lunedì 21 gennaio 2013

DJANGO UNCHAINED MY HEART

Django Unchained
(USA 2012)
Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Cast: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Kerry Washington, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Walton Goggins, James Remar, Nichole Galicia, Don Johnson, Franco Nero, Russ Tamblyn, Amber Tamblyn, Jonah Hill, Zoe Bell, Bruce Dern, M.C. Gainey, Michael Bowen, Quentin Tarantino
Genere: western tarantinato
Se ti piace guarda anche: Django, Gli spietati, Lo chiamavano Trinità, Il buono, il brutto, il cattivo, Bastardi senza gloria

Il bello di Quentin Tarantino è che da una parte sai già cosa aspettarti, da ogni suo nuovo film, e dall’altra sa sempre stupirti. Sorprenderti come il Puffo Burlone con i suoi pacchi esplosivi. Sai già che ti scoppieranno in faccia, ma non puoi fare a meno di aprirli.
Quentin Tarantino può citare, rubare se vogliamo, idee e scene da altri film, dalla Storia, dai cartoni, dai fumetti, ma non imita nessuno. Una pellicola di Tarantino è una pellicola di Tarantino. Ha un suo stile personale, unico. Quando vedi un suo film, sai che è un suo film. Questo però non significa che il Quentin ripeta sempre la stessa pellicola. Tutt’altro. Quentin applica il suo stile a generi e a storie diverse, ultimamente anche a Storie diverse, evolvendosi e cambiando. Se vogliamo, provando persino a maturare. Cosa che continua a non riuscirgli del tutto e ciò è un bene. Tarantino resta sempre un bambinone. Un eterno fanciullo che ha mantenuto intatto il potere di stupirsi e di stupirci ancora e ancora e ancora e ancora.
Django Unchained è probabilmente il suo film più maturo. Allo stesso tempo, è comunque un film cazzaro, spassoso, folle, splatter e divertentissimo. Quentin insomma è come Peter Pan. Un Peter Pan imbastardito. Non crescerà mai. E Dio lo benedica per questo.

Da dove partire, per parlare di un film come Django Unchained?
Non lo, sono emozionato. Davvero. Porcalaputtenabasterda. L’ha fatto di nuovo. It’s Quentin, bitch. Oops, he did it again. Perché sto citando Britney Spears?
Non lo so. Sono andato nel pallone, ecco perché. Mi emoziono io, a dover scrivere di un Mito come Quentin. Mi trasformo in un fan scatenato allo stato terminale.
QUENTIN? DOV’ È? DOV’ È? AAAAAAH! VOGLIO IL SUO AUTOGRAFO!!!

Ricomponiti, Cannibal.
Ricomponiti.

"Ma tu lo conosci quel blogger, Cannibal Kid?"
"Vuoi dire Cannibal Kiiiii? La D è muta."
Dunque. Django Unchained, dicevamo.
Django Unchained è una disamina profonda e acuta sul razzismo che attanagliava l’America Bianca alla vigilia della Guerra di Secessione. Un omaggio al cinema western, allo spaghetti-western in particolare e più ancora nel particolare al Django di Sergio Corbucci con Franco Nero, qui presente in un simpatico cameo. Un film fiume su due (anti) eroi molto particolari per il genere: un tedesco ya e un nero yo. Per quanto poco io me ne possa intendere di cinema western, ed è davvero ma davvero poco, non i due tipici protagonisti di un film western.
Nella seconda pellicola della sua “trilogia storica”, Quentin Tarantino continua a riscrivere la Storia a suo piacimento. Dopo i nazisti di Inglourious Basterds, la sua ultraviolenza prende di mira gli schiavisti e il Ku Klux Klan. Quentin è un Robin Hood che uccide i ricchi per dare ai poveri. Ai poveri intesi come le vittime della Storia.
La Storia vera è andata così?
No, purtroppo no. Ma questo è Cinema, non è Storia. Qualcuno vada a spiegarlo a Steven Spielberg, autore di un Lincoln impeccabile in quanto a lezione di Storia, decisamente più carente in quanto a invenzione cinematografica. Diciamo che se fossero prof. del liceo, Spielberg sarebbe il saccentone di ruolo che sei costretto ad ascoltare in silenzio se no ti sbatte una nota sul diario, mentre Tarantino sarebbe il prof. cazzaro supplente che arriva in classe, fa un paio di lezioni che ti cambiano la vita e ti fanno credere che la scuola sia davvero una cosa utile e poi viene cacciato dall'istituto per aver fatto sesso con una studentessa e sniffato coca nei cessi.
Del proffone Spielberg ci sarà comunque tempo di parlarne, quando? A suo tempo. Non facciamoci prendere dalla foga. Cerchiamo di mantenerci lucidi e non divagare in troppe digressioni. Proprio come fa Tarantino in questo suo ultimo lavoro. Qualche flashback c’è, ma è molto più contenuto rispetto al suo passato. Tarantino è uno che ci sguazza, in flashback e deviazioni di percorso inconsuete, però qui sembra essersi quasi imposto di non eccedere e di provare a seguire un percorso più lineare. Django Unchained è il suo film più lineare. Cosa che non significa assolutamente sia privo di fantasia, come da qualcuno ipotizzato. La sfida anzi è stata quella di provare a domare il suo genio dirompente e schizofrenico. Senza imbrigliarlo. Soltanto, cercando di disciplinarlo maggiormente. Il genio di Tarantino resta sempre un puledro libero di scorazzare dove vuole. Non si è trasformato in un noioso war horse, tranquilli.

