mercoledì 28 ottobre 2015

Cannibal Music - I dischi di ottobre 2015





Questo mese sono arrivati un sacco di album e per altro quelli di cui sono riuscito a parlare sono solo una piccola parte dei lavori usciti sugli scaffali fisici e virtuali dei negozi. Non perdiamo quindi altro tempo in intro inutili e passiamo ad ascoltarli.

Disclosure “Caracal”

Dopo il successo del disco d'esordio i Disclosure si trovavano di fronte a un bivio: diventare i nuovi Chemical Brothers, e magari addirittura i nuovi Daft Punk, oppure diventare il sottofondo musicale ideale per un aperitivo fighetto.
Il nuovo album ci dice che hanno scelto la seconda opzione. Scelto, oppure è solo che manca loro il talento dei nomi citati, chissà?
“Caracal” non è nemmeno un brutto disco, nient'affatto, soprattutto per merito di ospiti vocali come Lorde e The Weeknd, e di pezzi quasi tutti piacevoli e prodotti alla grande. È solo che nei momenti migliori suona come una spenta replica del disco di debutto, mentre nei momenti peggiori suona come un remix di Mario Biondi. E non è una bella cosa. Inoltre, suona tutto come una collezione di singoli fatta apposta per le radio, anziché un album vero e proprio. Insomma, potevano osare di più.
Di...sclosure?
No, di...ludendo.
(voto 6-/10)



New Order “Music Complete”
Ritorno al futuro, o meglio al passato. C'è chi lo fa con stile e chi non tanto. Alla seconda categoria appartengono i Duran Duran, tornati sulle scene con un nuovo disco che non rende onore alle belle poppate (o se preferite canzoni-pop) che ci avevano regalato negli 80s. Temevo che un destino del genere sarebbe capitato anche ai New Order e invece per fortuna non è successo. Il gruppo nato dalle ceneri dei Joy Division che ha fatto la storia dell'electro-pop anni '80 ha realizzato un nuovo album che non farà gridare al miracolo, ma comunque un po' sì, visto che c'è del miracoloso nel riuscire a bilanciare sonorità del passato con un'attitudine moderna, senza suonare jurassici da una parte o finti ggiovani dall'altra. Dimenticando il poco memorabile “Waiting for the Sirens' Call” del 2005, i New Order riprendono il discorso interrotto con “Get Ready” del 2001, che a mio parere rimane comunque un gradino sopra, e dimostrano di avere ancora qualcosina da dire. Mission: complete.
(voto 7/10)



CHVRCHES “Every Open Eye”

Il disco d'esordio dei CHVRCHES (occhio che se non lo scrivete tutto maiuscolo si incazzano) è stato una bella botta di vita, soprattutto per il genere electro-pop di cui i sopra citati New Order sono, e restano, paladini. Le aspettative per la loro opera seconda erano quindi parecchio altine. Per fare un paragone montanaro, se il nuovo disco di Adele è l'Everest, il nuovo dei CHVRCHES è il più modesto ma comunque rispettabile Monte Bianco. Una volta scalato, è difficile dire se le aspettative siano state rispettate. L'aria che si respira in cima è ottima, una manciata di canzoni come “Leave a Trace”, “Playing Dead” e “Bury It” toccano vertici di bellezza purissima, eppure c'è la sensazione che manchi ancora qualcosa per completare l'avventura della loro vita. Per ora bene, quindi, ma per la prossima volta pretendo l'Everest. O almeno il K2.
(voto 7+/10)



Negramaro “La rivoluzione sta arrivando”
Attenta. Stai attenta. Che ad ascoltare la voce di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro a un volume troppo elevato rischi di perdere l'udito.
La rivoluzione sta arrivando, proclamano i Negramaro, e hanno ragione. Da qualche parte, nel mondo, la rivoluzione sta arrivando. Di certo però non dalle parti del loro disco, che di rivoluzionario non ha niente. “La rivolzuone sta arrivando” rappresenta semmai un ritorno alle origini, per la band pugliese, quelle dei primi 2 validi album. Dimenticate le fallimentari contaminazioni dubstep/electro tentate con il precedente lavoro, i Negramaro puntano qui su canzoni pop-rock essenziali e dirette. Non sarebbero nemmeno troppo male, se solo non ci fosse un piccolo, fastidiosissimo dettaglio: la voce di Giuliano. Una volta mi piaceva anche, e non chiedetemi come sia possibile, ma adesso faccio davvero fatica ad ascoltarlo. Non senza che mi venga voglia di picchiare fortissimo la testa contro il muro, almeno. Oppure senza che mi venga voglia di andare ad ascoltare una compilation di gente che passa le unghie su una lavagna, che al confronto è ancora un suono soave. La voce di Giuliano Sangiorgi dovrebbe essere considerata inquinamento acustico e credo che in alcune regioni stiano cercando di metterla al bando.
È un peccato. Un peccato non che si stia cercando di bandirla. È un peccato che questa voce rovini un album che cantato da una persona normale potrebbe anche essere discreto. Chissà?
Tra un gorgheeeeeeggioooooooooooooo, un vooooooooooooocaliiiiizzzooooooo e un virtuoooooooosismooooooooo voooooooooooocaaale di Giuuuuuuuuuuuuliaaaaaaaaaaaaaaanooooooooo a questo punto temo non lo scopriremo mai.
(voto 5-/10)



Ministri “Cultura generale”
Io e la musica italiana non andiamo molto d'accordo. Ho detto che mi fa schifo?
No, non l'ho detto. Magari l'ho solo pensato. Ogni anno comunque riesco a scovare, soprattutto nella scena indie, qualche dischetto nostrano interessante. In questo 2015 che sta già volgendo al termine non era ancora capitato. Persino artisti che in passato ho apprezzato parecchio come Verdena, Colapesce o Iosonouncane quest'anno mi hanno deluso parecchio. I Ministri no. In passato mi erano solo piaciucchiati, adesso invece con questo nuovo cazzuto album “Cultura generale” mi hanno convinto di più e con un paio di pezzi persino esaltato di brutto: “Cronometrare la polvere” e “Idioti”... quest'ultima forse perché mi chiama in causa in prima persona?
(voto 6,5/10)



BØRNS “Dopamine”
Rivelazione assoluta. Garrett Borns in arte BØRNS è un nuovo cantautore indie-rock statunitense, con un album d'esordio prodotto da gente che ha lavorato con Lana Del Rey e Kanye West, che ho scoperto così per caso, soprattutto per il fascino cinematografico della copertina.


