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domenica 29 settembre 2013

BENVENUTO DEFICIENTE!




"Come attore sono una scarpa, ma nelle grigliate non mi batte nessuno!"
Benvenuto Presidente!
(Italia 2013)
Regia: Riccardo Milani
Sceneggiatura: Fabio Bonifacci
Cast: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Beppe Fiorello, Remo Girone, Cesare Bocci, Massimo Popolizio, Patrizio Rispo, Gianni Cavina, Piera Degli Esposti
Genere: populista
Se ti piace guarda anche: Benvenuti al Sud, Benvenuti al Nord

Siamo alle solite. In Italia le cose non cambiano mai. Vale per la politica, lo stesso vale per il cinema.
Cinema???
Perché, Benvenuto Presidente! sarebbe cinema?
No. Benvenuto Presidente! è una favoletta moralista che parte persino da buone intenzioni: mostrare un’alternativa onesta ai politici che infestano e hanno infestato l’Italia da… sempre. Il problema è che come al solito la realtà dei fatti supera gli intenti satirici. Era già capitato col terribile Qualunquemente di Antonio Albanese, la cosa fondamentalmente si ripete anche qui. History repeating. La situazione politica italiana è talmente tragicomica di suo, che riuscire a sdrammatizzarci sopra è dura. Soprattutto quando a farlo è Claudio Bisio, uno che non mi fa ridere manco per sbaglio, oltre che uno cresciuto a pane e Mediaset. E sentire la predica fatta da uno che senza i soldini del Berlusca oggi sarebbe in mezzo a una strada non è proprio il massimo della vita.

"Sarò un Presidente umile...
Da oggi però chiamatemi Dio."
E pensare che lo spunto da cui prende il via la vicenda non è nemmeno tanto male e non è manco così irrealistico. Le ultime elezioni del Presidente della Repubblica non sono andate in fondo in maniera tanto differente. Nella realtà, i partiti si sono accordati per votare quel matusalemme di Napolitano. Nella fiction, pardon nel film, decidono invece di votare Giuseppe Garibaldi. L’ironica votazione ha però un vero valore legale e così il nuovo Presidente della Repubblica è l’unico Giuseppe Garibaldi in età per poter svolgere il compito, ovvero il pescatore di un piccolo paesino Giuseppe Garibaldi, soprannominato Peppino e interpretato da Claudio Bisio.
Una volta che occuperà la prestigiosa carica di Presidente della Repubblica, Peppino farà le cose a modo suo. In maniera maldestra all’inizio, ma poi troverà la sua strada, con una politica più che onesta. Quasi da Santo. Al punto che avrebbe fatto rivoltare lo stomaco persino a Gandhi e a Madre Teresa di Calcutta. Per carità, non sarebbe male avere davvero un Presidente così, però qui forse si esagera persino, in zuccherosi livelli di bontà.

"Dici che vestito così posso passare per Presidente della Repubblica?"
"Per Presidente può darsi, per attore no di sicuro."
Al di là della satira politica prevedibile e all’acqua di rose, che prende per i fondelli senza troppa cattiveria sia Destra che Sinistra e strizza pure l’occhiolino al populismo del Movimento 5 Stelle, a mancare è soprattutto un’altra cosa, quella cosa di cui parlavamo all’inizio. Il Cinema. Qui dentro non si sente puzza di Cinema, come invece capita con commedie francesi disimpegnate come 20 anni di meno e Dream Team. Nelle produzioni dei nostri cugini, anche quelle più leggere, si nota una notevole cura nei particolari, nei dettagli, nelle interpretazioni. In Benvenuto Presidente! si respira invece aria di fiction televisiva a pieni polmoni.
Colpa anche di un’interpretazione imbarazzante di Bisio, che tira fuori tutto il suo repertorio di faccette e di gag sceme. Una vicenda grottesca (ma non troppo) del genere l’avrei vista meglio nelle mani e nella fisicità di un Roberto Benigni. Per quanto pure lui abbia stufato, in un ruolo come questo avrebbe sicuramente fatto un figurone al confronto del “collega”. Un po’ come a Sanremo. Benigni bene o male nei suoi interventi riesce a tenere desta l’attenzione, mentre Bisio quest’anno, con il suo monologo moraleggiante molto vicino allo stile di questa pellicola, è riuscito a raggiungere il punto più basso del Festival. E sì che di punti bassi a Sanremo c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Non va meglio neppure con il resto del cast, con una Kasia Smutniak che è più decente quando si trova ad avere a che fare con parti drammatiche, mentre la commedia proprio non le si addice. Poi c’è Giuseppe Fiorello, anche (s)conosciuto come Beppe Fiorello, nella parte del politico senza scrupoli. E giù risate non perché è divertente, ma per la sua solita pessima performance recitativa. Il dramma è che, anziché prendere spunto dai colleghi americani o britannici o francesi, i “nostri” attori recitano come se fossero sempre in una soap-opera, con un uso costante del sospirato. E il sospirato è la morte del cinema.

