lunedì 29 ottobre 2012

Bachelotette

The Wedding Party
(USA 2012)
Titolo originale: Bachelorette
Regia: Leslye Headland
Cast: Kirsten Dunst, Rebel Wilson, Isla Fisher, Lizzy Caplan, James Marsden, Adam Scott, Andrew Rannells, Hayes MacArthur, Kyle Bornheimer, Ella Rae Peck
Genere: chick flick
Se ti piace guarda anche: Le amiche della sposa, Tre uomini e una pecora, Quattro matrimoni e un funerale, The Five-Year Engagement, Ancora tu!

Kirsten Dunst quando è alle prese con un matrimonio ne combina davvero di tutti i colori.
Qualcuno ricorda Melancholia?
Se la risposta a questa domande è no, vergognatevi e uscite immediatamente da questo blog!
No, scherzo. Restate, però vergognatevi. Vergognatevi, e tanto.
Se nello splendido film di Lars Von Trier mandava all’aria il suo di matrimonio, scopandosi giusto il primo tizio che passava di lì durante il ricevimento nuziale, questa volta la bella Kirsten ha deciso di rovinare il matrimonio della sua BFF con la diabolica collaborazione delle altre damigelle d’onore.
Perché?

"Io mi sposo e tu no. Alla faccia tua e delle tue tette perfette, Kirsten!"
Fondamentalmente perché loro damigelle sono delle gran fighe, ma la prima delle compagnia a sposarsi è la tipa che in maniera politically correct potremmo definire meno carina, e in maniera non politically correct potremmo definire più cessa. E per altro si sposa con un tipo (relativamente) bello e (sicuramente) ricco, il classico buon partito che loro che sono belle e fiche non sono riuscite ad accaparrarsi. Com’è ingiusto il mondo.
In maniera più o meno involontaria, le 3 damigelle porcelle riescono quindi a rovinare i preparativi delle nozze dell’amica, che non è una porcella pure lei, ma in compenso è soprannominata “faccia di maiale”.

"Dici che Lars Von Trier ti ha voluta in Melancholia solo per vederti le tette?
Ma va, Kirsten, non l'avrei mai detto..."
La cosa positiva di questo film è il suo essere cattivo, pieno di droghe e sul politically incorrect andante. In mezzo a tante commediole straripanti di buoni sentimenti, una nota positiva non da poco. Per quanto la cattiveria possa essere considerata una cosa positiva, e per quanto alla fine l’happy ending non sia evitato del tutto nemmeno qui.
Questo era comunque per trovare una nota positiva al film, perché per il resto è davvero difficile trovare grandi elementi a suo favore. Uno, sicuramente, è il cast. Un altro è… no, basta. È finita lì. Solo il cast.
Le 4 protagoniste, diciamolo subito, non sono al livello delle scatenate Bridesmaids del film Le amiche della sposa capitanate dalla grande Kristen Wiig. Però fanno pur sempre la loro porca figura.

La meno convincente, quella meno a suo agio con i tempi comici, è proprio la star, Kirsten Dunst. La mia adorata Kirsten Dunst. La mia attrice preferita se non consideriamo Natalie Portman come una semplice attrice bensì come una Dea. Come è giusto che sia considerata. Insomma, Kirsten Dunst strepitosa nei ruoli drammatici, con la comedy si trova meno bene. Sarà che in questo caso la sceneggiatura non le dà per nulla una mano. E no, se ve lo stavate chiedendo, e so che ve lo stavate chiedendo, miei cari maniaci in ascolto, la risposta è no: Kirsten Dunst in questo film non mostra le tette ad alcun pianeta in avvicinamento.

"Cooosa? Per contratto solo a Kirsten è consentito di far vedere le tette?"
Più abituate alla commedia sono invece le altre 3 girls: la “curvy” Rebel Wilson, la novella sposa, è una comica australiana che ormai si sta facendo largo a Hollywood con robuste spallate alla facciazza di un sacco di rivali scheletriche e continua a fare apparizioni in romcom matrimoniali, dal già citato Le amiche della sposa a Tre uomini e una pecora.
Poi c’è Isla Fisher, nota per I Love Shopping e per essere la moglie gnocca di Sacha Borat Cohen, dal quale ha forse imparato l’arte della comicità. Proprio così: Isla Fisher è una gnocca che sa far ridere, e non ce ne sono mica tante in circolazione. Ci sono quelle che sono solo gnocche (Kirsten Dunst) e ci sono quelle che sanno solo far ridere (Rebel Wilson), e poi ci sono quelle che combinano entrambe le qualità: Isla Fisher e, in parte, pure la quarta protagonista di The Wedding Party, Lizzy Caplan.
Lizzy Caplan non è una gnocca clamorosa, però ha il suo fascino alternative. E pure lei sa far ridere. Io in particolare l’ho scoperta e venerata nella sottovalutata e troppo poco conosciuta serie comedy Party Down. Una serie incentrata su una compagnia di catering. È vero, detto così non è molto appealing, però era davvero uno spasso. Da quella serie arriva anche Adam Scott, che pure qui si fa sempre Lizzy Caplan. Una mossa non troppo originale, però è bello rivedere i due protagonisti di Party Down, che pure quello guarda caso i casi della vita aveva Party nel titolo.

