venerdì 30 gennaio 2009

La strada


C’è una strada in fondo alla strada che porta a quel paese. Avrà 103 abitanti o pochi di più e tutti lì sono strani. Cioè, non strani tipo “quel tipo ha i capelli lunghi, si fa le canne e si veste in maniera strana,” ma strani strani. Il sindaco del paese, per dire, ha due mogli di cui una è una capra. E non è nemmeno quello più strano lì in mezzo, in molti infatti si stanno a chiedere come faccia uno con una vita così regolare ad essere diventato il sindaco.
“Nuove elezioni!” sta a gridare tutto il giorno un nano in piazza con un forcone in mano. “Nuove elezioni!” Nessuno però lo ascolta, neanche il suo coinquilino che è un gigante ma dorme sempre nella camera più piccola della casa.
Come bellissima Miss del paese è stata scelta Elephant Girl, la gentil donzella più ambita. Il signor Chesterfield, rimasto vedovo in seguito all’accidentale morte della moglie, ha offerto tre quintali di noccioline e uno dei suoi 13 figli al padre della pulzella pur d'averla in sposa. Il padre, dopo una lunga trattativa che ha portato a 2 il numero di figli concessigli, ha accettato e a malincuore ha salutato la figlia sulla porta della stalla: “Vai per la tua strada: adesso sei una donna, anzi, una Elephant Woman.”
Il signor Chesterfield, che era ancora un bell’uomo, da giovane veniva considerato il Richard Gere del paese, nonostante avesse tre occhi e uno strabismo evidente anche al cieco del paese. Che poi non era cieco del tutto. Quando qualcuno in paese schiattava, lui poco prima aveva la visione di un film in cui uno dei personaggi moriva in una maniera simile. Ad esempio prima che il giovane Foster, uno dei figli del signor Chesterfield, cadde nel pozzo del padre, lui vide The Ring. Quando Rupert, lo scemo del villaggio nonché un altro dei figli del signor Chesterfield, fece un bagno nei cubetti di ghiaccio e annegò congelato, ebbe invece la visione integrale di Titanic. E anche se non vedeva più niente da mesi, ne fu talmente annoiato che si addormentò proprio nel bel mezzo del film. Il giorno in cui morì la moglie del signor Chesterfield la sua mente proiettò Psycho, ma nessuno in paese ne capì il perché, visto che la signora era morta fortuitamente mentre stava facendo una doccia.
La sera delle nozze tra il signor Chesterfield e la ragazza elefante si celebrò, com’era tradizione in quel paese, una sacra cerimonia preparatoria per la perdita della verginità della giovine. La ragazza fu immersa totalmente in una vasca di sperma di toro che i fratelli Thompson avevano ottenuto quel pomeriggio in una maniera mai del tutto chiarita. Le gemelle siamesi Orsen furono talmente impressionate da quella impresa che decisero di donare la loro, di verginità, proprio ai fratelli Thompson. E mentre succedeva questa cosa a 4 davanti agli occhi increduli, ma nemmeno troppo, di tutti i presenti, il signor Chesterfield decise che era arrivato il momento di portare la moglie nel loro nido d’amore.
A fatica la prese in braccio e insieme varcarono la soglia della casa. Elephant Girl, scusate, Elephant Woman, pregò il neo-maritino di attenderla mentre si faceva una doccia purificatrice per togliersi di dosso quel malsano odore di sperma di toro.
Proprio in quel momento, il cieco del paese ebbe una nuova visione. Nella sua testa partirono i titoli di testa ed ebbe la sensazione di averlo già visto. Era un film familiare, ma in una versione differente. Era ancora Psycho, ma stavolta nella versione remake di Gus Van Sant. Perché quel film? Perché di nuovo?
Rivide le prime sequenze, ma non capì. Poi arrivò la scena della doccia e allora tutto gli fu chiaro. Avvisò Bill, l’agente di polizia nonchè parrocco del paese che, siccome non credeva nella violenza, era armato unicamente di un Super Liquidator. I due coraggiosi entrarono nella casa del signor Chesterfield, salirono su per le scale e se lo ritrovarono davanti vestito da donna e con un coltello in mano. O almeno, l’agente Bill se lo trovò davanti, mentre il cieco del paese vide la scena di Psycho corrispondente nella sua testa. Intimidito dall’enorme Super Liquidator, il signor Chesterfield si arrese e confessò l’omicidio della moglie e anche di qualcuno dei suoi figli, in quel momento non ricordava nemmeno esattamente di quanti.
La donna elefante venne portata in salvo e l’agente Bill paternamente le avvolse un asciugamano, anzi un enorme telone da circo, intorno al corpo nudo. I due ebbero un colpo di fulmine. Letteralmente. Un fulmine li prese in pieno e finirono in ospedale. Quando contemporaneamente riaprirono gli occhi si guardarono e stavolta ebbero un colpo di fulmine non letterale, ma romantico e decisero di sposarsi. Fu lo stesso Bill a celebrare il matrimonio, sdoppiandosi nel ruolo di prete, di sposo, nonché di addetto alla sicurezza. Dopo il fatidico sì, ci furono danze e balli sulle note di Le Freak degli Chic e di Get Ur Freak On di Missy Elliott e tutti festeggiarono quel gran giorno di festa.
C’è una strada in fondo alla strada che porta a quel paese. Se la vedete, non prendetela. A meno che non siate anche voi strani. Ma strani strani.

lunedì 26 gennaio 2009

January

In un post di qualche tempo fa avevo definito il Piemonte come il Wisconsin italiano. Mi ero sbagliato. Dopo quest’inverno il paragone calza di più con l’Alaska. Mancano solo gli orsi (forse).
Se al freddo e alla neve di questo January aggiungiamo anche la pausa tra la fine del lavoro precario e l’inizio del master in febbraio che vedrà il mio ritorno nel mondo degli studi, in questo primo mese dell’anno ho avuto modo di fare scorpacciate (anche più del solito) di film, serie tv e dischi nuovi. Mettiamo quindi ordine al disordine e diamo qualche voto, partendo dai film.

