martedì 4 dicembre 2018

Serial Killer: La quasi vecchia rubrica sulle serie TV - Novembre/Dicembre 2018





Ultimo appuntamento dell'anno con la rubrica mensile sulle serie TV di Pensieri Cannibali. Mensile... ok, è arrivata un po' in ritardo e quindi per questa volta è diventata bimestrale. Non fateci però troppo l'abitudine. Nel 2019 questa rubrica giungerà puntuale a fine mese come un reddito di cittadinanza...
Non v'è ancora arrivato?
Va beh, diamogli tempo a questo governo. Non sono ancora riusciti a rovinare del tutto il nostro paese, ma vedrete che ce la faranno. Mi sento fiducioso. Così come ho dato fiducia ad alcune serie TV nelle ultime settimane. Fiducia ripagata da alcune, meno da altre. Scopriamo insieme quali.

E attenzione perché in fondo al post c'è spazio anche per l'intervento di una guest star: Federico Vascotto che, dopo l'ospitata nella rubrica sulle uscite cinematografiche, c'ha preso gusto ed è tornato qui su Pensieri Cannibali. Un blog dove le sorprese non finiscono mai...

Ehm... per questo mese però sono finite qua.



Serie Top del mese bimestre

L'amica geniale

Ho un nuovo modello esistenziale. Da grande voglio diventare come lei.


L'amica geniale non è la classica fiction Rai cui erano abituate le nostre nonne negli anni '50. Anche perché forse non esistevano ancora. Si tratta di una co-produzione internazionale Rai/HBO/Paolo Sorrentino diretta da Saverio Costanzo – grazie Demo, grazie Demo – con una colonna sonora firmata da Max Richter che è l'autore delle musiche di Valzer con Bashir e della serie The Leftovers e quindi stica, e vede come protagoniste delle prime puntate due baby attrici molto brave: la mini-Sophia Loren Ludovica Nasti e la simil-vergine suicida Elisa Del Genio.


Anche se per un giudizio completo aspetterei di vedere prima tutti e 8 gli episodi di cui è composta, per il momento non è davvero niente male. Una sorpresa. Soprattutto considerando che io pensavo che L'amica geniale fosse uno spin-off di Friends dedicato a Phoebe Buffay (Lisa Kudrow), la friend autrice di canzoni geniali come Gatto rognoso.



Io comunque non guardo L'amica geniale come tutti voi comuni spettatori mortali Rai. Io guardo My Brilliant Friend!



Chilling Adventures of Sabrina

Alla faccia del binge-watching, c'ho messo quasi un mese per completare la visione di Le terrificanti avventure di Sabrina. Inizialmente si era rivelata una delusione pazzesca, poi a un certo punto è scattata la magia. Sono rimasto vittima di un incantesimo e ho cominciato a farmi coinvolgere da questa avventure che non saranno proprio terrificanti, ma sanno farsi appassionanti. Mai sottovalutare il potere della stregoneria.

Il quinto episodio incentrato su un demone che entra nei sogni di protagonisti mi ha ricordato un po' Nightmare e un po' qualche puntata di Buffy l'ammazzavampiri. Rispetto a quest'ultima Sabrina difetta in ironia, tende a prendersi e a prendere tutto troppo sul serio. È una tipa pesantona, diciamolo. Poco a poco si comincia però a entrare nel suo mondo e, dopo averla vista sgozzare un'altra strega come se stesse tagliando una fetta dalla sua torta di compleanno, mi sono innamorato di lei 💘. E ho realizzato che questa non è per niente una bambinata o una serie buonista.

"Ho appena ucciso la mia prima strega."
"Brava! Sono fiero di te."

Chilling Adventures of Sabrina non sarà particolarmente horror e terrorizzante, ma con gli ultimi episodi fa intravedere tutto il suo potenziale dark, che potrebbe esplodere definitivamente con una stagione 2 in arrivo ad aprile che si preannuncia una bomba e che aspetto già con ansia. Con calma, con i suoi tempi, Sabrina si è trasformata da delusione a folgorazione. Sia lodato Satana!