Il titolo originale di questo The Wedding Party però è Bachelorette, che significa donna non sposata, oppure scapolona, oppure zitella, e però è anche un reality show americano e però è anche e soprattutto una splendida canzone di Bjork. Bjork che tra l’altro è stata protagonista tormentata di un film di Lars Von Trier, Dancer in the Dark per la precisione, proprio come Kirsten Dunst lo è stata di Melancholia. E quindi tutto torna, gente. Nei post di Pensieri Cannibali, tutto torna. Possono sembrare un insieme di frasi senza senso buttate lì nel mucchio a casaccio e alla buona e invece non è così. Non sempre, almeno.
Tutto torna, nei post cannibali, e quindi ecco a voi Bachelorette, canta Bjork.



"Tenetemi pure bendato, raga. Tanto Kirsten in questo film le tette non le mostra."
Purtroppo il film Bachelorette con la grandiosa canzone di Bjork e il grandioso video diretto da Michel Gondry non ha niente a che vedere. Giusto il titolo originale, per il resto è un chick flick che di originale non ha nulla e segue la fortunata scia delle commedie matrimoniali in una maniera alquanto sfortunata. Questo particolare sottogenere delle pellicole sentimentali ci ha regalato in passato robe parecchio gradevoli come Quattro matrimoni e un funerale e più di recente la fenomenale accoppiata Una notte da leoni + Le amiche della sposa. Lo so che quest’ultimo l’ho già citato un paio di volte, però è chiaro che se questo The Wedding Party è stato prodotto è perché i produttori hollywoodiani speravano di ripeterne l’exploit ai botteghini. Cosa che non si è verificata, considerata la sua qualità barbina.
Il problema principale del film è che non fa ridere. Si sforza di farlo, ma senza successo. La trama è molto prevedibile e scontata, ma quello si poteva già metterlo in conto, visto che è la classica storia incentrata su un addio al celibato, su una notte da leoni anzi da leonesse. In più, la sceneggiatura che l’esordiente Leslye Headland ha tratto da una sua stessa opera teatrale non possiede una grossa personalità. Ma, soprattutto, come pellicola d’intrattenimento The Wedding Party funziona pochino e male. Fino a che sulla sua visione si abbatte  lo spettro più temuto da ogni commedia. Come si chiama questo spettro? Lo volete proprio conoscere?
Ve lo presento, si chiama Noia.
E a un film con Party nel titolo, non potrebbe davvero capitare cosa peggiore.
(voto 5/10)


17 commenti:

  1. Ricorda troppo Le amiche della sposa effettivamente... forse dovevano aspettare un po' prima di girare un film così simile!

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  2. mi attira come la sabbia nelle mutande in una giornata di pioggia.

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    1. ma tanto, almeno stando all'immagine/icona che utilizzi,
      direi che le mutande non le indossi :D

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  3. Filmetto decisamente deludente, che liquiderò nei prossimi giorni.
    Comunque, Lizzy Caplan è decisamente meglio della tua protetta Dunst!

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    1. solo perché è il tuo 357esimo compleanno,
      non sei autorizzato a sparare fordianate così grosse sul mio blog! :D

      e, comunque, anche lizzy caplan è una mia protetta...

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  4. di questo film mi attira il cast tutto al femminile e il vago senso di somiglianza con Le amiche della sposa che mi ha divertito un sacco. Il tuo 5 mi scoraggia ma sono cmq curiosa di verificare!

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    1. guardalo, ma sappi che le amiche della sposa era di ben altro livello...

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  5. Anche secondo me Kirsten Dunst non è adatta per i ruoli comici, il fatto che sia bionda non significa che debba fare necessariamente ruoli stupidi, per quello c'è Cameron Diaz, ma se lei li accetta significa che le va bene così.

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  6. Ecco, io tutto questo filone di addii al celibato/nubilato comincio a non sopportarlo più, grande trovata una notte da leoni - il migliore in questo senso degli ultimi anni - e vada per le amiche della sposa che comunque mi ha fatto ridere parecchio, ma adesso bastaaaa!!!!!

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  7. classica cannibalata superificiale, però dato che la Dunst svetta su tutte dovrò vederlo... eh la figa, la figa...

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  8. è quello che pensavo anch'io, per quello non l'ho ancora visto

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  9. dunque abbiamo detto le stesse cose, il problema è che non mi ero manco accorta della tua pubblicazione.. quindi o ne capiamo qualcosa tutti e due di cinema, oppure esiste un tunnel spazio temporale che unisce le nostre menti!

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  10. Io, a Lizzy Caplan, starei tutto il giorno a ciucciarle la passera, dorco pio!

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