Che altro? Non bastava la vicenda politica e così c’è anche un’immancabile improponibile storiella d’amore tra Bisio e la Smutniak, con tanto di ridicole (ma non comiche come vorrebbero essere) scene di sesso violento e improbabili proposte di nozze dopo appena una notte passata insieme. Ma che davero?
Bevenuto Presidente! è un film talmente moralista, populista, buonista che a fine visione ti viene voglia di andare ad attaccare barattoli alle code dei gatti, uscire per strada sognando che sia La notte del giudizio, auto infliggerti una cura Ludovico a suon di visioni ininterrotte di Arancia Meccanica. Perché avere dei politici onesti sarebbe splendido, nella realtà. Ma vederne uno all’opera in una fiction, pardon in un film, è un’esperienza agghiacciante. Malvenuto Presidente!
(voto 4-/10)

"Un voto superiore al 3? Direi che è ancora andata bene..."


giovedì 20 settembre 2012

O mia bruta Madunina

Benvenuti al Nord
(Italia 2012)
Regia: Luca Miniero
Cast: Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Paolo Rossi, Ippolita Baldini, Francesco Brandi
Genere: guerra di secessione
Se ti piace guarda anche: Benvenuti al Sud, Giù al Nord, Zelig (il programma tv)

“Testina, facciamo il sequel di Benvenuti al Sud, lo ambientiamo nella Gran Milan e il cash è garantito. Taaac.”
Reazione del produttore nordico di Benvenuti al Sud dopo il successo del film.

“Miiinnghia, il seguito di Benvenuti al Sud lo facciamo all’estero, su in quel posto vicino al Polo Nord. Le risate son garantite, uè uè.”
Reazione del produttore terr… ehm, meridionale di Benvenuti al Sud dopo il successo del film.

Tanto perché ci troviamo di fronte a un film costruito UNICAMENTE sugli stereotipi, partiamo pure noi in fase di recensione così, super stereotipati. Ma proseguiamo oltre.

"Come attore faccio pena, ma almeno mi consolo con il Milan,
che sta facendo una grande stagione. No, eh?"
Benvenuti al Nord non è un film. Siamo seri. Questo non è cinema. È un’unione (infelice) di gag di impronta per lo più televisiva messe insieme alla buona. Alcune fanno anche ridere, per carità, però il cinema è un’altra cosa.
Benvenuti al Nord come operazione di marketing è invece un’operazione perfettamente riuscita. Unisce l’efficienza economica del Nord, con la volontà di capitalizzare il successo del primo episodio nella maniera più efficace possibile, e la simpatia caciarona del Sud, aggiungendo una buona dose di spira tanto sentimento e di anime e core alla fredda cassoeula milanese.
Il film (?) sembra realizzato in serie come fosse uscito da una catena di montaggio, visto che ripete passo a passo trama e battute del primo capitolo, peraltro di suo già “copiato”, pardon fotocopiato dal francese Giù al Nord. I francesi, nonostante il successo di quella superhit, non hanno però pensato a replicarlo. Stupidi francesi. E allora ci abbiamo pensato noi, con quello che a oggi si sta rivelando il maggior incasso del box-office italiano del 2012. Sì, anche più di The Avengers, dei film d'animazione e di tutti gli altri blockbusteroni americani.
Dicevamo che il film, anzi l’operazione di marketing, è persino esagerata nel voler essere riuscita a tutti i costi. Pure con i sentimentalismi e gli ammiccamenti al grande pubblico, eccedendo davvero troppo con il volemose bene e presentando un finale da diabete immediato pure per i non diabetici. Se già l’happy ending del primo era da cartolina, con questo hanno fatto persino nevicare, manco ci trovassimo in uno spot natalizio è Natale a Natale si può fare di piùùùùù, è Natale a Natale si può dare di piùùùùù, è Natale a Natale puoi andare a dar via il cùùùùù!

"Il blog Pensieri Cannibali? E' 'na fetecchia, ecco cos'è!"
A proposito di pubblicità, o di réclame come la chiamano a Milan, più che cinema questo è uno spottone. Alle Poste Italiane, che per quanto pseudo criticate ne escono più simpatiche o comunque più umane. Sarà che sono notoriamente antipatiche, le Poste Italiane, e quindi a farle uscire meglio non ci va molto. Così come ci sono le Fiat e altri spottoni e momenti di product placement assolutamente gratuiti. Gratuiti per lo spettatore, certo non gratuiti per i produttori che con essi ci hanno finanziato la pellicola. Ma al di là dei numerosi prodotti pubblicizzati, è proprio la pellicola a ricalcare lo stile degli spot. Quando passerà in tv, la regia di questo film sarà indistinguibile da quella delle réclame che passeranno. Può darsi che apparirà persino più vecchia, degli spot, visto che prima del suo passaggio televisivo ne passerà ancora un po’, di tempo.
Se visivamente e cinematograficamente la pellicola (?) adotta uno stile pubblicitario, la comicità (?) presentata è di stampo televisivo. Più precisamente, di stampo Zelig. Claudio Bisio come attore è meno credibile di L. Ron Hubbard come santone di una religione, Alessandro Siani magari farebbe anche ridere ma continuo a non capire quello che dice. E la Finocchiaro no. Semplicemente la Finocchiaro è improponibile. Il peggio è quando fa la vecchina milanese, in una serie di sketch che sarebbero indigesti già se proposti all’interno di uno show di cabaret, figuriamoci dentro a un film. O presunto tale.

