sabato 15 febbraio 2014

BIG BAD WOLVES, I LUPI SPONSORIZZATI DA QUENTIN TARANTINO




Quentin Tarantino è il mio regista preferito, nonché uno dei miei miti assoluti personali. Credo di averlo già detto una o due volte. O forse una o due migliaia di volte. Una cosa che mi pare di non aver mai aggiunto è però che Quentin Tarantino secondo me di cinema non è che ne capisca un granché, o se non altro non ha per niente i miei gusti. Basti solo dire che chiama Lino Banfi “Maestro”. Ciò non diminuisce la mia ammirazione nei suoi confronti, tutt’altro. Il fatto che riesca a trasformare un’ispirazione presa per lo più da discutibili B-movies e riesca a trasformarla in grande cinema è una dote rara che lo rende un autentico fenomeno. È qui che sta il suo genio. Se Gesù Cristo riusciva a tramutare l’acqua in vino, lui riesce a trasformare la merda in arte. Non vi pare questo un autentico miracolo?

Nonostante non condivida molto i suoi gusti cinematografici, quando San Quentin parla bene di una pellicola scatena inevitabilmente la mia curiosità e quando Tarantino, dopo la sua lista dei film dell'anno, ha dichiarato che la cosa migliore del 2013 secondo lui era il piccolo e sconosciuto film israeliano Big Bad Wolves si è subito scatenata la caccia per trovarlo. Adesso finalmente l’ho guardato e… com’è?

Big Bad Wolves
(Israele 2013)
Regia: Aharon Keshales, Navot Papushado
Sceneggiatura: Aharon Keshales, Navot Papushado
Cast: Lior Ashkenazi, Tzahi Grad, Rotem Keinan, Doval’e Glickman
Genere: bastardo
Se ti piace guarda anche: Prisoners, Il sospetto, The Loved Ones

Guardi la prima sequenza di Big Bad Wolves e capisci di trovarti di fronte a un grande film. È una scena al rallenty e il rallenty è sempre rischioso. Può farti passare per un borioso presuntuoso radical-chic figlio di puttana. Può farti fare la figura del registone assurdo quando magari non è così. Può essere molto ingannevole, il rallenty. Antichrist di Lars Von Trier partiva ad esempio con una meravigliosa scenona in slow-motion per poi trasformarsi in una pellicola parecchio pasticciata e splatter. Per certi versi anche Big Bad Wolves procede nella stessa direzione, almeno per quanto riguarda la parte splatter, per il resto no. Big Bad Wolves è tutt’altro che una pellicola pasticciata. È anzi un lavoro molto preciso, ordinato, che conosce la storia che vuole raccontare e sa come raccontarla. La scena d’apertura, una delle migliori scene d’apertura mai viste, resta pur sempre la cosa più notevole della visione, e se fosse tutto così saremmo di fronte davvero al miglior film dell’anno come dice Tarantino. Il resto della pellicola non è invece allo stesso enorme livello della prima sequenza, ma comunque procede bene, parecchio bene, regalandoci vari altri momenti di grande cinema.

Rallenty a parte, dimenticate comunque il paragone fuorviante con Antichrist. Questo film percorre più che altro i territori di Prisoners, con l’aggiunta di un pizzico de Il sospetto. Anche qua la vicenda riguarda ragazzine scomparse e affronta il tema della pedofilia, di come una persona possa essere giudicata a priori e, soprattutto, tratta di giustizia privata. Giustizia fai da te ahi ahi ahi. Per quanto concerne le ragazzine scomparse, questo è un motivo classico all’interno del genere thriller, soprattutto da Twin Peaks in poi, solo che qui è giusto il motore che fa partire la vicenda, poi sviluppata in altre direzioni, più vicine al genere revenge movie e allo splatterone più sadico immaginabile, giocando un po' a nascondino con la violenza. Preferendo suggerirla, piuttosto che mostrarla in modo esplicito.

Il film gioca allora più che altro sulla tematica della giustizia privata e sui sospetti intorno all’accusato principale di aver stuprato e ucciso le ragazzine. Stesso campo da gioco di Prisoners e Il sospetto, appunto, ma stile di gioco del tutto diverso. Senza la pesantezza e l’angoscia che quelle ottime due pellicole provocano, Big Bad Wolves mantiene un tocco più ironico e beffardo, in grado di renderlo una visione non dico leggera, perché non lo è, ma più facile da sostenere e, a tratti, molti tratti, in grado di provocare persino grasse risate. Big Bad Wolves è un crime thriller bastardissimo, eppure riesce anche a essere un sacco divertente, pieno com’è di quell’umorismo alla… Tarantino. Alcuni dialoghi, alcune scene, riescono a mixare alla perfezione spasso & tensione come in pochi riescono fare, giusto Quentin, si veda in particolare Bastardi senza gloria, oppure la serie Breaking Bad.

