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lunedì 18 giugno 2012

EURO BLOG WAR - Primo tempo

"Uff, che palle! Oggi in campo ci sono le schiappe di Ford..."
In occasione degli Europei di calcio ormai entrati definitivamente nel vivo, anche i due nemici della blogosfera tornano a darsi sfida con le loro ormai famigerate Blog Wars. Questa volta mettendo in campo due formazioni cinematografiche, due 11 di attori e registi presi dalle nazioni partecipanti alla manifestazione calcistica e pronti a sfidarsi a colpi di gol filmici. Ognuno di loro con una pellicola a rappresentarne la carriera.
Chi vincerà? Lo scoppiettante team cannibale, pieno di fantasia e giovani talenti, oppure la lenta, stanca e catenacciara formazione fordiana?
Oggi scendono in campo gli 11 di Mr. James Ford, per un primo tempo che si preannuncia noioso e privo di grosse emozioni. Domani sarà la volta del calcio-champagne con la squadra di Cannibal Kid. E allora sì che vedremo gol a raffica e cine-champagne!

"Ford, quella lì dietro ERA casa tua. Ciao!"
1 - Christopher Nolan (Inghilterra) - Il cavaliere oscuro
Mr. James Ford Per custodire il risultato tra i pali, niente di meglio dell'uomo pipistrello e del regista che è stato in grado di riportarlo ai fasti che solo Tim Burton prima di lui era riuscito a dipingergli sulle ali.
Un maestro dell'illusione in grado di ipnotizzare i troppo leggiadri attaccanti cannibali anche in caso di calci di rigore, sbeffeggiandoli neanche fosse quello sciamannato del Joker prima di serrare i ranghi e chiudere ogni porta della sua Bat-caverna.
Nolan mormorò, non passano i Cannibali.
Cannibal Kid Vedo che Ford pensa già ai rigori, puntando su un soporifero 0 - 0. È davvero un maestro del calcio catenacciaro, l’equivalente sportivo del cinema soporifero che tanto predilige.
Christopher Nolan è uno dei pochi talenti veri messi in campo dal Ford, che astutamente si è premunito mettendo il suo top player in porta, temendo i fuoriclasse cannibali. Ma nemmeno i suoi supereroi riusciranno a fermarlo da una inevitabile e travolgente goleada!





"Non vedo da qui a lì, figuriamoci giocare a calcio..."
2 - Costa Gavras (Grecia) - Missing
JF Terzino destro fluidificante l'espertissimo Costa Gavras, un giocatore navigato pronto a solcare le bassissime maree delle fasce ben poco eroiche del Cucciolo: un film che stupì Cannes e fu premiato con una giustissima Palma d'oro, e che ricordò il dramma e l'epoca terribile dei desaparecidos.
Quello che manca, però, in questa partita, è la squadra in campo ad opporsi alla furia del team fordiano.
Terreno fertile, dunque, per un veterano della fascia come Gavras, in grado di proporre cross su cross invitando al gol come ad un banchetto i compagni d'attacco: non per nulla, il titolo del secondo film in lista del regista greco era Cacciatore di teste.
CK Più che espertissimo, lo definirei bollitissimo visto che saranno almeno 30 anni che nessuno se lo fila più, ammesso e non concesso qualcuno se lo sia mai filato. Un giocatore non solo a fine carriera, ma ormai caduto ampiamente nel dimenticatoio. Azzeccato comunque il titolo del film: Missing, come il talento del tutto mancante alla squadra, vabbè per rispetto alle squadre vere chiamiamola squadretta, di Ford.
JF Solo un allenatore inesperto come Katniss Kid può cadere nella trappola più vecchia del mondo quando si tratta delle grandi competizioni calcistiche: l'esperienza in campo internazionale è uno degli ingredienti per un cocktail dirompente - e di successo -.
Continua a sottovalutare il buon Costa Gavras, che intanto zitto zitto ti infila sulla fascia!