"Cannibal, sei licenziato!"
L’unica trovata di Benvenuti al Nord è dunque quella di prendere il primo capitolo e “tradurlo” in salsa milanese. Questa volta è Siani che viene su nella capitale lumbarda e deve cercare di adattarsi agli infernali ritmi lavorativi locali, mentre il Bisio si trova alle prese con un matrimonio in crisi e una crisi di mezza età alla American Beauty. Vabbuò, diciamo alla Italian Biuti. Per cercare di variare la formula un pochino, ma proprio un pochino pochino pochino, gli sceneggiatoroni, che si sono impegnati davvero tanto ma proprio tanto tanto tanto, hanno aggiunto anche un Paolo Rossi (no, non il calciatore, bensì il "comico") in versione megadirettore galattico delle Poste Italiane che appare come un mix letale tra Marchionne e Brunetta… sì, l’orrore fatto persona.
In più una colonna sonora penosa e parecchio sanremese che ci propone Dolcenera, Amanda Lear, Davide Van Des Sfroos, musica elettronica finto ggiovane e, sui titoli di coda, un bel (?) videoclippone di Emma Marrone che vomita sulle ceneri di Nel blu dipinto di blu. Tanto per non farci mancare il markettone conclusivo e pseudo musicale.



"Sapete cosa? Mi sono appena ricordata di non saper suonare la chitarra...
E sapete cos'altro? Mi scappa la cacca."
Criticato il criticabile, mi allineo allo smielatissimo happy ending del film-spottone e chiudo con qualche parola positiva: non sarà cinema, proprio no, però qualche scena fa ridere, dopo tutto con gli stereotipi su Nord e Sud è sempre facile andare a segno, e tutto sommato può costituire un’alternativa più che valida rispetto a una serata davanti a Zelig. Il fatto che questa mega marketta pubblicitaria sia il film più visto al cinema, non in tv sottolineo al cinema, dell’annata nostrana è però davvero inquietante.
Benvenuti in Italia.
(voto 4,5/10)

domenica 2 settembre 2012

Bar Sporc

Bar Sport
(Italia 2011)
Regia: Massimo Martelli
Cast: Claudio Bisio, Giuseppe Battiston, Antonio Catania, Angela Finocchiaro, Lunetta Savino, Antonio Cornacchione, Claudio Amendola, Teo Teocoli
Genere: da bara, più che da bar
Se ti piace guarda anche: Zelig (non di Woody Allen)

Uh, impresa mica da ridere quella di confrontarsi con un libro cult.
Negli ultimi mesi ci hanno provato in tanti, con cast altisonanti e notevoli dispieghi di mezzi, e in tanti hanno fallito, vedi i ben poco riusciti Un giorno questo dolore ti sarà utile (recensione prossimamengi) e Molto forte, incredibilmente vicino. Il confronto tra un romanzo, soprattutto un romanzo molto amato, e l’adattamento cinematografico è sempre ostico. Non sono molti i casi in cui un film riesce a rendere davvero la forza del libro da cui è tratto. Tra i più osannati esempi di trasposizione riuscita si può citare sicuramente Il signore degli anelli versione Peter Jackson dal tomo fantasy per eccellenza di J.R.R. Tolkien. Tra i più splendidi esempi di parole trasformate in immagini, a livello personale cito poi il mio adorato Le regole dell’attrazione di Roger Avary, che trae la sua forza dall’infedeltà e dalla lettura personale data all’opera omonima di Bret Easton Ellis.

Oddio, ci mancava solo questo qua...
In questo caso non posso fare un confronto diretto con il libro, non avendolo letto, però è notoria la fama e lo stato di cult assoluto nella nostra letteratura del Bar Sport di Stefano Benni. A distanza di una trentina d’anni dalla sua uscita, si sono cimentati con la sua trasposizione su grande schermo. Finalmente? O purtroppo?
Il giudizio sulla fedeltà al romanzo lo lascio ai fan del Benni. Per quanto mi riguarda, posso solo giudicare il risultato cinematografico dell’operazione e, come film, mi duole dire che Bar Sport è davvero poca cosa. La sensazione avuta è che non è che qualcosa sia andato lost in translation nel passaggio da carta a pellicola. La sensazione è quella di un eccessivo attaccamento letterario alle parole dello scrittore, con una semplice trasformazione di queste in immagini. O tentativo di trasformazione in immagini. Non un lavoro di traduzione da un media a un altro media del tutto differente, ma un lavoro pigro e svogliato, come a voler realizzare non un film, non del cinema vero e proprio, bensì un libro illustrato per immagini, per scenette pseudo-cinematografiche e in realtà più da gag per uno show televisivo.