Quentin ha allora provato a raccontare questa volta una storia più lineare, diretta, meno ingarbugliata. Ha ricercato la classicità. Quello che ne è uscito, come al solito, è la sua versione della classicità e questo è un western, sì lo è, ma è la sua versione del western.
Cosa che tradotta significa: piacere godurioso. Piacere godurioso allo stato puro. Anche per chi come me al solo sentire la parola western comincia già a sudare freddo.
Questa volta, Quentin ha tenuto giusto qualche flashback, non troppo numerosi, e ha rinunciato alla struttura a capitoli esibita in Kill Bill e Bastardi senza gloria. Tara però è pur sempre Tara, non si smentisce mai, e quindi pure qui possiamo comunque intravedere delle divisioni piuttosto nette tra le parti del film.

"Sì, mi ha consigliato Prince di vestirmi così, problemi?"
La prima parte è di presentazione ai due protagonisti principali, i Bud Spencer e Terence Hill della situazione, che poi con Bud & Terence non è che abbiano molto a che vedere. Il cruccone è Christoph Waltz, magistrale, gigionissimo, grandioso. Il black cowboy è Jamie Foxx, meno sopra le righe rispetto agli altri attori del cast ma di nuovo in gran spolvero come in Collateral, la pellicola che l’aveva rivelato, e in Ray, la pellicola che gli aveva permesso di vincere il premio Oscar. Da allora la sua parabola era caduta pericolosamente nella fase calante e anche i suoi tentativi di carriera in ambito musicale come cantante R&B, per quanto dignitosi, non sono riusciti più a portarlo a quei livelli. Fino all’arrivo del solito Tarantino, in grado in passato di resuscitare carriere ben più moribonde della sua e a cui questo Django non potrà che fare bene. All’inizio, Tarantino per il ruolo da protagonista voleva Will Smith, ma (per fortuna) a causa di un cachet superiore a quello di Nicole Minetti per una serata in disco non se n’è fatto nulla. Meglio così.
Se uno parlando di presentazione dei protagonisti può pensare a una scena introduttiva di pochi minuti, non ha fatto i conti con la megalomania di Tarantino. La sua è una presentazione con i controcazzi che va avanti all’incirca per un’oretta buona. Bisogna introdurli bene e quindi ci vuole il tempo che ci vuole.
Una delle qualità che ammiro di più di Quentin, oltre alla sua capacità/facilità di creare dialoghi stellari, è che ama i suoi personaggi. Non li butta lì dentro al film a caso. Non li getta in mezzo a una strada come cuccioli spaventati. Lui li ama, i suoi cazzo di personaggi. È anche per questo che gli attori quando lavorano con lui danno sempre il massimo, perché si trovano con dei character che dietro hanno una storia, un contesto, una vita anche all’infuori della pellicola.
"Ci usa come schiavi personali, ma non è razzista come dicono."
Quentin (fuori campo): "ALLORA, ARRIVA QUEL CAZZO DI VINO?"
Dopo una serie di eroine donne, Quentin questa volta è tornato al passato. A quando ai tempi de Le iene era accusato di maschilismo, teoria poi ampiamente demolita a colpi di pistola da Jackie Brown, di sciabola dalla Sposa di Kill Bill, a cazzotti dalla girl band di Grindhouse - A prova di morte e con il fuoco da Shosanna di Bastardi senza gloria. Forse un giorno vorrò smontare anche le accuse di maschilismo rivolte a un altro regista geniale come Lars Von Trier ma, visto che potrebbe risultare un’impresa parecchio impegnativa, per il momento preferisco tornare a occuparmi di Quentin.
In Django Unchained, ci regala allora una lunga intro in cui impariamo anche noi ad amare questi personaggi come fa il regista. C’è spazio inoltre per una scena siparietto esilarante sul Ku Klux Clan, in cui viene utilizzato il Dies irae di Verdi e compare persino Jonah Hill. Un momento comico esilarante, così come allo stesso tempo un’altra grande rivincita e sberleffo del regista contro la Storia e contro ogni razzismo. Alla faccia di chi (non faccio nomi: Spike Lee) ha il coraggio di accusarlo di essere razzista.

