Visualizzazione post con etichetta cinema. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cinema. Mostra tutti i post

mercoledì 1 gennaio 2025

Cannibal Movie Awards 2024: la versione scema degli Oscar





E anche queste classifiche del meglio dell'anno se le semo levate dalle palle. Non prima però di aver assegnato gli ultimi premi: i Cannibal Music Awards. Anche noti come la brutta copia realizzata da Pensieri Cannibali degli Oscar. O, se preferite, la versione scema e anche - ammettiamolo - più divertente degli Oscar.
Buon anno nuovo, buona lettura e congratulazioni a tutti i vincitori!


mercoledì 14 febbraio 2024

Past Lives, un film così bello che non voglio rovinarlo con una recensione scema





Past Lives

Past Lives è un film così bello, che non voglio rovinarlo con qualche scemata delle mie.


lunedì 8 gennaio 2024

Saltburn: ho visto lei che bacia lui che si fa una tomba





Saltburn

Saltburn è un "period drama" storico, ambientato nel periodo 2006-2007. Per quanto sembrino anni ravvicinati nel tempo, in realtà si tratta di un'epoca già parecchio differente da quella attuale. Quello è stato l'ultimo momento in cui in Inghilterra, dove il film è ambientato, si poteva fumare nei locali al chiuso. Cosa che agli spettatori attuali può sembrare un tuffo in un passato remoto, oppure qualcosa di fantascientifico.

mercoledì 3 gennaio 2024

Cannibal Movie Awards 2023 - Gli Oscar tarocchi di Pensieri Cannibali





Siamo giunti, qualcuno dirà finalmente, all'ultimo appuntamento con il Best of 2023 di Pensieri Cannibali.
Si chiude con il botto, con la cerimonia dei Cannibal Movie Awards 2023.
I premi ai migliori attori, attrici, scene e quant'altro dell'ultima annata cinematografica. Buon divertimento e, se volete, qui potete dare un'occhiata alla top 20 dei migliori film dell'anno, e qui al peggio cinemartografico del 2023 sempre secondo Pensieri Cannibali.


lunedì 1 gennaio 2024

I peggio film 2023





Quest'anno devo dire che di film tremendi non ne ho visti molti. Forse sono stato fortunato. O forse sto imparando a fare una buona scrematura iniziale e tante ciofeche le evito a priori.

Andando a rovistare nella spazzatura, comunque, ecco alcune pellicole che non mi sono piaciute, o che ho trovato fastidiose e noiose, oppure pretenziose e sopravvalutate. Ecco i 10 film più detestati del 2023 secondo il sempre più discutibile pensiero di Pensieri Cannibali, seguiti da alcuni altri poco ambiti premi.


sabato 30 dicembre 2023

I meglio film 2023





Dicembre sta finendo e un anno se ne va.
Sto diventando boomer, lo sai che non mi va.

Dopo un altro anno sprecato passato a guardare film, è come al solito tempo di fare un bilancio e quindi in pratica è la scusa per fare un'altra classifica. Si era già capito che io AMO le classifiche?

Premetto che pur avendo visto tanti film non li ho visti tutti. Tra i titoli importanti che mi mancano mi vengono in mente ad esempio Io capitano di Matteo Garrone e C'è ancora domani di Paola Cortellesi. Credo di essere l'unico in Italia a non averlo ancora guardato, ma tanto c'è ancora domani... AHAHAH, che battuta!

Tra i film che ho visto, e che sono usciti al cinema e/o in streaming in Italia durante il 2023, ecco i miei 20 preferiti. Anticipati dal ripasso dei vincitori dell'ambito (?) premio di film dell'anno di Pensieri Cannibali gli anni passati.



lunedì 2 gennaio 2023

Cannibal Movie Awards 2022 - I premi assortiti ai film e alle star dell'anno

 



Dopo aver visto i migliori film del 2022 e pure i peggiori, siamo arrivati alla fine delle classifiche annuali di Pensieri Cannibali. Considerando che è il 2 gennaio 2023, questa volta non l'ho tirata nemmeno troppo per le lunghe, dai. Prima di concentrarci sul nuovo anno, ecco gli ultimi premi cannibaleschi a film, star dei film e a tutto ciò che ha a che fare con i film del 2022.


mercoledì 5 gennaio 2022

Cannibal Movie Awards 2021: tutti i favolosi premi ai film e alle star dell'anno





Ecco a voi i Cannibal Movie Awards 2021. Premi che in genere sono considerati dalla stampa internazionale come l'anticamera degli Oscar...
No?
Devo aver letto male. Hanno scritto che sono l'anticamera della morte, non l'anticamera degli Oscar. Comunque sia, partiamo con un riassunto dei 20 film preferiti dal qui presente sito Pensieri Cannibali nel corso del 2021, e poi andiamo a scoprire tutti i vari e variegati premi alle pellicole e alle star cinematografiche dell'ultimo anno.


venerdì 26 settembre 2014

A LEZIONE DI CINEMA, E PURE DI MUSICA





Fame di cinema?
Fame pure di musica?
Siete nel posto giusto, visto che su Pensieri Cannibali sono il pane quotidiano e, per sfamarvi a dovere, oggi vi proponiamo l'appuntamento che fa giusto al caso vostro.
Si tratta di un nuovo corso organizzato dai Corsi Corsari, di cui qui ci siamo già occupati in passato e che torniamo volentieri a segnalare, anche perché, se possibile, queste nuove lezioni si preannunciano ancora più interessanti delle precedenti. Il tema è infatti quello del rapporto tra cinema e musica e verrà sviscerato durante alcuni incontri a cura di Massimo Zanichelli, insegnante, scrittore, regista ed esperto di cinema. È possibile acquistare un singolo incontro o partecipare a tutti gli incontri previsti.