E pure queste qua...
La difficoltà maggiore di far diventare un libro come quello del Benni una pellicola fatta e finita è il fatto che contenga una miriade di personaggi, un sacco di storie e micro-storie, alcuni più aneddotti che vicende vere e proprie, slegate tra loro. Voler rendere il tutto un film omogeneo e non troppo sfilacciato era quindi una vera impresa e di certo non si può definire riuscita. Possiamo giusto limitarci a prendere atto che il film non finisce nemmeno per essere una porcheria gigantesca, come lo slegatissimo e noiosissimo Baaria di Tornatore. Una piccola consolazione, che però ci regala un ennesimo esempio di cinema medio (o meglio medio-basso-bassissimo) italiano parecchio sconfortante.
Parecchio preoccupante è anche la scena attoriale, una sfilata di volti da cabaret tv più che da cinema, con i soliti volti da Zelig o da fiction come Claudio Bisio, Claudio Amendola, Teo Teocoli, Antonio Cornacchione, etc.
E Angela Finocchiaro? Non fatemi parlare di Angela Finocchiaro... insopportabile!

E pure lui... NOOOOOOOOOOOOOOOO!
A ciò aggiungiamo il fatto che come commedia faccia ridere poco o nulla. Diciamo nulla. In più, c’è qualche inserto animato, con cui si cerca letteralmente di animare una narrazione che non attira mai lo spettatore al suo interno, per via di una serie di sketch attaccati insieme a caso. Ne escono una serie di ritrattini su un’Italia anni Settanta ricostruita alla buona (sulla colonna sonora 70s, tanto per dire, si poteva lavorare sicuramente meglio), delle barzellette, delle vignette che però non vanno a costituire un fumetto completo. E di certo non vanno a costituire un film. Uno vero.
Se poi volete passare comunque dalle parti del Bar Sport, andateci per una birretta e una sfogliata alla Gazzetta, ma lasciate stare il cinema, datemi retta.
(voto 4-/10)


venerdì 20 gennaio 2012

Malvenuti al cinema

Bisio unico rimasto durante il cineforum russo organizzato da Mr. Ford.
Alla sue spalle, la folla aspetta di prenderlo a bottigliate. Ford, non Bisio.
Questa rubrica ha ancora bisogno di un'introduzione?
Direi di no, visto che ormai è nota ma soprattutto famigerata in mezza blogosfera.
Per chi comunque nelle ultime settimane fosse stato su Marte o in crociera (gli auguro più la prima che la seconda), ricordo che si tratta di una rubrica sui film in uscita nelle sale italiane durante il weekend, presentati dai miei illuminati e sempre brillanti commenti cannibali, e da quelli oscuri e sempre pieni di pregiudizi del mio  burbero collega/rivale blogger Mr. James Ford.
Dall'incontro/scontro di queste opinioni, dovreste riuscire a capire se un film può fare al caso vostro o meno.
Questo è un servizio che offriamo ai nostri lettori in maniera gratuita, ma se qualcuno vuole contribuire con una donazione i soldi ci possono sempre far comodo, così almeno compro i pannoloni e magari anche un apparecchio acustico per il vecchio Ford!
Ma ecco le pellicole in arrivo questo fine settimana...

Uh Madunina! C'è pure Emma Marrone, la cantante preferita da Ford.
Benvenuti al Nord di Luca Miniero
Il consiglio di Ford: se proprio non avete altro da fare
Lo ammetto, il primo capitolo delle avventure di Bisio in terra partenopea mi aveva tutto sommato divertito, e pur non essendo chissà quale film l'impressione era che si fosse cercato di realizzare qualcosa di un pò più interessante del consueto pseudocinepanettone fuori stagione.
Un sequel già di per sè presenta dei rischi, quindi non saprei che dire.
In caso, attendete il sacrificio mio o del mio antagonista in merito, tanto certo questo titolo non scomparirà facilmente dalle sale.
Il consiglio di Cannibal: al Nord ci sta la neve chimica, vedete voi se volete venire ancora o meno...
Benvenuti al Nord? Ho come l’impressione che non sia il nuovo slogan della Lega, a meno che non abbiano deciso di cambiare radicalmente strategia elettorale…
Comunque sia, Benvenuti al Sud (recensito QUI) l’avevo visto anch’io con discreto piacere. Però diciamo che non sentivo un estremo bisogno di un seguito, così come non sentivo un estremo bisogno di fare una rubrica in co-conduzione con Ford. A dirla tutta, ne avrei proprio fatto a meno. Di entrambe le cose. Visti gli enormi incassi del primo episodio un sequel era però inevitabile, così come visto il successo delle nostre Blog Wars, era inevitabile una rubrica insieme.
In conclusione: consiglio di non andare a vederlo, altrimenti ci/vi tocca pure un terzo capitolo. A meno che non desideriate a tutti i costi un Benvenuti al Centro, eddaje!

