martedì 22 maggio 2018

Made in Liga






Made in Italy
Regia: Luciano Ligabue
Cast: Stefano Accorsi, Kasia Smutniak, Fausto Maria Sciarappa, Ettore Nicoletti, Tobia De Angelis


Mai piaciuto Luciano Ligabue. Pensare che ho iniziato ad ascoltare musica proprio quando lui era all'apice del successo e “Buon compleanno Elvis”, il suo album più popolare e rappresentativo, era all'apice della classifica made in Italy dei dischi più venduti per settimane, per mesi interi. Io però all'epoca ero altrove, se non fisicamente con la testa e con le orecchie. Ero Oltremanica con i suoni made in Britpop di Blur & Oasis, ed ero Oltreoceano con la musica made in Seattle di Nirvana & Soundgarden.
Ligabue non me lo sono mai filato più di tanto. Le sue canzoni parlavano di vita nella provincia italiana in cui in teoria mi sarei dovuto ritrovare e invece non le capivo. “Vivo morto o X” ad esempio cosa significa? Mai compreso. “Wonderwall” è una parola senza senso, è una non-parola, eppure quella l'ho sempre capita, o se non l'ho capita a un livello letterale l'ho percepita a un livello emozionale. La musica è una questione di gusti, e se ti piace quella di Ligabue probabilmente non ne hai di molto buoni, però è anche una questione di sensibilità personale. Una cosa ti arriva o non ti arriva. Ti emoziona o non ti emoziona. Sto dicendo una banalità o non sto dicendo una banalità?
Certo che la sto dicendo, ma è così.

Una volta detto questo, Ligabue non mi ha nemmeno mai fatto schifo come, giusto per fare un esempio a caso, Vasco Rossi, l'altro rocker più celebre d'Italia, probabilmente l'unico più noto di lui. E il fatto che questi due siano i massimi rappresentanti, se non altro a livello di massa, del rock in Italia la dice lunga sullo stato del rock in Italia, presente e passato. Alcune canzoni di Ligabue oserei persino dire che mi piacciono, in particolare “Niente paura”, ma anche “Questa è la mia vita” e “Ho perso le parole”.

"Bravo Cannibal che parli bene di me... ehm, più o meno."

Ecco, quest'ultimo brano è presente nella colonna sonora di Radiofreccia, il debutto dietro la macchina da presa del Liga. Sinceramente non ricordo se l'ho mai visto per intero, o se ne ho guardato solo degli spezzoni. In ogni caso non mi era sembrato malvagio. Cosa che invece non posso dire del suo secondo film, Da zero a dieci, davvero tremendo e ricco di banalità. Se dovessi dargli un voto da zero a dieci, sarebbe di sicuro più vicino allo zero che al dieci. Da allora Ligabue si è ritirato dal cinema per dedicarsi esclusivamente alla musica. Vorrei dire per fortuna, non fosse che, fatta eccezione per la sopracitata “Niente paura” usata per lanciare il suo greatest hits, tutti i suoi album degli anni duemila sono stati delle ciofeche notevoli, ancor più dei suoi lavori precedenti che già non mi facevano impazzire.

Questo per arrivare alla nuova pellicola, la sua opera cinematografica numero 3, Made in Italy. E com'è?
Posso fargli un paio di complimenti.
Il primo è che è un film brutto, ma mai quanto il disco da cui è tratto/cui si ispira.
Il secondo è che si sente che è una pellicola genuina, pane & salame, come direbbe il mio blogger rivale Mr. James Ford, che secondo me è un po' il Liga della blogosfera e spero non lo prenda come un complimento, perché non lo è.

Il pregio, per i suoi fan, così come allo stesso tempo il difetto principale di questo lavoro, è il fatto di essere made in Liga al 100%. È qualcosa di così tanto ligabuiano che i suoi detrattori, nel caso si avventurino nella visione, rischiano la morte o il coma, mentre i suoi ammiratori potrebbero rischiare l'overdose.

"Chi non regge il Liga, è meglio si faccia una bella bevuta prima di vedere 'sto film."
"Meglio di no, rischia la ciucca triste."

Made in Italy è la summa del Liga-pensiero. È l'apoteosi del suo stile. È il suo greatest hits cinematografico.

Come protagonista c'è il suo attore feticcio Stefano Accorsi, nella parte dell'uomo che Luciano sarebbe potuto diventare, nel caso non fosse diventato una rockstar.
Rockstar???


Ebbene sì. C'è gente che lo considera una rockstar. Una grande rockstar italiana. D'altra parte c'è gente che si riferisce anche a Gianna Nannini come a una rockstar, e quindi...


C'è poi una Kasia Smutniak piuttosto fuori parte e sottotono rispetto al suo solito.

"No, non sto facendo il gesto della vittoria.
Sto indicando le due palle che mi sono fatta a sentire il disco del Liga per prepararmi alla parte."

Ci sono varie scene che sembrano dei videoclip anni '90. Dei brutti videoclip italiani anni '90, specifichiamo.