"Non è vero che il business delle sigarette elettroniche è destinato
a passare presto di moda. A me piacciono tantissimo!"
Dopo di ché, il film entra nella sua seconda fase. Quella della missione vera e propria. L’apprendista cacciatore di taglie Django, ormai diventato killer spietato, con l’aiuto del suo compare Dr. Schultz vuole riscattare la moglie Broomhilda (che nomi fantastici che ci regala ogni volta il Tara!), ridotta a schiava (sessuale) presso Candyland, la dimora di Calvin Candie, un riccone che si diverte a far combattere gli schiavi di colore. Nella parte di Broomhilda troviamo l’affascinante Kerry Washington, attualmente anche protagonista della serie tv Scandal, protagonista dei momenti più romantici e anche visionari del film, mentre in quella di Calvin troviamo un Leonardo DiCaprio in una delle sue migliori interpretazioni da un po’ di tempo a questa parte. Era forse dalla sua immedesimazione totale nell'Howard Hughes di The Aviator che non vedevo Leo così determinato e convinto, lasciato dal Tarantino a briglia sciolta e dunque in grado di poter osare come non gli capitava da parecchio.
Menzione d’onore va poi a un grandissimo Samuel L. Jackson, attore che da’ il suo meglio con Tarantino e che qui non so perché mi ha ricordato un personaggio dei Boondocks, il cartone che andava in onda qualche anno fa su Mtv.


La storia si evolve quindi in una maniera che non vi sto a raccontare, ma che ci regala nuove scene, battute, momenti mitici, qualche sequenza splatter, una delle morti più esilaranti nella storia del Cinema e molto altro. Nella parte finale Tarantino conferma inoltre, oltre a un talento da dialoghista che non ha eguali, di essere diventato un maestro, il Maestro assoluto nella costruzione della tensione. Come già avvenuto in Bastardi senza gloria. La parte a Candyland, che a qualcuno potrebbe sembrare lenta, è lenta. Tarantino infatti vuole rallentare i ritmi, per preparare così al meglio il crescendo finale, super violento e tarantiniano, ma pure più sentimentale del solito, anche se già con la conclusione materna di Kill Bill ci aveva mostrato il suo lato inaspettatamente cuccioloso e tenerone.
Dentro questo Django Unchained c’è poi davvero tanta ma tanta di altra roba buona, così tanta che è da vedere e basta. Vedere per Credere (nel senso religioso del termine) in Dio Quentin.