Lasciami entrare
Il mio film del cuore (vedi post). Giovani vampiri crescono. Anzi, no. Forse è proprio questo ad affascinarmi in loro: il fatto che non crescano, come Peter Pan.
voto\10

In Bruges
Una lezione di sceneggiatura. Veloce, brillante, ricco di battute memorabili e situazioni al limite del delirio puro. L’ambiente favolistico della cazzo di Bruges finisce per affascinare, Colin Farrell ne combina di tutti i colori e fa pisciare sotto dalle risate! Una sorpresa assoluta.
voto\9

Valzer con Bashir
Poesia per gli occhi
sinfonia per il cervello
aspirina per l’anima
voto\9

Il petroliere
Un film senza speranza, nero come il petrolio e come il cuore del protagonista (un Daniel Day Lewis eccellente).
voto\8,5

The Millionaire
La puntata di Chi vuol essere milionario? più entusiasmante ed emozionante che vi possa capitare di vedere. Diretto da Danny “Trainspotting” Boyle.
voto\8

Vicky Cristina Barcelona
Girandola erotico-sentimentale nella calda Barcelona. Detto così sembra un porno, e neanche dei migliori, in realtà è una commedia di Woody Allen, e anche delle migliori.
voto\8

W.
Il film di Oliver Stone su George W. Bush. Divertente e ispirata la parte che si concentra su W. persona (ebbene sì, e che diamine: anche lui è una persona!), meno la parte politica.
voto\7,5

The Strangers
Pura tensione. Dall’inizio alla fine. E i 3 strangers cazzo se sono inquietanti.
voto\7

Sette anime
Premessa numero 1: il Muccino italiano mi è sempre piaciuto. Frizzante e addirittura spassoso ai tempi dell’esordio Ecco fatto, ha ricostruito ottimamente i tempi del liceo in Come te nessuno mai, ha orchestrato il dramma dei 30enni in crisi d'identità con un ritmo e una tensione da tragedia greca in L’ultimo bacio e in Ricordati di me ha fotografato l’Italia di oggi in maniera forse un po’ schematica ma più profonda di quanto possa sembrare. Poi ha voluto fa l’americano con un film ambientato negli anni Ottanta e io da grande appassionato di film sugli 80s mi son detto: figata! Peccato che con La ricerca del denaro, pardon della felicità, ha fatto la peggior ricostruzione del decennio a memoria d’uomo. Non basta mettere un cubo di Rubik e il gioco è fatto… Il mondo dei broker degli 80, reso perfettamente da Oliver Stone in Wall Street e preso per il culo alla grande in American Psycho, è stato trasformato da Muccino nel magico paese dei balocchi e delle opportunità. Bah!
Premessa numero 2: Vanilla Ice a parte, Will Smith è forse il peggior rapper nella storia dell’hip-hop americano. E come attore è uno specialista nel recitare in alcuni dei film peggiori della storia del cinema recente (Wild Wild West, Io sono leggenda, Men in Black 1 e 2, Bad Boys 2, Independence Day e il già citato La ricerca della felicità.) Dai tempi del Principe di Bel Air continua a fare sempre la stessa parte: quella dell’uomo eroico che si erge da solo contro il resto del mondo. Ad aiutarlo solitamente c’è un’improbabile spalla (un robot, un cane, un bambino, un vecchio, Carlton…) ma nessuno che possa offuscare la sua stella.
Partendo da premesse del genere, Sette anime miracolosamente non mi è nemmeno dispiaciuto, non del tutto almeno. Will Smith per la prima volta mi sembra che reciti veramente e in un ruolo finalmente sgradevole (anche se solo a tratti). Poi Muccino pure stavolta rispetto ai suoi movimentati film italiani tiene il ritmo sotto Valium e il finale new-age non è esattamente il massimo.
voto\6

Davanti agli occhi
Avere a disposizione Cristiano Ronaldo e Ibrahimovic e farli giocare in difesa è come avere Uma Thurman ed Evan Rachel Wood e farle recitare in un film piatto e prevedibile come questo. Un’occasione persa e finale new-age pure qua. Ma basta!
voto\5

Tropic Thunder
Ben Stiller in versione attore/regista dopo il geniale Zoolander realizza una non richiesta e sostanzialmente noiosa parodia del genere bellico. Da salvare solo due irriconoscibili Robert Downey Jr. e Tom Cruise.
voto\4,5

Serie tv
Mad Men
Le vite di un gruppo di pubblicitari nella New York a cavallo tra gli anni ’50 e i ’60. Siamo lontani mile miglia dagli Happy Days e si scava a fondo nell’animo di personaggi raramente così sfaccettati e complessi. Se il mondo girasse nel verso giusto, invece che sul satellitare Cult lo passerebbero in prima serata su Raiuno al posto di fiction inutili come Raccontami e co. Qui sì che viene raccontato veramente un periodo storico e lo si fa evitando di cadere nei soliti stereotipi. Sotto la patina dei favolosi anni del boom si nascondono delle anime in pena, ma anche se il tono è molto introspettivo non mancano momenti di più leggero cazzeggio. Non vorrei essere il solito megalomane, ma direi che si tratta probabilmente della migliore serie televisiva dai tempi di Twin Peaks.
voto\10


Dexter
Nella seconda stagione, la vita di Dex ha sviluppi molto Palahniuk periodo Fight Club tra tossici anonimi e un triangolo amoroso che lo rende più umano, e quindi più interessante.
voto\8,5

Medium
Ormai mi sono affezionato a questa serie sulla medium Patricia Arquette che si barcamena con maestria tra sogni inquietanti e routine familiare.
voto\7+

Damages
Una giovane avvocatessa finisce a lavorare per una Glenn Close stile Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada… immancabilmente la sua vita si trasformerà in un vero inferno.
voto\7

Dr. House
Quinta stagione ancora in fase di decollo… allacciate le cinture.
voto\6+ (il + è per la geniale suoneria di Mmm Bop degli Hanson sul cellulare di House)

Dirt
La prima stagione era visionaria e “sporca” come dice il titolo. La seconda sembra decisamente più ripulita e innocua. Delusion.
voto\5

Disco del mese
Howling Bells “Radio Wars

Spettacolare! C’è poco altro da dire.
spiriti affini: Garbage, Pretenders, Cardigans
voto\8,5
Cities Burning Down


Antony & The Johnsons “The Crying Light
L’ascolto di questo disco è paragonabile alla visione della Madonna. La voce di Antony risuona come qualcosa di sacro da ascoltare in silenzio e al buio. Perché la luce, lo suggerisce il titolo, fa piangere.
spiriti affini: Rufus Wainwright, Hercules & Love Affair, Bjork, Sigur Ròs
voto\8

