venerdì 30 maggio 2008

Alla fine dell'arcobaleno

Sono andato a vedere cosa c’è alla fine dell’arcobaleno, dove tutto è possibile. Ci ho trovato fanciulle bellissime che si tengono per mano e ballano in cerchio insieme a uomini travestiti da animali. In mezzo a loro c’è un grande fuoco che brucia legna con calma creando una luce che contiene tutti i colori del mondo. Illumina i visi i sorrisi le orecchie da coniglio i musetti da maiale gli occhioni da micetto le lingue penzolanti da cane accaldato i baffi i peli le code. I balli si fanno sempre più selvaggi sulle note di Da Funk dei Daft Punk. Tutti perdono il controllo.
E c’è gente che comincia a farsi a pezzi, alla fine dell’arcobaleno. Animali col corpo di uomini che si sbranano, perché tutti vogliono il loro posto, ma un posto per tutti quanti non v’è. E c’è anche Alice che gioca insieme ai personaggi delle mie storie. Poi, quando si sono rotti di giocare, si fanno a pezzi pure loro.
Sono andato a vedere cosa c’è alla fine dell’arcobaleno e i miei occhi non credevano a quello che ho visto. Laggiù non ho trovato le risposte che cercavo, perché probabilmente di risposte non ne esistono proprio. Ci sono solo domande. E ci sono cose strane, alla fine dell’arcobaleno, cose pazzesche, e se anche voi provate ad andarci e per caso riuscite a trovarla ci potreste trovare mille altre cose. Potreste trovare sogni d’infanzia perduti, pentole d’oro, il senso della vita, unicorni che si abbeverano, l’eterna libertà, oppure il mio blog. Che ne so? Io c’ho trovato questo.



Domani vado in Irlanda per qualche giorno. A Dublino, fino a mercoledì. Una leggenda celtica narra che i folletti nascondono una pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno. Vado a controllare se le cose stanno effettivamente così. Buona notte e buone botte!

lunedì 26 maggio 2008

Kill Bill (dei Tokio Hotel) Vol. 2

Leggi il Vol. 1

Riassumo per i distratti quel che mi è successo: quei pezzi di merda dei Tokio Hotel mi hanno fottuto il matrimonio, la sposa e sono pure finito in coma per 4 lunghi anni. Per vendicarmi, ho ucciso in California Gustav il batterista e a Tokyo Tom il chitarrista. Adesso me ne resta ancora uno prima di arrivare a Bill. Io ucciderò Bill (dei Tokio Hotel).

capitolo 6
Flashback: c'era un tempo in cui io ero il quinto Tokio Hotel, il dj. Il mio nome d'arte era Cannibal Kiddo e facevo le basi elettroniche delle canzoni. Poi le cose sono andate in maniera imprevedibile, ho lasciato la band e mi sono rifugiato nel deserto americano. E' lì che ho conosciuto Uma, stava girando il porno Fill Bill Vol. 1. Ci siamo innamorati e ci stavamo per sposare. Fino a che si sono presentati loro, i Tokio Hotel, in 4 e senza nemmeno uno straccio di regalo di nozze. Che morti di fame. "Come hai fatto a trovarmi?" ho chiesto a Bill prima dell'inizio della cerimonia. "Io sono Dio," ha detto lui modesto. Avete presente Prime? In quel film Uma si mette con uno più giovane di lei. Nella realtà a Uma evidentemente piacciono ancora più giovani. Molto più giovani. E quando Bill ha cantato Monsoon lei non ha capito più niente. Si è innamorata come una scolaretta, e io sono finito in coma. Fine del flashback.

capitolo 7
Georg il bassista della band è finito a mettere su i dischi in uno strip club a El Paso, Texas. Considerando che la metà dei clienti del posto sono vecchi mezzi sordi e per di più sono lì per un'unica ragione (la figa!) il proprietario del locale ripete continuamente a Georg che lui lì dentro è utile quanto un buco di culo sul gomito. Ma lo tiene perchè è sempre stato il suo Tokio preferito, grazie a quell'aria da metallaro finito non si sa bene perchè in un gruppo di frocetti. Dopo un dj set curato nel dettaglio manco fosse David Guetta cui nessuno ha prestato attenzione, Georg torna mestamente nella sua roulotte-casa. E' lì che lo aspetto. Sguscio fuori in silenzio come una tartaruga ninja e sfondo la porticina della roulotte. Ma il suo buco di culo è lì pronto ad aspettarmi e mi stordisce con una scoreggia pestilenziale, la sua arma segreta. Dopo di che è per lui un gioco da ragazzo legarmi. "Hey, un momento, Georg? Che vuoi farmi?" gli chiedo preoccupatissimo. "Nonostante cercassi di depistare tutti con il tuo look macho sei sempre stato tu l'unico nella band ad avere tendenze omo..." "Ti seppellisco vivo, Kiddo," mi interrompe lui. "Ah, meno male" sospiro io. Il mio culetto vergine è in salvo, per ora.

