Da 5 Bloods - Come fratelli
Regia: Spike Lee
Cast: Delroy Lindo, Jonathan Majors, Clarke Peters, Norm Lewis, Isiah Whitlock Jr., Paul Walter Hauser, Mélanie Thierry, Jean Reno, Chadwick Boseman
Potrei raccontarvi di quella volta che ho combattuto in Vietnam, ma non lo farò. Forse perché riporterebbe in vita troppo fantasmi che credevo sepolti nella mia memoria. O forse perché non ho mai combattuto in Vietnam, chissà?
Potrei raccontarvi del mio amore per il cinema bellico, ma non lo farò. Forse perché sarebbero troppi i capolavori da citare, o forse perché non amo particolarmente questo genere di film, fatta eccezione per tre titoli che mi hanno sconvolto: La sottile linea rossa, Apocalypse Now e Full Metal Jacket, chissà pure questo?
Forse allora è meglio se vi racconto dell'ultima pellicola che ho visto, Da 5 Bloods, che però non è come si potrebbe immaginare dal titolo un film sui vampiri. Un film sui vampiri di colore tipo Blade, considerando che è diretto da Spike Lee e che nel titolo c'è quel "Da", che fa molto slang hip-hop. Invece no. È un film bellico. Che poi non è che sia proprio un film bellico-bellico. È più la storia di un gruppo di reduci che hanno combattuto in Vietnam. Tipo Il cacciatore, però più comedy, più leggero, più sciallo. Almeno nella prima metà, poi dopo le cose degenerano un bel po' e si fanno a tratti pesanti. Parecchio pesanti. Una parte della vicenda è ambientata nel presente, l'altra è rappresentata dai flashback della guerra in Vietnam. Quindi diciamo che è un film bellico al 50%, o anche meno visto che le scene bellicose per mia gioia non sono tantissime. Facciamo allora che è bellico al 20%, ma è un film bello al 100%.
Contento, Spike?
Siamo già arrivati al giudizio ed è finita la recensione?
No, è solo che non vorrei spoilerarvi troppo. Riguardo alla trama, vi dico solo che i reduci protagonisti fanno ritorno nel Vietnam del presente e non vi dico perché. Comunque no, non è perché si sono stancati delle crociere e decidono di partire per una spensierata vacanza lì, tanto per cambiare.
"In fondo anche questa è un po' una crociera, no?" |
Da questo spunto di partenza ha inizio un'avventura in cui muoversi stando bene attenti alle mine, mi raccomando. Al suo interno contiene di tutto e di più: svolte e giravolte, colpi di scena più o meno prevedibili, amicizia, rapporti famigliari, le canzoni di Marvin Gaye, scontri Stati Uniti vs Francia, frecciatine più o meno velate anzi per niente velate a Donald Trump, riferimenti al movimento Black Lives Matter, citazioni di Apocalypse Now, momenti da rimpatriata tipo Last Vegas o Compagni di scuola di Carlo Verdone, scene da cinema commerciale alternate a sequenze più autoriali, trovate ottime come quella di mantenere gli stessi attori "vecchi" anche per le scene in flashback in cui erano giovani girate per altro in 16mm, botti, morti, attimi splatter, monologhi in camera degni di Edward Norton in La 25ª ora e una gran bella scena di ballo che fa il paio con quella inserita nel precedente BlacKkKlansman.
E poi c'è un ottimo cast in cui su tutti svetta Delroy Lindo, con un personaggio complesso, folle, che qualcuno troverà idolesco e qualcuno detestabile. In ogni caso, la sua performance recitativa è quantomeno da nomination agli Oscar.
Da 5 Bloods - Come fratelli è un film strabordante, ricco di alti e bassi, imperfetto e lungo. Difetti? Non necessariamente, visto che nella sua imperfezione emergono anche una grande umanità e una notevole urgenza espressiva, talmente dirompente da sfociare a tratti nel caos, ma va bene così. Spike Lee a 63 anni ha ancora tanta rabbia dentro, tanta passione, tante cose da dire, il suo stile emerge con prepotenza in più di un'occasione, eppure qua e là viene a galla anche una forza da regista esordiente. Quanto al fatto che sia una visione lunga, con una durata che sfora le due ore e mezza, è fuor di dubbio ma, almeno per quanto mi riguarda, non mi sono praticamente imbattuto in manco un attimo di noia. E poi Spike c'ha messo dentro pure il supereroe Black Panther, che volete di più da un film solo?
Poteva essere il classico film sulla guerra nel Vietnam già girato e stragirato, invece è qualcosa di diverso. Presenta un tema noto da un punto di vista differente rispetto al solito, quello dei protagonisti di colore, spesso dimenticati, delle guerre combattute dagli americani. Con un risultato sorprendente e letteralmente esplosivo. Black Directors Matter. Black Movies Matter.
(voto 7,5/10)
Sembra veramente una figata e Spile Lee dopo qualche passo falso è tornato in grande spolvero.
RispondiEliminaTanta tanta curiosità per me, chissà quando riuscirò a vederlo! Non sei il primo che ne parla bene e visto il regista e il tema affrontato non mi stupisce!
RispondiEliminaIo la lunghezza l'ho patita, e anche i tanti cambi di registro/di tema.
RispondiEliminaAvrei preferito più linearità, qualche sforbiciata.
E per assurdo qualche approfondimento in più sui 4 bro.
La campagna Oscar per Lindo è già partita, chissà se i politically correct dell'Academy la accontenteranno.
Sono curioso, ma la paura che Spike caghi fuori dal vaso è sempre in agguato. Appena mi sentirò pronto, ci proverò anche io.
RispondiEliminaMa considerato il tuo voto, sono meno fiducioso di prima. Ahhaahahah!
A me pare che a Spike interessi il messaggio politico, da Black Lives Matter in su, e non altro. Tipo la sceneggiatura. O costruire dei personaggi un filo coerenti. O dei dialoghi non banali. E trovare il tesoro scavando con la paletta la buca per defecare nella giungla e' veramente imperdonabile. Voto 2.
RispondiEliminaAwesome blog you have herre
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