"Certo che c'è davvero una bella taglia su quel Fabrizio Corona latitante..."
Vogliamo tirare fuori un paio di note negative, che se no poi mi si accusa di essere troppo di parte, cosa che con Tarantino sono assolutamente? E allora le dico: Quentin compare qui pure come attore e conferma che quello non è il mestiere che gli riesce meglio. No. Inoltre, la canzone realizzata per l’occasione da Ennio Morricone non è certo neanche lontanamente tra le migliori composizione del Maestro italiano e la voce di Elisa…
Uff! Davvero c’è Elisa che canta in un film di Tarantino?
Perché?
Peeeeeeeeeeeeeerché???
Quando l’avevo sentita all’interno della colonna sonora, prima della visione, la loro “Ancora qui” mi aveva fatto una pessima impressione, ma inserita all’interno del contesto del film ci può stare ancora (qui). Poteri miracolosi di Tarantino. Anche se il pezzo rimane probabilmente il peggiore mai usato in una sua soundtrack, è riuscito a farlo suonare in maniera decente.
"Aaah, la tauromachia!"
Fortuna che il resto della colonna sonora è come al solito oltre ogni livello di coollaggine, con le atmosfere western vecchio stampo del mitico tema di Django di Luis Bacalov che si accompagnano in maniera naturale a nuovi pezzi hip-hop e R&B firmati per l’occasione da Anthony Hamilton, John Legend, Rick Ross e altri (peccato per l’assenza di Frank Ocean, che aveva scritto una ballatona apposta per il film ma che alla fine non è stata utilizzata).
I brani black e rap si adattano alla perfezione al cinema di Tarantino, forse il regista più hip-hop in circolazione. Come un dj, Quentin “ruba” e campiona generi e idee dal passato, rielaborandoli in una maniera del tutto personale e facendoli suonare come nuovi. Come un MC, poi, Quentin riempie i suoi film di parole, con una serie di dialoghi infuocati, ricchi di citazioni, riferimenti e naturalmente un linguaggio “parental advisory explicit content”, proprio come i testi rap.

Non va dimenticata comunque anche la bellissima “I Got a Name” di Jim Croce, usata in uno dei momenti più riflessivi del film. Perché sì, il nuovo Tarantino è anche riflessivo. Ci parla di schiavitù nella maniera più vera e meno accademica possibile e ci regala un western che è molto di più e di altro rispetto a un western.
È più maturo, come dicevamo in apertura, ma non è troppo maturo. Perché alla fine Tarantino Unchained cambia ma rimane sempre lo stesso: il buon vecchio figlio di buona donna scatenato che conoscevamo, amavamo e ameremo per sempre.
(voto 9/10)

Post pubblicato anche su L'OraBlù, con tanto di nuova locandina firmata C(h)erotto.



60 commenti:

  1. sìììììì... sono assolutamente, dannatamente d'accordo con te!
    Django (la d è muta) mi ha letteralmente conquistata, tanto che l'ho già visto due volte, ma lo rivedrò sicuramente! :-D
    niente, non ho niente da aggiungere a quello che hai saputo dire così bene: Tarantino è geniale, divertente, eccessivo come sempre, e questo si riflette della magistrale interpretazione di Di Caprio, Waltz, Foxx e soprattutto il grandioso S. L. Jackson.
    Incredibile.

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  2. Credo che sia la prima volta che sono assolutamente totalmente e schifosamente d'accordo con te dalla prima all'ultima parola, punteggiatura compresa! :)

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  3. Ok, è un capolavoro...vado, vedo e dico...:)

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  4. Recensione DA PAURA! Quentin sarebbe orgoglione di te!

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  5. premesso che la cavalcata di quei pirloni del KKK è accompagnata dal Dies Irae di Verdi e non da Wagner (non è che abbiamo visto due film diversi?) mi permetto di lodare QT per un altro motivo
    TARANTINO sta a WALTZ come LEONE sta a EASTWOOD: ci vuole un regista superlativo per scoprire e fiondare in alto un attore semisconosciuto

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  6. La grandezza di Quentino secondo me è essenzialmente quella di creare,come in questo caso, un capolavoro (piccolo o grande,dipende anche dai gusti personali!), facendoti intuire,sottotraccia, che lui si è divertito un casino e che a te...ti ha preso un po' per il culo!!!
    Massimiliano

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  7. non ho letto nulla perché sto evitando di leggere qualsiasi tipo di commento prima della visione, però scorrendo la pagina mi è balzato agli occhi quella scritta "VOGLIO IL SUO AUTOGRAFO" e così ho deciso di commentare per farti un po' rosicare dicendoti: "IO CE L'HO!!!" :D

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  8. Recensione perfetta per un capolavoro che mi ha lasciata a bocca aperta.
    A D O R O O O ! ! !
    Devo concentrarmi per scrivere un post memorabile, ma so già di non essere all'altezza...è un Film troppo MAIUSCOLO!!!