capitolo 8
Vengo portato nel cimitero degli artisti morti e buttato in una cassa sotto terra. Poi svengo e quando mi sveglio sento da una cassa vicina "Tuturuturututtu e svegliarsi la mattina, ah, tuturuturututtu dentro una bara, solo con te. E non è niente di speciale, però mi fa sentire vivo." Io desidero di essere già morto, ma mi sa che sarà una cosa lunga e dolorosa, con quei due a fianco che non la smettono di cantare. Devo trovare un modo per uscire di qui, e alla svelta.
Altro flashback: io e Bill in campeggio con i boy-scout. Lui sta suonando il flauto e mi racconta una storia: "La ex di Chuck Norris una volta gli chiese quanta legna avrebbe potuto fare una marmotta se le marmotte avessero potuto fare legna. Lui urlò: "Come osi fare rime in presenza di Chuck Norris?" e le tagliò la gola. Tenendo la gola della ragazza ancora sanguinante tra le mani, muggì: "Nessuno prende per il culo Chuck!". Due anni e cinque mesi dopo, capì l'ironia dell'affermazione e rise così forte che chiunque nel raggio di 160km diventò sordo." Finita la storiella, Bill mi fa "Se vuoi davvero diventare un Tokio Hotel, devi prima superare l'addestramento con Chuck Norris. Ma stai attento a non prenderlo per il culo, mi raccomando."
Presentatomi al gargantuesco cospetto di Norris, egli mi chiede "Che lingua parli?" "Parlo inglese," gli faccio io, sicuro di me. "Non ci siamo, io odio i fottuti inglesi. Io parlo solo l'americano." "Ma, signore.." mi scuso io. "Non importa," mi stoppa. "Bill mi ha detto che sei un guerriero. Qual è la tua specialità?" "Sono un maestro nella raffinata arte della spada," mi esalto. "Raffinata arte della spada, eh? Bene, allora fammi vedere il tuo calcio rotante, figliolo." Rassegnato alla stupidità cronica di quest'uomo mi sono affidato ai suoi insegnamenti. E, incredibile, hanno funzionato...
Con un calcio rotante da fermo ora sfondo la cassa e la mia mano emerge dalla terra. Nella bara a fianco alla mia lo stesso fa un Lucio Battisti in versione zombie. "Uccidere Laura. Devo uccidere Laura Pausini." Evidentemente non deve aver molto apprezzato la sua versione de Il mio canto libero. Chissà perchè? mi chiedo. Mentre mi allontano con Lucio, dal sottosuolo continuo a sentire quei due idioti cantare: "Sono due giorni che camminiamo tre metri sotto terra... Tuturuturutù!"

capitolo 9
Torno alla roulotte di Georg. Ma Georg è già morto, l'ha fatto fuori il cantante dei Finley. Ennesimo flashback: prima che finissi in coma, Tokio Hotel, Finley e Zero Assoluto avevano fatto un accordo per controllare le menti delle teenagers. Ma tutti erano poi stati presi da smanie di potere: "Siamo noi i + fichi!" "Ao, semo noi!" "Tokio uber alles!" Cominciò dunque una lotta fratricida tra di loro, cui sono sopravvissuti a oggi solo il cantante dei Tokio e quello dei Finley. Ed eccolo qui, davanti a me, che mi dice di unire le forze contro il crucco, rifugiatosi in una villa in Messico. "Però Bill lo uccido io," mi avverte. "Eh, no. Caro Pedro (ma che razza di nomi avete voi di ste band?) Bill lo uccido io." Iniziamo una lotta all'ultimo sangue. I miei calci rotanti lo mettono a terra, poi gli dò il colpo di grazia iniettandogli del veleno di serpente in vena. "Beccati la tua dose di adrenalina!"

ultimo capitolo
Ed eccomi finalmente sfrecciare verso il Messico con la Panda rubata a Pedro. Verso la dimora di Bill e Uma. Mi addentro nella villa con una calibro 44 e sono pronto a sparare a Bill, quand'ecco che mi compare davanti una bambina. E' bionda come la madre, ma mi ricorda anche qualcun'altro. Sarà figlia mia? Sarà figlia di Bill? Di chi cazzo sarà figlia? Mentre me lo chiedo, arriva Brangelina, l'entità in cui frattanto che ero in coma si sono fusi Brad e Angelina. "Una bambina? La vogliamo noi," fa l'entità. Poi arriva Madonna "No. La bambina la adotto io. E in fretta perchè ho solo 4 minuti per salvare il mondo e la piccola." Quindi arriva anche Michael Jackson a passo di moonwalk: "Lo adotto io, Auuh!" "Michael," lo calmo, "è una bambina, non un bambino. Almeno tu, fammi il favore, levati dai coglioni." Ma quando sbuca fuori la bambina se ne vanno via tutti "Oddio, ma è mostruosa!" esclamano fuggendo. Io la guardo bene e cerco di realizzare cosa abbia di così mostruoso. Non ha la coda di Goku, nè i capelli da riccio di Bill. Non i rasta di Tom, nè la barba di Chuck Norris. Eppure c'è qualcosa che non va. Ma cosa? La guardo attentamente e poi lo vedo. Eccolo lì. Mostruosamente pronunciato e a punta. Il mento.
Sbuca Uma. "Sì, Kiddo. E' Quentin il padre." Sbuca anche Bill. "E lui che ci fa qui, allora?" chiedo guardandolo in cagnesco. "Lui fa da clown per la piccola," replica Uma, "non vedi che capelli che ha?" "Perchè allora quel giorno sei scappata con lui, Uma?" le chiedo col cuore in mano. "Sapevo che Bill doveva interpretare la ragazzina manga per un film che Quentin stava girando," mi spiega, "e così sono andata con lui. Perchè volevo raggiungere Quentin. E' lui l'unico che abbia mai amato."
"Allora uccidimi, Kiddo, sono pronto," fa Bill a braccia aperte, "scatena la tua vendetta su di me." Scuoto la testa. Sorrido. "Non è più necessario, ragazza manga. Vieni, andiamocene via di qua." Siamo andati via e abbiamo formato una nuova band. Beh, non è che facciamo proprio sfracelli in classifica, ormai lì ci sono i Sonohra (per la serie al peggio non c'è mai fine), i nuovi crucchi Cinema Bizarre e Mirko con la hit Stai tranzollo, ma c'è un locale di stripstease a El Paso che la sera ci permette di suonare. E le giornate le passiamo al caldo del deserto, aspettando che arrivi il monsone a portare un pò di pioggia.
"Ao, ambecilli!" ci fanno gli Zero Assoluto che passano di lì resuscitati in versione zombie, mentre io e il crucco stiamo sotto l'ombrellone stremati dal caldo. "Lo semo pure noi che il monsone non passa per il Tuturuturutexas." E allora io e Bill decidiamo di spostarci di nuovo, di metterci a correre verso il monsone e verso nuove avventure. Together we'll be running somewhere new, through the monsoon, just me and you.