Un tranquillo compleanno tra amici.
Prisoners, Il sospetto, Tarantino, Breaking Bad… tutti accostamenti mica da poco e questo film israeliano riesce a reggerli alla grande. A voler fare i lupi cattivi, possiamo trovare qualche limite nel suo volersi rintanare a un certo punto troppo nelle dinamiche dello splatter movie, così come è piuttosto limitata la costruzione dei personaggi, che rende difficile un trasporto emotivo altissimo come avviene per un thrillerone come Prisoners. Eppure, come Prisoners, riesce a tirare fuori delle riflessioni politiche e religiose non da poco, in questo caso sul rapporto tra ebrei e musulmani.
Piuttosto convincenti anche i tre interpreti principali, per lo più sconosciuti almeno dalle nostre parti: Lior Ashkenazi sembra uno Steve Carell incarognito, Tzahi Grad pare Al Pacino in You Don’t Know Jack, mentre Rotem Keinan sembra un incrocio tra Paul Giamatti e il protagonista di Holy Motors. E così ho anche dato qualche suggerimento per il casting di un possibile remake.
Il colpo di grazia lo regala poi un tema musicale inquietante quasi quanto quello de Il silenzio degli innocenti, oltre a un lieve tocco fiabesco che rende il tutto ancora più dark e dei dialoghi davvero, davvero brillanti. Ma chi c’è dietro a una chicca del genere?
Aharon Keshales e Navot Papushado, una coppia di registi e sceneggiatori che finora avevano girato solo l’horror Kalevet, che a questo punto sono curioso di vedere e considerando come in rete si trovi con i sottotitoli italiani direi che finisce dritto nella lista dei recuperi obbligatori. Due autori che dopo questo devastante quanto divertente Big Bad Wolves si segnalano come la grande speranza del cinema israeliano. E, forse, pure del cinema mondiale. Parola di Cannibal Kid e di Quentin Tarantino, che questa volta ha segnalato davvero un gran film. E non c’è manco Lino Banfi, e che chezzo.
(voto 8/10)

17 commenti:

  1. La scena iniziale del film, come credo di aver già scritto da altre parti, è pazzesca, e il film è particolare, perché riesce ad abbinare scene di tensione (quando non è tortura) a dialoghi carichi di ironia.

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  2. Ancora non sono riuscito a pescarlo, ma se i riferimenti sono Prisoners e Il sospetto, ho come l'impressione che saremo d'accordo anche su questo.
    Purtroppo. ;)

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    1. invece di andare a pesca di squali come un vecchio lupo di mare, vai a pesca di film coi lupi ;)

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  3. in settimana lo vedrò sicuramente!!!

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  4. Tra i prossimi film da vedere: saprò dirti.
    Intanto, ieri, ho recuperato Revolutionary Road. Un drammone con due attori veramente immensi: quello è il Di Caprio che mi piace. Impeccabile. Nel pomeriggio, poi, per festeggiare San Valentino, ho visto Nurse 3D: una trashata sanguinosa, sexy, divertente. Dopo averlo visto, in una recensione, potresti dare il peggio - o il meglio :P - di te.

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    1. revolutionary road l'avevo visto un po' di tempo fa. molto bello, anche se non è un capolavoro assoluto come sarebbe potuto essere...

      nurse 3D appena visto anch'io: ne parlerò prossimamente... ;)

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  5. voto esagerato, però il film merita. ne parlerò presto anch'io

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  6. Mi hai messo una discreta curiosità :)

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  7. Capolavoro. Gli avrei dato anche di più.

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  8. Buonissimo film, non il migliore del 2013 ma davvero un buonissimo film.

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  9. ma se mettessi un link per un torrent? giuro che non lo dico a nessuno..

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    1. nah, non qui che se no mi chiudono il blog. :)
      ti scrivo in privato...

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  10. Io Kalevet lo recensii qualche tempo fa (quando ero ancora un blogger... ;)) e ne rimasi folgorato (http://themovie-club.blogspot.it/2012/03/kalevet-2010.html).
    Qui i due compari sgrezzano la tecnica registica e affinano fino allo stremo la sceneggiatura che lascia davvero a bocca aperta.
    Tarantino ci vede benissimo.

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