Fight Like Apes “Fight Like Apes and the Mysteries of the Golden Medallion
Da Dublino, dei pazzi che fanno un gran casino fregandosene di tutto e di tutti.
spiriti affini: Rolo Tomassi, Ash, Metric
voto\8


Pains of Being Pure at Heart “The Pains of Being Pure at Heart
Ascoltare Come Saturday è come tornare nei 90s e riprovare di nuovo entusiasmo per un pezzo con le chitarre distorte.
spiriti affini: My Bloody Valentine, Raveonettes, Radio Dept.
voto\7,5


Telepathe “Dance Mother”
Elettronica da risveglio la domenica mattina per creare incantate atmosfere interiori.
spiriti affini: Miss Kittin, Bjork, David Lynch
voto\7,5

Franz Ferdinand “Tonight: Franz Ferdinand
Fila via liscio che è un piacere, ma ascoltandolo con attenzione si notano una miriade di finezze stilistiche non da tutti. Un disco che cresce con gli ascolti.
spiriti affini: Blur, Arctic Monkeys, Kinks, Beck
voto\7+

Sky Larkin “The Golden Spike”
Disco fresco, veloce, eccitante.
spiriti affini: Johnny Foreigner, Subways
voto\7


White Lies “To Lose My Life
Nuovo esaltante gruppo uk, anche se con un suono new-wave un pochino derivativo.
spiriti affini: Joy Division, Editors, Interpol
voto\7

Morrissey “Years of Refusal
Ha già dato, ma se la cava ancora…
spiriti affini: Smiths
voto\6

mercoledì 21 gennaio 2009

Change

Non si vive di soli ricordi, visto che è più semplice affogarli in ettolitri di whisky. È così che l’ho sempre pensata, ma oggi ho deciso: tutto questo deve finire. Oggi la mia vita cambierà. Lonnie aveva ragione quando mi diceva che così non posso continuare altrimenti finisco o in una bara, o in un centro di riabilitazione. E io in riabilitazione non ho nessuna intenzione di andare. Non di nuovo. Io voglio stare con le persone felici in un posto felice. Disneyland, cazzo. O Topolinia, se esiste. Non voglio finire al centro Strafatti di tutto il mondo uniti, a studiare libri chiamati Introduzione a una vita d’armonia oppure Storia e tecniche del viversani & belli.
A-fan-cuu-lo tutto questo.
Se avessi chiuso molto tempo fa adesso non avrei alcun tipo di problema. O forse sì, qualche problemuccio l’avrei. Problemi normali. Roba tipo andare a fare la spesa e portare Poppy a fare la pipì o dilemmi morali quotidiani come: fuori piove, mioddio adesso che faccio? Esco con l’ombrello o metto la maglia col cappuccio che è tanto pratica ma è della scorsa stagione quindi dannatamente fuori moda? Cose così, cose normali.
In anni di enigmistica da ultima pagina del New York Times ho capito una cosa: per ogni problema c’è una soluzione e la cosa importante non è tanto trovare la soluzione, quanto piuttosto cercarla. Io, ad esempio, ora me ne sto nel mio loft con una partita di 300 gr. di coca e le sirene fuori stanno già alzando progressivamente il loro volume. Presto saranno qui, le sirene. Qui dentro. E io ne sarò contento perché almeno sarò al sicuro dagli altri. Chi sono gli altri?
Gli altri sono i cinesi, quei bastardi a cui ho fottuto la partita da sotto il naso giallo, ma gli altri sono anche i miei amici, Lonnie e compagnia brutta, che ho fottuto in seconda battuta per avere più soldi tutti per me e naturalmente per avere più roba da farmi. Se mi prendono gli sbirri prima di loro e di quegli altri mi potrò considerare un uomo fortunato.
I’m a lucky man, canto mentre imito un altro video dei Verve. Sono giù in strada che cammino in strada che sono in strada e do spallate a tutti in strada e sono strafatto-cazzo-che-botta in strada. Dove sto andando? Come, dove sto andando? Me lo sono già dimenticato? Non posso essere così fatto da essermelo già dimenticato. Dove?
Ah, già. Sto andando da Mary-Ann. La mia Mary-Ann. Mia e di quegli altri 100 che se la scopano tipo regolarmente. Mary-Ann. Indirizzo. Dove abitare? Nella strada delle puttane, ovvio. Navigatore satellitare insierito. Brum brum. Più veloce della luce.
Suono.
Ri-suono.
Dai, Mary-Ann. Vai a quel cazzo di citofono.
“Mary-Ann,” grido alla finestra. “Mary-Ann, apriiii.”
Mi attacco al citofono per cinque minuti, poi quando ho ormai perso ogni speranza lei risponde come se nulla fosse: “Sììì? Chi èè?”
“Mary-Ann, come chi è? Come chi è? Sono io, cazzo. È mezz’ora che suono: apri!”
Lei non apre.
“È urgente…”
Finalmente apre, quella troia.
Salgo su le scale di corsa. Più veloce della cazzo di luce. Mary-Ann è alla porta e fa “Non puoi entrare, adesso.” Io la spingo via ed entro sbattendomene. Davanti mi ritrovo Lonnie, nudo, nel letto. “È nudo,” penso, “e ha un cazzo enorme.” Ci penso meglio e realizzo: “È Lonnie, cazzo. Il tizio che vuole uccidermi. Uno dei tizi che vuole uccidermi.”
“Lonnie, come butta?” gli chiedo trovando un sorriso disinvolto da non si sa dove.
“Il mio uomo,” fa lui sorridendomi. “Jamal, negro. Hai venduto la mia roba?”
“Ehm…” ci rifletto su. “Sì?” dico non troppo convinto.
“Non te la sarai fatta tutta tu, vero?” si alza in piedi con quel cazzo enorme che mi penzola davanti agli occhi.
“Certo che no, Lonnie. Certo che no,” in questo momento non mi sembra così male l’idea si immergermi nella lettura appassionante di Storia e tecniche del viversani e belli.
“L’hai già venduta tutta?”
“Non ancora, Lonnie, ma ci sto lavorando.” Ah, come vorrei essere lì insieme a voi adesso, Strafatti di tutto il mondo uniti.
“E allora mi dici che cosa stai facendo qui davanti al mio cazzo penzolante invece di essere fuori a vendere la mia fottuta roba?”
“Ero passato a dare un saluto a Mary-Ann ma vedo che è già impegnata, quindi ripasso. Anzi, Lonnie, vendo la roba e poi eventualmente ripasso.”
“Vola vola vola,” sussurra Lonnie imitando Hannibal Lecter, “Vola vola vola…” e io volo volo volo.
In strada. Sono di nuovo in strada. Mi gira tremendamente la testa. Sono confuso: Lonnie non sa niente? Non ancora. Potrebbe saperlo a minuti, da Jared. Quello non tiene mai la bocca chiusa. Sempre attaccato al cellulare. Non pensa al cancro che tutte quelle onde provocano al cervello? Certa gente se ne fotte del suo futuro, pensa solo al presente ma le conseguenze, le conseguenze dico sono importanti, gente. Dovete pensare a costruire un futuro, per voi e per i vostri figli. Ma prima il matrimonio. Il sacro vincolo del matrimonio, solo dopo il sesso, anzi, che dico? la riproduzione.
“Ouuu”, mi urla un tizio strattonandomi. “Amico, sei morto?”
“Cazzo dici? Certo che no! Ti sembro morto?” gli faccio io.
“Beh, tanto vivo non mi sembri…”
Sono steso a terra e sto tremando dal freddo. Quel tizio è chiaramente un coglione ma non deve avere nemmeno tutti i torti. Provo a fare lo sforzo di rialzarmi. Ci riesco mi-ra-co-lo-sa-men-te. Mi sento un uomo nuovo, pronto per il cambiamento. Questo è il primo giorno del resto della mia vita. Aretha Franklin sta cantando Let Freedom Ring e la sua voce arriva da tutte le finestre d’America. Mi affaccio in una casa a caso e sono lì tutti seduti sul divano a guardare il giuramento di Obama. “Ce l’hai fatta,” sussurro, poi qualcuno mi chiama. “Hey, Jamal!” ce l’hanno con me. Mi giro. Sono i cinesi. Sembrano alquanto alterati. Sbucano fuori da tutte le parti, mi circondano.
Io mi volto un attimo ancora verso la finestra aperta di una famiglia americana a caso e poi nella schiena mi arrivano i proiettili. “Almeno tu ce l’hai fatta,” la mia voce è solo un gemito, in mezzo alla folla di persone che acclamano il nuovo Presidente. Davanti a me passano un mucchio di immagini. Tutti i ricordi della mia vita cancellati da droghe & alcool improvvisamente eccoli lì di nuovo. Mia mamma, com’era bella mentre mi spingeva sull’altalena. Mio papà, che mi insegnava ad andare in bici e mi ripeteva “Sei un testone” ma Dio sa se mi voleva bene. Mia nonna, in ospedale, e io che le tenevo la mano mentre si spegneva. Le sarebbe piaciuto essere qui oggi. Non a vedere il nipote che muore ammazzato, questo probabilmente no, ma stare qui alla finestra ad ammirare un nero che giura da Presidente davanti a tutta l’America. “Cazzo, se ce l’hai fatta,” ho ancora la forza di dire appena prima che i miei occhi si chiud