La sua è una musica sognante e accattivante, un po' retrò e allo stesso tempo attuale. Più che da discuterne, comunque, c'è da ascoltarlo. Se poi non vi piace, oh, non c'è mica alcun problema. Solo secondo me avete qualcosa che non va.
(voto 8/10)



Editors “In Dream”
Il mio rapporto con i dischi precedenti degli Editors è stato conflittuale. Ci ho sempre messo un po' di tempo e diversi ascolti per amarli, ma alla fine riuscivano a conquistarmi, soprattutto i loro primi due lavori. Succederà lo stesso anche con questo nuovo “In Dream”, dal suono meno Joy Division e più rilassato (per non dire moscio) che in passato? Per il momento non è ancora capitato, ma l'obiettivo del titolo se non altro è stato già centrato. Ogni volta che lo ascolto, mi fa chiudere gli occhi e mi manda nel mondo dei sogni.
(voto 6-/10)



Sexwitch “Sexwitch”
Lo sapevate che Bat for Lashes ha fatto un nuovo disco?
Probabilmente no, visto che il suo nuovo progetto non è a nome Bat for Lashes. Natasha Khan insieme alla rock band inglese Toy ha dato vita a una band dal nome fighissimo di Sexwitch, la strega del sesso, e insieme hanno registrato un disco di cover di pezzi degli anni '70 provenienti da differenti parti del mondo. Da Roma a Bangkok? Quasi: dal Marocco alla Thailandia. Il risultato è un viaggio sia fisico, attraverso sonorità di paesi culturalmente e geograficamente lontani tra loro come Iran e Stati Uniti, che mentale, visto che è l'album più ipnotico uscito negli ultimi mesi. Il trip definitivo? I quasi 8 minuti della grandiosa “Kassidat El Hakka”.
(voto 7+/10)



John Newman “Revolve”
Il giovane cantante inglese John Newman un paio d'anni aveva spaccato alla grande con “Love Me Again”, un pezzo che ancora adesso risulta parecchio irresistibile. Con questo suo secondo album cerca di bissare la precedente hit con 14 pezzi dal tiro retrò in cui il suono della sua voce così particolare alla lunga si fa parecchio fastidioso. Le canzoni comunque pure questa volta spaccano alla grande. Ma solo i maroni.
(voto 5/10)



Wavves “V”
“V” è il quinto album dei californiani Wavves. Questo forse potevate capirlo dal titolo anche da soli. Quello che aggiungo io è che sembra di sentire un disco pop-punk degli Offspring suonato da una band indie-rock stile Pavement. O, se preferite, sembra un disco dei Pavement suonato dagli Offspring. Il risultato in ogni caso è uno dei dischetti più freschi e divertenti sentiti negli ultimi tempi. Peccato solo non sia arrivato nel corso dell'estate, quando sarebbe suonato ancora più perfetto.
(voto 6,5/10)



David Gilmour “Rattle That Lock”
Dopo il disco di scarti, pardon di “registrazioni inedite” dei Pink Floyd dello scorso anno, David Gilmour si prenota anche per il Valium Award 2015.
Esiste sul serio gente che non si addormenta ascoltando un disco del genere?
Se sì, vi faccio i miei migliori complimenti!
(s.v.)

P.S. David Gilmour fisicamente somiglia a Vasco Rossi sempre più, ogni giorno che passa. E non è un complimento.

"Eh già, pure io sono ancora qua."



Canzone del mese
Adele “Hello”
Dite hello ad Adele, che è tornata tra noi più forte che mai, non solo con una grandissima canzone, ma pure con un grandissimo video diretto dal giovane fenomeno Xavier Dolan.
Dite invece goodbye a tutte le altre cantanti che, dopo aver sentito questo pezzo, hanno subito presentato la richiesta per la pensione anticipata. Solo che non è così facile. Non avete fatto i conti con la Riforma Fornero, mie care!


"Abbelle, ritiratevi che sono tornata io!"


5 commenti:

  1. La canzone di Adele pare una versione di Someone like you, mentre l'americano indie quasi quasi potrei provare ad ascoltarlo.

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  2. Che dire...tanta roba molto molto buona! :D
    Borns straordinario, artista rivelazione dell'anno; CHVRCHES una piacevole conferma, ma devo ammettere che tutti gli artisti che hai citato in questa playlist autunnale, eslcusi forse i Negramaro, li ho sempre apprezzati tantissimo. Inclusi anche gli Editors, non ci posso fare niente ma la loro musica ha sempre qualcosa di vincente, magari nemmeno troppo originale, che riesce a conquistarmi. I Pink Floyd invece hanno raggiunto lo status di band simbolo della musica, quindi ai loro componenti si perdonano tutti i passi falsi. ;)

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  3. Solo il titolo dei Negramaro è un l'emblema dell'esagerazione

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  4. Hello è un brano talmente bello che davvero qualsiasi altro cantante dovrebbe provare a nascondersi!

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  5. Buongiorno Sig.ra/sig.
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