The Drums “Portamento”
Genere: new wave della new wave
Provenienza: Brooklyn, New York, USA
Se ti piacciono ascolta anche: Franz Ferdinand, Smiths, Cure, Mansun
Bello, il nuovo disco dei The Drums. Davvero. Realizzato con classe, anzi con grazia e innegabile Portamento, come annuncia il titolo stesso. Eppure manca qualcosa. Sì, manca qualcosa, ma cosa? Proprio non lo so. È una sensazione di quelle strane, come quando la mattina vi svegliate, uscite di casa e avete come l’impressione di non aver fatto qualcosa. Un tarlo che vi si annida in testa e poi all’improvviso vi rendete conto di non aver mangiato niente a colazione, di non aver fatto la doccia e di non esservi nemmeno vestiti. Ed ecco anche spiegato perché tutti per strada vi guardavano in maniera strana. Mai provata questa sensazione?
Eppure nel nuovo dei The Drums sembra non mancare proprio niente. Nada.
Ci sono i testi che rimangono impressi come slogan come “And I believe that when we die, we die,” dell’iniziale Book of Revelation.
Ci sono le melodie a presa rapida che ti ritrovi a canticchiare quando hai la testa tra le nuvole. Ovvero sempre.
Ci sono i ritmi leggermente danzerecci che ti fanno muovere il piedino a tempo ah yeah ma sei così scordinato da non riuscire ad andare proprio a tempo.
C’è un singolo come Money che più irresistibile di così non si potrebbe pretendere, no proprio non si potrebbe. E tra l'altro il testo in periodo di crisi economica è perfetto.
Eppure manca qualcosa. Sì, ma cosa?
Non per trovare il pelo nell’uovo (che modo di dive disgustoso, aggiungevei tva l’altvo), ma di certo manca una sola piccola cosa. Una cosa fondamentale, che dopo un disco d’esordio folgorante difficilmente arriva con il secondo album che è sempre il più difficile nella carriera di un artista, nonostante siano presenti alcuni tentativi di rinnovare la loro formula sonora, come con il basso pesante di Hard to love o le atmosfere spaziali di Searching for Heaven.
Cosa manca, or dunque, in questo secondo The Drums?
L’effetto sorpresa.
Sorpresi?
Ecco cos’era quella strana sensazione. E, tanto per controllare, sicuri di avere i vestiti addosso?
(voto 7-/10)
sinceramente..sono creciuto con la new wave, che è stato un movimento fantastico perchè rivoluzionario,innovativo, nato x ripartire da quello che c'era stato prima e non aveva più senso..ora,la riproposizione della new wave del decennio scorso, con gruppuscoli tipo interpol, o franz ferdinand e similari, l'ho trovata patetica,una penosa operazione commerciale fatta da chi,in realtà, non ha nulla di nuovo da dire..cosa mancava a questi gruppi?la volgia di esplorare nuove frontiere della musica, la voglia di novità,la voglia di inventare..cosa è rimasto? penoso scimmiottamento del passato, punto..e allora se devo ascoltare interpol, ascolto gli originali,quindi mi ascolto ian curtis..se devo ascoltare franz ferdinand mi ascolto i wire, o gli xtc, o i sound, o echo..non ceto questi pagliaccetti capaci solo di scopiazzare..e cerco la novità là dove posso trovarla..musica africana, tipo tinariwen, o comunque contaminazioni...
RispondiEliminame lo sono appena "comprato" merita!!!
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