"I film consigliati da Cannibal me lo fanno venire duro!"
Kaboom di Gregg Araki (distribuito in Italia dal sito www.ownair.it)
Il consiglio di Ford: e sparatevi 'sto trip!
Anche se già so che la cosa sconvolgerà il mio antagonista, Gregg Araki è molto ben considerato in casa Ford, grazie ai suoi decisamente interessanti lavori precedenti Exstasy generation e Mysterious skin.
Dunque, in un periodo di vacche magre come questo, non resta che assumere qualche sostanza che alteri il vostro stato mentale ed andarlo a recuperare. Buon viaggio!
Il consiglio di Cannibal: guardatelo o faccio saltare per aria Ford con un kaboom!
Uno dei miei film preferiti del 2011, già recensito in termini entusiastici QUI.
Kaboom è una delle visioni più fiche che vi potrà capitare di fare quest’anno e non solo. Frullato al suo interno c’è di tutto: fine del mondo, sesso, droga, visioni, streghe, tizi mascherati, David Lynch, Bret Easton Ellis… Un film che fa davvero boom! e che in Italia non esce in sala, non esce in home-video, ma distribuito direttamente sul web dal sito OwnAir. Ed è già tanto che uno sballo del genere sia arrivato, in qualche modo, anche nell’italietta del Signor Ford.

"Ti prego Dio Cannibal, fai in modo che Ford taccia per sempre!"
Sleeping around di Marco Carniti
Il consiglio di Ford: fatevi una dormita, un pò come quando apre bocca il Cannibale!
Dichiaro ufficialmente di essere stanco di vedere distribuiti in sala più che mediocri prodotti italiani a scapito di pellicole ben più interessanti che finiscono per diventare cult esclusivi della rete e di noi bloggers scalmanati.
Questa schifezza deve sparire dalle sale. Senza se e senza ma.
Il consiglio di Cannibal: sleeping inside (the cinema)
Dichiaro ufficialmente di essere stanco di Mr. Ford ahahah.
E il film? A quanto ne so, è già uscito nel 2008 (!) e già allora non se l’era filato nessuno. Così, i sempre più saggi distributori italiani (ma non è che Ford tu in gran segreto sei uno di loro?) hanno deciso adesso di propinarcelo di nuovo. Risultato prevedibile: nemmeno stavolta credo se lo filerà nessuno. Dopodiché cosa volete fare, distribuirlo una terza volta?


"Mi sa che non è stata un'idea molto sveglia guardarmi
un film consigliato da Ford appena risvegliata..."
Underworld - Il risveglio 3D di Mans Marlind e Bjorn Stein
Il consiglio di Ford: per una volta, seguite il Cannibale.
Mi accodo al fioretto di fine anno del mio normalmente fastidioso antagonista - che dichiarò che nel corso del 2012 non avrebbe visto alcun film con la dicitura 3D nel titolo - e vi invito a fare a meno di questa porcata colossale.
Altrimenti vi arrivano due o trecento bottigliate sul grugno. In 3D.
Il consiglio di Cannibali: seguite i miei consigli, preziosi come sempre
Il 3D è già un motivo per non vederlo. Ma a parte questo, per scrivere un articolo su una rivista mi sono dovuto sorbire tutti e 3 i primi capitoli della serie di Underworld: il primo è modesto, il secondo è orribile, il terzo (un prequel) è una merda colossale. Nel quarto capitolo torna Kate Beckinsale (assente nel terzo) e sì è vestita in pelle nera attillata ed è sempre un bel vedere, però il film si preannuncia un nuovo disastroso capitolo per la saga vampiresca peggiore in circolazione. Sì, peggio di quella di Twilight, che almeno è (involontariamente) molto comica.



"Cannibal è mio e solo mio. Accontentati di Ford, lurida puttanella!"
The Help di Tate Taylor
Il consiglio di Ford: meno male che Taylor ci aiuta
In una settimana davvero grigia, questo film di Taylor rappresenta senza dubbio la prima scelta per quanto riguarda le vostre visioni del weekend. Non l'ho ancora visto, ma senza dubbio a breve comparirà al saloon, anche perché parliamo di uno dei favoriti nella corsa agli Oscar.
Il consiglio di Cannibal: guardatelo!
The Help è un film di quelli fatti apposta per correre agli Oscar, un po’ come Mr. Ford è fatto apposta per correre e scappare dalle mie pedate nel culo!
Io di solito odio i film da Oscar (quasi) quanto odio Ford, però in questo caso ne sono rimasto pure io vittima. Nonostante una regia tradizionale e priva di guizzi, il cast di straordinarie protagoniste (Emma Stone, Bryce Dallas Howard, Jessica Chastain, Viola Davis e Octavia Spencer) è fenomenale e la pellicola, già inserita tra i miei film top del 2011, racconta una storia talmente bella ed emozionante che vi consiglio di non perderla. Nel frattempo recuperatevi la mia recensione qui http://pensiericannibali.blogspot.com/2011/11/se-non-ti-piace-questo-film-sei-uno.html).