mercoledì 21 maggio 2008

Ritratti di signora

Jessica si sveglia con una gran nausea, vorrebbe fare i suoi soliti esercizi mattutini ma c’è quell’esserino dentro la pancia che sta crescendo e le sta rovinando il suo corpo perfetto. Il dito le duole leggermente, non è abituata a portare quella fede stretta. Si alza, si guarda allo specchio e non si riconosce. “Quella donna incinta e sposata è la stessa che è stata eletta donna più bella del mondo da tutte le riviste internazionali?” si chiede perplessa. Poi le viene un conato di vomito.

Anna Maria ha vomitato tutto il giorno, da quando si è svegliata. Non è incinta di nuovo, come le piacerebbe. E’ solo che questa casa è una prigione. Vorrebbe uscire ma lì fuori ci sono tutti quei giornalisti. Vorrebbe scappare lontana lontana ma fuori ci stanno pure tutti quegli sbirri. E un’altra prigione la sta aspettando. “Chi proteggerà i miei bambini, ora?” si chiede urlando disperata. “Chi li terrà al sicuro dai pericoli?” I due bambini si abbracciano terrorizzati, aspettando che la polizia arrivi. Aspettando che la 25a ora si porti via quella giornata e si possa finire a guardare le stelle tranquilli distesi sul prato.

Amy si è addormentata guardando le stelle distesa su un prato inglese. Si sveglia per magia nel suo lettuccio a fianco di un corpo che non conosce. Svelta gli dice “You know that I’m no good” e gli indica la porta. Il tizio la guarda con l’aria del “Ieri sera mi sembravi molto più arrapante, baby,” ma non dice niente. Si alza dal letto nudo e se ne va con il cazzo ancora in erezione. Amy si guarda intorno preoccupata. La testa le fa un gran male. Ha bisogno di qualcosa per tirarsi su. Ma non c’è niente di già pronto. Quel tizio deve essersi fottuto tutto ieri sera. “O forse sono stata io?” si chiede in un breve attimo di lucidità. Scalda la miscela di cloridrato di cocaina ed acqua e poi aspetta che si raffreddi. Un paparazzo le scatta una foto e mentre scappa via si chiede “Ma perché quella si fa sempre davanti alla finestra?"

Mara si sveglia e apre la finestra. Respira a pieni polmoni l’aria fresca. La vista del mare di primo mattino è splendida. “Vide ‘o mare quant’è bello! Spira tantu sentimento,” canticchia. E’ contenta di essere tornata in quella terra. Nella sua Campania. Si va a guardare allo specchio e capisce perché l’ha presa a lavorare con lui. Non per l’intelligenza. Non per le idee. Non per le enormi competenze in campo politico. Lui l’ha presa a lavorare con sé per poterla guardare mentre si riuniscono, e per magari poterle fare piedino sotto al tavolo. Bussano alla porta della suite. E’ il servizio in camera. “La sua colazione, signora ministro.” Dopo la colazione, i massaggi e la sauna, Mara è in strada, pronta a lavorare. Una ragazza la ferma. E’ tutta sporca. Puzza pure. Dev’essere una senzatetto. “Spiccioli,” le chiede. “Signora, ha mica degli spiccioli?” Mara la guarda scotendo la testa. “Ma ti sei vista? Tu sei tutto quello che una donna non dovrebbe essere. Sei sporca, non curi la tua persona, non hai un soldo e invece di trovarti un lavoro ti umili chiedendo l’elemosina. Manca solo che sei gay,” sghignazza. “Signora,” fa la senzatetto sorridendole. “Io pure sono lesbica. Che ce l’ha degli spiccioli da darmi?” Mara allunga il passo. Nell’edicola più avanti sono esposte in bella mostra alcune foto che la ritraggono semi nuda. “E’ per queste che mi ha fatta ministro?” si chiede. “E, a parte quella tizia, dove sono sti rifiuti di cui tutti parlano?” si chiede anche.