Gli appuntamenti si terranno presso il Museo Diocesano in Corso di Porta Ticinese 95 a Milano, sabato 11 e 18 ottobre, con data da definire per l'eventuale terzo incontro.
Orari: dalle ore 15:40 alle ore 17:40
Costo totale: 15€ per un incontro; 28 € per due incontri
Prenotazioni: Tel. 02 70108702 o 329 9581101 / Mail: info@corsicorsari.it


Per ulteriori informazioni potete andare sul sito di Corsi Corsari. Nel caso vogliate partecipare, per una volta non vergognatevi di dire che siete lettori di Pensieri Cannibali, perché così otterrete uno sconto del 10% sulla tariffa.
Di seguito, ecco a voi il programma completo dei tre appuntamenti.

11 ottobre
Primo appuntamento
ESPANSIONI, SUGGESTIONI, CONTAMINAZIONI

Tra canzoni, cori e orchestre, una serie di temi esplorano il rapporto emozionale tra cinema e musica. Ne La canzone e lo sguardo David Lynch, Brian De Palma, Neil Jordan e Kathryn Bigelow mettono in scena una donna che canta, un uomo che guarda e un’atmosfera dark. In Victor Victoria Blake Edwards filma Il bel canto tra performance e parodia. Con Tre colori - Film blu Krzysztof Kieślowski s’interroga sulla funzione del “refrain” in dieci variazioni. E poi due registi per i quali la colonna sonora è un protagonista assoluto: David Lynch e Quentin Tarantino. Con un’antologia mozzafiato da Strade perdute e da Kill Bill.

18 ottobre
Secondo appuntamento
LE AFFINITÀ ELETTIVE: SODALIZI MEMORABILI TRA CINEASTI E COMPOSITORI

L’armonia della musica incontra l’arte della luce e della cinematografia: dal periodo classico a quello moderno, una serie di “convergenze” d’autore tra registi, compositori e direttori della fotografia. Con film di Billy Wilder, Alfred Hitchcock, Sergio Leone e Christopher Nolan, tra noir, thriller, western e fantasy. Musica da sogno di Miklós Rózsa, Bernard Herrmann, Ennio Morricone e Hans Zimmer. Fotografia indimenticabile di John Seitz, Robert Burks, Tonino Delli Colli e Wally Pfister.

Eventuale data da definire (la data dell'eventuale terzo incontro verrà fissata durante il corso, in accordo con i partecipanti)
Terzo appuntamento
CLASSICO O MODERNO?

Una domanda retorica – è più espressiva in un film la musica classica o quella moderna (rock, pop, techno)? – offre “il la” per esplorare le potenzialità emozionali del repertorio classico e contemporaneo nel cinema. Un’antologia indimenticabile con film di Billy Wilder, Federico Fellini, Walt Disney, Pier Paolo Pasolini, Martin Scorsese, John Boorman, David Lynch, Michael Mann, Francis Ford Coppola. E musiche di Johann Sebastian Bach, Ludwig van Beethoven, Richard Wagner, Carl Orff, The Doors, e altro ancora...

lunedì 10 febbraio 2014

SE DICO CINEMA...




La bravissima Valentina Orsini del blogghissimo CriticissimaMente ha ideato una singolare iniziativa e, quando ci sono singolari iniziative Pensieri Cannibali risponde presente. A meno che non ci sia da spendere dei soldi, e allora col cavolo!
In cosa consiste questa iniziativa gratuita? In una cosa semplice, completare la frase: “Se dico cinema…”

Questo è il bando dell’evento, presente anche su Facebook:
Ne parliamo tutti i giorni, fracassando le balle a mezzo mondo, non per forza cinefilo. Ci scanniamo, difendiamo i nostri eroi, dando vita a discussioni che...manco Freud. Ma alla fine nessuno ancora ha spiegato un dettaglio, il più complesso forse. 'Sto cinema, ma che sarà mai? Cosa significa. Cosa vi dà. Cosa rappresenta.
Dunque, "Se dico cinema..."
Io vi invito a partecipare a questo gioco/iniziativa sui vostri blog, su Facebook, su Twitter o dove diavolo vi pare, anche solo con un pensiero o una parola o un'immagine.
E intanto vi invito anche a leggere quello che dico io, quando dico cinema...


SE DICO CINEMA…
Se dico cinema… dico sogno, dico stupore, dico bellezza.
Non ho detto La grande bellezza, che a me quel film è pure piaciuto ma c’è un sacco di gente che non vede l’ora di criticarlo e fare polemiche quindi niente, non l’ho detto, ok?
Se dico cinema… dico la settima arte, perché al suo interno racchiude tutte le altre sei, e quali sono? Boh. Ah sì: Brontolo, Cucciolo, Mammolo, Pisol…
Mmm no, quelli sono i sette nani. Volevo dire Romolo, Numa Pompino, Tullo Ostilio, Tullio Solenghi… no, forse sto facendo di nuovo confusione. Le altre sei arti sono: architettura, musica, pittura, scultura, poesia e danza. E il cinema riesce a contenerle tutte. Io dico: cosa c’è di meglio? Voi dite: la figa. Ok, ma nel cinema c’è anche la figa, tanta figa.
Se dico cinema… dico figa.
Se dico cinema… dico un posto che è Inferno è Paradiso insieme. Dico il Paese dei Balocchi. Dico il più grande luna park del mondo. Dico spring break forever, bitches!
Se dico cinema… dico magia. La più grande magia di tutte. Tu sei lì, davanti a uno schermo, eppure ti trovi anche altrove. Come nella scena del party di Strade perdute di David Lynch.