lunedì 19 gennaio 2009

Adios

Ti guardi alle spalle con la malinconia di chi sa che qualcosa è finito, andato per sempre, e canticchi:

Oh, say can you see, by the dawn's early light
what so proudly we hailed at the twilight's last gleaming?


Oh, dì, puoi vedere alle prime luci dell'alba,
ciò che così fieramente abbiamo acclamato agli ultimi bagliori del crepuscolo?


È un nuovo giorno, quello che sorge. L’ultimo. I riflettori si sono spenti. Le luci dei cameraman sono altrove, tutte a inseguire un treno, a immortalare un nuovo presidente rockstar. E a te chi tirerà le scarpe addosso, adesso?

Whose broad stripes and bright stars, through the perilous fight
o'er the ramparts we watched, were so gallantly streaming?

Quelle ampie strisce e lucenti stelle, attraverso la pericolosa battaglia
stavano fluttuando così coraggiosamente sopra ai baluardi che abbiamo visto?


Ah, le stelle sulla bandiera. E le strisce. Che combinazione magica di colori! Come hai fatto a smerdarla così? Perchè questa è la sola cosa che sei riuscito a fare.

And the rockets' red glare, the bombs bursting in air

E il bagliore rosso dei razzi, le bombe che scoppiavano in aria


I razzi e le bombe… le bombe… le bombe…

Gave proof through the night that our flag was still there.

Testimoniavano, nella notte, che la nostra bandiera era ancora lì.


Fuori dallo studio ovale la bandiera ha continuato a sventolare fiera di se stessa giorno e notte, nonostante tutto. Nonostante te. È ora di andarsene, a testa bassa. Lasciare che quella bandiera ispiri qualcun altro. Tiri fuori il tuo solito sorriso da idiota, l'unico che ti viene così bene, mentre la guardi un'ultima volta e te ne vai via.

O say, does that star-spangled banner yet wave
o'er the land of the free and the home of the brave?

Oh, dì, la bandiera coperta di stelle sventola ancora
sopra la terra della libertà e la casa del coraggio?


Tutto intorno è uno stappare bottiglie e urlare di gioia. La Casa Bianca esplode di vita. È come quando piccola peste finalmente se ne va via dall’orfanotrofio che lo ospitava. C’è un grande party a cui tu non sei stato invitato. Everybody dance do-do-do, clap your hands, clap your hands. Ci sono luci, musica, balli, Jay-Z & Beyonce. E per te non ci sono fazzoletti malinconici a sventolare, né bandierine a stelle e strisce. Ci mancherai. Anzi no. Adios, piccola peste. Adios, Dabliù.