Serie così così del mese bimestre

Homecoming

Giudizio impopolare del mese, anzi del bimestre: Homecoming non è che mi abbia fatto impazzire. Lo so che ne parla bene chiunque. La critica che conta, così come lo spettatore che di solito guarda il Grande fratello. Tutti pazzi per Homecoming, o tutti pazzi e basta?

Homecoming è una serie che ha come protagonista la superstar Julia Roberts. All'inizio mi stava sulle balle, la vedevo come un'icona delle romcom più commerciali. Da Erin Brockovich in poi ho però cominciato a rivalutarla parecchio e in alcuni lavori recenti come I segreti di Osage County le ho addirittura riservato applausi a scena aperta. Come un pazzo. Quindi forse il matto sono io, non quelli che hanno adorato Homecoming. Tutto questo per dire che qui la Juliona Roberts, per quanto la sfanghi con professionalità, non mi è sembrata troppo in parte. Mi è parsa spaesata. Lo so che è proprio il suo personaggio a esserlo, però credo abbia esagerato, con tutto 'sto spaesamento. Sono stato chiaro, o sto dando sempre di più l'impressione del povero pazzo?

"Cannibal, sono la tua psicoterapeuta. Quindi significa che sì, sei pazzo."

Più della Roberts, mi ha invece convinto parecchio Stephan James, attore classe 1993 che vedremo anche in Se la strada potesse parlare, il nuovo lavoro diretto dal regista di Moonlight Barry Jenkins, e di cui credo sentiremo ancora parlare parecchio.

"Quel Cannibal non mi sembra poi così pazzo. Non più di quanto lo sia io, almeno..."

La serie è diretta da Sam Esmail, che è quello di Mr. Robot, e si vede. Nel bene, come nel male. Nel bene, perché all'inzio intriga. Nel male, perché dopo un po' comincia a dare l'impressione di essere troppo pretenzioso. Esmail sembra girare in maniera pazzesca, ma in realtà si limita a copiare Hitchcock, Xavier Dolan (con il formato video che si allarga come in Mommy ma senza lo stesso effetto emotivo) e persino se stesso, visto che la scelta dei caratteri di testa e molte riprese sono uguali identiche a quelle di Mr. Robot e quindi avrebbero anche stufato.

Sì, va bene, ma di cosa parla?
Homecoming racconta una vicenda cospirazionista sul piano segreto da parte di un'organizzazione governativa. Dietro ai tentativi di far riprendere i soldati dallo stress post traumatico della guerra ci sarebbe altro... Lo spunto è anche intrigante, però via via la serie procede come una versione più cerebrale e meno fantasiosa di Maniac e ha finito per infastidirmi, più che travolgermi. Di certo non è riuscita a farmi impazzire come sono impazziti tutti gli altri che l'hanno vista. O forse il pazzo sono io?


Beat

Beat è strana. Lanciata come la serie sulla scena techno berlinese, in realtà presto assume più che altro i contorni di un thriller tradizionale. Il protagonista, conosciuto da tutti come Beat, lavora come PR di un locale di musica elettronica in quel di Berlino e un giorno viene ingaggiato per lavorare sotto copertura dai servizi segreti europei. Un tossico che sembra uscito da Trainspotting nei servizi segreti?
Sembra una figata pazzesca e all'inizio questa serie tedesca promette grandi cose, solo che poi l'euforia iniziale svanisce, lasciando ben presto un mal di testa da hangover. Bene, ma non benissimo.



Serie flop del mese bimestre

Baby

Ammazza, che poracciata!

P.S. Niente male comunque la colonna sonora e le due pischelle protagoniste: Benedetta Porcaroli e la versione figa di Arisa, Alice Pagani.



Tell Me a Story


Il pregio e allo stesso tempo il difetto principale di Tell Me A Story è quello che mentre la guardi non sai davvero dove voglia andare a parare. La serie è la nuova creatura di Kevin Williamson, l'autore di serie come Dawson's Creek, The Vampire Diaries e The Following nonché lo sceneggiatore di Scream. Uno che ha un gran talento a creare personaggi e situazioni accattivanti e infatti questa serie si lascia guardare. Il motivo principale per cui continuo a seguirla è per capire dove voglia arrivare. Probabilmente da nessuna parte. Lo spunto molto intrigante, e basato sulla serie messicana Érase una vez, è quello di prendere fiabe celebri come quelle de I tre porcellini, Hänsel e Gretel e Cappuccetto Rosso, raccontandole come se fossero un thriller moderno ambientato nell'odierna New York. Il risultato non è proprio dei più convincenti, eppure vado avanti a guardarla, sperando che prima o poi tutto assuma un senso e si trasformi in qualcosa di geniale. Cosa che non credo avverrà mai, ma la speranza è l'ultima a morire.