"Ford, non c'ho voglia di giocare nella tua squadra. Preferisco fare un
filmato con mio figlio da caricare su YouTube e tenermi per domani..."
3 - Ingmar Bergman (Svezia) - Il posto delle fragole
JF Il talento incontrastato del più grande Maestro del Cinema nordeuropeo si concretizza nel fluidificante sinistro dei mattatori del campo fordiani, un Bergman che mette d'accordo con il suo cristallino talento anche i due mister più rivali della blogosfera.
A rappresentarlo, un film che è un Capolavoro di tecnica, leggerezza, profondità, ironia e magia: la summa della poetica di uno dei più importanti artisti che la settima arte abbia mai conosciuto, nonchè un omaggio alla vecchiaia che pare quasi rappresentare l'ultima grande vittoria per uno degli ultimi, grandi fuoriclasse.
CK Grande Bergman e bellissimo Il posto delle fragole. L’allenatore Fordman sbaglia però clamorosamente la sua posizione, visto che lo svedese avrà tante doti, ma certo non la velocità richiesta a un terzino. Uno dei pochi giocatori buoni della tua squadra, sprecato così. Non ti smentisci proprio mai, Ford!
JF Non c'è bisogno di alcuna velocità, quando c'è classe. E i lanci di Bergman sono lampi millimetrici da una parte all'altra del campo.

"Attento, Ford. I tifosi cannibali m'hanno
fatto un occhio nero e adesso cercano te!"
4 - Luis Bunuel (Spagna) - Il fascino discreto della borghesia
JF Davanti alla difesa, chi meglio di un beffardo regista come Bunuel poteva tenere a bada le avanzate a suon di punta di piedi degli attaccanti cannibaleschi imbastendo al contempo le geometrie per il contrattacco fordiano? E quale film meglio del manifesto anti radical chic per eccellenza, Il fascino discreto della borghesia, perfetto per ubriacare di dribbling i mediani egotici della squadra avversaria giusto in tempo per servire l'assist decisivo all'incisivo attacco blaufordiana?
CK Film recuperato di recente e su cui ci sarebbe parecchio da dire. Sicuramente una visione molto interessante e ricca di spunti. Eppure, nel suo giocare su una struttura di un sogno dentro un altro sogno dentro un altro sogno e così via finisce per incartarsi da solo. Va bene il surrealismo, ma a un certo punto è troppo.
Anche in questo caso, è sbagliatissima la posizione scelta dall’allenatore per un giorno (e si spera non di più) Ford. Bunuel sarebbe il jolly da mettere in campo nel secondo tempo, quello che può risolvere la partita nel bene e nel male. Ma in difesa è surreale, visto che tra un sogno e l’altro non sarebbe in grado di distinguere e quindi difendere nemmeno se stesso. Altra mossa fallita per il fascino inesistente della fordesia.
JF Ennesimo errore tattico dell'egotico Cucciolo Eroico: l'imprevedibile Bunuel è perfetto davanti alla difesa, quasi nascosto dal resto dei centrocampisti e pronto ad uscire dal letargo con una magia improvvisa.

"Leggerino, il WhiteRussian di Ford.
Me lo sono già scolato tutto!"




5 - Andrzej Wajda (Polonia) – Katyn
JF In ogni difesa che si rispetti si trova uno stopper pronto ad allungare la gamba anche soltanto per fare capire all'attaccante avversario di che pasta si è fatti.
Wajda, nome simbolo della Polonia organizzatrice dell'Europeo, era l'uomo giusto per il team Ford: e Katyn, film potentissimo che rievoca il massacro operato dai russi - che incolparono i tedeschi occupanti - dei soldati polacchi in cui perse la vita anche il padre del regista è il muro perfetto per annichilire le spaesate e leggerine punte cucciole troppo azzardatamente mandate allo sbaraglio al suo cospetto.
Un'opera incredibile in grado di tagliare le gambe.
Un valico insormontabile per le forze del povero, piccolo, Kid.
CK E questo scarpone chi sarebbe? Un giocatore nemmeno degno di giocare nella serie F di Ford, figuriamoci se può competere contro i campionissimi cannibali.
Più che Katyn, una scelta cretyn uahahah!