sabato 17 gennaio 2009

Tutta la vita didietro

Ho da poco finito di lavorare per un periodo di circa 6 mesi all’interno di un centro commerciale. 6 mesi che sono passati lenti come una ballata country. Mi piace ricordare di essere stato una specie di inviato in incognita mandato a documentare la (non)vita dentro a un ipermercato, anche se ciò non è vero, perché così mi sembrerà di non aver buttato nel cesso parecchi mesi della mia vita in attesa di fare qualcosa di maggiormente stimolante, come riprendere gli studi ad esempio.
Occupandomi unicamente di prestiti e finanziamenti non avevo certo una mole insostenibile di lavoro e la noia risultava il principale nemico da affrontare per arrivare alla fine del giorno senza provare la tentazione insopprimibile di puntarmi una pistola alla tempia. Per fortuna avevo a disposizione un pc tutto per me, ma naturalmente giuro e spergiuro di averlo usato solo e unicamente per finalità appropriatamente lavorative e mai ludiche. La noia è stato il nemico principale ma non l’unico. In un’occasione ho avuto a che fare con una cliente psychopatica che mi ha minacciato di morte solo perché non le era passato un insignificante finanziamento per un cellulare, cosa tra l’altro di cui io non avevo la benchè minima responsabilità.
Da buon osservatore quale sono, l’occasione mi è sembrata allora interessante più che altro per uno studio sociologico della popolazione che si annida all’interno di quello strano cosmo parallelo che è il centro commerciale. Il quadro che ne viene fuori non è certo dei migliori dipinti: zombie che lavorano senza stimoli e senza reali prospettive di un miglioramento futuro solamente per arrivare con le loro lego-paghe alla fottutissima fine del mese. Turni a tutte le ore del giorno, tutti i giorni della settimana, del mese, dell’anno, della vita perché RICORDA il centro commerciale non chiude mai. È la dura legge della giungla, pardon del mercato. Le luci al neon non si spengono mai.
Le persone migliori che mi è capitato di incontrare qui dentro sono, e non lo dico per fare il Bonolis o il Fazio della situazione, le donne delle pulizie. Gente che meriterebbe grandi soddisfazioni di grande si ritrova solo una gabbia mascherata da libertà capitalista. Mascherata poi nemmeno troppo bene, dato che i sistemi di sorveglianza all’interno del centro sono paragonabili a quelli di un carcere di massima sicurezza, ma attenzione soltanto per i dipendenti. I ladruncoli, quelli no. Loro girano numerosi e inarrestabili. La sorveglianza è rigorosa soltanto per coloro che hanno la fortuna di lavorare all’interno.
Se le persone più umili e intelligenti mi sono sembrate le donne delle pulizie, i promoter e gli altri impiegati sul gradino inferiore della fantozziana piramide aziendale, devo dire che non è vero che più sono in alto e più sono peggio. È solo quando più si credono in alto e più sono delle teste di cazzo. Se sei un caporeparto, tanto per fare un esempio a caso, non è che sei Dio. Nel grande disegno delle cose sei un emerito nessuno tanto quanto me o tanto quanto il direttore. Quindi è inutile che ti comporti come se il peso dell’Universo gravasse interamente sulle tue spalle. Rilassati, fratello. Era dai tempi di Stefano Accorsi ne L'ultimo bacio che non vedevo qualcuno così sclerato... Ma è tutto il sistema che sembra aver perso di vista ciò che è reale e che conta veramente.
Lavori interinali, contratti a progetto, co.co.co.coccodè. La realtà sta assumendo contorni sempre più precari e paradossali. Una fuga into the wild per quanto disperata e destinata al fallimento è un’ipotesi mica da scartare a priori, perché almeno lì fuori saprai di respirare ossigeno, non aria condizionata e quando guarderai verso il cielo vedrai le stelle, non dannate luci al neon che non si spengono mai.

giovedì 15 gennaio 2009

Lasciami entrare

Lasciami entrare
segui il tuo cuore
mia dolce vampira
non farmi mai del male

Lasciami entrare
dimentica il dolore
stare insieme è sicuro
nessun bullo, nessun duro

Lasciami entrare
nei tuoi occhi il mistero
come in un cubo di Rubik
le freak, c’est chic

Lasciami entrare
basta soffrire
segui il codice Morse
non c’è futuro, né morte

Lasciami entrare
bevi il mio cuore
mia dolce succhia-sangue
non ti farò mai male

(deliri personali a parte, non perdete questo film)

martedì 13 gennaio 2009

La luccicanza Endemol

Il colloquio
“Come si chiama?”
“Jack Torrence.”
“Jack, è sicuro di voler partecipare al nostro programma? Alcune persone sono prese da una certa forma di claustrofobia vivendo per un lungo periodo di tempo nello stesso ambiente chiuso sempre con le stesse persone.”
“Mi creda, per me non c’è alcun problema, eheh.”
“Perfetto, signor Torrence. Credo che lei abbia quel qualcosa di speciale che noi cerchiamo…”
“La luccicanza?” chiede Jack.
“Ma no, simpaticone. Secondo noi lei possiede il cosiddetto… Fattore X.”
L'ingresso nella casa
“E il prossimo concorrente a entrare nella casa del Grande Fratello è…”
pausa suspence di Alessia Marcuzzi “…Jack Torrence.”
Applausi scroscianti, musichetta sparata in sottofondo, la folla in delirio.
“Allora, Jack. In studio di sono tua moglie e il tuo figlioletto psicopatico che parla col dito, vuoi salutarli?”
“Weeendy? Aspettami che torno ad occuparmi anche di voi, tesoro,” sorride Jack facendo l’occhiolino alla telecamera.
Un mese dopo
“Tutto lavoro e niente divertimento rendono Jack un cattivo ragazzo,” ha scritto Jack su un foglio che mostra in confessionale. Ogni tanto se ne va anche in giro per la casa su un vecchio triciclo da bambino spastico. Alcuni cameramen cominciano ad essere preoccupati. Il concorrente Torrence comincia a dare alcuni segni di squilibrio, segnalano, ma la regia li ignora. Dopotutto il pubblico adora Jack, è il preferito nei sondaggi.
Martedì
Jack si dirige verso la stanza 237. La porta è aperta. Dentro c’è una donna nuda che sta facendo il bagno. È l’annuale tettona di questa edizione. Jack le si avvicina e la bacia. Preso dalla passione, chiude gli occhi. Quando li riapre vede nello specchio la cruda realtà: sta baciando Vladimir Luxuria! Vladimir si mette a ridere con ghigno demoniaco e il povero Jack scappa terrorizzato a gambe levate.
Ore 16
Jack prende un’accetta di quelle dell’attrezzatura antincendio e fa a pezzetti uno dei suoi “amici” della casa. Ha fatto l’errore di votarlo nelle nomination. I piccoli cameramen che vivono dietro ai muri si interrogano: “Dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo fermarlo…”
“No,” fa un altro piccolo cameraman oompa loompa. “Il regolamento del Grande Fratello dice che un concorrente può eliminare gli altri nella maniera in cui preferisce e che sente più consona alle proprie caratteristiche. Quindi dobbiamo lasciarlo fare.”
Jack insegue gli altri concorrenti con l’accetta antincendio per le stanze della casa. Fa a pezzi il sosia di Tom Cruise nel confessionale, poi fa un salto nella casa del Gran Hermano spagnolo e uccide tutti. Si avvicina con l’ascia all’agente di moda; questa nota le scarpe di lui ed esclama: “Ma allora è proprio vero: il diavolo veste Prada!” Subito dopo Jack con un colpo secco le fa volare via la testa. Quindi cosparge di benzina la mangiafuoco e la brucia viva. L’ultima rimasta è l’hostess Alitalia che protesta contro il massacro con un cappio legato al collo. Niente di più facile per Jack che stringerlo e lasciarla senza fiato.
Lunedì, puntata finale
“Abbiamo un vincitore!” strilla Alessia Marcuzzi dallo studio. “Ha letteralmente fatto fuori tutti gli altri concorrenti e quindi si merita i 300,000 euro di premio. Jack, accomodati.”
Jack si siede di fronte alla Marcuzzi mentre la regia manda un video dei suoi momenti più memorabili all’interno della casa sulle note di Psycho Killer dei Talking Heads. Il pubblico applaude ed esulta a ogni efferato omicidio mostrato al ralenty. Jack si bulla in studio, facendo il piacione con la Marcuzzi. “Vedi quello come l’ho squartato?”
“Oh Jack,” flirta lei. “Sei proprio un personaggio pazzesco!”
La sigla finale è composta da spezzoni delle annate passate. Dietro a Taricone si nasconde nell’ombra un personaggio oscuro. La telecamera zooma su di lui. È Jack Torrence con uno di quegli smanicati zarri di moda nel 2000. Fanno quindi vedere Patrick mentre sbocca in una delle edizioni successive. Dietro al vomito compare ancora lui: Jack Torrence è sempre stato dentro la casa. Gioca con noi al Grande Fratello sempre e per sempre, per sempre, per sempre, per sempre…

