Mini-rassegna cannibale di dischi ascoltati nelle ultime settimane/mesi da queste parti.
In attesa del post dedicato agli album pop e a quelli rock, in arrivo a breve, oggi si parte con sonorità electro e hip-hop.
Check it out, yo.
"Beyoncé, fatti in là. Quando ballo sono più sexy di te! Forse..." |
Jay-Z “Magna Carta Holy Grail”
Dopo il disco in collaborazione con Dio Kanye West "Watch the Throne", le aspettative nei confronti del nuovo album di Jay-Z si erano fatte un filino troppo elevate, soprattutto all’indomani dell’uscita di una bomba come “Yeezus” del compare. La verità è che Jay-Z, nonostante una manciata di buoni lavori come The Black Album e The Blueprint, è più uno da singoli che non da album. E in questo suo “Magna Carta Holy Grail” di singoloni pazzeschi non ce ne sono, fatta eccezione per il notevole brano d’apertura Holy Grail, in cui a spiccare sono soprattutto la voce di Justin Timberlake, che offre una delle interpretazioni migliori della sua carriera, e una riuscita citazione di “Smells Like Teen Spirit” dei Nirvana.
Il resto del lavoro si adagia su sentieri più di routine. È come se Jay-Z, tra miliardi guadagnati a vagonate e un felice matrimonio con la neo bionda Beyoncé, si fosse messo l’anima in pace e non avesse più niente da dimostrare e da dire. Se le sue rime più infuocate sono rivolte contro la bimbominkia Miley Cyrus, d’altronde, i tempi delle faide tra 2Pac e Notorious B.I.G. sembrano davvero lontani nel rap mainstream di oggi. Quello che ha tirato fuori è allora un album da pantofolaio, che non si prende rischi come l’amichetto Kanye, ma suona come il solito disco di Jay Zeta. Tutto ben prodotto, tutto ben rappato, ma il sacro Graal dell’hip-hop si trova ben lontano da qui.
(voto 6-/10)
Sono tornati! Sono tornati! I due genietti della musica elettronica che non pubblicavano un album nuovo dal 2005 sono tornati!
Sì, ok, lo sanno già tutti, i Daft Punk sono tornati da parecchi mesi…
Ma io non sto parlando dei Daft Punk. Sto parlando dei Boards of Canada i quali, nonostante il nome, arrivano dalla Scozia. Specialisti nella musica ambient e chill-out strumentale e dalle sonorità molto cinematografiche, se ne sono usciti con un nuovo gioiellino confezionato con la loro tipica cura e classe. Musica da sottofondo, ma sia detto nel senso migliore del termine. Non è musica da ascensore. È musica che crea un ambiente sonoro, che ti avvolge in maniera delicata e ti porta nel suo mondo. Non un gruppo da singolone spacca classifiche, non un gruppo da dance club, non un gruppo immediato. Se darete loro un po’ di fiducia, però, non li abbandonerete più.
(voto 7,5/10)
Disclosure “Settle”
La figata. Questo disco è la figata.
Una volta c’erano Fatboy Slim, i Prodigy, i Chemical Brothers, i Groove Armada, i Basement Jaxx, ecc ecc. Per carità, ci sono ancora in circolazione, però si sentono sempre meno. A supplire alla loro (parziale) mancanza ci pensano allora i Disclosure, due giovincelli inglesi che propongono il suono più cool oggi in circolazione. Un misto di garage UK alla maniera degli Artful Dodger e di nuovi suoni dubstep, il tutto con un tocco di pop che non guasta. Dance ma non truzzi, electro ma potenzialmente adatti anche per un pubblico poco electro, i Disclosure rappresentano il qui e ora della musica e il loro album d’esordio “Settle” è il disco perfetto dell’estate 2013.
(voto 8/10)
Rudimental “Home”
…e se non vi bastano i Disclosure, ocio e soprattutto orecchio ai Rudimental. A dispetto del nome che si sono scelti, il sound di questo quartetto britannico è tutt’altro che rudimentale. Super produzioni in bilico tra drum’n’bass, electro, trip-hop e dubstep con ospiti vocali talenti emergenti come John Newman, Foxes, Syron, Alex Clare, Angel Haze ed Ella Eyre, oltre alla ormai superstar Emeli Sandé, per un album che più che come un album suona come una compilation (riuscita) dell’attuale scena elettronica UK.