"Le cose che dice Ford... mah, a me fanno venire solo un gran mal di testa!"
6 - Federico Fellini (Italia) - I vitelloni
JF Il libero per antonomasia, l'unico leader possibile per una difesa impenetrabile.
Fantasia e concretezza, interventi decisi e colpi di genio in grado di spingerlo addirittura in attacco.
E come nella migliore scuola italiana, a rappresentarlo un film che è l'inno alla spensieratezza che non dimentica la malinconia, un pò come le lacrime che arrivano con la vittoria sui rivali più agguerriti.
I vitelloni fordiani, guasconi e sorprendenti, fanno polpette di tutti i pallidi "lavoratori" Cannibali.
Cannibali? Prrrrrrrrrrrrrr!
CK Questa scelta ci sta, però Ford come al solito si dimostra prevedibilissimo. La presenza di Fellini me l’aspettavo e quindi con un mio colpo di genio tattico gli ho messo subito addosso il mastino Von Trier a spaccargli le gambe.
Fellini fuori subito per infortunio al primo minuto, e il misero team del Mister rimane con i suoi soli scarponi in campo a guardarsi in faccia senza sapere cosa fare di quel misterioso oggetto rotondo che gravita loro davanti, palleggiato con una fitta rete di passaggi dai fenomeni cannibali.
E le lacrime sono solo quelle del coach Ford che, rimasto senza più carte da giocare, è già stato esonerato e pure radiato dalla Federazione Italiana Cannibale Antifordiana.

"Ma Ford dove li scova certi registi come...
come mi chiamo io?"
7 - Abdellatif Kechiche (Francia) - Cous cous
JF Ala destra il Best d'oltralpe, fenomeno di una Francia in grandissimo spolvero nelle ultime stagioni ed autore di una delle pellicole più incredibili, potenti e sentite degli ultimi dieci anni: sto parlando del meraviglioso Cous cous, un ritratto di famiglia al ritmo di danza del ventre e cucina, magico e profondo, in grado di scomodare paragoni con il respiro che solo Bergman riusciva a dare ai suoi film corali.
Il polmone del team Ford, infaticabile e pronto a sacrificarsi per il bene della squadra, come fosse un fratello maggiore.
E dato che il Cannibale faticherà a capire il concetto, lo semplifico in termini bianconeri: il "soldatino" degli anni migliori.
CK Non ho visto il suddetto Cous cous, anche perché già come cibo è per me ben poco appetitoso, ma dubito fortemente che questo Ke chi è? possa essere tra le cose migliori offerte dallo spettacolare cinema francese di ieri e di oggi. Più che ai paragoni con Best o con il già più modesto soldatino Di Livio, direi che è come scegliere Ibrahim Ba, tenendo a casa Platini e Zidane. Robe che solo un allenatore che vuole eliminare tutti i veri talenti per concentrare le attenzioni solo su di sé può fare. Ford, starai mica cercando di diventare più egocentrico di me?



"Cannibal, ti faccio arrosto nella mia Soul Kitchen!"
8 - Fatih Akin (Germania) - La sposa turca
JF L'Ozil del continente fordiano, il genio della lampada e perno del centrocampo pronto ad avanzare all'occorrenza divenendo quasi un fantasista aggiunto.
Passione ed esplosività, il regista di origini turche cresciuto ad Amburgo è l'uomo giusto per fare la differenza in mezzo al campo: capace di colpi ad effetto come di entrate decise, Akin ha dalla sua tutto il fascino del film che lo portò all'attenzione del mondo, quel La sposa turca vincitore a Berlino che stupì le platee per la sua forza tragica quasi almodovariana e per i suoi personaggi pieni di vita ed ubriachi di autodistruzione.
Il Best del Cinema. Quello che tutti vorrebbero avere in squadra.
Ma che trova la collocazione ideale solo nell'undici ideale. Quello di Ford.
CK Ed eccolo, il bidone del cinema tedesco. L’autore di Soul Kitchen, una delle commedie meno divertenti che mi sia capitato di vedere negli ultimi tempi. Sarà che i crucchi sono tra le poche persone al mondo ad avere un senso dell’umorismo (quasi) più discutibile di quello di Ford. Un regista talmente risibile che non mi preoccupo nemmeno di marcarlo, lasciandolo libero di autodistruggersi. E la sposa turca la abbandono sull’altare.
Fatih chiiii?
JF Non sto neanche a commentare il tuo parere sull'ottimo Soul Kitchen, e già mi pregusto la doppietta di Akin che, libero da marcature, impazzerà nella retroguardia Cannibale concentrata tutta sui temibili attaccanti fordiani!
CK Ma Fatih chiiiiiiiiiiiiiiii?