lunedì 12 gennaio 2009

b/n

Tutta la poesia se n’è andata
quando guardi nello specchio cosa vedi?
hai perso quello che avevi
non te l’hanno mai detto prima
la bellezza muore giovane, baby
quando l’hai scoperto hai preso la tua decisione
basta un poco di zucchero e la pillola va giù
il tuo corpo va giù
i tuoi occhi eran blu
Il mondo se n’è dimenticato, di come eri
gli uomini se ne sono andati dal tuo letto
i loro sguardi ora sfiorano il corpo di qualcun'altra
e gli applausi avevano proprio un bel suono
com’è che faceva?
Ti è rimasto un pugno di foto in b/n
e qualche ricordo masticato nello stomaco
puoi provare a cancellare l’incancellabile
hai un minuto da vivere, non di più
e tu a che pensi?
Pensi all’ultima scopata
all’ultima sigaretta
all’ultima volta che hai avuto il coraggio di piangere
basta un poco di zucchero e la pillola va giù
la tua vita va giù
tutto brillerà di più
puff
non resta niente di niente
ogni cosa che hai fatto sparirà
sarai solo polvere alla polvere
cenere alla cenere
funk al funky

venerdì 9 gennaio 2009

Exil

È una bella sucata vivere nella nuova era glaciale. Ogni giorno suona la sveglia e non è oggi, è the day after tomorrow. Il bianco della neve rende sterile e uguale ogni paesaggio come in Fargo dei fratelli Coen. Se a ciò aggiungi la peggio febbre degli ultimi 137 anni a bloccarti a letto, quello dipinto è un quadro descrivibile semplicemente con una singola parola: esilio. E questo paradossalmente proprio nel momento in cui il mondo esterno sembra sintonizzarsi sulle tue frequenze: i Glasvegas suonano su Radio Deejay e Amy MacDonald ormai suona persino su Radio Maria, anche se il suo disco quando è uscito un anno e mezzo fa lo ascoltavate solo tu e i suoi parenti più stretti.
Ma chiusi in casa al calduccio non si sta mica tanto al sicuro. La febbre ti confonde le idee e ti fa vedere cose che forse non ci sono e ci sono strani strangers mascherati che vogliono entrare dalla finestra e vogliono farti a pezzi mentre sei sotto le coperte a fabbricare sogni. Perchè quando sei cresciuto con i video di Björk, non dormi. Sogni. E sforni sogni che assomigliano a film come L’arte del sogno. Che poi più che un film è un’autobiografia in cui Michel Gondry parla di se stesso e finisce (involontariamente?) per parlare anche di te stesso. Di quello che sei, della tua incapacità cronica di separare la realtà dalla finzione, il cinema dal sogno, il vero dal falso, dell’impossibilità di sentirti realizzato altrimenti se non con la creazione di qualcosa: creare acqua col cellophane, ad esempio. O creare Un ponte per Terabithia che ti porti direttamente in un regno fantastico dove tutte le difficoltà e tutti i problemi possono essere attraversati.
Chiudi gli occhi, ma tieni la mente bene aperta. Perché ricorda: una mente come la tua bene aperta può creare tutto un nuovo mondo. Unica cosa, stai attento alle distrazioni: la distrazione è un’ostruzione alla costruzione.
Hey now, hey now, don’t dream it’s over perché la fine arriva da sola e i sogni terminano così all’improvviso, un attimo sei il bambino de I quattrocento colpi che di corsa arriva a bagnarsi i piedi nel mare e un attimo dopo davanti a te c’è solo la scritta
Fin

