"Ci dev'essere un errore!"

Decisamente più azzeccato il titolo originale: My Life with the Walter Boys. Questo teen drama parla infatti di Jackie (Nikki Rodriguez), una ragazza di New York che, dopo aver perso entrambi i genitori in un incidente stradale, è costretta a trasferirsi dai Walter, nel ranch di famiglia della migliore amica di sua madre, che ha un sacco di figli, soprattutto maschi, da qui il "Walter Boys" del titolo. Tra questi ragazzi ce ne sono due, il bad boy Cole (Noah LaLonde) e il più timido e sensibile Alex (Ashby Gentry), che si innamorano di lei e diciamo che pure a lei non stanno indifferenti entrambi.


Parte così il classico triangolo sentimentale, che in questa stagione però viene tirato un po' troppo per le lunghe, non sembra andare in direzioni molto diverse rispetto alla prima e, soprattutto, viene a mancare un elemento fondamentale. A questo giro Cole è sempre meno cattivo ragazzo e si trasforma quasi in un secchione tenerone. Il ruolo del bad boy a questo punto viene affidato ad Alex, solo che in questa parte è credibile quanto Gargamella come super cattivone e quindi ben presto torna ad essere pure lui il ragazzo zerbino che striscia ai piedi della dominatrix Jackie.

"Chi è più zerbino tra voi due?"
"Mi sa tanto che sono io, lo ammetto"

A ritagliarsi spazio in questa seconda stagione c'è però anche un altro burrascoso triangolo sentimentale, questa volta un triangolo gay.


I momenti più romantici sono invece forniti dalle nuove coppie composte da Danny (Connor Stanhope) con la bella Erin (Alisha Newton) e dal quarterback Dylan (Kolton Stewart) con la nerd ma non troppo Kiley (Mya Lowe).


In mezzo a tutto questo delirio sentimentale, il personaggio migliore resta l'amica single della protagonista, Grace (Ellie O'Brien), cui purtroppo viene riservato sempre troppo poco spazio.

"Con un look del genere, meritavo un'apparizione in Mercoledì più di Lady Gaga"

Una classica stagione di passaggio, fondamentalmente inutile però di buon intrattenimento, che conferma Uno splendido errore non come una splendida serie, ma come un piacevole guilty pleasure. Sebbene non irresistibile quanto all'inizio.
(voto 6-/10)




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