"Certo che Valhalla ha fatto addormentare pure me..."
9 - Nicolas Winding Refn (Danimarca) - Valhalla rising
JF Punta centrale perfetta per una formazione destinata alla vittoria finale.
Imprevedibile come il più arrabbiato degli Ibrahimovic e pronto a pungere come uno scorpione, Refn porta alla carica il suo guerriero One Eye per fare piazza pulita dei difensori avversari ed incornare ogni pallone che arriva dalle fasce, castigando a più riprese una difesa che pare proprio non avere i numeri e la stazza per contrastarlo.
I suoi voli a cercare l'impatto con la sfera sui calci d'angolo saranno vere e proprie epopee visionarie, in grado di mandare in visibilio il pubblico, pronto alla standing ovation per il capocannoniere del torneo.
L'ariete per eccellenza, il guerriero vichingo pronto a conquistare terreno e reti sulle indifese praterie popolate solo da conigli dark spauriti.
CK Refn contro la difesona cannibale potrebbe andare a segno giusto con Drive, un filmone che si fa fatica a credere sia stato realizzato dallo stesso autore di questo misero Valhalla Rising, una delle visioni più noiose e soporifere della Storia.
Se la tua tecnica è quella di fare addormentare la mia difesa, Ford, il tuo obiettivo è centrato in pieno. Peccato che pure i tuoi tifosi si siano stufati della tua squadra e abbiano abbandonato le tribune, lasciando i supporter cannibali a fare la ola lungo tutto la Cannibal Arena.
JF Sono soltanto usciti per andare a prendere da bere: i festeggiamenti per la vittoria, qui a Fordlandia, dureranno almeno una settimana!
CK Sul fatto che i tuoi tifosi (ma quali?) abbiano bisogno di bere hai ragione. Sì, però per dimenticare…

"Bravo Cannibal, sfotti pure, io intanto stasera vado a un
bunga bunga party con i miei amici Vladimir e Silvio."
10 - Alexandr Sokurov (Russia) - Arca russa
JF Il fantasista immarcabile, il numero dieci più ambito del mondo, il Messi del Cinema attuale.
Sokurov, vincitore all'ultimo Festival di Venezia, è tutto questo e anche di più: per rappresentarlo, ho scelto un film che è il saggio perfetto della sua tecnica incredibile, novanta minuti di piano sequenza ininterrotti nei corridoi dell'Ermitage di San Pietroburgo, un viaggio incredibile nella storia russa e nella meraviglia della settima arte.
L'uomo che più di ogni altro, da ogni posizione e a seguito di ogni punizione procurata dai fallosissimi difensori avversari saprà infilare la porta lasciando che il pallone ipnotizzi come la più imprevedibile delle "foglie morte".
CK Ambito, ma da chi? A parte il radicalchicchissimo pubblico dei festival cinematografici, Sokurov non se lo sooka nessuno. Terrence Malick semmai può essere considerato il Messi del Cinema attuale, visto i cast della Madonna con cui sta lavorando per i suoi nuovi film.
Se la fantasia della tua squadra è affidata a un russo pretenzioso e noioso come pochi, stai messo proprio bene, stai messo…
JF Senza contare il fatto che Malick non c'entri un tubo con questa Blog War in quanto statunitense, resta bollito con il suo albero della noia, e certamente il suo genio passato non va valutato dalla consistenza del cast delle sue pellicole!
CK A parte il fatto che tu hai tirato fuori Messi, che è argentino, comunque era solo un esempio di regista davvero ambito. Sokurov invece se lavora è solo grazie ai soldi del suo unico sostenitore: il suo infausto amichetto Vladimir Putin.