Nunzia si sveglia tra i rifiuti. Puzza, che novità! Un’altra giornata nella monezza. Un’altra giornata in cui ha maledetto di essersi svegliata. Ma bisogna tirare avanti, cercare di pensare solo al presente. Al qui ed ora. Bisogna pensare a mangiare, innanzitutto. Lo stomaco sta già ruggendo. Quando ha fame non capisce più nulla. Il mondo fuori sembra solo un’illusione, tutto è distante miglia e miglia. Cibo. Ci vuole cibo. Per fare cibo ci vogliono soldi. Per fare soldi bisogna lavorare. E chi ce l’ha un lavoro? Alternative. Bisogna trovare alternative. Rubare? “No, non lo faccio.” Prostituirsi? “No, non faccio nemmeno quello.” Chiedere l’elemosina? “Non è una grande possibilità.” “Ma è una possibilità,” le fa eco lo stomaco inferocito. “E allora andiamo a chiedere l’elemosina.” Nunzia è in strada. Una signora molto bella ed elegante le fa una lunga predica, qualcosa che non riesce bene ad afferrare, perché lo stomaco ruggisce sempre più forte, arrivando a coprire alcune parole. Sente la parola “gay” e allora dice “Io pure sono lesbica,” così magari la signora le sgancia qualche soldo. Ma niente. Si vede che non aveva spiccioli con sé. “Una signora così gira solo con la carta di credito,” pensa. “Più avanti c’è un edicola, lì magari qualche spicciolo lo faccio.” Sui rotocalchi rosa ci sono le immagini dell’attrice dei Fantastici quattro che a quanto pare si è sposata ed è incinta, e poi c’è una foto della cantante di Rehab pizzicata mentre si prepara della roba. I titoli dei quotidiani parlano di una sentenza di condanna che sta per arrivare da un momento all’altro e di un reportage su una showgirl tornata in Campania come ministro. “Me ne può dare una copia?” L’edicolante le porge una copia in omaggio. Questa sera Nunzia ha quelle pagine come materasso e quelle pagine come coperta. Si avvolge tra le tette semi nude della showgirl ministro incontrata poche ora prima e si addormenta. I suoi sogni sono popolati di donne viste sulle copertine dei giornali. Donne che hanno dubbi e si fanno domande. Donne che si svegliano la mattina. Come lei. Un’altra giornata. Un altro risveglio. Alzandosi, si scrolla le immagini di dosso. Le guarda ancora un momento. “Se lei è riuscita a diventare ministro,” si chiede con un sorriso di speranza sulla faccia, “chissà cosa riserverà a me il futuro?”


lunedì 19 maggio 2008

La vita segreta dei brufoli

C'è un brufolo sulla mia faccia che non vuole morire. Mi guarda con quel suo unico occhione bianco e mi supplica "Amico, ti prego." Ti si scioglie il cuore. "Ti preego". La pietà è un sentimento facile da suscitare in noi umani. "Ti preeeego." Oh, andiamo. "Sono troppo giovane per morire," mi fa. "Non mi sono ancora innamorato. Non ho mai visto Parigi." Ma questo è un ricatto morale bello e buono. Così non vale.
Ho il dito pigiato contro il grilletto, ma è dura far partire il colpo. "Amico, amico. Aspetta un minuto: ti posso dare dei soldi. Quanto vuoi? 10,000? 20,000? Ho un conto in Svizzera, ti posso fare un assegno da 50,000, d'accordo?" La tentazione è forte. Soldi, soldi, soldi. Soldi, tanti soldi, canticchio davanti allo specchio. Ma, un momento. No, io non sono un venduto. "Amico, non vuoi i soldi? Ti posso procurare donne, tante donne." Lo guardo niente affatto convinto. "Oppure uomini. Vuoi uomini?" I miei occhi iniettati di rabbia si fissano nel suo unico occhio bianco spaventato. La sua morte si fa vicina, e lui lo sente. Uomo morto in marcia."Non voglio morire," piagnucola. "Fa così freddo, qui. Lo senti?" Io non lo sento. Sento solo il caldo provocatomi dal potere. Il potere di ferire, schiacciare, distruggere. Sto per farlo.
"D'altronde," sospira interrompendomi, "tutti dobbiamo morire prima o poi." Quella sua rassegnazione mi impietosisce, così gli concedo di scegliere come vuole che sia la sua morte. "Preferisci la soluzione veloce, ovvero ti schiaccio con i miei polpastrelli, manco te ne accorgi e in un attimo non ci sei più. Oppure c'è l'altra soluzione: Clearasil Ultra e una lenta agonia che ti tiene compagnia per tutta la notte." Il brufolo è oltre, ha raggiunto un stato di coscienza superiore. "Avanti, amico," mi fa, "fai come preferisci. Io adesso sono pronto." Non c'è niente che fa più compassione di chi non vuole fare compassione. "Hai vinto, amico," gli concedo seccato. Domani mi toccherà andare al colloquio con un brufolo sulla faccia, dannata compassione. "Wow ragazze, sono ancora vivo!" il brufolo chiama a raccolta il suo piccolo harem, "stasera si fa festa tutta la notte." E io domani al colloquio oltre all'acne avrò pure le occhiaie per non aver dormito. Dannata vita segreta dei brufoli!

sabato 17 maggio 2008

Ci sono cose che ti segnano

Ci sono cose che ti segnano, cose che lasciano una traccia indelebile e sul momento magari non te ne rendi neanche bene conto, ma col senno di poi... Ci sono cose che ti hanno fatto diventare la persona che sei oggi, per fortuna o purtroppo. Ci sono cose che dicono chi sei e faranno sempre parte di te. Questa non è una blog-catena o meme che dir si voglia, ma chi ha voglia di scrivere le cose che l'hanno segnato di più è ovviamente libero di farlo. E queste sono le cose hanno segnato me, non so per quale ragione mi sono venute in mente ma avevo voglia di scriverle.

