giovedì 31 ottobre 2024

La rappresentante di lista, Coldplay, Tyler The Creator e il resto della musica di Ottobre 2024






Album del mese

Porridge Radio "Clouds in the Sky They Will Always Be There for Me"

Ironia della sorte, le band che hanno la parola "radio" nel loro nome non è che siano poi così radiofoniche. Prendiamo i Radiohead. Quanti loro pezzi passano sulle radio mainstream?
Se va bene, raramente, giusto "Creep", "Karma Police", "High & Dry" e al massimo "No Surprises", poi basta, salvo occasioni particolari. Ad esempio il brano di lancio del loro album più iconico, "Paranoid Android", primo singolo di "Ok Computer", non credo di averlo mai sentito passare in radio, anche perché è quanto di meno radiofonico ci sia. Per durata e struttura è la loro "Bohemian Rhapsody". Lo so che se ci sono due band distanti per suono e attitudine sono proprio Radiohead e Queen, ma in qualche modo il paragone tra questi loro due pezzi ci può stare, anche nel loro essere entrambi così apertamente in controdenza rispetto all'idea di radiofonico. Adesso comunque sto divagando.

Un altro gruppo che di radiofonico ha solo il nome e non la musica sono i Porridge Radio. Una band indie-rock post-punk proveniente da una delle città più cool del mondo ovvero Brighton, Inghilterra, che fa canzoni sul depresso andante e che consiglierei in particolare ai fan dei Joy Division, per quanto non siano particolarmente derivativi nei confronti del sound della band di Ian Curtis. Sono il classico gruppo che in radio non passa e, se proprio dovesse passare, la gente si metterebbe a domandare: "Poffarbacco, ma che musica è mai questa?".
Musica fighissima, rispondo io. Stramba, ma fighissima, che nel loro nuovo splendido album tocca nuovi splendidi vertici. E pazienza se non passano, e forse non passeranno mai, in radio.
(voto 8/10)



Gli altri album

The Smile "Cutouts"

Sempre un piacere stare a sentire la voce di Thom Yorke e i magheggi sonori di Jonny Greenwood. Non fa ormai nemmeno più notizia che la qualità della loro musica sia sempre così maledettamente alta. "No surprises", per dirla con le loro parole. Dentro al terzo album, e secondo soltanto quest'anno, a nome The Smile, che oltre a loro due vede anche la presenza del batterista jazz Tom Skinner, ci sono diverse nuove leccornie, su tutte la ballatona "Instant Psalm", la oserei dire quasi frizzante "The Slip" e la conclusiva "Bodies Laughing", e zero momenti no. Ah, se solo Tom & Jerry Thom & Jonny fossero altrettanto prolifici con i Radiohead quanto lo sono con i The Smile.
(voto 7,5/10)



Coldplay "Moon Music"

Se i Pink Floyd ci hanno mostrato il dark side della Luna, i Coldplay ci regalano quello più luminoso e ottimista. Di cui personalmente avrei anche fatto a meno. Il nuovo disco di Chris Martin e compagni è descritto come il sequel di "Music of the Spheres" e nonostante i seguiti siano quasi sempre inferiori, questo invece è un pochino migliore. Forse perché fare peggio era impossibile.

Le cose questa volta sono andate bene, quindi?
No, perché "Moon Music" ha fondamentalmente due problemi, e mica da poco:

1) Il disco contiene anche alcuni buoni spunti musicali, peccato solo che vada tutto in vacca quando salta fuori qualche solito fastidioso coro da stadio, immancabile nella loro produzione recente. Tutta colpa di "Viva la vida": con quel pezzo i Coldplay hanno raggiunto il loro apice, ma è anche stato l'inizio del loro declino. Se in quel caso il coro da stadio calzava alla perfezione, nei successivi brani in cui hanno cercato di replicare la stessa magia il risultato è apparso forzato e fastidioso.

2) Può anche starvi sul ca**o, però Chris Martin qualche bella canzone la sa scrivere. O meglio, la sapeva scrivere. Con tutta la buona volontà del mondo, dentro "Moon Music" si possono trovare dei pezzi orecchiabili, alcuni vagamente carini altri solo noiosi, ma di canzoni davvero belle non ce n'è manco una. La triste verità è questa.
(voto 5/10)



La rappresentante di lista "Giorni felici"

In un periodo storico in cui la realtà che ci viene mostrata dai telegiornali raffigura il mondo in una maniera più spaventosa di qualsiasi film della saga di Terrifier, può suonare come una provocazione intitolare un disco "Giorni felici". I La rappresentante di lista però sono fatti così, sono pazzerelli e imprevedibili, e anche per questo gli voglio bene.

Il loro nuovo disco si sposta dalle sonorità elettropop del precedente "My Mamma" e della hit "Ciao ciao" per abbracciare un suono più suonato, più rock. Il risultato è a tratti buono e in altri tratti meno convincente, specie quando alla voce c'è Dario Mangiaracina, che contribuisce a rendere più variegato il loro lavoro, ma va notato che come cantante non è al livello della compagna di band Veronica Lucchesi. Non ancora, almeno.