Se dico cinema… dico Kubrick, Fellini, Malick, Tarantino, Welles, Scorsese, Truffaut, Godard, Hitchcock, Kurosawa e dico i Vanzina perché il cinema è pure quello. Checché i radical-chic come me ne dicano.
Se dico cinema… dico popcorn, risate, limonate, lacrime, gente che starnutisce e tossisce. Ma perché i cinema sono sempre pieni di gente malata? Se state male, state a casa.
Se dici cinema... ma dici a me? Ehi, con chi stai parlando? Dici a me? Eh, non ci sono che io qui.
Se dico cinema… dico "Bravo!" a chi lo fa. Perché noi che ne scriviamo, più o meno bene, non avremmo niente da criticare se non ci fosse chi il cinema ha il cuore, le idee, i soldi e le palle per farlo. Più o meno bene.
Se dico cinema… dico vita, morte e tutte le stronzate che ci stanno in mezzo.
Se dico cinema… dico un posto dove tutto è possibile.
E se dico cinema… dico Pensieri Cannibali, naturalmente.

lunedì 19 dicembre 2011

SONDAGGIO: VOTA I MIGLIORI FILM DEL 2011


Tornano i sondaggi cannibali!
Dopo il successo dell’anno scorso, che aveva fatto registrare milioni di voti (questo dato potrebbe essere stato leggermente gonfiato), i bellissimi utenti del bellissimo blog Pensieri Cannibali possono tornare a esprimere la loro opinione democraticamente. Cominciamo dal sondaggio dedicato ai film del 2011.
Tenete sempre conto che si tratta di un sondaggio a risposta multipla e per non inserire 100 scelte ho dovuto restringere il campo delle possibilità, cercando di unire il cinema d’autore con i grandi successi commerciali dell’annata, i blockbuster con i preferiti dalla critica e dalla blogosfera, film che a livello personale ho amato insieme ad altri che ho detestato.
L’anno scorso il preferito dai lettori cannibali era stato Inception, davanti al da me tanto odiato Avatar, come segno tangibile della democrazia di questi sondaggi.

Quest’anno ho selezionato per voi i grandi registi: Terrence Malick con il suo The Tree of Life, Palma d’Oro a Cannes, il controverso Lars Von Trier con Melancholia, vincitore agli European Awards, il Woody Allen applaudito da pubblico e critica di Midnight in Paris. Spazio quindi a pellicole molto amate dalla blogosfera come Drive del danese Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling, Il cigno nero di Darren Aronofsky con Natalie Portman e Non lasciarmi di Mark Romanek con Carey Mulligan e Keira Knightley. Ci sono anche il vincitore degli ultimi Oscar Il discorso del re con Colin Firth e per far contento il mio blogger-rivale Mr. Ford e tutti gli eastwoodiani là fuori c’è Hereafter. E poi cinema italiano con Habemus Papam di Nanni Moretti e italo-americano grazie al nostro Paolo Sorrentino e al suo This Must Be the Place, fantascienza vecchio stile del buon J.J. Abrams di Super 8 e il George Clooney politico del nuovo Le idi di marzo.
A rappresentare il successo ai botteghini italiani c’è il record d’incassi Che bella giornata con Checco Zalone e infine non poteva mancare (o forse sì) l’ultimo capitolo della seguitissima saga di Harry Potter, recordman ai box-office di tutto il mondo.
Molti altri film meritevoli o meno meritevoli sono rimasti fuori (e potete esternarlo tra i commenti), ma comunque potete votare i vostri preferiti tra quelli selezionati. E sì, c’è la possibilità di scelte multiple!
Il voto è segreto, ma tra i commenti potete comunicare le vostre scelte, e potete anche dire di aver votato The Tree of Life quando poi in gran segreto avete scelto Checco Zalone.
Ora, che si aprano le danze.
Oh, dovete andate? In discoteca? Il mio era solo un modo di dire… prima votate e poi, se volete, andate a ballare. E quindi, per evitare confusione: che si aprano le votazioni, c’è tempo per tutte le vacanze natalizie…

Ecco i 14 selezionati (in ordine alfabetico), potete votare nel sondaggio sulla colonna destra del blog.

Che bella giornata
Drive
Habemus Papam
Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Hereafter
Il cigno nero
Il discorso del re
Le idi di marzo
Melancholia
Midnight in Paris
Non lasciarmi
Super 8
The Tree of Life
This must be the place


venerdì 7 gennaio 2011

Sondaggio time: i risultati

I sondaggi annuali di Pensieri Cannibali hanno riscosso un buon successo, almeno nel piccolo di questo blog, con un centinaio di persone circa che hanno votato in ogni categoria, ma considerando che le possibilità di scelta erano multiple i voti sono stati centinaia. Ringrazio quindi tutti per la partecipazione!
Ma adesso banda larga alle ciance e diamo un’occhiata ai risultati.