martedì 6 gennaio 2009

the loco-motion

somiglia a un film di David Lynch ma in realtà è la realtà
c’è una storia che racconta di un uomo che legge un blog sul portatile
il blog a un certo punto comincia a parlare
“c’è stato un omicidio, in fondo alla strada”
c’è un’altra storia di un altro uomo che guarda un film che somiglia a un film di David Cronenberg che somiglia a un film di Michel Gondry che somiglia a un film di David Lynch
il film a un certo punto si trasforma in un porno giapponese muto
sullo schermo ci sono un vecchio ciccione pelato nudo e una ragazza con le tette grosse
la ragazza dimentica che è un film muto e a un certo punto parla
“il confine tra realtà e finzione è OIRANIGAMMI”
al chè il vecchio ciccione pelato nudo tira fuori una pistola dalla bocca e le spara
l’uomo che legge il blog chiude internet explorer e apre il lettore multimediale
comincia a guardare un porno giapponese muto
ci sono un vecchio ciccione pelato nudo e due ragazze: una con le tette piccole, una con le tette grosse
la ragazza con le tette piccole a un certo punto dice
“ci sarà un omicidio, in fondo alla strada”
subito dopo il vecchio ciccione pelato nudo la strangola a mani nude, fino a che la ragazza cessa di respirare
l’uomo che guarda il film trasformatosi in porno giapponese muto si alza dalla poltrona e fa per lasciare la sala cinematografica
la ragazza con le tette grosse guarda fisso verso l’obiettivo e dice
“non andartene, la soluzione è nell’altro uomo”
“quale altro uomo?” si sorprende a chiedere urlando al telone bianco del cinema
“l’uomo che legge il blog” risponde la ragazza
l’uomo che legge il blog compare in sala
“e tu chi sei?” gli chiede l’uomo che era già lì
“io sono David Lynch. tu chi sei?”
“io sono un coniglio”
l’uomo in sala si scopre che non è un uomo, ma un coniglio
“questo non ha senso,” dice seccato David Lynch
“hai mai visto un tuo film?” replica il coniglio ridendo
David Lynch guarda il coniglio, gli si avvicina e lo bacia
poi si mettono tutti e due a ballare sulle note di “the locomotion
“hey!” urla il vecchio ciccione pelato nudo dentro lo schermo “c’è stato un omicidio, in fondo alla strada, e voi due ballate? siete matti come cavalli”
al chè David Lynch si trasforma in un cavallo
il coniglio gli salta in sella e i due entrano nello schermo insieme al vecchio ciccione pelato nudo e alle due ragazze entrambe vive
parte la musica, tutti ballano
everybody’s doin’ a brand new dance now
come on baby, do the loco-motion

lunedì 5 gennaio 2009

epifania

l’Epifania è la festa più stupida che ci sia
è una strega che tutte le feste si porta via
tra le numerose assurdità della religione cristiana, festeggiare il giorno dell’arrivo con ben 12 giorni di ritardo sulla nascita di Gesù di tre idioti che si sono persi seguendo la bussola di Topolino è forse la più assurda in assoluto
per la serie per farci perdonare abbiamo portato dei doni magnifici, beccatevi oro incenso e mirra!!!
oro, perché da buoni cristiani non è che siamo materialisti, però non siamo nemmeno scemi, quindi ben venga un po’ d’oro
incenso? e cosa Cristo (pardon..) se ne fa un bambino dell’incenso?
regalargli una Nintendo Wii, no?
e poi mirra anziché birra? una cosa francamente inconcepibile…
la leggenda popolare vuole che i tre idioti magi, non sapendo più che pesci pigliare, chiesero indicazioni a una vecchia befana e la invitarono anche ad accompagnarli a far visita a Gesù. La vecchia non curante rifiutò, preferendo stare a casa a seguire Forum anziché andare a vedere il nuovo Messia
accortasi poi di aver fatto una leggera stronzata di quelle epocali, provò a seguirli, ma visto che anche lei era molto sveglia non riuscì mai a beccarli
questa vecchia e orribile strega che porta dolcetti ai bambini buoni e carbone a quelli cattivi è così diventata inspiegabilmente il simbolo folkloristico della festività
e siccome siamo tutti bambini cattivi: fanculo megera, stai lontana dalle nostre case!
la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, ma perchè non se ne fa regalare un paio nuovo dal suo amante Babbo Natale?
se miracolosamente siamo stati bambini buoni, la Befana ci porta dei deliziosi dolcetti pro-carie che ci faranno perdere tutti i denti, e dove ce li porta? in una calza puzzolente! lei che viene con le scarpe tutte rotte, chissà che buon odorino le sue calze…
dopo un periodo di giusto declino, la Befana viene rilanciata negli anni ’20 da Benito Mussolini con una efficace strategia di marketing in favore delle tradizioni nazionali
dopo il fascismo, la Befana torna (oh, yeah!) nell’oblio
il divo Andreotti nell'anno punk 1977 decide di fare una cosa positiva ed elimina questa festa dal calendario, suscitando un immediato odio popolare. Non per i suoi presunti legami con la Mafia, questo no, ma perché aveva cancellato l’Epifania
e così nel 1985 la festa è stata ahimè ripristinata e la gente è tornata ad amare Andreotti
quest’anno la Befana, arricchita dalle grandi vendite di calze & carbone degli ultimi due decenni, ha organizzato un mega-party da sballo nel suo castello
i re magi, invitati, nonostante abbiano installato un TomTom sui loro cammelli si sono immancabilmente persi. Forse per la festa del prossimo anno arriveranno in tempo...
non aggiungo altro
l’Epifania è la festa più stupida che ci sia

sabato 3 gennaio 2009

Previsioni del tempo

Già è un bel problema per Giuliacci & Co. stabilire se tra 5 minuti ci sarà il sole o una tormenta di neve, figuriamoci poter prevedere quel che saranno le correnti ventose cinematografico-musical-televisive dell’anno neonato. In ogni caso, copritevi bene che facciamo un tentativo.
Se il 2008 è stato l’anno dei vampiri, preparate il vostro bel collo immacolato: il 2009 lo sarà ancora di più. Che vi piaccia o meno, arriverà il sequito di Twilight, New Moon. Ma innanzitutto in questi giorni esce un film che è già un caso: Lasciami entrare, horror-intimista svedese ambientato negli anni ’80 con protagonisti dei bambini vampiri!! Era dai tempi di Donnie Darko che non sentivo una simile (magnifica) puzza di cult assoluto intorno a una pellicola.