"Ford, col cacchio che scendo in campo per te! Io la partita
la seguo comodo dalla poltrona. E tifo pure Cannibal!"
11 - Milos Forman (Rep. Ceca) - Qualcuno volò sul nido del cuculo
JF E a proposito di imprevedibilità, lungo l'out di sinistra a farla da padrone è Milos Forman, che vola dal nido del cuculo fino all'area Cannibale servendo un cross dopo l'altro ai suoi compagni senza dare il minimo segno di cedimento.
Folle come McMurphy e solido come il Capo Bromden, l'uomo di fascia più imprevedibile che la settima arte abbia mai concepito è pronto a lasciare sul posto tutte le infermiere pazze frutto delle fantasie irrefrenabili del coach più teen mai visto sui campi di calcio prima di affondare come un coltello nel burro - o come un lavandino in una parete di manicomio - liberando tutta la magia del Cinema vero.
E regalando il passaggio vincente alla squadra del Cowboy.
CK Milos Forman era un grande regista. Ormai però non ha più nulla da offrire e giusto un allenatore fuori di testa può ancora dargli un’occasione di giocare invece di lasciarlo al meritato riposo.
Ford, la partita è finita e non possiamo fare nemmeno scambio di maglie: gli inservienti infatti per te hanno già pronta una bella camicia di forza! uahahahah

A domani, con gli 11 giocatori cannibali...

venerdì 8 giugno 2012

Euro 2012 cannibale al via

Oggi iniziano gli Europei di calcio, lo sapete. Quello che non sapete è che inizia anche l’Europeo cannibale, ovvero una guida particolare alle partite da un punto di vista non solo o meglio non tanto calcistico, a quello ci penseranno benissimo le trasmissioni Rai (come no?), quanto da una prospettiva socio-cul-turale. Mi avventurerò quindi in giro per l’Europa per scovare band, registi, attori, attrici, gnocche, chicche o schifezze varie musicali e cinematografiche da ogni paese partecipante, e farò scontrare le nazioni basandomi su fattori ben poco sportivi.

Cannibal Kid: «Curiosi? »
Lettori cannibali: «ASSOLUTAMENTE NO! »
Cannibal Kid: «Perfetto, questo è lo spirito giusto! »

Senza indugiare oltre in soporiferi commenti marino-bartolettoleschi (quest’anno, ti prego Dio del calcio, fa che non sia più presente in studio!), andiamo a scoprire le partite di oggi.
Si inizia subito alla GRANDE, con un big match atteso da tutti: Polonia – Grecia.
Wow, come resistere a una partita del genere?

Gruppo A
Polonia – Grecia
Ore 18:00

Polonia
Una delle squadre di casa. L’altra è l’Ucraina. Evitiamo commenti su quanto siano sfigati questi due paesi da non riuscire a organizzare da soli un Europeo, e forse nemmeno un torneo di briscola. Scherzo, sono due nazioni grandiose.
La Polonia, ad esempio, vanta una rigogliosa scenona musicale…
No? Niente?
Ah, sì, un gruppo decente c’è. Si chiamano Myslovitz e fanno un pop-rock non malvagio.


Ho detto "non malvagio", non ho detto che sono fenomenali. Il loro tiro viene quindi neutralizzato.

Da un punto di vista cinematografico, due nomi svettano su tutti: Krzysztof Kieślowski, autore del Decalogo e della trilogia colorata Film blu, Film bianco e Film rosso (confesso di non averli mai visti) e poi un certo Roman Polanski.
E voi che pensavate che in Polonia non facessero pellicole degne di nota…
Beh, in effetti a dirla tutta Polanski per realizzare i suoi film è dovuto emigrare prima in Francia e poi negli Usa e poi di recente in Svizzera per famigerate vicende personali. Quindi è un bel tiro per la Polonia, però parato.
Come bellezza più o meno locale, segnalo l’attrice Chloe Sevigny, americana ma di madre polacca, protagonista della nuova serie Hit & Miss, che mette a segno un gol per la Polonia.