La rappresentante di lista appare quindi come un work in progress con ampi margini di miglioramento, però pure così c'è di che essergliene grati. Anche perché un gruppo capace di regalare dei giorni felici oggigiorno è meglio tenerselo bello stretto.
(voto 6,5/10)



Tyler, The Creator "Chromakopia"

In attesa di vedere cosa combinerà Kendrick Lamar all'Halftime Show del prossimo Super Bowl e nella speranza, ormai quasi del tutto svanita, che Kanye West la smetta con le str*nzate e torni quello di un tempo, il titolo vacante di rapper più creativo e originale in circolazione se lo aggiudica di diritto Tyler, The Creator. Cresciuto disco dopo disco, con "Chromakopia" raggiunge forse il suo vertice creativo. Per ora. A mani basse e pure a mani alte l'album rap dell'anno, ma va consigliato anche a chi di solito non bazzica la scena hip hop.
(voto 8/10)



Halsey "The Great Impersonator"

Giunta al quinto disco, Ashley Nicolette Frangipane meglio nota come Halsey ci regala un concept album estremamente personale, in cui mette a nudo se stessa, le sue fragilità e i suoi problemi di salute, e in cui allo stesso tempo mostra le ispirazioni dietro alla sua musica e al suo immaginario. Ogni canzone di "The Great Impersonator" è ispirata a un'icona, da Marilyn Monroe a David Bowie, passando per Britney Spears, Bruce Springsteen, Dolores O'Riordan dei Cranberries, Björk e tanti altri, come ha rivelato la cantautrice e attrice (l'avete vista in MaXXXine?) su Instagram attraverso dei video in cui veste i loro panni.

Per chi se lo stesse chiedendo, probabilmente nessuno, i miei pezzi preferiti sono "Dog Years", il suo omaggio a PJ Harvey, e l'ipnotica "Arsonist", che riecheggia la prima Fiona Apple.

"The Great Impersonator" è forse troppo lungo e discontinuo, ma conferma Halsey come una delle popstar più anti-popstar e fuori dal comune oggi in circolazione. Sempre sia lodata.
(voto 8/10)



Pixies "The Night the Zombies Came"

I Pixies non sono più quelli di dischi clamorosi come "Surfer Rosa" e "Doolittle", anche perché la loro formazione nel frattempo è cambiata (a proposito occhio al primo album solista dell'ex bassista Kim Deal fuori a novembre), e poi dopotutto nemmeno noi siamo gli stessi. Io ad esempio ai tempi della pubblicazione di quegli album ero un bambino piagnucoloso che manco sapeva chi fossero, i Pixies. La verità sconcertante che vi rivelo in esclusiva per Pensieri Cannibali è che il tempo passa per tutti. Non lo sapevate ancora, vero?

Fatta questa premessa più o meno doverosa, e più probabilmente inutile, dico che il nuovo album dei Pixies intitolato "The Night the Zombies Came" oggi non avrà mai lo stesso impatto dei loro vecchi cult invecchiati molto bene, ma non è nemmeno da buttare e a tratti qualche bagliore della band che fu si intravede ancora, specie nella tiratissima "Oyster Beds". Nonostante il titolo, insomma, i Pixies non si sono ancora trasformati nella versione zombie di sé stessi.
(voto 6/10)



Amyl and the Sniffers "Cartoon Darkness"

Chi l'ha detto che il rock è morto?
Io?
Davvero?
Può darsi che l'abbia scritto in qualche post passato, e a vedere le classifiche musicali attuali sembrerebbe che sia davvero così, e invece ora a farmi cambiare idea ci pensano gli Amyl and the Sniffers. Una band australiana dallo spirito punk rock che sa tirare fuori pezzi divertenti ed esaltanti come "Jerkin'", così come una delle ballatone più belle sentite quest'anno ("Big Dreams"). Finché in giro ci sarà gente come loro, il rock non morirà mai.
(voto 7+/10)



Curses "Another Heaven"

Se amate i suoni synthpop con venature dark anni '80, non lasciatevi sfuggire questo disco nuovo, ma che suona come se fosse uscito in quel decennio. La colonna sonora perfetta per una giornata in sala giochi. Se solo esistessero ancora.
(voto 7/10)



Christopher Owens "I Wanna Run Barefoot Through Your Hair"

La storia di Christopher Owens, ex leader del gruppo indie rock Girls, è tristissima. Per riassumere in breve le sue sfighe degli ultimi anni: ha avuto un grave incidente in moto, ha passato un periodo vivendo per strada e ha perso il suo ex compagno di band, Chet "JR" White, morto all'età di 40 anni.