A marzo su Fox arriverà poi il telefilm True Blood, vampiri che bevono sangue sintetico immersi in un’atmofera da provincia americana alla Twin Peaks. La produzione HBO e la nomination ai Golden Globes come miglior serie drammatica sembrano buone garanzie sulla sua qualità.
Altre serie tv che promettono fulmini e saette sono Dollhouse dall’autore di Buffy e Fringe dal creatore di Lost, roba quindi cui fare seriamente attenzione. In ambito più strettamente adolescenziale la buona notizia non è che le scuole saranno chiuse per neve, ma che Gossip Girl approda su Italia 1 e che si ritorna tutti ragazzini a Beverly Hills con la versione aggiornata 90210. Tra le serie crime The Mentalist è un ciclone che si è abbattuto sugli Usa e non risparmierà nemmeno l’Italia.
In ambito cinematografico, nel 2009 splenderà il sole su Brad Pitt. Come persona singola stavolta e non più come fantasmagorica entità chiamata Brangelina. È lui il protagonista del nuovo film di Quentin “fottuto genio” Tarantino Inglourious Bastards e torna a far coppia con il regista di Fight Club e Seven David Fincher in The Curious Case of Benjamin Button, la storia di un uomo che anziché invecchiare ringiovanisce. Questo ruolo potrebbe potrarlo all’Oscar ma prima di cantar vittoria e stappare una bottiglia di pregiato spumante italiano dovrà vedersela tra gli altri con il Mickey Rourke di The Wrestler e con un certo Sean Penn. Il regista di Into the wild torna davanti alla macchina da presa in Milk, diretto da Gus “fottuto genio 2” Van Sant (Elephant, Paranoid Park), dove interpreta il primo politico Usa a essersi dichiarato gay. Nel frattempo da Sanremo arriva una notizia più sconvolgente di un tornado: Povia canterà un pezzo omofobico intitolato Luca era gay. Dopo la banalità fatta canzone I bambini fanno ooh e la profetica Vorrei avere il becco non ho dubbi che si tratterà di uno dei momenti trash dell’anno da cui non basteranno certo gli ombrelli per ripararsi.
Il cielo poi si rischiarerà e potremo vedere le Stelle grazie al gangsta Public Enemies regia Michael Mann (Collateral) protagonisti Johnny Depp e Christian Bale!! Revolutionary Road regia Sam Mendes (American Beauty) con la riformata coppia titanica Leonardo DiCaprio/Kate Winslet, W. il tragicomico film sulla vita di George W. Bush diretto da Oliver Stone che arriva direttamente su La7 il 19 gennaio, giusto in tempo per celebrare l'insediamento di Obama e la fine di un’era catastrofica nella storia degli Stati Uniti e dell’Occidente, The Box del mio preferito Richard Kelly (Donnie Darko) e sempre a proposito di Donnie arriva il sequel S. Darko concentrato sulla sorella, con purtroppo regista e attori completamente rivoluzionati rispetto all’originale.
Tra i film d’animazione i raggi di sole arriveranno con il nuovo Pixar Up e il notevolissimo Valzer con Bashir. I blockbusteroni che cadranno democraticamente sia a Nord che a Sud saranno Angeli e demoni, Transformers 2, il fumettistico Watchmen e i nuovi Harry Potter e Terminator.
La pioggia diventerà neve e grandi libri diventeranno (si spera) grandi adattamenti: Soffocare, da Chuck Palahniuk, La strada da Cormac McCarthy e The Informers da Bret Easton Ellis. Infine Parnassus, per ammirare un’ultima volta sul grande schermo tutto il talento di Heath Ledger, ma questo solo per citare alcuni dei molti titoli che ci pioveranno in testa nei prossimi mesi.
L’evento musicale dell’anno per quanto mi riguarda è sicuramente il ritorno dei Blur con la mitica formazione originale per una serie di concerti sotto la pioggia di Londra e poi chissa? magari un sospiratissimo disco nuovo. Un altro comeback notevole sarà quello di Eminem con del nuovo insano materiale e, se non saranno totalmente strafatte, anche nuovi dischi da Amy Winehouse e Courtney Love, ma queste sono cose troppo imprevedibili anche per i nostri satelliti. Gli U2 tornano il 2 marzo (giorno del mio compleanno) e promettono di reinventare il rocknroll. Io ho qualche dubbio in proposito, comunque staremo a vedere e a sentire. A breve, rinfrescanti come una pioggia estiva i nuovi Franz Ferdinand, Lily Allen, Editors, Morrissey, Yeah Yeah Yeahs, Jay-Z e Green Day. E sono sicuro che tutta una miriade di gruppi nuovi e meteore si abbatterà sul pianeta Terra.
Per quanto riguarda più intimamente questo blog invece, nel 2009 sono previsti rovesci e schiarite, ma qualunque sarà il tempo verrà aggiornato ancora più spesso e cercherà di trasformare in parole di senso compiuto tutti i suoni che delizieranno le mie orecchie, tutti i film e telefilm che incanteranno i miei occhi, oltre a disavventure varie e scazzi personali, qualche estemporaneo componimento poetico e ovviamente nuovi immancabili racconti, più o meno originali, più o meno belli, più o meno folli. E le previsioni dicono che i pensieri cannibali continueranno ad esistere fino al giorno in cui pioveranno rane.

Per il momento è tutto, il vostro meteorologo preferito Cannibal Kid

giovedì 1 gennaio 2009

balloon

il momento è positivo, il momento è positivo, il momento è positivo
questo è un nuovo inizio
l’inizio di qualcosa di nuovo
dopo un anno in Purgatorio riesco a intravedere uno spiraglio
è un bagliore di luce o è solo un’allucinazione?
è la torcia che indaga il buio nel bosco oscuro o è la mia testa che non è non sarà mai più come prima?
il Paradiso tu vivrai se tu scopri quel che hai

il momento è positivo, il momento è positivo, il momento non è poi così positivo
potrei fare di più dare di più mangiare di più scrivere di più creare di più
ci sono tante persone che vogliono buttarmi giù
e cose che mancano e cose che ancora devo fare
e la voglia, voglia di farle dove sei?
vieni a me

il momento è positivo, il momento è positivo, il momento è positivo
la strada imboccata è piena di ostacoli però è quella giusta
le mani che mi soffocavano stanno allentando la presa dalla mia gola
finalmente riesco a respirare
mi sento leggero e non sono nemmeno stato riempito d’elio
il cielo è pieno di palloni gonfiati
io sono un palloncino che ispirato vola sopra tutta la loro superbia
nessuno mi può fermare
lasciami andare adesso,
lasciami libero nel cielo
questo è il mio momento
non ho bisogno di ali
galleggio nell’aria e questo è il mio momento
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