Twin Peaks: il male supremo, un volto (quello di Bob) che mi si è scolpito nella testa, vi ha abitato per parecchio tempo, uccidendo la mia infanzia. Chiudevo gli occhi e vedevo la sua faccia. A volte la vedevo anche senza chiudere gli occhi. Ero terrorizzato. Un trauma. E poi le visioni, i cavalli che ballano, i sogni popolati da nani che parlano al contrario, tutto questo non ha fatto molto bene a me e alla mia mente.. Grazie mille David Lynch, mi hai rovinato la vita!







Battere la testa da piccolo: nel modo più stupido possibile, una pompa d'acqua che erutta, io perdo il controllo, finisco a terra, testa spaccata, quanti punti? 3.. 5.. 7? chi si ricorda? La cicatrice ora si vede a malapena, ma mi ricorda quanto posso essere stupido alle volte.

Beverly Hills, 90210 e Dawson's Creek: chissà cosa ci fa figli dell'impero culturale occidentale si chiedono i Baustelle e la risposta sono chiaramente i telefilm americani. I maledetti telefilm americani mi hanno segnato più di ogni altra cosa, soprattutto quelli adolescenziali. Sono cresciuto insieme a Dawson Pacey Dylan Brenda Kelly etc. quindi non posso che essere cresciuto con una visione distorta del mondo.

Shining: il primo impatto col cinema di Stanley Kubrick, a 11 o 12 anni. Il bambino che parla con la mano, le gemelle, vieni a giocare con noi per sempre e sempre e sempre. L'Overlook Hotel che viene inondato dal sangue. Non proprio una pellicola per bimbi. Vedere film dell'orrore con mia sorella è una cosa che adoravo e sicuramente mi ha segnato in profondità.

La cassettina di "What's The Story, Morning Glory?" degli Oasis: il nastro che girava a fatica nel mio walkman, la scoperta della musica, a 13 anni, che è poi rimasta il mio chiodo fisso per i successivi 13 anni.

Pulp Fiction: la prima volta che l'ho visto, a 14 anni, ho capito che c'era una quadratura del cerchio, what goes around comes around, tutto torna prima o poi. La perfetta visione del mondo. E chi me l'ha data, Dio? No. Buddha? Nemmeno. Quentin Tarantino? Oh, yes!

Video di "Baby One More Time" di Britney Spears: questo video mi ha bloccato la crescita e ha segnato indiscutibilmente la mia sessualità.

Vacanza studio a Brighton: la prima volta lontano da casa, a 17 anni, la cultura inglese vista da vicino, la famiglia che mi ospitava, i negozi di dischi, ululare "Song 2" alla luna, le ragazze svedesi.. sono cose che ti segnano.

Donnie Darko e il video "Da Funk" dei Daft Punk: persone con la testa da animali o con le maschere sul volto. Non so proprio perchè ma mi hanno sempre ossessionato. Sarà sempre tutta colpa di David Lynch?



Peter Pan e Alice nel paese delle meraviglie: chi non è stato segnato da qualche fiaba, meglio se animata da Walt Disney? C'è chi aspetta di risvegliarsi col bacio del principe azzurro, chi non può fare a meno di mentire in continuazione come Pinocchio, chi a mezzanotte abbandona ballo e scarpetta, chi ha le orecchie come Dumbo, chi ruba ai ricchi per dare ai poveri, chi crede veramente che la bella possa stare con la bestia, chi si guarda e chiede specchio specchio delle mie brame, io prendo la seconda stella a destra e vado giù nella tana del bianconiglio. Essere giovane per sempre e vivere in un mondo di folle fantasia mischiata a spruzzi di realtà, ecco quello che voglio.

venerdì 16 maggio 2008

DING

DING il suono che fa quando scatta la scintilla
DING una parola che ti fa tenere il tempo
DING un altro momento che se n'è andato
DING il campanello annuncia è finita la lezione
DING è finito questo round
DING niente colpi sotto la cintola
DING niente colpi, il round è finito, porco..
DING la messa è finita, andate in pace
DONG Dio grazie!
DRIN il cellulare rompe
DRIN DRIN non c'ho voglia di rispondere, ma torniamo al
DING un suono dentro la testa che non se ne va, ci vorrebbe un
BANG per farlo andare via
DING è pronto da mangiare
DING fa schifo il cibo al microonde
MIAAAO il suono che fa il gatto quando gli pesti la coda
DING c'è un lupo alla porta
DONG non aprire a nessuno
DING non riesci a prendere sonno
DING le gocce che cadono nel lavandino
DING e un altro momento se n'è andato e non tornerà più
DING il suono che fa quando non capisci più nulla
DING Campanellino, sarò sempre il tuo Peter
DING forse ti sei addormentato
DING un'altra goccia che cade nel lavandino
DING la tv è accesa
DING la domanda da un milione di euro
DING non è il lavandino a gocciolare
DING e la risposta esatta è battaglia di Waterloo
DING è scattato l'allarme antincendio
DING non si può prendere sonno con sto casino
DING evacuare
DING questo non è un test
DING lasciare questo posto in..
DING il suono che fa quando scatta la scintilla
DING .. 5
DING una parola che ti fa tenere il tempo
DING 4..
DING è finita la lezione
DONG è finita la messa
DING è finito un altro momento
DING 3..
DING è finito l'ultimo round
DING evacuare
DING 2..
DING è finito questo post
DING 1..
DING questo non è un test
DING