Christopher ha provato a esorcizzare questo periodo negativo con un album che inizia dicendo: "I died the day you left me / I die again every day / Go on, go away, get out of here / Leave me alone, I'm dying" e che come potete intuire proprio allegro non è, eppure qualche raggio di luce qua e là lo lascia intravedere. Come terapia per il dolore non è niente male, e non lo è nemmeno come disco in generale.
(voto 6,5/10)



Canzoni Top

#3 The Cure "A Fragile Thing"

Manca pochissimo all'arrivo del nuovo album dei Cure, fuori l'1 novembre, e mentre leggete queste righe magari lo starete già ascoltando. In attesa di scoprire se sarà valso 16 anni di attesa, mi limito a dire che il secondo singolo estratto "A Fragile Thing" non possiede l'intensità del primo singolo "Alone" e non fa gridare al miracolo, ma è una buona canzone. Tutto qua, e mica è poco.



#2 Lady Gaga "Disease"

She's back. Certo, nelle scorse settimane se n'è uscita con un singolo insieme a Bruno Mars e un album jazz musical cantato come se fosse Harley Quinn, però ora nel nuovo singolo "Disease" la Germanotta è tornata a vestire i suoi panni, quelli di Lady Gaga. La Lady Gaga pop-dance che già conoscevamo bene e che, pur non sorprendendo, nemmeno delude.



#1 Momma "Ohio All the Time"

La nostalgia per gli anni '90 non è appannaggio esclusivo della serie Hanno ucciso l'Uomo Ragno. C'è anche chi come le newyorkesi Momma ci consegna una canzone grunge pop che suona proprio come se fosse uscita in quel decennio. Anche se allora non credo che loro fossero manco ancora nate.



Canzoni Flop

#3 Coma_Cose "Posti vuoti"

Ma cosa è successo ai Coma_Cose?
Un tempo manco troppo lontano rappresentavano una delle voci più originali nello stitico panorama italiano, oggi continuano a droppare singoli che si fanno fatica a distinguere dal resto della musica da sottofondo nei supermercati. Mi sa che il matrimonio, almeno sul piano artistico, non gli sta facendo troppo bene.



#2 Damiano David "Born with a Broken Heart"

Damiano David ci riprova. Dopo il flop di "Silverlines", un pezzo da musical disneyano, il suo nuovo singolo cambia rotta, ha un ritmo più sostenuto e allegro, ma alla fine della fiera resta sempre roba da musical disneyano.

Il cantante romano de Roma ma cittadino del mondo ci tiene a tutti i costi a dimostrare di non essere solo "Damiano dei Måneskin" e le intenzioni per carità sono buone. Peccato che il risultato somigli a un'anima in pena alla disperata ricerca di un suo stile e di una sua personalità, che ancora non ha trovato e forse nemmeno ha.

Non pensavo l'avrei pensato, ma tra un Damiano in versione ballerino spensierato e una Victoria inascoltabile DJ techno, viene da rimpiangere il rock for dummies dei Måneskin.



#1 Laura Pausini "Ciao"

Anche quando si allontana dal suo solito stile melodrammatico e lagnoso, e come in questo caso abbraccia un pop più solare e accattivante, Laura Pausini non ce la fa proprio a tirare fuori una buona canzone, o anche solo una canzone decente. Ciao Laura, alla prossima stroncatura.



Cotta del mese
Jennie

Jennie delle Blackpink è meglio in versione mora o bionda?
Perché scegliere, quando si può averla in entrambe le versioni?
In un video, intendo. Cos'altro pensavate, brutti sporcaccioni?



Guilty Pleasure del mese
Rosé & Bruno Mars "APT."

Apateu, apateu

Può sembrare un omaggio al mantra "apanè, apanè" del Fachiro Tandooori del GialappaShow, invece è una canzone ispirata a un gioco alcolico coreano. Sto parlando del singolo di Rosé delle Blackpink insieme a un Bruno Mars che non droppa musica da solo da anni, ma non sbaglia una collaborazione, e che è il pezzo più irresistibile del momento. Unica avvertenza: se dalla dipendenza dall'alcol si può uscire, o almeno così dicono, dalla dipendenza da questa canzone no.





1 commento:

  1. Ciao. I Coldplay sono sotto tono da parecchio, mentre la Pausini non mi ha mai appassionata. Non vedo l'ora di ascoltare i Cure, sicuramente l'appuntamento sarà online dato che ormai la radio ha dimenticato parecchio artisti.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

DISCLAIMER

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, pertanto non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. L'autore, inoltre, non ha alcuna responsabilità per il contenuto dei commenti relativi ai post e si assume il diritto di eliminare o censurare quelli non rispondenti ai canoni del dialogo aperto e civile. Salvo diversa indicazione, le immagini e i prodotti multimediali pubblicati sono tratti direttamente dal Web. Nel caso in cui la pubblicazione di tali materiali dovesse ledere il diritto d'autore si prega di Contattarmi per la loro immediata rimozione all'indirizzo marcogoi82@gmail.com