Cinema
Come film dell’anno vince, piuttosto prevedibilmente, “Inception”. Meno ovvio era però un simile plebiscito: la pellicola di Nolan è infatti stata scelta da ben il 39% dei votatori cannibali.
Sono molto soddisfatto del secondo posto. No, non ho cambiato idea riguardo ad “Avatar”, che per me rimane un pessimo film, però il fatto che sia la seconda pellicola preferita dell’anno tra i lettori del blog è una grande prova (in piccolo) di vera democrazia. Mica come, tanto per fare un esempio a caso, le primarie pilotate del PD cui era stata impedita la partecipazione a Beppe Grillo. Nonostante il mio disprezzo, “Avatar” ha così fatto parte del sondaggio e ha vinto la medaglia d’argento, a dimostrazione anche di come chi ha amato questo film per fortuna non ha abbandonato la lettura del blog.
Il terzo posto de “La prima cosa bella” conferma un amore sempre vivo per il cinema italiano, mentre il celebrato “The Social Network” è finito solo quarto, ma va detto di come sia uscito solo a fine anno e in più in Italia non è stato un grosso successo commerciale, quindi molti non avranno ancora avuto modo di guardarlo. Dopodiché ci sono alcuni cult che si sono conquistati la loro nicchia, con fanalino di coda “Somewhere” e “The Town”, poco amati e/o poco visti.

1. INCEPTION
38 voti (39%)
2. AVATAR
17 (17%)
3. LA PRIMA COSA BELLA
16 (16%)
4. THE SOCIAL NETWORK
10 (10%)
5. IL SEGRETO DEI SUOI OCCHI
8 (8%)

SCOTT PILGRIM VS. THE WORLD
7 (7%)
AMABILI RESTI
6 (6%)
BENVENUTI AL SUD
6 (6%)
L'UOMO NELL'OMBRA
5 (5%)
KYNODONTAS - DOGTOOTH
3 (3%)
SOMEWHERE
2 (2%)
THE TOWN
2 (2%)

Musica
In campo musicale c’è stata la battaglia più avvincente, con i The National che per poco non riuscivano a fare il colpaccio sui favoriti Arcade Fire, alla fine trionfatori del sondaggio. Il buon Vasco Brondi con Le luci della centrale elettrica fa conquistare all’Italia un ottimo terzo posto anche in questa classifica, mentre Katy Perry è la preferita in ambito pop. I buoni risultati di Gorillaz, Fabri Fibra e Kanye West segnalano quindi una presenza hip-hop viva tra i lettori: bene!

1. Arcade Fire
20 voti (20%)
2. The National
18 (18%)
3. Le luci della centrale elettrica
15 (15%)
4. Katy Perry
13 (13%)
5. Fabri Fibra
10 (10%)
5. Gorillaz
10 (10%)

Baustelle
9 (9%)
Kanye West
8 (8%)
Vampire Weekend
8 (8%)
My Chemical Romance
7 (7%)
Rihanna
7 (7%)
Eminem
5 (5%)
Linkin Park
5 (5%)
Negramaro
5 (5%)
Crystal Castles
4 (4%)
Janelle Monae
4 (4%)
Shakira
4 (4%)
The Drums
3 (3%)

TV
Tra i programmi tv vince con facilità “Vieni via con me”, programma evento che oltre ad aver fatto ascolti record ha evidentemente lasciato un segno. Secondo posto invece del tutto a sorpresa per “Big Bang Theory” con un notevole 25% di voti, persino davanti a un “Lost” che con il finale ha diviso molti dei suoi spettatori. Bene quindi “Mad Men” e “The Vampire Diaries” che almeno tra i lettori di Pensieri cannibali hanno il loro bel gruppo di fan assidui; risultato sorprendentemente buono anche per “Misfits”, un cult in crescita nonostante in Italia non sia ancora stato trasmesso. Mi aspettavo invece qualche voto in più per “Glee” e soprattutto per “Dexter”, davvero ignorato.

1. Vieni via con me
33 voti (35%)
2. Big Bang Theory
23 (25%)
3. Lost
17 (18%)
4. Mad Men
11 (11%)
4. The Vampire Diaries
11 (11%)

I soliti idioti
9 (9%)
Glee
8 (8%)
Misfits
8 (8%)
True Blood
6 (6%)
The Walking Dead
4 (4%)
Dexter
3 (3%)
Skins
3 (3%)
Le cose che restano
2 (2%)

Il peggio
Per quanto riguarda il peggio dell’anno (da cui ricordo era escluso a priori B.) c’è stato un testa a testa che possiamo definire davvero mostruoso tra l’omicidio di Avetrana e il “giornalista” Augusto Minzolini, con quest’ultimo che alla fine ha vinto e alla grande con ben 40 voti a suo favore (o sarebbe meglio dire a sfavore?). Terzo posto di tutto rispetto per il “figlio d’arte” Renzo Bossi e quarta posizione per la sempre odiatissima Belen Rodriguez. Noto poi con piacere che c’è parecchio dissenso nei confronti del bimbominkia Justin Bieber e poco verso Mark Zuckerberg di Facebook, unico personaggio inserito nella lista dei “cattivi” che mi piace. Verso “Avatar” ho dovuto invece constatare che c’è più amore che odio. Che dire? Potere della democrazia, potere dei sondaggi cannibali.