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  9. D'accordissimo.
    L'ennesimo colpo riuscito di Quentin.
    CINEMA. Basta. E' puro cinema, di quelli che hanno una storia corposa, una regia ottima, dialoghi interessanti, fotografia di qualità, colonna sonora spaziale.

    Tarantino ama il cinema, e si vede. Sa giocare coi generi, li ha assimilati e riprogrammati.
    Unica cosa: c'è un personaggio misterioso che ha catturato la mia attenzione... Ossia la trapper interpretata da Zoe Bell, unica donna in mezzo a quei buzzurri, i guardiacaccia di Calvin.
    Dobbiamo attendere la versione Tarantino's Cut?
    Chissà, chissà :p

    Dmoz (la d è muta)-

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    1. Anch'io ho notato che quel personaggio sembrava importante e poi è cagato zero. Forse è un trucco, forse ci vuole fare intendere che sarà un personaggio centrale per la trama e invece SCHERZETTO!

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    2. penso anch'io che potrebbe essere il classico scherzetto tarantiniano :)

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    3. In realtà io ho letto che Goggins (il mitico e figliodiputtanissima Shane Vendrell in The Shield) ha detto che quel personaggio doveva essere sviluppato per bene...
      Avete presente la scena in cui guarda le diapositive (!) con lo sfondo da Cavalieri dello Zodiaco (!) -era la casa di Candie in costruzione? O era davvero un tempio greco?-
      Insomma, pare che la trapper e Django dovevano conoscersi da bambini... o qualcosa del genere.
      Aspettiamo un po' di sentire Tarantino, ora che smaltisce la gioia per il suo ennesimo successo...

      Moz-

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    4. Casa di Candie? Non è il templio di Cerere a Paestum?

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    5. Appunto, io non l'ho capito che luogo fosse!! Mi sembrava, come ho scritto, una cosa classica.

      Moz-

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    6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  10. Incredibile: concordo dalla prima all'ultima parola.
    Magie di Quentin, che è riuscito anche a metterci d'accordo sul Western rendendoci un pò gli Schultz e Django della blogosfera!

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  11. Non ho letto tutto, per paura di spoiler perché il film devo ancora vederlo.
    Però la prima parte, da fan invasato, mi è bastata. Sembri me, quando parlo di qualcosa che mi appassiona: mille frasi sconnesse e deliranti.
    La citazione di Britney te la perdono solo per questo. E perché, comunque, è gnocca.

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  12. Concordo anche io, recensione molto bella. Spenderei due parole per Elisa che davvero, in sto film, non c'entrava niente. Dopo i primi secondi di smarrimento e aver pensato "ma hanno sbagliato?!" ho cercato una motivazione che probabilmente non ho ancora capito.

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    1. tarantino quando si è trovato di fronte a un nuovo pezzo originale di morricone, ovviamente non ha potuto dire di no.
      però probabilmente non lo sapeva che morricone avrebbe chiamato elisa per interpretarlo :)

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  13. bellissima recensione... poi la storia del supplente cazzaro ha un indiscutibile fascino narrativo

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  14. se lo andrò a vedere, sarà per DiCaprio!

    P.S.: Che ne dici di dedicare un post a lui sui suoi film? invece della nomination all'Oscar avrà un tuo post.

    P.P.S.: Hai letto il commento che ti ho lasciato nel post scorso sul Tara? Per te che ti piace credo che sarà come una doccia fredda se non lo sapevi.

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    1. ho visto un sacco di film con dicaprio, ma non li ho visti tutti.
      prima o poi un post monografico su di lui comunque ci potrebbe stare. anche se penso avrebbe preferito nettamente una nomination all'oscar eheh :D

      (ho dato un'occhiata al commento sul post precedente: dannato spielberg, è proprio dappertutto :)

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  15. Gran bel film! A me è piaciuta la canzone di Elisa però. Secondo me a un orecchio non italiota suona meglio, però.....E poi Elisa è una grande!!!

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  16. "ama i suoi personaggi. Non li butta lì dentro al film a caso." Verissimo, allo stesso tempo però è tremendo (ma è giusto così) per la velocità con cui li fa morire: vedi Vincent Vega, per citare un esempio.

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    1. diciamo che ha imparato col tempo ad amarli ahahah :)

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  17. Non sapevo di questa tua devozione per Tarantino! bene a sapersi!