C'è una colonna sonora piena zeppa di canzoni di Ligabue, d'altra parte il film è tratto dal suo concept album omonimo, e quindi questa era una cosa (pessima) da tenere già in conto. Peccato, perché invece i brani internazionali usati sono ottimi, ci sono dentro Psychedelic Furs, Waterboys, Simple Minds e This Mortal Coil, e dimostrano che il Liga avrebbe anche dei buoni gusti musicali. Cosa che a sentire i suoi dischi non si direbbe. Diciamo che, senza le sue canzoni, il film ne guadagnerebbe non poco. Non abbastanza comunque da raggiungere la sufficienza, visto che la sceneggiatura è misera e stiracchiata, e a tratti proprio “sbagliata”. A un certo punto Ligabue infila due morti, una dietro l'altra. È una cosa che non si fa. È una regola non scritta della scrittura che bisogna seguire. Due morti troppo ravvicinate, cui si aggiungono il licenziamento e la conseguente depressione del protagonista, sono troppo mazzate ravvicinate in pochi minuti, roba che manco Shonda Rhimes + George R.R. Martin se fanno un'alleanza concepiscono qualcosa di tanto malefico, e soprattutto deprimente.


Nonostante si veda quanto al cantante di (S)Correggio stia a cuore il suo protagonista Riko/Stefano Accorsi e gli altri (abbozzati) personaggi del film, la loro umile ordinaria vita di provincia è rappresentata in maniera troppo stereotipata. Un po' come se una persona normale descrivesse la vita di una rockstar. Ne uscirebbe un racconto probabilmente pieno di luoghi comuni. Lo stesso si può dire di una rockstar, visto che come abbiamo appurato Ligabue è in teoria una rockstar, che scrive di un impiegato dalla vita ben lontana dai riflettori e dalle luci della ribalta. Com'era facile immaginare, ne è venuta fuori una descrizione dell'Italia e degli italiani che è quella che ti può dare un qualunque telegiornale medio.
Pur con tutti i suoi enormi limiti e difetti, non sono comunque riuscito a voler troppo male a questo Made in Italy, così come al Liga in generale. Non mi piace, non mi è mai piaciuto e probabilmente mai mi piacerà, ma nemmeno mi fa troppo schifo. E adesso basta fargli complimenti, che se no poi si monta ancora di più la testa.
(voto 4,5/10)


In chiusura, facciamoci una cantatina, con la mia personale versione cover di quello che con tutta probabilità è il pezzo più celebre di Ligabue.

Certi roiti
(musica: Ligabue, testo: Ligabue e Cannibal Kid)

Certe notti
la macchina è rotta
e dove ti porta
lo decide l'Uber

Certe notti
la strada non conta
e tu manco sai contare
che quello che conta
è che tu la quinta elementare non l'hai finita mai

Certe notti
la radio che passa J-Ax e Fedez
sembra non aver capito un cazzo chi sei

Certe notti somigliano a un tizio
di nome fa Liga
e di cantare non vuol smettere
smettere mai

E si può restare con una sòla
certe notti qui
che se non ti lecchi le dita godi
solo a metà
certi roiti te li fai giusto dopo 10 birre
o se non tieni gli occhi aperti mai
ci vediamo dall'ottico
prima o poi
dopo certi roiti quiii
dopo certi roiti quiiiii
dopo certi roiti quiiiiiii


8 commenti:

  1. Molto meglio Jolly Blue degli 883 dei film di Ligabue :D, almeno il primo titolo era un insieme di videoclip..a parte gli scherzi, Ligabue è un fenomeno particolare della musica italiana. Sì, ha raggiunto il suo apice con Buon Compleanno Elvis, poi è rimasto ai vertici, anche se i pezzi interessanti si contano sulla punta delle dita...In particolare ricordo il successo "mainstream" di happy hour, canzone da spot, una delle peggiori della sua produzione.

    Per quel che concerne la sua produzione cinematografica, ho interesse solo perché gira spesso dalle mie parti :D

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  2. Ligabue non piace manco a me, ma il film mi ispiracchiava.
    A questo punto, depenno e non ci penso.

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  3. Dal tono del post si direbbe che Ligabue ti abbia fatto qualche torto nel privato;-)

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  4. Certi Roiti! Ahahahaahah! Bisogna trovare assolutamente un produttore per la tua canzone ;) Scherzi a parte, a me Liga piace parecchio. Mi piacciono i suoi testi (non tutti, ovviamente), il suo modo di descrivere le cose e la sua voce, che trovo estremamente sensuale. Ho letto anche qualcosa di suo. In particolare, mi era piaciuto "La neve se ne frega". Ho letto le ultime pagine tra i singhiozzi e non ho mai ben capito cosa mi abbia smosso dentro, quali corde abbia toccato. Questo film non l'ho visto, ma mi intriga... Chissà, magari prima o poi, a dispetto del tuo 4,5, me lo guardo ;)

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  5. Decisamente troppo Liga per me, ti sei sacrificato, e come ben sai io sono sempre stata dalla parte del Vasco (dei primissimi tempi, della mia infanzia praticamente) ;)

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  6. E' passato proprio inosservato... Ormai Ligabue non fa più clamore

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  7. Apprendo solo oggi il significato di roito :) Se la memoria non mi inganna, Radiofreccia non mi era dispiaciuto, ma ero un adolescente e non conta. Da questo, non amando Ligabue, mi tengo lontano.

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  8. Ligabue da regista è terribile, nonostante io sia stato un suo grande sostenitore almeno fino a Buon Compleanno Elvis.
    Pane e salame, è vero. Ma il pane e salame sbagliato. ;)

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