1. Augusto Minzolini
40 voti (39%)
2. Avetrana
33 (32%)
3. Renzo Bossi
20 (19%)
4. Belen Rodriguez
19 (18%)
5. Azzurri ai Mondiali
16 (15%)

Justin Bieber
14 (13%)
Ruby Rubacuori
10 (9%)
Waka Waka
7 (6%)
Manuela Arcuri
6 (5%)
Avatar
4 (3%)
Mark Zuckerberg
2 (1%)

sabato 18 settembre 2010

Il mio nome è Bondi, Sandro Bondi

E va bene. Questa settimana c’è stata la questione degli spari libici su una nave italiana (nessuna parola in proposito da parte del nostro Premier?!) su cui subito si è glissato preferendo concentrare l’attenzione sui Rom. C’è stato un altro soldato italiano morto in Afghanistan che ormai non fa nemmeno più notizia. C’è la Rai che si rifiuta di pubblicizzare Annozero sulle proprie reti e Santoro che è costretto ad appellarsi (come al solito) al popolo della rete. Argomenti che andrebbero approfonditi e che altri blog fanno molto bene (il mio punto di vista sui Rom è ad esempio esposto come meglio non potrei da Gio sulla sua pagina).
Una cosa su cui vorrei soffermarmi sono però le dichiarazioni di Sandro Bondi, Ministro dei Beni Culturali (dove Ministro dei Beni Culturali non è una battuta) a proposito dell'ultimo Festival di Venezia e del Presidente della giuria:

Tarantino è espressione di una cultura elitaria, relativista e snobistica. E la sua visione influenza i suoi giudizi critici.

Adesso toccatemi tutto ma non il mio Quentin. A parte che si potrebbe discutere sul fatto che Tarantino rappresenti una cultura snobistica, visto che ha da sempre dichiarato il suo amore più per i b-movie e per i trash movie (persino quelli con Lino Banfi!) che non per il cinema impegnato.
A parte che, come dice il regista di Io sono l’amore Luca Guadagnino, presente quest'anno nella discussa giuria:

Tarantino è un faro per milioni di spettatori, ha modificato l'immaginario mondiale, i suoi sette film hanno incassato 430 milioni di dollari, altro che cultura elitaria. Mi sembra che il ministro manchi di conoscenza dei fatti.

A parte che una giuria di un Festival cinematografico è anche normale che sia espressione di una cultura elitaria, non è mica la giuria di Velone.
A parte che io a parlare male di Tarantino starei attento, visto che qualche inglourious basterd te lo può sempre mandare in casa.
A parte tutto ciò, il motivo del dissenso del “Ministro” Bondi che, lo ricordo, nonostante la carica che ricopre non ha assistito a nemmeno uno dei film in Concorso, è il fatto che non abbiano vinto film italiani. Ma solo perché il Festival di Venezia è in Italia, non necessariamente si devono premiare film italiani. È un po’ come dover far vincere a tutti i costi la nazione organizzatrice di un Mondiale solo perché appunto gioca in casa. Che pure qualcuno (vedi quei democratici della Corea del Sud nel 2002) prova a fare pure questo...
Non contento, Bondi minaccia per il futuro:

Visto che i finanziamenti sono dello Stato, d'ora in poi intendo mettere becco nella scelta dei membri della giuria del Festival.

La giuria del Festival di Venezia 2011?
Augusto Minzolini (l’imparzialità fatta persona), Totò Riina (così sappiamo che nessuno farà il furbo), Elisabetta Canalis (perché un po’ di figa ci sta sempre bene), i fratelli Vanzina (mica possono mancare i massimi esponenti del nostro cinema?) e il Gabibbo Presidente di Giuria.

mercoledì 30 giugno 2010

Sesso, handicap e rock'n'roll

Sex & Drugs & Rock & Roll
(UK, 2010)
Regia: Mat Whitecross
Cast: Andy Serkis, Naomie Harris, Olivia Williams, Ray Winstone, Mackenzie Crook, Toy Jones, Bill Milner

In un tempo lontano lontano (un paio di giorni fa) vi ho parlato del film sulle rockers anni ’70 Runaways e ora è tempo di aggiornarvi con un nuovo biopic musicale ambientato all’incirca in quel periodo, ma stavolta dedicato a Ian Dury, strambo personaggio famoso soprattutto in Gran Bretagna, autore con i suoi Blockheads di un paio di grandi hit come Hit me with your rhythm stick e soprattutto il pezzo che dà anche il titolo al film: Sex and drugs and rock and roll.
Oh yes.

Colpito da poliomielite in tenera età, Ian rimane storpio a vita, ma questo non gli impedisce di prendere la vita di petto, salire su un palco e diventare un grande intrattenitore. Perché di questo si tratta, lui stesso non si definisce un cantante (le sue doti canore non è che siano proprio eccelse, d’altra parte) però è un entertainer notevole e, soprattutto, un funambolo della parola, un giocoliere che si destreggia in rime e assonanze pazzesche. Il suo è uno stile very davvery british che influenzerà parecchia musica successiva (i Blur degli anni 90 o gli Arctic Monkeys, soprattutto per il modo di raccontare storie, ma anche The Streets e molti rapper made in England).
A vestire i panni di questo singolare personaggio (una sorta di folle incrocio tra Johnny Rotten e il Dr. House) c’è Andy “tessssoro” Serkis, nientepocodimenoche il Gollum nella trilogia de Il signore degli anelli.
La diversità viene però gestita da Dury in maniera ironica (vedi il pezzo “Spacticus Autisticus”); la tematica principale su cui il film si sofferma non è dunque questa quanto il controverso rapporto di Dury con il padre e con il figlio. Sullo sfondo ci sono anche le due donne della sua vita, interpretate peraltro da due ottime attrici: la glaciale Olivia Williams (vista nella serie tv Dollhouse) e l’afroamericana Naomie Harris.