"Gol io? Ma se non so neanche cos'è, il calcio."
Grecia
Come risponde la Grecia in crisi alla corazzata (più o meno) polacca?
Con il cinema e alla grande. Non credo di aver visto migliaia di film greci, ma sicuramente uno mi è rimasto impresso. E non può non rimanere impresso: mi riferisco a Kynodontas di Giorgos Lanthimos. Una pellicola devastante, disturbante e geniale come poche. Direi che per la Grecia è un golasso.
A livello musicale, non tirano fuori un gruppo degno di nota a livello internazionale dai tempi degli antichi greci, o forse dagli anni ’60, quando spaccavano gli Aphrodite’s Child con la voce particolarissima di Demis Roussos. Ecco la loro super classica “Rain and Tears”. Sempre bella, eh, però non abbastanza da infilarsi in rete.


Come bellezza locale la Grecia può vantare… la tipa de Il mio grosso grasso matrimonio greco, Nia Vardalos?
Mmm, direi che possiamo trovare di meglio, anche se non è che ci sia poi tutta ‘sta scelta. Alla fine diciamo allora Anna Mouglalis, metà francese e metà greca, vista nel film Romanzo criminale. Bella pupa dal fascino criminale, ma il suo tiro non va a segno.


Risultato cannibale: Polonia – Grecia 1 – 1
Grecia catenacciara, che va a fare un gol bastardo in contropiede grazie al film capolavoro Kynodontas, pareggiando così la rete di Chloe Sevigny.

Gruppo A
Russia – Repubblica Ceca
Ore 20:45

Russia
Togliamoci subito il dente cariato: il cinema russo. Così, a pelle, non sono un suo grande sostenitore. Il fatto poi che sia adorato dal mio blogger nemico Mr. Ford (attualmente in vacanza, forse proprio in Siberia) me lo fa detestare ancor di più.
Di certo, nel passato ci sono stati grandi innovatori nell’arte cinematografica come Ėjzenštejn, quello di quella cagata pazzesca della Corazzata Potemkin, Tarkovskij, quello di Solaris, Stanislavskij, quello del metodo recitativo e Vertov, quello del cineocchio Kinoglaz.
Tra i nomi di oggi c’è invece Aleksandr Sokurov, regista del sopravvalutatissimo vincitore al Festival di Venezia 2011, Faust. Sì, pure questo un’altra cagata pazzesca!
Per quanto mi riguarda, non ci siamo. Anzi: autogol.
Come attrice, però, ci piazzo dentro Ksenija Rappoport, straordinaria protagonista dell’incredibilmente riuscito thriller italiano La doppia ora. Ed è un gol per la Russia, che auto pareggia così subito i conti.

Vediamo a livello musicale che combinano i colbacchi.
A livello musicale-musicale magari niente di eccezionale, però al momento spopolano le Serebro, autrici di uno dei più probabili tormentoni europei e forse mondiali dell’estate 2012: Mama Lover. Musicalmente come detto non un granché, ma a livello di gnoccaccine segnano un gran gol per la Russia, che si porta così in vantaggio 2 a 1. Incredibile amici!


Come gnocca locale, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Nell’indecisione, alla fine vada per Irina Shayk, modella nota anche come tipa (e forse futura moglie) di Cristiano Ronaldo, che segna così un altro goal per le Russian. Attenzione: 3 a 1.


Repubblica Ceca
Il cinema ceco (non ho detto cieco, specifichiamo, visto che il cinema cieco non avrebbe molto senso, sarebbe come... la radio?) vanta un gran nome: Milos Forman, il regista specializzato in biopic come Larry Flynt, Amadeus e Man on the Moon, ma autore pure di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Ultimamente però non è che abbia realizzato cose fenomenali, quindi per la Repubblica Ceca c’è solo un palo.
Gnocca ceca: tralasciando la Sederova Seredova, ormai abituata a scommettere solo sugli Azzurri con il marito Buffon, spunta fuori Eva Herzigova, un tempo supermodellova, oggi un po’ passata di mova moda. Per lei tiro deviato in calcio d'angolo.


Tra le artistesse musicali, troviamo Markéta Irglová, la tipa del film Once. Ha dalla sua qualche canzoncina carina, ma il suo tiro è troppo debole persino per arrivare in porta.