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  18. Secondo me invece Django Unchained è un film sotto la media tarantiniana. Il che non vuol dire che sia un brutto film ma neanche questo gioiellino. Direi che è un sasso, ben rifinito (che magari i fan del film mi tirerebbero in testa). Oltre che il suo film meno riuscito credo sia anche quello più immaturo, oltre che come soggetto anche come realizzazione. Non l'ho trovato così spassoso, forse i primi 45 minuti, non l'ho trovato folle, non l'ho trovato neanche così splatter né divertentissimo. Insomma, non l'ho trovato. Eppure l'ho visto. Ha delle cose buone ma soprattutto ha molte cose negative. Tutta questa disamina profonda (ma perché?! Dove?!) e acuta sul razzismo non l'ho vista. La citata comparsata di Nero (il che è curioso, il black intendo) l'ho trovata sulla soglia del ridicolo andante.

    Sì, il film è lineare, ma una linea che va per inerzia. Si dipana come il rotolo di lana lanciata al gatto.

    Il siparietto Ku Klux Clan l'ho trovato (in quella trovata) davvero troppo siparietto. Sì, divertente ma anche forzato.

    DiCaprio certo è ok, ma non esaltante. Meglio Samuel L. Jackson ((doppiato malissimo rispetto alla sua eccezionale impostazione vocale data al personaggio) e ancor più incisivo Christoph Waltz che si trascina dietro un anonimo Jamie Foxx.

    Nell'ultima ora e mezza francamente io mi stavo annoiando a morte, sapendo già come sarebbe andata a finire. E quando lo sbadiglio predominava mi compare pure Quentin che rende il tutto ancora più goffo col suo essere un manzo.

    Vorrei dire Djan-go-fuck yourself, ma solo perché per quanto mi riguarda è un film mediocre ma realizzato con mano sapiente.

    (Bartleby Corinzio)

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    1. mi dispiace bartleby che tu, proprio tu, non ti sia goduto in pieno questo spettacolo di cinegoduria.
      a volte capita. a me personalmente con i film di tarantino non è mai capitato, però capisco possa succedere...
      riguardo al razzismo, credo che nel primo dialogo tra il dr. schultz e django venga spiegato con ironia e profondità unici allo stesso tempo tutto il disagio dei bianchi ad avere a che fare con la schiavitù dei neri, però allo stesso tempo lo stesso schultz ammette di sfruttare la situazione a suo vantaggio. quel dialogo per me è geniale.

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  19. d'accordo con te al 100%! Mi sono divertita a vederlo, e lo dice una che non impazzisce per Tarantino e per il cinema iperviolento!
    E concordo pure sul fatto che l'unica nota stonata, in tutti i sensi, è la voce di Elisa in un film di questo tipo e di tale regista; ho avuto un attimo di confusione ascoltandola!

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  20. mi tolgo il cappello di Django per la recensione veramente superba! anche se non sono d'accordo su molte cose che hai detto...per me non è neanche nella top 5 di Tarantino, cioè mi sono divertito a vederlo ma ho il tremendo sospetto che oramai quentino tarantino no passi più tempo a specchiarsi che a fare qualcosa di veramente nuovo.Anche perchè non sempre esce un piatto di nouvelle cousine partendo da ingredienti classici del junk food...

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  21. Una recensione molto entusiasta e su cui mi ritrovo in molti punti. Solo Tarantino non stanca con un film così lungo e in cui fondamentalmente l'azione fa più che altro da sfondo, bellissimo. Comunque anch'io ho dedicato un post (il primo) del mio neonato blog a "Django Unchained" ma lo critico un po'. Se vuoi dagli un'occhiata :)

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  22. Ja, ja, ja, grande recensione *applausi* :)

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  23. Appena uscito dal cinema!
    Magnifico...

    E il finale:"He's the guy who's the talk of the town,
    with the restless gun...."

    Mi sono commosso!

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  24. Quentin volente o nolente ha cambiato la mia vita quando mi sono approcciato per la prima volta al cinema "pratico". E' un caposaldo della nostra generazione, un gran figlio di puttana che sa il fatto suo compreso lo scopiazzare e il citare, ma è il suo essere un nerdone represso che lo spinge a farsi il figo su quanto conosca il cinema. Ennesimo centro per quel BAD MOTHER FUCKER!