Il regista Mat Whitecross adotta uno stile videoclip pop velocissimo alternato a momenti più lenti e riflessivi, eppure non convince al 100%. Anche perché alla fine si ha come la sensazione di aver “vissuto” un’esistenza molto interessante, ma è come mancasse un tassello per dare al racconto un valore superiore, così come i pezzi di Dury sono interessanti (e splendidi a livello di lyrics) ma musicalmente non eccelsi. Manca qualcosa, insomma. Come dice però lo stesso Ian Dury: “E la morale della storia è… non andate a cercare morali nelle storie. Se volete un messaggio, levatevi dalle palle e andate all’ufficio postale.”
(voto 7)

Considerata la non enorme popolarità del personaggio in Italia, non so se questo film arriverà da noi tanto presto. La versione in lingua originale per fortuna è QUI, con i sottotitoli italiani QUI.

lunedì 14 giugno 2010

La vita anestetizzata (Kynodontas)

Kynodontas – Dogtooth
(Grecia, 2009)
Regia: Giorgos Lanthimos
Cast: Christos Stergioglou, Michele Valley, Aggeliki Papoulia, Mary Tsoni, Hristos Passalis, Anna Kalaitzidou

Kynodontas significa dente canino.
Due genitori non tanto a posto tengono segregati all’interno dei confini della loro mega villa i loro figli: due ragazze e un ragazzo (più un misterioso altro figlio riuscito a fuggire via). Li tengono al sicuro dal mondo esterno. Da cosa di preciso non è dato sapere, visto che sesso & violenza non sono comunque banditi all’interno della casa.
Ad esempio il ragazzo, in una visione un tantinello maschilista del mondo, lo fanno “accoppiare” regolarmente una volta a settimana con una tipa esterna. Dico “accoppiare” perché questi genitori più che “crescere” dei figli li “allevano” come fossero animali e perché il sesso è qualcosa di puramente meccanico e fisiologico. Nessun coinvolgimento, nessuna passione. In questo film vedrete le scene di sesso più fredde che possiate immaginarvi. Quanto alla violenza, i genitori non si fanno certo problemi a darle di santa ragione ai figli.
Come divertimento, i ragazzi si inventano dei simpatici giochi: si sfidano a chi toglie il dito per ultimo da un rubinetto d’acqua calda, a chi si sveglia prima dopo aver preso un anestetico e in tv possono guardare unicamente video di riprese di loro stessi che non fanno nulla di minimamente interessante.
I dialoghi sono fatti di nulla. I ragazzi che vivono in questo ambiente “protetto” (il padre dice loro che se usciranno dalle recinzioni della casa finiranno sbranati da una feroce belva: un gatto!) sembrano usciti dalla serie tv Dollhouse e conducono una vita totalmente anestetizzata, da cui un giorno potranno uscire: la regola del padre è che saranno “maturi” per andare a vivere nel mondo esterno solo quando gli cadrà un dente canino.

In questo film c’è una evidente metafora politica, con una descrizione sottile e intelligente delle tecniche di lavaggio del cervello tipiche dei regimi totalitari. Ma io sottolinerei come anche le religioni agiscano in una maniera decisamente simile, attribuendo significati puramente arbitrari a cose & situazioni, tanto quanto un pensiero dittatoriale. Una riflessione sul concetto delle regole, delle imposizioni sociali, delle costruzioni mentali, su quello che ci dicono e prendiamo per vero (The Village di M. Night Shyamalan in questo ha fatto davvero scuola) in cui ognuno di noi è libero di vederci quello che vuole.
Però c’è anche qualcos’altro che secondo me il regista vuole dirci. Il sesso non è proibito, ma sono proibite le emozioni. libri non sono proibiti ai ragazzi, ma sono solo libri di scienza & medicina. Non ci sono storie, non c’è fiction. I film sono severamente banditi; c’è una scena chiave in cui la ragazza esterna che si “accoppia” con il ragazzo dà alla figlia dei film (Rocky, Lo squalo, dalla scena di ballo verso il finale capiamo che forse le ha dato pure Flashdance). Quando il padre lo scopre si incazza di brutto. Questa è secondo me una delle chiavi della pellicola: quando si eliminano la fantasia, la cultura, il potere dell’immaginazione, che vita resta?

Il film è girato con uno stile rigoroso quanto le regole date dal padre ai figli: inquadrature fisse, senza movimenti di macchina, a voler definire un mondo statico e immutabile. Non a caso le uniche, brevissime, riprese in spalla coincidono con dei fugaci barlumi di libertà.
Uno sguardo freddo che mi ricorda il Gus Van Sant di Elephant e soprattutto Michael Haneke: Funny Games (per la fotografia luminosa e la follia che si insinua in un’ambiente apparentemente paradisiaco), Niente da nascondere (per le riprese statiche), Il nastro bianco (per le implicazioni politiche). Ma dentro c’ho trovato anche l’assurdità di voler rinchiudere i figli, in un eccesso di protezione che sfocia in malattia pura, de Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola. Possono venire in mente anche i casi veri di reclusione da parte dei genitori (Natascha Campusch, Joseph Fritzl) ma il film va veramente ben al di là di un racconto da cronaca nera, perché oltre alla geniale intuizione iniziale, la grandezza di quest’Opera greca la si vede nei dettagli: una figlia a tavola chiede alla madre di passarle il telefono e questa le passa la saliera. Perché? Perché i genitori hanno sostituito il significato di alcune parole che potrebbero risultare ambigue o difficili da spiegare: “zombie” così è per loro un fiore giallo e “fica” una lampada particolare. Quando la figlia dice: “Andiamo a sentire nonno cantare”, il padre fa partire “Fly me to the moon” di Frank Sinatra. E poi la scena di ballo verso il finale: imperdibile.