giovedì 15 maggio 2008

please don't stop the music

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura chè la diritta via era.. già presa. Cazzo, questa l'hanno già scritta, mi dicono. Riproviamo.
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi.. mmm seni.. interessante! Ma già scritto pure questo? Uffi, o chiudo questo blog o parlo di musica. Parliamo di musica, và.
Dopo i Radiohead che hanno messo il loro disco su internet scaricabile a offerta libera, lo stesso fa il poco conosciuto ma bravissimo gruppo italiano Yuppie Flu. Di italiano c'è ben poco nel loro suono, fatto di melodie british delicate e perfette per un dolce risveglio + colazione. Scaricate, scaricate!
Ancora più generosi i Nine Inch Nails. Trent Reznor c'ha già i miliardi e i vostri soldi non li vuole, si rifiuta di prenderli, gli fanno proprio schifo. L'unica possibilità che vi è concessa allora è scaricare dal loro sito il nuovo disco in maniera totalmente gratuita, nel formato che preferite. E sarà per il piacere di poterlo scaricare gratis legalmente, ma è il migliore album che fanno da anni. Dopo tutte queste iniziative legate a internet le case discografiche tremano, e noi a fare le penne davanti alle major e le major mute, come dice Marracash. Dopo Mondo Marcio e Fabri Fibra il nome da tenere d'occhio nell'hip-hop italiano (nel caso la cosa vi interessasse) quest'anno è lui. Il suo pezzo "Badabum Cha Cha" si candida come possibile tormentone dell'estate, ma attenzione al testo tutt'altro che stupido. Altro candidato è "Alive" di Mondotek (tipo francese, e infatti la sua musica ricorda quella dei mitici Daft Punk). Come ho scoperto sabato sera parlando con un 15enne esiste un nuovo genere musicale di cui, con mio grande sconcerto, non ero ancora a conoscenza: si chiama Tecktonic, ed è una via di mezzo tra techno, elettronica e house, con relativo ballo annesso, come potete vedere da questo video. Io vi ho avvisato, così non farete la figura dei jurassici con le nuove generazioni...

(Attenzione però: non è facile come la Macarena. Per ballare sta roba dovete aver minimo studiato alla Juilliard o da Nemici di Maria DeFilippi)

martedì 13 maggio 2008

Squali


Sono sveglio a scrivere, 2 a.m.
Non posso farne a meno, non ce la faccio a smettere, aiuto!
Sono un fiume in piena. Anzi, la mia fantasia è un oceano pieno di pesci tropicali, delfini, balene e squali. Squali. Dappertutto. Ci sono tanti squali che mi divorano il cercello, mi fanno sanguinare l'anima, mi dilaniano le gambe con i loro denti aguzzi. Il dolore è così forte che mi viene da piangere e le lacrime vanno a formare un oceano ancora più vasto, stavolta popolato da soli squali. Squali. Ci sono tanti squali e io sono già sbranato, fottuto. Un pezzo di carne succulenta al macero. Lo spuntino di mezzanotte per una miriade di predatori notturni. Provo a scappare, nuoto in stile rana ma sono troppo lento, e di bracconieri per una volta che servono non se ne vede neanche l'ombra. Squali. Dappertutto. Non sono poi nemmeno così brutti visti da vicino. Hanno quel fascino da duro del Roadhouse. E poi feriscono. Tagliano. Lacerano. Arrivano in profondità. Ammazzano. Finchè di me non sono rimasti che pezzettini di carne sparsi per l'oceano. La marea li trascina a riva e loro si lasciano cullare beati dalla marea materna. Eccoli. Tutti belli sparsi per la spiaggia affollata di inizio estate. Gli ombrelloni. Le sdraio. Gli occhiali da sole. I topless. I tamarri. I pezzi di carne. I granchi insieme alle ostriche e agli altri animaletti marini li vanno a raccogliere. I pezzi di carne, non i tamarri. Li mettono vicini. Ricompongono i pezzi del puzzle che è il mio corpo. E rieccomi lì ancora, intero. Un pezzo unico di carne. Vivo. Pronto per farmi sbranare un'altra volta dagli squali. Squali. Dappertutto.