(voto 7+/10)
Tricky è Tricky. Vi devo anche stare a dire cosa ha fatto e chi si è fatto nel corso della sua carriera? Per riassumere brevemente, ha collaborato con i Massive Attack , realizzato una serie di album grandiosi e si è fatto Bjork, durante l’epoca d’oro del trip-hop negli anni ’90. Ma basta parlare del passato. Com’è il suo disco nuovo?
È un altro intrigante album di Tricky, come al solito. Anche i suoi lavori meno riusciti possiedono tutti il loro fascino e questo non fa eccezione. Non siamo al livello dei suoi primi folgoranti disconi, però è comunque un dischetto degno di nota e di ascolto. Tanto per usare qualche frase tipica che si usa in queste circostanze, potrei dire che è “L’album migliore di Tricky dai tempi di…” e qui aggiungete il titolo dell’ultimo lavoro di Tricky interessante a vostra scelta. La verità è che a me sembra il solito valido album di Tricky. Forse un filo meglio rispetto ai suoi ultimissimi, ma per una volta non c’ho voglia di stilare una classifica. Meglio o peggio di questo o quell’altro disco, Tricky continua a sfornare roba di buon livello perché, in mezzo a tanti false idols, lui è un idolo vero.
(voto 6,5/10)
…e se vi piace Tricky, io vi consiglio di dare un ascolto anche a Ghostpoet.
Ghostpoet è un poeta di strada, un rapper, ma più che un rappato duro e puro il suo è un rappato parlato, vicino appunto allo stile di Tricky. Dopo il folgorante esordio Peanut Butter Blues & Melancholy Jam del 2011, il suo nuovo album “Some Say I So I Say Light” è un’altra collezione di poemi in musica, brani spoken word distesi su tappeti sonori notturni e metropolitani. Roba da ascoltare rigorosamente con le cuffiette per estraniarsi dal mondo circostante. Roba da gente a cui piace Tricky.
(voto 6,5/10)
Attenti al lupo.
(voto 7/10)
Cosa succede quando uno dei due Air, per la precisione Jean-Benoit Dunckel, quello più fighetto, lascia (spero solo provvisoriamente) gli Air e si dedica a un nuovo progetto musicale, questa volta in compagnia di Lou Hayter, cantante della indie pop band New Young Pony Club?
L’indovinello è presto risolto: ne esce un mix tra le due band. A volte il risultato di un’addizione non è dato dalla somma dei singoli addendi, in questo caso sì. Se avete presente il suono degli Air e quello dei New Young Pony Club e provate a unirli, ciò che ne verrà fuori sarà proprio il suono dei Tomorrow’s World. Va però notato purtroppo che, nonostante qualche brano non male, l’ispirazione non è altissima per tutto il lavoro e il risultato è lontano dai momenti migliori dei due gruppi di provenienza. Quindi provate a immaginare Air + New Young Pony Club, però in tono minore e avrete i Tomorrow’s World.
(voto 6-/10)
…e a proposito di gente che unisce le forze, la stessa cosa hanno fatto il musicista crucco Apparat + gli electro berlinesi Modeselektor. Il loro nuovo lavoro nel complesso è ottimo, davvero notevole, ma su tutto si erge il singolone “Bad Kingdom”, uno di quei pezzi per cui l’uomo deve aver coniato il termine “meraviglioso”.
(voto 7+/10)
Se vi piacciono The Knife, Bjork, Crystal Castles e in generale l’elettronica più malata e inventiva, non perdetevi questo disco.
Una figata maligna.
(voto 8/10)
Su Jay-Z sono d'accordo (d'altronde la mia recensione l'hai letta) sono curiousa invece sui Disclosure (ho già ascoltato qualcosina), Rudimental (ho ascoltato qualcosina anche da loro) e quel gran simpaticone (e rapper) di Tyler, The Creator.
RispondiEliminaGrazie per le segnalazioni, a parte geisì gli altri non li conosco ma sembra proprio robbabbuona...
RispondiEliminaGrande Cannibal!!!!
RispondiEliminaTi consiglio di ascoltare il disco di Asap Ferg - Trap Lord, sarei curioso di un tuo parere.
RispondiEliminaadesso sono ancora in ferie con una connessione della cippa.
Eliminaappena rientro vedrò di ascoltarlo. sperando sia al livello di A$AP Rocky...