"Meglio nascondersi, prima che Ford cominci il sermone sul cinema russo!"
L'ora nera di Chris Gorak
Il consiglio di Ford: vabbè che c'è stato Attack the block, ma mica tutti gli alieni sono uguali!
Finalmente un film russo torna in sala.
Come dite? Non è di Sokurov?
Come dite? Nel cast c'è Emile Hirsch?
Come dite? Pare sci-fi di bassa lega?
Ok, passo.
Il consiglio di Cannibal: sarà una minchiata, però potrebbe essere una piacevole minchiata
Non è un film di Sukamelov? Bene.
C’è uno dei migliori giovani attori in circolazione, l’idolo di Into the Wild Emile Hirsch? Ancora meglio.
Sci-fi di bassa lega? Massì, una volta ogni tanto ci può stare.
Ford lo passa?
Ok, allora direi che una possibilità gliela si può dare ampiamente.

"Ford, sei persino più vecchio di quanto immaginassi!"
Sette opere di misericordia di Gianluca e Massimiliano De Serio
Il consiglio di Ford: non è bastata la mia filippica contro l'egemonia dei film italiani in sala?
Ok, Roberto Herlizka nel cast varrebbe almeno una visione.
Ma sinceramente non ho alcuna voglia di assistere all'ennesimo tentativo di imitare i Dardenne in versione torinese.
Potrebbe anche essere interessante. Potrebbe.
Ma non ho davvero alcuna voglia di scoprire che potrebbe essere il contrario.
Il consiglio di Cannibal: sette opere di misericordia? ma manco una, ve ne concedo!
Mi sono guardato il trailer http://youtu.be/IIBJL1_JjbI
e già contavo i secondi alla fine, nonostante la durata fosse di un minuto e 40, figuriamoci se mi guardo tutto il film!
Ma distribuite i film del giapponese Sion Sono che Sono una figata, invece di ‘ste presunte opere, per la misericordia!

"Addio, Ford. Non ci mancherai."
E ora dove andiamo? di Nadine Labaki
Il consiglio di Ford: io me ne sto a casa, voi andate un pò dove volete.
Qualche anno fa questo film decisamente di nicchia sarebbe stato la mia prima scelta della settimana: ora, complice una serie di visioni troppo radical chic ingrassatasi nel corso degli anni, non sono più così convinto.
Direi che mi prenderò il tempo giusto per capire se possa valere un tentativo, e se no, lo lascerò scomparire lentamente nel dimenticatoio.
Il consiglio di Cannibal: Ford sta a casa, tutti fuori!
Sembra uno di quei film etno-simpatici che ultimamente vanno di moda nei “miei” ambienti radical-chic, ma che io non reggo molto. Questo però un minimo mi ispira, non so, sembra… etno-simpatico ma in una maniera davvero simpatica, con il suo mix di generi, dalla commedia al musical alla tematica medio-orientale. Il fatto che faccia storcere il naso a Ford mi convince poi che ci potremmo trovare di fronte a una vera chicca. Forse…

"Oh mamma! Fare una partita a scacchi con Ford
è ancora più estenuante che vedere uno dei suoi film preferiti!"
Bobby Fischer against the world di Liz Garbus (da lunedì 23/01)
Il consiglio di Ford: scacco matto, Cannibale!
Sarei curioso di scoprire se il mio vanaglorioso avversario è oppure no un giocatore di scacchi, forse troppo noiosi e classici per un tipo moderno come lui.
Ad ogni modo, mi divertirei un mondo a farmi una partita da finire, ovviamente, con una serie di bottigliate dritte sulla sua testa.
Scherzi - !?!? - a parte, comunque, questo documentario parla di uno dei più leggendari campioni della disciplina, un personaggio unico nel suo genere.
Quindi, per me, questo si va a vedere eccome.
Il consiglio di Cannibal: tu sei matto, Ford!
Ovviamente no, non gioco a scacchi. E sai perché? Indovina un po’? È NOIOSO!
Proprio come te Ford uahahahahah!
Bobby Fischer non lo conosco (ma a quanto pare nemmeno Ford che aveva scritto il nome sbagliato e gliel’ho dovuto correggere!), però il documentario è prodotto dalla HBO quindi proprio una porcata non dev’essere. Non credo lo guarderò, ma per gli appassionati di scacchi potrebbe risultare una visione interessante.
In ogni caso anche non sapendo giocare, a te Ford farei scacco in 3 mosse:
1) Prendo la tua bella scacchiera.
2) Te la spacco in testa.
3) Mi bevo una birra fresca mentre guardo che raccogli le tue pedine e piagnucoli maledicendomi.

