Genere: elegiaco
Provenienza: Reykjavík, Islanda
Se ti piace ascolta anche: Aphex Twin, Chelsea Wolfe, Joanna Newsom, iamwhoami, CocoRosie, Fever Ray, St. Vincent, Ólöf Arnalds, Emiliana Torrini, Zola Jesus
Delusione totale o solo mezza delusione?
Con un’artista come Bjork non si conoscono le mezze misure, o la si ama o la si odia, però il nuovo album Biophilia è lei stess a viaggiare propro nella terra di mezzo. Da una parte il disco prosegue nel percorso artististico e personale e blablabla della folletta islandese, quindi niente di troppo nuovo. Dall’altra però è un’opera omogenica (sebbene lontana dai livelli di Homogenic) con una sua dignità e coerenza. Più che un’Opera, forse è un disco di musica operistica, per come la si può intendere in Islanda e per come la può intendere la mente di Bjork.
Molti in rete nei primi commenti al disco hanno parlato di noia, di noiophilia. Difficile dar loro torto, purtroppo. Molte tracce scorrono senza impennate tra trilli sonori e i vocalizzi ormai ben noti della Donna Biofila. Però dentro c’è anche una perla assoluta come Cosmogony, un pezzone da brividi come non se ne sentono parecchi in giro e quando arriva una cosa così capisci che Bjork i pezzi li sa ancora scrivere. Che è tutto fuorché un’artista finita.
Peccato che le accelerazioni elettroniche siano tenute a freno, perché sono quelle ad esaltare e a risvegliare l’interesse nella quiete (ho detto quiete, non noia) generale, come il rocambolesco spettacolare finale aphex-twiniano di Crystalline, o ancor più il devasto totale di Mutual Core, uno di quei pezzi che fanno gridare: "Oh my Bjork!" intorno a cui l'artista avrebbe dovuto costruire l’intero lavoro, e che invece costituisce solo un momento piuttosto isolato dal resto del programma.
Biophilia possiede un suo fascino? Yes, però purtroppo non ammalia del tutto e comincia a preoccupare il fatto che Bjork non faccia un disco davvero ottimo da 10 anni, da quel Vespertine del 2001 di cui questo nuovo Biophilia vorrebbe essere un erede non troppo riuscito e musicalmente un po’ piatto. Cosa cui magari porranno rimedio i numerosi probabili remix in arrivo a breve, che attendo con fiducia. Mentre della costosa versione deluxe con i dieci diapason ne faccio anche a meno. Così come faccio a meno - Steve Jobs ti chiedo perdono dall’alto dei cieli multimediali in cui ti trovi - delle tanto strombazzate app per Ipad, una per ogni pezzo del disco. Anche perché non ho l’iPad.
In mezzo a qualche sbadiglio, all’interno del disco rimangono comunque due grandissime canzoni da prendere e portare a casa: Cosmogony e Mutual Core. Però stiamo parlando di Bjork e accontentarsi non va mica bene, per tutti i maledetti folletti islandesi!
(voto 6,5/10)
Devo dire che la tua recensione mi ha toccato. Si vede che sei un grande estimatore di Bjork e sai essere obiettivo (questo purtroppo è uno dei grandi mali del fan: la mancanza di obiettività. Mi chiedo se riesci ad essere obiettivo anche con Lady Gaga.)
RispondiEliminaAdesso non posso sentire i pezzi (è notte), ma lo farò da grande affetta di bjorkite e saprò essere obiettiva.
*alma
RispondiEliminanon volevo essere così commovente eheh :)
su lady gaga posso essere ancora più critico: una canzone come americano sull'ultimo album è una mezza porcheria e se si mette a cantare insieme ai queen potrei proprio scomunicarla :D
Devo dire che sono rimasto abbastanza deluso dall'album, la classe c'è come sempre, il percorso musicale anche, però mi aspettavo qualcosa di diverso, di un po' più coinvolgente.... Il disco è discreto ma siamo ben lontani dalla Bjork che conosco e apprezzo....
RispondiEliminaSono d'accordo col 6 e mezzo, anzi, io sarei addirittura stato per un 6+, che visto che si parla di Bjork è praticamente un'insufficienza....
Bjork dovrebbe smettere di cantare e vendere maglioni girocollo di lana cotta islandesi
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