Risultato cannibale: Russia – Repubblica Ceca 3 – 1
La Russia fa il bello e il cattivo tempo contro una squadra ceca spenta. A segno Ksenija Rappoport, le Serebro e Irina Shayk, che rimediano all’autogol iniziale di Sokurov.

mercoledì 8 febbraio 2012

Faust o leali o le corna

Faust
(Russia 2011)
Regia: Aleksandr Sokurov
Cast: Johannes Zeiler, Anton Adasinsky, Isolda Dychauk, Georg Friedrich
Genere: satanico
Se ti piace guarda anche: L’avvocato del diavolo, Il piccolo diavolo, Antichrist

Faust. Un filmone importante, pesante, una di quelle visioni da affrontare con cautela. Così dicevano.
Il film vincitore del Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia sembrava dovesse essere visto o come un mattonazzo russo di quelli assurdi oppure come un capolavoro assoluto.
A me, e lo sapete, piace celebrare un film che mi è piaciuto fino all’esaltazione mistica. Qualcuno ha detto Il cigno nero?
E allo stesso tempo mi piace massacrare quelli che detesto. Qualcun altro ha menzionato Avatar?
Eppure qui purtroppo mi trovo a una via di mezzo.
Faust non mi è sembrato certo un capolavoro. Ma nemmeno lontanamente. Chi ci ha visto chissà quali significati e risvolti filosofici mi sa che dovrebbe farsi un po’ meno canne… Scherzo! Continuate pure con le droghe, ma almeno poi evitate di guardare e soprattutto celebrare dei film russi.
Questo film è pieno di citazioni bibliche e filosofeggianti tra Kant e Platone, pieno di parole buttate lì giù a casaccio più che non con reale senno, però di grandi e abissali verità sull’uomo io qui dentro non ne ho viste. Non almeno alcuna che non fosse già stata mostrata nelle varie altre interpretazioni di questo racconto popolare tedesco, a partire da quella di Johann Wolfgang von Goethe cui questa pellicola si ispira liberamente.

"Un film russo da 2 ore e passa? Nun gliela posso fa'..."
Se non è un capolavoro, allora è quella che Fantozzi avrebbe bollato con facilità: “Una cagata pazzesca”?
Non proprio, anche se una cagatina più stitica che pazzesca a tratti lo è anche.
Faust però non mi è sembrato nemmeno una visione così pesante. Certo, non si può parlare proprio di cinema di intrattenimento, ma una volta passata giusto quella mezzora/oretta iniziale a cercare di raccapezzarsi all’interno della storia, il film fila anche. Non come un Frecciarossa, magari, ma più come un Intercity in mezzo alla neve. Con le sue 6 ore buone di ritardo, però fila.
Più che essere narrativo, Faust è infatti cinema del vagare, del viaggiare, cinema in movimento come pietre miliari come Apocalypse Now, La dolce vita, Il posto delle fragole, The Tree of Life, o come la Divina commedia, tanto per uscire dall’ambito strettamente cinematografico. Questo è l’aspetto più affascinante della pellicola.
Però Faust viaggia, ma non arriva da nessuna parte o, se c’arriva, si vede che io sono sceso a qualche fermata prima.
Sokurov ha il suo stile, la sua visione del mondo, ma non ha la capacità espressiva dei Coppola, Fellini, Bergman, Malick citati o la poetica di un Alighieri. E anche se i giurati di qualche Festival cinematografico proveranno a dissuadervi del contrario, non fidatevi: i fuoriclasse sono altri.

L’altro aspetto curioso della pellicola è la parte visiva. Sokurov usa lenti deformanti, una fotografia dai colori stranianti, utilizza per lo più un’estetica del brutto e del deforme per mostrarci la discesa del Faust nell’apatia e nel male, insieme al suo compare, un Virgilio satanico.
Mentre c’è chi ha proposto nomi come Thomas Mann, Christopher Marlowe o Friedrich Wilhelm Murnau tra i modelli di ispirazione per il Faust del regista russo, a me sembra abbia invece scopiazzato, pardon si sia ispirato, più che altro al video “The Beautiful People” di Marilyn Manson, con la regista Floria Sigismondi che si diletta in maniera molto più efficace, incisiva e concisa nella rappresentazione del freak e del satanico. Utilizzando un gusto visivo non lontano da quello che Sokurov avrebbe proposto 12 anni dopo nella sua (pseudo) intellettualoide insalata russa.