venerdì 9 maggio 2008

Kill Bill (dei Tokio Hotel) Vol. 1

La vendetta è un piatto che va servito freddo
capitolo 1
Il giorno del mio matrimonio. Nella piccola cappella texana con pochi ospiti invitati lei sta per dirmi sì. E' bellissima. Ed è mia. Entra dall'atrio luminoso della piccola cappella e mi sorride, splendida. All'organo un giovane musicista dai curiosi capelli intona, girato di spalle, una particolare marcia nuziale. Hey, un momento... è un pezzo che conosco... si chiama "Monsoon". Il giovane musicista dai curiosi capelli a punta si mette persino a cantare: Running through the monsoon, beyond the world, to the end of time mentre i suoi amichetti sbucano fuori da Dio solo sa dove e lo accompagnano armati di chitarra, basso e batteria. La mia bellissima promessa sposa smette di sorridermi, si mette le mani sulla faccia e comincia a strillare come una quindicenne ossessa: "Ommioddddioooo! I Tokio Hotel!!!" Io so di averla persa. So che le cose non sarebbero più andate come avevamo pianificato. So che lei fuggirà con Bill attraverso il monsone: Together we'll be running somewhere new, through the monsoon, just me and you. Io per lo shock svengo, sbatto la testa contro il piatto della batteria, finisco a terra con la faccia nelle corde ruvide del basso e con il microfono ficcato nella schiena. Tom, il fratello di Bill, credendosi Kurt Cobain mi distrugge la chitarra addosso. Finisco in coma, stecchito. Fermo a un passo dalla morte.
capitolo 2
4 anni di coma in cui il mio corpo viene usato come oggetto sessuale da vecchie tardone dopo, un moscerino entrato grazie all'imperizia di un'infermiera, che in pieno agosto si è dimenticata di mettere il vulcano a spirale per le zanzare, mi punge e io riemergo dal coma. Le immagini dei miei ultimi momenti di veglia riemergono come in un flash. Quei crucchi mi hanno fottuto il matrimonio. Brutti bastardi! Bill mi ha fottuto (in tutti i sensi) la sposa. Io adesso devo vendicarmi. Devo uccidere i Tokio Hotel. Devo uccidere Bill (dei Tokio Hotel).
capitolo 3
Il più facile da andare a scovare è Gustav (ma che nome è?), il batterista. Abbandonato dagli altri membri del gruppo, caduto in miseria, si è sposato con una ricca ereditiera e adesso vive nella provincia americana, occupandosi delle faccende di casa: poveretto, è diventato una casalinga disperata. Con una dritta rivelatami sul myspace dei Rammstein rintraccio il suo indirizzo. Suono al campanello con su scritto "Hilton" e lui mi apre con un mocho vileda in mano. Ci guardiamo negli occhi con odio e cominciamo a ingaggiare un cruento duello. Lui è avvantaggiato dal mocho che mi strofina sulla faccia, io lo ringrazio per avermi lavato, ne avevo proprio bisogno dopo il coma, poi glielo tolgo di mano e glielo ficco in pancia. Un piccolo bimbo biondo col cappellino in testa mi fissa. Io gli dico che un giorno, quando sarà grande, potrà venirmi a cercare e, se lo vorrà, cacciarmi un mocho vileda nello stomaco. Lui guarda il padre morto a terra, mi sorride tutto felice e dice "Meglio cambiare, no?"
capitolo 4
Volo a Tokyo (con la y, cazzo!), in visita all'ex manager del gruppo, licenziato appena prima del grande successo internazionale: Goku, l'uomo che ha creato la pettinatura di Bill. Mi dà delle preziose dritte su come caricare onde energetiche, su come cotonarmi i capelli, e mi prepara una chitarrina speciale per poter sconfiggere Tom a Guitar Hero sulla Xbox.
capitolo 5
Sarà per il nome della band, ma Tom è ancora famoso in Giappone. Oggi è ospite a TRL Tokyo (con la cazzo di y!). Vestito con completo giallo alla Bruce Lee e con le Onitsuka Tiger abbinate ai piedi mi dirigo a TRL. Tutti mi guardano come fossi un alieno perchè le Onitsuka sono (mioddio!) ormai terribilmente fuori moda. Tom fa il suo ingresso tra la folla di ragazzine urlanti con camminata ad effetto accompagnato dalle sue fan, le 88 folli (si fanno chiamare folli perchè come si fa ad essere fan di uno con 'sti rasta finti che gli escono dal cappellino?) Lancio loro una onda energetica (grazie Goku!) e ne stendo un pò. Qualcun'altra mi si para davanti, ma io le distraggo esclamando "Ommioddio, ma quelli non sono i Finley?" loro si aggiustano la frangia emo e chiedono arrossendo "Dove? Dooove?"
Tom sa che sono venuto lì per lui. Così tira fuori una penna dai capelli ed è pronto per firmarmi un autografo. Io lo guardo e imbarazzato gli dico: "I... I just want a Nespresso." Poi gli strappo il cappello dalla testa e gli scopro il capo calvo. Le fan rimaste in vita lo guardano e decidono di fare seppuku. Danno addio al mondo sussurrando "Mioddio. Tom in realtà è pelato! Non ho più voglia di vivere." Io scuoto la testa, mi chiedo come facessero a non averlo per lo meno sospettato già da tempo. Tom (alla buon ora..) mi riconosce e si rende conto che non sono venuto fin lì per un suo prezioso (?!) autografo. Sono venuto per sfidarlo a Guitar Hero. Mi invita a seguirlo nel suo incantevole giardino giapponese pieno di neve e lì viene fuori una Xbox. Io tiro fuori la chitarrina preparatami da Goku e sono pronto per la battaglia finale. Il primo è un pezzo di Bob Marley e Tom, aiutato dal cappellino rasta che si è rimesso prontamente addosso, ha la meglio. Poi arriva Ready Set Go dei Tokio e proprio mentre penso che le cose si stanno mettendo veramente male per me, mi rendo conto che Tom non conosce affatto quel pezzo, lui sa suonare solo Monsoon e così io pareggio i conti. L'ultimo è un pezzo dei connazionali Rammstein, ma Tom è impacciato, non riesce proprio a muoversi, mentre io mi contorco come un indemoniato sul ritmo heavy-metal. Ho vinto. Rocknroll! La testa con i finti rasta gli salta dal collo e finisce sulla neve. Prima di esalare l'ultimo respiro mi rivela "La tua promessa sposa ha una figlia di quattro anni." Poi arriva il monsone e gli porta via la testa.