Ecco come gioco io a scacchi...

sabato 12 marzo 2011

Piranha, fi*a e sangue: cosa chiedere di più a un film solo?

Piranha 3D
(USA 2010)
Regia: Alexandre Aja
Cast: Steven R. McQueen, Elisabeth Shue, Jerry O’Connell, Kelly Brook, Jessica Szohr, Riley Steele, Adam Scott, Christopher Lloyd, Ving Rhames, Richard Dreyfuss, Eli Roth, Dina Meyer, Gianna Michaels, Paul Scheer, Ricardo Chavira, Brooklyn Proulx
Genere: Z-movie
Se ti piace guarda anche: Donkey Punch, Lo squalo, Tremors, Anaconda, Mega Piranha, Piranha (1978) di Joe Dante
Attualmente nelle sale italiane

Attenzione: se questo post vi sembrerà disgustosamente volgare, la colpa non è (tutta) mia. Ho solo cercato di rendere al meglio l’atmosfera del film. Che vi assicuro è ancora più estrema, splatter e maschilista.

Trama semiseria
Trama? Quale trama? Vi ho già detto nel titolo che in questo film ci sono dei piranha, c’è della figa e c'è del sangue, il resto potete anche immaginarvelo da soli.

Recensione cannibale
Piranha è l’ignoranza al potere. E al termine ignoranza per una volta do un’accezione positiva. Come ragazza “zoccola”: può essere usato in senso negativo, quando è una tipa che la smolla per soldi a un qualche vecchiazzo di Hardcore; ma può anche assumere una connotazione del tutto positiva se e quando la smolla a te gratis. Insomma, una stessa parola può assumere significati del tutto opposti, “volgarità” è un altro esempio. C’è chi dice: “I Cinepanettoni fanno schifo perché sono volgari.” Secondo me fanno schifo, ma non per quello, visto che la volgarità è anzi un’arma che volendo può essere usata con grande intelligenza. Fanno schifo semmai perché non hanno dentro un’idea originale che sia una e le uniche battute che ci sono sono le stesse da ormai 30 anni; magari facevano ridere la prima volta, magari facevano sorridere la seconda, ma adesso basta.
Una parola comunque che non può invece essere fraintesa è “piranha”.

Cose che ci sono nel film Piranha:
Ci sono dei piranha, ma non dei piranha normali, bensì una razza scomparsa da circa 2 milioni di anni (ebbene sì!) e tornati al giorno d’oggi per rovinare lo Spring Break a un gruppo di ragazzi giunti nella tranquilla cittadina sul lago in cui è ambientato il film.

Claudio Bisio quando vestiva i panni di uno dei pochi (unici?) personaggi divertenti, ovvero Micio di Mai Dire Gol, diceva che per fare un film pulp, mooolto pulp, servivano sangue, merda e sesso. Qui ci sono sangue, piranha e sesso. Direi che ci siamo.


Jerry O'Connell ai tempi di Stand By Me...
Ci sono ovvi richiami al capostipite del genere, ovvero Lo squalo, fin dalla primissima scena con Richard Dreyfuss.

C'è il giovane protagonista Steven R. McQueen, il tipo di The Vampire Diaries (Jeremy Gilbert, il fratello di Elena), che per l’occasione indossa una maglia dei Pixies e ha la cameretta tappezzata da poster di Radiohead, Nirvana, Lou Reed, Ramones che fa tanto ragazzo indie, ma anche con una conoscenza musicale storica. È anche un po’ il Dawson della situazione: assoldato dal regista porno interpretato da Jerry O’Connell per dare una mano alla sua troupe, riesce infatti a fare il rompiballe e non si gode la situazione.

C’è appunto Jerry O’Connell (un tempo bimbo ciccio bombo di Stand by me) in versione autore di film porno cocainomane.

C’è la tipa più inutile nella storia di Gossip Girl, ovvero Jessica Szohr.

...Jerry O'Connell adesso
C’è una pseudo storia d’amore tra il tipo di The Vampire Diaries e la tizia di Gossip Girl giusto per aggiungere un vago gusto di romanticismo a un film per il resto tutto sbilanciato verso un umorismo e un maschilismo da caserma.

C’è Kelly Brook, ovvero una delle più grandi fighe nella storia del Regno Unito.

C’è la pornostar bionda Riley Steele che fa un motoscafo tra le tette di Kelly Brook.