"Ma tu saresti Satana?"
"Eh, la maschera di Marilyn Manson era finita!"
Altra parentesi più o meno metal: la creazione dell’homunculus di Wagner, l’assistente tardo del Faust, mi ha ricordato un episodio di Todd and the Book of Pure Evil, nuovo telefilm trash horror metal niente male. Chiusa parentesi più o meno metal.

Se il Faust protagonista sembra un Ralph Fiennes (e detto da me non è un complimento) con il nasone (e questo non è un complimento detto da nessuno), Sokurov ci regala una figura del Demonio singolare, rappresentandolo in una maniera non certo affascinante o accattivante. Presente Al Pacino ne L’avvocato del Diavolo? Scordatevelo pure. Questo è l’opposto: ha un corpo deforme e pieno di rotoli di grassi di quelli che, abbello Satana mio, ma tu hai bisogno di una liposuzione immediata e se vuoi ti prenoto l’appuntamento col chirurgo oggi stesso, ché così non puoi proprio andare in giro!
Parli del diavolo e spuntano le corna. Ma non qui. Questo è un povero diavolo, è proprio il caso di dirlo, cui manco hanno disegnato le corna e che ci regala giusto qualche momento trash e poco altro. E io che pensavo di trovarmi di fronte a un film rigido e serioso. Invece no. Una nota tutto sommato positiva questa, sebbene in alcuni momenti ho avuto l’impressione di assistere più a una versione massimoboldiana del Faust, più che a un capolavorone da Leone d’Oro.
Il Satana tentatore (ma dove?) del film è interpretato da Anton Adasinsky, che è anche un cantante. O meglio, non è un attore professionista, e questo lo si nota ampiamente, però certo che pure come vocalist fa parecchio pena. Ascoltate un po’ qui…


“Caos, noia, confusione: il mondo sta andando in rovina,” si dice nel film. Ed è una cosa vera anche per la stessa rappresentazione del Sukamelov Sukatevelov Sokurov, troppo caotica e confusa, talmente piena di parole e temi (ma priva di grandi idee) che alla fine il rischio è quello di non dare un grande peso ad alcuno. Il diavolo sta nei dettagli, ma qui i dettagli non sono poi così tanto curati. Abbiamo detto di caos e confusione; quanto alla noia, il film poteva rivelarsi un mattonazzo peggiore, ma di certo non è nemmeno una visione di quelle da farti gridare: “Yuppie! Quanto mi sto entusiasmando a guardare questo film!”.

"Sapevo di avere una bella vagina, ma non pensavo valesse un Leone d'Oro..."
Se il film ci mette un pochino a ingranare veramente, diciamo appena un’ora e mezza, quando lo fa si illumina d’immenso per pochi istanti, nell’unica scena davvero notevole del film, quella del primo piano appunto illuminato del volto della tipa bionda, la bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città. Fai un salto, fanne un altro, fai la giravolta, falla un'altra volta, guarda in su guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu.

Perché il punto del film è chiaro. Macché opera filosofica. Macché Leone d’Oro. Macchè capolavoro. “È tutto un imbroglio, menzogna, illusione,” come viene detto nella pellicola stessa. Faust è solo un film a tratti parecchio trash su un uomo di mezza età che brama la fica giovane. Niente di più, niente di meno. E questo è anche il suo pregio maggiore.
Se qualcuno vorrà fare l’intellettuale con voi e vi citerà chissà quale filosofo come sommo riferimento del Faust di Sokurov, non state a dargli troppo retta. Perché è inutile cercare chissà quali interpretazioni, questo film gira intorno a una cosa sola e soltanto: la figa.
(voto 6/10)

Sul vendere la propria anima comunque avevano detto già tutto e in maniera molto più poetica i Simpson, in uno degli episodi migliori della loro ultraventennale storia: Bart si vende l’anima (Bart Sells His Soul).
Quello sì un capolavoro da Leone d’Oro.

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