Ogni riferimento a cosa o persone realmente esistenti è assolutamente casuale.
Leggi subito il Vol. 2

giovedì 8 maggio 2008

voglia di sbattermi zero

Per tutta la vita, perchè sto a sbattermi, non lo so.
(fight club)



Questa canzone mi rappresenta molto bene al momento..
ke slero!!

martedì 6 maggio 2008

21

Fin dai titoli di testa accompagnati dalla canzone Time to pretend degli MGMT si capisce che la vita dell'intelligentissimo ma sfigato protagonista è destinata a prendere una svolta, e per lui arriverà finalmente il momento di pretendere. Grazie alle sue notevoli doti matematiche il personaggio, interpretato dal promettente Jim Sturgess, riesce ad entrare a far parte di un particolare "circolo di studio", capitanato da un Kevin Spacey più gigioneggiante del solito, che ha studiato un modo ingegnoso per sbancare i casinò di Las Vegas.
Il film riesce a dipingere in maniera notevole la città del peccato, ma si concentra soprattutto sulla parabola esistenziale del protagonista, che passa dalla noiosa e senza sussulti vita con gli amici secchioni alla vita che viaggia "a tremila chilometri l'ora" in compagnia della sua nuova compagnia, dagli otto dollari all'ora del negozio di vestiti in cui lavora come commesso, ai guadagni (per lui) facili al tavolo di blackjack.
I meccanismi della sceneggiatura funzionano alla perfezione come un orologio svizzero, gli attori sono in forma, la colonna sonora è ultra-cool e attuale, la regia mostra forse alcune lacune soprattutto in fase di costruzione della tensione ai tavoli da gioco, ma la pellicola riesce in definitiva a raccontare in maniera appassionante una bella storia, tra l'altro vera, e a stregare: 21 vittoria, grande baldoria!

Cliccando qui potete leggere (se vi va, ma non credo.. ahahah) qualche altra mia recensione cinematografica

apatia

Piangere è facile nel buio soffocante, chiuso dentro qualcun altro, quando vedi che tutto quello che riuscirai mai a combinare finirà in spazzatura. Tutto quello di cui potrai mai andare fiero finirà buttato via. E io sono perso dentro.


apatia, portami via, porta via me e i (dannati) libri di chuck palahniuk
non ho voglia di fare niente
non ho voglia di continuare a leggere, fa troppo male
non ho voglia di


Oggi è il giorno più lungo dell'anno, anche se ormai tutti i giorni lo sono.


non c'è salvezza, non c'è speranza, o forse sì (ma non la vedo)
non ho voglia di sentire musica, centinaia di dischi, migliaia di canzoni, che cosa scegliere? come?


Che cosa sarebbe Gesù se nessuno avesse scritto i Vangeli?


che cosa sarei io se non andassi avanti a scrivere, scrivere questo blog e scrivere il mio (dannato) libro?
che cosa sarei io senza musica?
ma non ho voglia di scegliere cosa cazzo sentire, è troppo faticoso


tu stai pensando ai vampiri


sì, sto pensando ai vampiri
apatia, portami via

domenica 4 maggio 2008

nel paese delle meraviglie

devo seguire il bianconiglio, non so perchè ma devo seguirlo, per sfuggire dalla noia, sfuggire da tutto, sfuggire da me e poi oggi è il mio non compleanno quindi un buon non compleanno a te? a me! cerco di tirare le fila di un weekend lungo, troppo lungo, talmente lungo che si è inghiottito tutta la settimana e lo si potrebbe chiamare weekstart se ciò avesse un senso e le cose si sono capovolte e io non ci ho capito niente, ma proprio niente sarà stata solo colpa dell'alcool? ma sulla bottiglia c'era scritto drink me e quindi cosa dovevo fare? dire di no? mara-maratonda testa in basso gambe in su.. non c'è stato inizio e non ci fermeremo più

non so spiegarlo chiaramente, perchè non è chiaro neanche a me, ma la vita è viaggiata a tremila chilometri all'ora per poi rallentare fino quasi a fermarsi nello scazzo più totale e gli MGMT hanno cantato this is our decision, to live fast and die young e le persone cambiano e le cose cambiano c'è poco da fare ma in un weekend così lungo niente è sembrato avere senso o avere importanza, perchè ogni cosa aveva un senso e un'importanza esagerata, poi tutto è svanito come se fosse stato solo un sogno e se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo, niente sarebbe com'è perche tutto sarebbe come non è e viceversa, ciò che è non sarebbe e ciò che non è sarebbe come questo weekend più lungo del resto della settimana i say yeah yeah yeah

venerdì 2 maggio 2008

primo maggio

primo maggio, giornata del lavoro e dei lavoratori
guardate questo..

(radiohead vi adoro!)
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