Episodio Top del mese bimestre
Riverdale, stagione 3 episodio 4, “The Midnight Club”

Proprio quando lo davi per spacciato, ecco che Riverdale ti sorprende con un ottimo episodio. La terza stagione della serie teen resta una trashata senza senso clamorosa, in cui non si capisce se è più assurda la storia del gioco di ruolo G&G, la copia psicopatica di D&D, o la vicenda personale di Archie Andrews. All'improvviso è però sbucata una puntata ambientata negli anni '80 che omaggia Breakfast Club e altri cult del periodo e con il suo revival nostalgico alla Stranger Things vince facile. Troppo tardi ormai per girare l'intera stagione negli 80s?

P.S. Per una volta applausi al solitamente pessimo KJ Apa, che nella puntata ha letteralmente vestito i panni di suo padre, nella serie interpretato da Luke Perry alias Dylan McKay di Beverly Hills 90210.



Performer of the Month Two-Months
Patricia Arquette (Escape at Dannemora)

Non ho ancora capito di preciso se mi piace o no Escape at Dannemora, miniserie con Benicio Del Toro e Paul Dano diretta da Ben Stiller che racconta la vera storia di una fuga da un carcere. Quel che è certo è che va presa in seria considerazione, soprattutto in chiave Emmy/Golden Globe 2019, l'interpretazione di un'imbruttita e quasi irriconoscibile Patricia Arquette. Dimenticate la femme fatale di Una vita al massimo di Tony Scott e Strade perdute di David Lynch. Qui è in versione Charlize Theron sì, ma quella di Monster, e veste i panni di una dipendente della prigione che è piuttosto insopportabile, ma in cui ogni tanto si intravedono lampi di innocenza quasi infantile che la rendono uno dei personaggi più sfaccettati visti sul piccolo schermo di recente.


Cotta del mese bimestre
Maria Bopp (Call Me Bruna)

Call Me Bruna è una serie che racconta di una tipa di buona famiglia che un giorno decide di fare un favore all'umanità e dedicarsi alla prostituzione. No, non è Baby. Questa è una serie brasiliana molto più esplicita in cui a colpire è soprattutto la protagonista. Per le sue incredibili doti recitative?
No. Cioè, se la cava anche, ma Maria Bopp impressiona soprattutto a livello fisico.



Un post condiviso da Maria Bopp ⚡️ (@mariabopp) in data:


Spazio vintage
Roswell

Tra le serie che arriveranno nel 2019 c'è Roswell, New Mexico. Si tratterà di un reboot della serie Roswell trasmessa negli Usa tra il 1999 e il 2002. Visto che la nuova versione a occhio dal trailer non è che prometta molto bene, il consiglio è quello di recuperarsi l'originale. Un teen drama dai contorni fantascientifici che, non per fare i nostalgici revivalisti a tutti i costi, era decisamente meglio rispetto alle varie serie più o meno fantasy e più o meno misteriose in circolazione oggi. Merito di uno riuscito mix tra storielle adolescenziali ma non sceme e intrighi sci-fi alla X-Files, e merito di un cast di giovani promettenti, tra cui presenziavano tra gli altri Shiri Appleby successiva protagonista di UnREAL, Katherine Heigl futura star di Grey's Anatomy e di alcune romcom, Nick Wechsler poi visto in Revenge ed Emilie De Ravin in seguito recuperata da Lost e Once Upon a Time. E poi la sigla sulle note di “Here With Me” di Dido è ancora oggi tutta da cantare a squarciagola.





Il (doppio) consiglio di Federico Vascotto

Il consiglio drama: Press
"Che onore scrivere per il The Herald! Quasi quanto farlo per Pensieri Cannibali..."