Giocato splendidamente sul contrasto tra una fotografia accesa, un’atmosfera ovattata, quasi paradisiaca e una realtà inquietante, davvero davvero inquietante. Non è un horror, ma difficilmente si esce dalla visione senza esserne sconvolti e agghiacciati. C’è veramente da stare male a guardare questo film, eppure è imperdibile.
Una delle pellicole più potenti e incisive che mi sia mai capitato di vedere: un canino che si insinua dentro la pelle.
(voto 9+)

Un film vincitore della sezione Un Certain Regard a Cannes 2009 e di 5 oscar greci, consigliato dall’amico blogger Robydick, interpretato magnificamente e che ci segnala un nuovo grande Autore di cinema: Giorgos Lanthimos. È solamente uno dei film più significativi degli ultimi anni, ma questo non sembra essere abbastanza per farlo uscire in Italia.
Link per scaricarlo:
Sottotitoli italiani: QUI

Dopo la visione, potete trovare altre riflessioni interessanti sul film in questo sito. Anche se dopo questa pellicola è altamente raccomandata una commedia oppure una passeggiata all’aria aperta. In un posto senza recinzioni.

lunedì 7 giugno 2010

Il segreto dei suoi occhi

Visto che nelle sale italiane è appena uscito, vi ripropongo la mia "vecchia" rece del film (evvai di riciclo!)

Un ragazzo può cambiare qualsiasi cosa. Il suo volto, la sua casa, la sua famiglia, la sua ragazza, la sua religione, il suo Dio. Ma c’è una cosa che non può cambiare. Non può cambiare la sua passione.”


Il segreto dei suoi occhi
(Argentina, 2009)
Titolo originale: El secreto de sus ojos
Regia: Juan José Campanella
Cast: Ricardo Darìn, Soledad Villamil, Pablo Rago, Javier Godino, Guillermo Francella, Carla Quevedo

La più grande sorpresa degli ultimi Oscar è stato il premio per il miglior film straniero andato all’argentino “El secreto de sus ojos”, che ha battuto i più accreditati “Il nastro bianco”, palma d’Oro all’ultimo Cannes e trionfatore agli Oscar europei, e “Il profeta”, celebrato in Francia con 9 César e vincitore a Cannes del gran premio della giuria. Premi a parte, questi sono due capolavori. Due dei migliori film degli ultimi tempi. Due film devastanti. E allora, perché l’Oscar è andato a questo piccolo film argentino?
Semplice. Perché è un film strepitoso, di quelli che mentre scendono i titoli di coda non puoi fare a meno di stare ad applaudire da solo come un emerito cretino.

La storia parte da uno spunto piuttosto classico: un investigatore una volta pensionato decide di ripercorrere, romanzandolo, un suo vecchio “cold case”, un caso irrisolto. L’omidio/stupro di una ragazza avvenuto 25 anni prima, un evento che ha segnato nel profondo tutta la sua vita e di cui non si è mai liberato.
Di ciò che succede dopo non vi anticipo nulla. Solo che la pellicola procede con grazia sul terreno del thriller/noir, concentradosi intimamente sui suoi personaggi, cui si finisce per affezionarsi senza condizioni. Li vorresti abbracciare, tanto sono umani e veri. Il regista Campanella ha il merito di tenerli vicini, questi personaggi, e quando ti sembra quasi che puoi accarezzarli gentilmente, ecco che il film va a colpire con durezza. Una carezza in un pugno.

Un tema su cui la pellicola riflette delicatamente è quello di se e come si possa andare avanti, dopo un evento così drammatico. Tema che lo accomuna a un altro film che ho amato molto recentemente: “Amabili resti” di Peter Jackson. In entrambi, il male viene a bussare non invitato alla porta della vita quotidiana e l’ambientazione è simile: “Amabili resti” è totalmente immerso nei 70s, questo parzialmente: il film è ambientato nel 1999, ma il protagonista rivive attraverso frequenti flashback il periodo degli anni Settanta in cui il crimine è avvenuto. Chi non è rimasto molto convinto dalla pellicola di Jackson può comunque stare tranquillo: in “El secreto de sus ojos” non ci sono risvolti fantasy e dentro questa sceneggiatura è davvero difficile trovare punti deboli.
Strepitosi i dialoghi, si ride e si piange, gli attori qui da noi volti sconosciuti sono perfetti, l’accompagnamento musicale è leggero ed emozionante, la parte thriller riserva alcune scene di enorme tensione ma la vicenda possiede anche un risvolto sentimentale. In più affronta in maniera pregevole un'altra tematica spinosa: quella della giustizia.

Un film che in Argentina e Spagna è stato un mega campione di incassi e spero che da noi col passaparola possa diventare un piccolo grande successo. Perché è davvero difficile rimanere indiffenti, a cotanta bellezza.
(voto 9)

Potete trovare il film QUI

venerdì 14 maggio 2010

Little Britain

Fish Tank
(UK, 2009)
Regia: Andrea Arnold
Cast: Katie Jarvis, Michael Fassbender, Kierston Wareing, Jason Maza, Harry Treadaway

Neorealismo inglese, questo sconosciuto. Sconosciuto da noi, visto che certi film in Italia proprio non ce li vogliono far vedere, come i neo-nazi nei thatcheriani anni Ottanta di This Is England o la ragazzina ribelle di questo splendido Fish Tank, vincitore di un sacco di awards internazionali come il Gran Premio della Giuria a Cannes 2009 e il titolo di miglior film britannico ai BAFTA 2010 (gli Oscar inglesi). Scusate se è troppo poco per avere una visibilità italiana.