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  25. Già l'ho detto per l'altro post, ma mi fai gasare quasi quanto l'idolo in questione. E, per un attimo, mi fai dimenticare quelle sottigliezze che, però, premono forte nella mia testa. Un'altra bella ode!

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  26. IL.MIGLIOR.QUENTINO.DEGLI.ULTIMI.DIECIcazzo.DI.ANNI..

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  27. Gran bella recensione. Felice di sapere che il mio amore per Tarantino non è minacciato dal suo ultimo film, ora lo aspetto con impazienza ancora maggiore.

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  28. Bellissime parole!
    La scena della cena a Candyland sarà stata lenta, ma tesissima. Fiato sospeso per tutto il tempo! Non sapevo che aspettarmi, dietro l'angolo c'era sempre il coup de theatre (vogliamo parlare di quando Candie tira fuori il teschio?). Insomma: Tarantino sei un genio!

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  29. è piaciuto tantissimo anche a me!il western non è proprio il mio genere e non sono una tarantiniana doc, ma il film è stato cazzutissimo e fighissimo in tutti i sensi.
    la scena del Ku Klux Klan è una genialata incredibile.
    Voglio l'Oscar alla mano sanguinante di Di Caprio SUBITO!

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  30. "Aaah, la tauromachia!"
    Ahahaahah ti aDDoro!!
    Ma aDDoro di più Quentino mio, che ha firmato l'ennesimo capolawork. Anzi, più di lui aDDoro Waltz, immenso, superbo, cialtronissimo! <3

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  31. io penso che sia molto triste che con tutta probabilità nessun altro film di tarantino riuscirà a raggiungere i fasti di pulp fiction. molto triste per tarantino, più che altro. e questo solo per una questione di tempistica, non per meriti effettivi! mi spiego: django e bastardi senza gloria, a mio parere, sono capolavori privi di difetti. così come pulp fiction. il problema è che per me (così come per tutti) sono venuti dopo pulp fiction, e tutto quello che viene dopo pulp fiction non sarà mai visto con occhio abbastanza critico. pulp fiction è in cima, e ogni altro film di tarantino soffre della sindrome del fratello minore.

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    Risposte
    1. ogni altro film, non solo di tarantino, viene dopo pulp fiction! ;)

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    2. Su questo siamo d'accordissimo ;)

      Moz-

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  32. Didascalie fenomenali (ah, la tauromachia!) per un film fenomenale!

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  33. Vero, Jackson assomiglia di brutto a quel personaggio!
    In ogni caso sempre tanto amore per Quentin, il film ci è piaciuto, si si...:-)

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  34. Io il film l'ho elogiato. Non ho paura a definirlo Epico. Un film così capita raramente, ogni dieci vent'anni. Però Bastardi senza gloria, capolavoro fanta-storico, è di due anni fa... quindi solo Tarantino ha forgiato, in questi anni, due capolavori a due anni di distanza. Lode a Tarantino.
    Complimenti per la recensione e per tutte le altre: sono sempre attente, argute e maledettamente divertenti.

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  35. Rece impressionante, bravo Marco. Faresti diventare un tarantiniano anche un amante di Bela Tarr...
    Sai come l'ho pensata io, siamo lì dai, a me mancano gli !!!!

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  36. Ma sono l'unico miserabile a cui il pezzo di Elisa piace?

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    Risposte
    1. death, con un nickname come il tuo, non ti facevo tipo da elisa... :D

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    2. È uno di quei momenti in cui mi accorgo di essere tutto sbagliato :(

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  37. A me Tarantino non è mai piaciuto al 100%. Non lo so, forse non lo capisco ma mi ha lasciato sempre perplessa.
    Eppure.. Django me lo sono goduta dalla prima all'ultima scena.
    Ottima recensione come sempre.

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  38. Ah. ma solo a me Steven ha fatto venire in mente Biff Tannen di Ritorno al Futuro?

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    Risposte
    1. l'avevo letto anche in un'altra recensione.
      e in effetti ora che mi ci fate pensare, non avete torto... :)

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  39. avrei dato un rene per vederlo insieme a spike lee incatenato alla sedia :D

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  40. bellissima recensione! non so se lo sapete ma la scena in cui Di Caprio si taglia la mano è successa davvero e lui ha continuato a recitare come se nulla fosse! io gli avrei dato un oscar solo per questo!

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  41. Cappello, in attesa del prossimo...

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