Serie inglese sulla rivalità-concorrenza fra due giornali fittizi ma dai nomi conosciuti, Post e Herald, che si danno battaglia sulle notizie di prima pagina e hanno due linee editoriali molto diverse fra loro. Una riflessione, sobria ma irriverente, cinica ma non fredda, di cosa vuol dire fare i giornalisti oggi, tra inserzioni pubblicitarie, editori, influencer ecc. con cui aver a che fare. Press provoca un tuffo al cuore all'ottimismo donchisciottesco di The Newsroom, la serie HBO di Aaron Sorkin, ma allo stesso tempo offre uno sguardo tutto british e meno naif della lotta continua che anche chi vi sta scrivendo affronta ogni giorno per cercare di distinguersi e, soprattutto, per scrivere qualcosa di utile per voi che leggete. In onda su BBC, si spera arrivi presto da noi (magari su Netlix come la “cugina” di palinsesto Bodyguard).

Il consiglio comedy: Single Parents

Family comedy alternativa ma non troppo, perfettamente nei canoni ABC dove va in onda (arriva questo mese su Fox di Sky). Un gruppo di genitori single, come da titolo, si fa forza a vicenda per affrontare le sfide quotidiane che la propria situazione comporta e che solo altri genitori single possono capire. Ognuno ha ovviamente le sue peculiarità e caratteristiche, un bel cast che spicca soprattutto in quello dei bambini protagonisti, che fanno brillare per contraltare anche gli interpreti adulti. Con un gran cuore ma anche spassosa, riflessiva ma non troppo didascalica, vi farà passare una mezzora di svago intelligente nei momenti di bisogno... magari per allontanarsi dai parenti serpenti che avete a casa per le Feste.


9 commenti:

  1. L'amica geniale bellissimo, ma sto seguendo la programmazione Rai, quindi ho visto solo i primi due episodi. Sabrina non ha entusiasmato mai neppure me, l'ho centellinata, ma alla fine mi è piaciuta: crudissima per essere una serie teen. Per me Homecoming è assolutamente sì, complice il finale da boy meets girl indie: il ragazzo notevole, anche se non ho capito la scelta del casting. Tra lui e la Roberts ci sono trent'anni di differenza, e un po' si vedono. A Baby darò uno sguardo tanto per vedere il livello di schifo, mentre Tell me a story poco poco mi ispira.

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    1. Anch'io sto seguendo la programmazione Rai, però dire My Brilliant Friend fa molto più figo e più international. :)

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  2. “Baby” è tremendo, una telenovelas recitata male che tangenzialmente tratta l’argomento su cui dovrebbe essere basata, a tratti non capivo nemmeno le parole pronunciate dagli attori (o presunti tali), ho avuto meno problemi a capire “Narcos: Mexico” ed io non parlo spagnolo, ho detto tutto ;-) Cheers

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  3. Madonna benedetta dell'incoroneta che roba è la Bopp!

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  4. Io ancora non so se me la voglio vedere L'amica Geniale. I libri letti da troppo poco gridano no, non tradirci, ma l'entusiasmo generale mi tenta. Lascio accumulare episodi per ora.
    Lo stesso vale per Sabrina, ma qui per un genere, una storia, che al momento non trova tempo e interesse, certo, potevo evitarmi di vedere l'orrenda Baby e guadagnare spazio, ma non ho l'età e nemmeno decenza di fermarmi.

    Homecoming come sai l'ho trovata pure più bella di Maniac, e per quanto Sam Esmail esageri, lo fa un gran bene.

    Accetto il consiglio di Federico su Press, che non avevo mai sentito e che solo per il paragone a The Newsroom mi convince.

    Bene, vado a cantare a squarciagola Here with me, come ai vecchi tempi della cotta per il cast maschile di Roswell.

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  5. Oddio un'altra serie Tv che prende le fiabe e le trasporta ai giorni nostri! 😂 Io sto guardando L'Amica Geniale e mi sta piacendo molto!😊

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  6. Le prime due soprattutto, anche se la prima non ho ancora cominciato e la seconda non avendo Netflix è rinviata a data da destinarsi ;)

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  7. Non ne conosco neanche una, se non Riverdale che guarda Julez, e non mi dispiace affatto. ;)

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