Scena cult: c’è un epico e poetico scenone con le due suddette “attrici” che danzano in acqua totalmente nude sulle sognanti note di “Lakme - Flower Duet” di Léo Delibes, mentre il commento dei tipi che le filmano è:
“Guardale, sono come pesci con le poppe.”
“Se i pesci fossero tutti così, mi farei solo pesci. Solo pesci.”


C’è Christopher Lloyd, il mitico Doc Brown di Ritorno al futuro, in un ruolo tra l'altro non molto dissimile.

Nel cast ci sono anche Ricardo Chavira (il marito di Gabrielle Solis in Desperate Housewives), Adam Scott (dalla serie tv Party Down), la bambinetta Brooklyn Proulx (anche nel pessimo Shelter di cui parlavo appena ieri), lo sfigato Paul Scheer del fenomenale programma comico di Mtv Human Giant, gli amici di Tarantino esperti in b-movies Ving Rhames (Marcellus Wallace in Pulp Fiction) ed Eli Roth (il regista di Hostel).

A dirigere tutta questa follia con stile videoclipparo c'è il regista francese di Alta tensione Alexandre Aja, ormai specializzato in remake horror, tra Le colline hanno gli occhi, Riflessi di paura e questo.

C’è una scena con dei piranha che si mangiano un cazzo (letteralmente, intendo). Di quale personaggio sia, lascio a voi l'insano piacere di scoprirlo.

C’è una tettificazione: ovvero una decapitazione di tette rifatte.

C’è un autentico bagno di sangue con i tipi danzanti dello Spring Break che finiscono sbranati da un’orda di piranha inferociti.

C'è una colonna sonora molto maranza.

C’è un finale grandioso.

C’è uno dei film più divertentemente trash degli ultimi anni.
(voto 7)

Battuta cult
“Il segreto della vita: birra, sole e fighette depilate che si toccano sott’acqua.”

lunedì 18 ottobre 2010

Voglio andare a vivere in Campania

Benvenuti al sud
(Italia 2010)
Regia: Luca Miniero
Cast: Claudio Bisio, Alessandro Siani, Valentina Lodovini, Angela Finocchiaro, Giacomo Rizzo, Nando Paone
Link: imdb, mymovies
Genere: nord vs. sud
Se ti piace guarda anche: Giù al nord, Basilicata coast to coast, Si può fare

E andiamo di nazional-popolare.
Benvenuti al sud è il grande successo cinematografico della stagione, con cifre che dovrebbero farlo diventare l’incasso italiano numero 1 dell’anno, è tratto da Giù al nord, altro enorme successo, stavolta tra gli sgallettati francesi ed è già previsto un sequel, prevedibilmente intitolato Benvenuti al Nord. Se a ciò aggiungiamo un Claudio Bisio che recita in modalità spot delle Pagine Gialle e uno pseudo-attore come Alessandro Siani per protagonisti, allora la situazione non si mette troppo bene.

L’inizio della pellicola non fa che confermare questa impressione. Le battute sembrano uscite da Zelig, cosa che non stupisce visto che il pubblico di riferimento cui parla è pur sempre quello. I personaggi sembrano macchiette ed è tutto giocato sulla solita sequela di stereotipi infinita, sia sul Nord che sul Sud.
Claudio Bisio è il direttore di una piccola filiale lombarda delle Poste Italiane che per farsi trasferire nella Gran Milàn finge di essere invalido. Ovviamente viene subito sgamato e per punizione lo spediscono per raccomandata senza ricevuta di ritorno in un paesino della Campania, vicino a Napoli. Tragedia, per lui, ma è qui che il film inizia a farsi interessante.
Le battute cominciano ad andare oltre il buonismo e il politically correct, pur non spingendosi certo al livello di un South Park, e le trovate divertenti si susseguono con una buona regolarità, grazie a un buon adattamento di Massimo Gaudioso, abituale sceneggiatore di Matteo Garrone. Tra le cose che strappano un sorriso: la signora meridionale che continua a portare roba da mangiare, la fissazione per il caffè a tutte le ore e la ricostruzione del Sud criminale ironicamente alla Gomorra quando la moglie di Bisio (la Finocchiaro) viene giù a trovarlo.

Insomma, Benvenuti al Sud cerca di proporre un’immagine più attuale e originale del Meridione e pur con i suoi difetti (una regia non pervenuta, colonna sonora così così, recitazione dei protagonisti a livelli minimi), scivola piacevole, guardabile e allegro, merito anche di attori secondari come Valentina Lodovini e Giacomo Rizzo, entrambi provenienti non a caso da L’amico di Famiglia di Paolo Sorrentino.
Un film meno peggio del previsto, dunque.
Peccato per la caduta di stile del finale: si cerca per tutto la storia di combattere (con risultati alterni) contro i soliti stereotipi sul Sud e poi come scena conclusiva ci si mette una bella panoramica mediterranea con i bambinetti che corrono dietro a una Fiat e, soprattutto, con in sottofondo le note di “O’ sole mio”?!
Ma allora vaciapadirat!
(voto 6-)

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