Alexander Ahndoril “Il regista”
Ci sono due modi per parlare di un personaggio famoso. Fondamentalmente, due modi. Parlarne bene o parlarne male, direte voi.
(romanzo)
Casa editrice: Aìsara
Pagine: 192
Ci sono due modi per parlare di un personaggio famoso. Fondamentalmente, due modi. Parlarne bene o parlarne male, direte voi.
No.
Il primo è redarne la biografia ufficiale, andando a documentarsi, intervistando il personaggio in questione, amici, famigliari e conoscenti vari. Ricostruirne la vita passo per passo attenendosi alle fonti.
L’altro modo è più fantasioso e consiste nello scriverne immaginando la sua vita, i suoi gesti, i suoi pensieri. Non è detto che il primo metodo si riveli più efficace e dia una fotografia più veritiera del personaggio in questione. Il secondo metodo può infatti arrivare al cuore della persona con maggiore efficacia, grazie a pratiche meno scientifiche e razionali, ma attraverso espedienti più artistici.
È il secondo metodo quello utilizzato da Alexander Ahndoril, anche noto con il più facilmente pronunciabile pseudonimo di Lars Kepler con cui ha pubblicato l’hit thriller L’ipnotista, per raccontarci di Ingmar Bergman nel suo Il regista, romanzo appena pubblicato in Italia da Aìsara. Ingmar da non confondersi con Ingrid Bergman, attrice che pure lavorò con lui in Sinfonia d’inverno, come mi confondevo spesso io da ragazzino.
Ok, lo ammetto: come confondevo io ancora fino a poco tempo fa.
Ingmar Bergman tanto per fare il punto della situazione è il sommo regista svedese scomparso nel 2007 autore di film come il fenomenale Persona, lo splendido Il posto delle fragole, il celebrato Il settimo sigillo, più un sacco di altri che non ho (ancora) visto perché ne ha girati così tanti che credo nemmeno lui sia riuscito a vederli effettivamente tutti.
Il romanzo va a raccontare il dietro le quinte delle riprese di Luci d’inverno, film uscito nel 1962 e parte della trilogia del silenzio di Dio, concentradosi su Bergman regista attraverso la realizzazione della pellicola, ma anche e soprattutto su Bergman uomo, andando ad indagare nel suo rapporto con la moglie (una delle sue tante mogli) e in particolare in quello conflittuale con il padre, che l’avrebbe voluto predicatore anziché cineasta.
Quello che ci racconta Ahndoril non è necessariamente come sono andate le cose, ma come ha immaginato siano andate le cose, e a quanto pare in questo mischione tra fiction e realtà deve averci preso parecchio, visto che lo stesso Bergman dopo aver letto il libro (la prima edizione in Svezia è uscita nel 2006, poco prima della sua morte) gli ha confessato: “Come diavolo hai fatto a sapere tutto questo? Non ne ho mai parlato con nessuno”. Anche se, dopo l’apprezzamento iniziale, qualche mese dopo il regista ha invece cambiato opinione e dichiarato: “Questo romanzo è un insulto!”. Confermandosi in questo modo persona contradditoria quanto i suoi film.
La lettura è estremamente interessante per gli appassionati del regista e del mondo del cinema in generale, ma offre parecchi spunti anche a chi è incuriosito da questo tipo di biografie-non biografie, o anche biografie immaginarie di personaggi realmente esistiti. Io stesso mi sono esercitato in questa pratica malata quanto divertente, seppure solo sotto la forma di alcuni raccontini immaginati dedicati a personaggi come Amy, come Annamaria, Mara e Jessica, come Axl, Kanye e Brandon, ma anche come un certo Silvio.
Il gioco portato avanti da Alexander Ahndoril con questo romanzo è però portato a un livello decisamente superiore, attraverso una costruzione stratificata e congegnata con uno stile molto cinematografico che trova come unico limite giusto una certa freddezza tipicamente nordica che pur ci fa solo in parte avvicinare a Bergman, mantenendo una certa distanza che non ci permette un’immersione emotiva al 100%. Cosa che alla fine dei conti può anche non essere vista necessariamente come un difetto.
E se io dovessi dedicarmi alla scrittura di una storia su regista, su chi cadrebbe la scelta? Beh, risposta molto facile: non riuscirei a immaginare un personaggio più divertente di Quentin Tarantino. Quasi quasi inizio a scriverlo...
(voto 7/10)
lo stavo comprando questo libro... poi il prezzo non pienamente accettabile, il nome sconosciuto dello scrittore e il rischio genere palloso mi hanno fatto desistere... soprattutto il prezzo!
RispondiEliminaIl posto delle fragole e Il settimo sigillo in grassetto, in grassetto!!!! XD
Che fai, cominci a copiarmi le recensioni dei libri, razza di antagonista che non sei altro!?!? ;)
RispondiEliminaio da bambino vedendo il posto delle fragole mi sono cagato addosso. (Dalla paura).
RispondiEliminapensavo fosse una recensione dell'omonimo film
RispondiElimina(una noia mortale)
Di Bergman ho visto gli stessi film da te citati, e devo dire che li ho apprezzati moltissimo (in particolare Persona, un po' meno il Posto delle Fragole)...ci faccio un pensierino su questo libro;)
RispondiEliminaLibro davvero interessante, grazie per il consiglio, anche se da quello che dice vincent il prezzo non è dei migliori.
RispondiEliminaSe avete tre ore puntate tutto su Funny e Alexander, il film perfetto.
*vincent
RispondiEliminamessi in grassetto, per la tua gioia ;)
*mr. ford
non per sminuirti, ma esistono migliaia di siti e blog di recensioni di libri. quindi al massimo posso aver copiato da loro... :D
*lorenzo
oddio, perché? a parte forse giusto la prima scena del sogno, per il resto mi ha inquietato molto di più persona...
*queen B
come ormai dovresti sapere, i miei titoli di solito non c'entrano una mazza con i miei post ahaah :)
a me comunque quel film era piaciuto, anche se in effetti non è proprio il massimo del divertimento...
*josef K.
quello ancora mi manca..
Io l'ho comprato, invece (costa 17 euro, mica 25, e la veste è molto raffinata, quindi secondo me li vale, più di certi cartonati che dentro hanno carta igienica), e l'autore non è sconosciuto, visto che con lo pseudonimo di Lars Kepler ha venduto centinaia di migliaia di copie.
RispondiEliminaComunque lo leggo, poi vi dico.
Mary