La telecamera segue da dietro e perlopiù alle spalle la vita di Mia, una teenager confusa, con una famiglia problematica (vive con una madre zoccola e una sorellina che la insulta) e un caratterino incazzoso (dà una testata da far invidia a Zidane a delle troiette di quartiere, tanto per fare un esempio). La sua passione è ballare musica hip-hop. Se adesso vi vengono alla mente immagini di film come Save the last dance o Step up siete fuori strada. E avete sbagliato quartiere. Perché qui siamo dalle parti degli adolescenti della grandiosa serie Skins e nella periferia inglese i sogni non si avverano. La vita continua a scorrere tra le delusioni più che tra eccitanti sorprese.
Strepitosa l’esordiente Katie Jarvis nei panni di una teenager molto vera, molto irrequieta e molto poco tv-studio-aperto.
Ottima la colonna sonora black, che spazia da una spaziale versione di “California Dreaming” cantata da Bobby Womack al rap di Ja Rule e Nas.



Tanto per fare un paragone poco impegnativo, potremmo definirlo un quattrocento colpi moderno e Truffaut nemmeno si rivolterebbe nella tomba. Cinema britannico ai massimi livelli, un film fatto di illusioni spezzate che dice molto sulla vita (non solo sull’adolescenza) di oggi (non solo in Inghilterra). Perché, come dice Nas: life’s a bitch and then you die, that’s why we get high.
(voto 8)

È un film molto recente, magari presto o tardi qualcuno si sveglia e lo distribuisce anche in Italia (ma non ci conterei troppo). Nel frattempo potete vederlo in lingua originale con sottotitoli italiani.

Film in inglese
Sottotitoli italiani

venerdì 7 maggio 2010

Porn* Love

Zack and Miri Make A Porno
(USA, 2008)
Regia: Kevin Smith
Cast: Seth Rogen, Elizabeth Banks, Craig Robinson, Jason Mewes, Brandon Routh, Katie Morgan, Traci Lords, Justin Long

Zack (ragazzo) e Miri (ragazza) sono amici fin dai tempi del liceo e conducono insieme una vita piuttosto miserabile da perdenti della provincia americana. In bolletta più totale, decidono (o meglio, Zack decide) che dovrebbero girare un porno per riuscire a saldare i debiti. Miri pensa che Zack voglia farlo solo per fare finalmente sesso con lei e forse ha ragione.
Reclutato un cast stralunato, ci danno dentro con le riprese e con il sesso. Divertente nella prima sboccatissima parte, il film si trasforma poi nella solita prevedibile storia d’amore a lieto fine di cui non si sentiva alcun bisogno, soprattutto visto che all’inizio la storia sembrava poter andare in direzioni più originali. Il risultato è piacevole e carino, ma dal regista di Clerks - Commessi e Dogma con del materiale porno a disposizione (e le vere pornostar Katie Morgan e Traci Lords nel cast, insieme allo Strafumato Seth Rogen) mi aspettavo qualcosa di più scorretto, sporco e cattivo. Zack e Miri fanno un porno, Kevin Smith fa un film ruffiano.
(voto 5/6)

Il film non è uscito in Italia nemmeno in DVD, non si capisce bene perché. Lo potete trovare in inglese con sottotitoli in italiano QUI

lunedì 3 maggio 2010

Capitan America

American Splendor
(USA, 2003)
Regia: Shari Springer Berman, Robert Pulcini
Cast: Paul Giamatti, Hope Davis, Judah Friedlander, Harvey Pekar

Dopo lo stupefacente “Timecrimes”, un altro prezioso film consigliato dall’amico blogger Robydick. Si tratta di “American Splendor”, film fumettoso che poco o nulla però ha a che fare con le pellicole sui supereroi. Non di meno, Harvey Pekar è un eroe. A modo suo.

“American Splendor” unisce in un condensato originale vita e opere di Harvey Pekar, autore di storie (ma non delle vignette, realizzate da artisti differenti) che raccontano… la sua vita. No avventure fantasy incredibili. No uomini in calzamaglia che devono salvare il mondo. No cose per bambini, né per ragazzini. Solo la sua miserabile vita di archivista in quel di Cleveland. Una roba rivoluzionaria per l’epoca (ha cominciato nei ’70) che l’ha trasformato in una sorta di padre del neorealismo a fumetti.
L’atmosfera del film, grazie alle rarefatte musiche jazz e a un montaggio a vignette notevole, è totalmente avvolgente. Si viene risucchiati dentro anche se non si capisce bene cosa è reale, cosa è invenzione, cosa è alterato.
C’è Paul Giamatti (“Sideways”, “Lady in the water”) a interpretarlo, ma c’è anche lo stesso Harvey Pekar che ogni tanto compare a dire la sua. Eppure alla fine come in un Big Fish dalla vita straordinariamente ordinaria il quadro che ne è esce è quello di un personaggio unico che vale la pena conoscere. Un uomo stralunato, nerd pur disdegnando la categoria, indie ma con gusti musicali jazz, spassoso nonostante si prenda sempre sul serio, diventato famoso negli Stati Uniti anche per le sue partecipazioni (involontariamente) comiche al David Letterman Show. Divertentissimo poi il suo amico nerd/autistico Toby Radloff, che nei folli anni ’80 finirà persino per avere una sua rubrica su Mtv.
Harvey Pekar non è un supereroe. Eppure Harvey Pekar è il mio nuovo eroe.
(voto 8)

(Il film non è uscito in Italia ed essendo del 2003 ormai non uscirà più. Lo trovate però in rete in inglese con sottotitoli in italiano.)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com