domenica 28 dicembre 2008

I miei dischi dell'anno

Centinaia di dischi ascoltati, suoni nuovi, suoni vecchi, suoni riciclati, suoni spezzati, suoni che più che suoni sono rumori, suoni pulsanti, suoni vibranti, suoni stridenti, suoni del cazzo e suoni di una bellezza disarmante.

Ecco alcuni album che ho frequentato spessissimo in questo 2008:

Killers “Days & Age
Anche stavolta gli Assassini non hanno fatto il capolavoro assoluto che sarebbe nelle loro possibilità. Ma almeno ci hanno lasciato una manciata di canzoni memorabili.
Meiko “Meiko
Pop semplice ma incantato.
Plastic Constellations “We Appreciate You
Indie-rock coi controcazzi, finalmente!
Foals “Antidotes
Un suono primitivo, viscerale, animale.
Laura Marling “Alas I Cannot Swim
Relax! Don’t do it, when you wanna come!
Bloc Party “Intimacy
Un lunar park di suoni vorticosi.
Kings of Leon “Only by the Night
Più che un disco, un viaggio coast-to-coast per gli States.
Fall Out Boy “Folie à Deux
Come al solito contagiosissimo pop-punk dai ragazzi bionici.
Kaiser Chiefs “Off With Their Heads
Perfetto per ingannare l’attesa di un nuovo disco dei Blur.
Subways “All or Nothing
Rocknroooooooll!!
Deerhunter “Microcastle
Bello sballo.
Sigur Ros “Med Sud I Eyrum Vid Spilum Endalaust
Dai folletti folli islandesi, un altro quasi capolavoro.
Be your own pet “Get awkward
yeah, yeah, yeah!
Conor Oberst “Conor Oberst
È proprio come dice questo omino: non c’è niente che la strada non possa curare…
Operator Please “Yes Yes Vindicative
Li adoro.
Adele “19” / Duffy “Rockferry
Le versioni meno pippate di Amy Winehouse. Per fortuna o purtroppo?
Lil Wayne “Tha Carter III
Se E.T. tornasse sulla Terra e decidesse di registrare un disco rap, suonerebbe più o meno così.

Tutti hanno un disco che si vergognano di ascoltare. Beh ok, forse non tutti, però io sì, perché non di soli Radiohead si vive. E allora, riuscendo persino a superare Britney Spears, Beyonce e Miley Cyrus, il titolo di mio disco-vergogna del 2008 se lo aggiudica a sorpresa “Fearless” di Taylor Swift, stellina del pop-country strafamosa negli Usa. Che a sentirlo nello stato d’animo sbagliato lo si può bollare facilmente come una menata pazzesca, forse non a torto, ma se uno si vuole davvero deprimere è proprio il disco che calza a pennello.

Ed ora ecco i miei magnifici 10 album del 2008:

10. Friendly Fires “Friendly Fires
Salta in piscina! Salta in piscina! Ti ho guardata e sapevo che anche tu volevi saltare in piscina
Suonano come un gruppo di strafatti di acido che fa cover degli Ace of Base dopo aver visto un film di David Lynch. In questo periodo faccio fatica a trovare qualcosa di più entusiasmante.
Paris


9. Pigeon detectives “Emergency
Tutti quanti mi vogliono, tutti quanti mi vogliono adesso, ma io voglio solo te
Brit-pop misto a pop-punk: disco ovviamente adolescenziale e proprio per questo fottutamente esaltante!
Everybody Wants Me


8. Panic at the disco “Pretty. Odd
Hey Luna, dimentica di scendere per favore
Hey Luna, non andare giù

Da gruppo emo ai tempi del primo album a emuli dei Beatles oggi: questo disco contiene alcune delle melodie e della canzoni più belle degli ultimi tempi.
Nine in the Afternoon
Panic At The Disco: Nine In The Afternoon


7. Kanye West “808’s & Heartbreak
Non ho bisogno di nessun Robocop. Quand’è che sei diventata una Robocop?
Niente rap e hip-hop per Kanye, a questo giro. Ma se cercate un disco emozionante da club dei cuori spezzati questo è un ascolto obbligato.
Robocop


6. Glasvegas “Glasvegas
Non diventerò un vecchio triste seduto da solo, un cinquantenne che sta a ricordare ciò che aveva
Ci sono le melodie anni '50, le atmosfere alla David Bowie anni '70, le chitarre effettate dei '90, testi attuali. Insomma, chiunque compreso tra gli 0 e i 90 anni d'età dovrebbe ascoltare questo disco.
Geraldine

5. Portishead “Third
Mi piacerebbe ridere per ciò che hai detto, ma non riesco proprio a trovare un sorriso di nylon
Tutto è cambiato anche se tutto sembra rimasto uguale. È stato un anno di ritorni importanti: i Guns n’ Roses hanno finalmente partorito un nuovo disco. Io non sono mai stato un loro fan, ma “Chinese Democracy” mi è sembrato più che dignitoso; Axl almeno ci ha provato a stare al passo coi tempi. Ac/Dc e Metallica invece li avrei lasciati volentieri a riposare nelle loro catacombe ma evidentemente non hanno resistito all’odore dei soldi e sono riemersi in superficie. Chi invece è tornato con un disco della Madonna non è certo Madonna, sono i Portishead (vedi post).
Machine Gun


4. She and Him “Volume One
Pensa a tutta la bellezza che ti sei lasciato dietro di te, puoi prenderla se lo vuoi e poi lasciarla andare via
“She” è Zooey Deschanel, che oltre a essere un’ottima attrice (in film come “E venne il giorno”), oltre a essere una donna splendida, è anche una cantante e autrice strepitosa. “Him” è il musicista M. Ward, bravo e tutto ma onestamente con una “She” come lei achifregaunemerito di “Him”?
Why Do You Let Me Stay Here?”


3. Tv on the Radio “Dear Science
Non puoi fermare ciò che sta arrivando, devi viverla l’età dei miracoli, l’età del suono, l’età dell’oro
Crisi? Che crisi? I Tv on the Radio cantano che c’è una nuova età dell’oro che sta arrivando e come non crederci? Le stelle potrebbero cadere e il mondo finire, ma se le note della loro “Family Tree” fossero diffuse per il cosmo attraverso un enorme stereo gigante, sapremmo che ancora in questo universo v’è spazio per poesia, magia e speranza.
Family Tree” (video non ufficiale)


2. Crystal Castles “Crystal Castles
Le cicatrici che sono in te provi a scrollarle via
è solo che non puoi scrollarle via...
Il suono del punk nel 2008.
Courtship Dating


1. Vampire Weekend “Vampire Weekend
Riesci a stare su a vedere l’alba, con addosso i colori uniti di Benetton?
Il weekend del vampiro. O forse è stato l’anno del vampiro. Questo dischetto mi ha accompagnato negli ultimi 12 mesi 12 e ogni volta che lo sento ci scopro cose nuove e inimmaginabili. Tra le centinaia di album sentiti quest’anno, non è una cosa capitata spesso. Un disco che si fa sentire e risentire, sentire e risentire, sentire e… avete capito, no?
Cape Cod Kwassa Kwassa
Arriva la nuova musica italiana, ma siamo già morti. Ecco i miei top 5 italiani del 2008:

5. Afterhours
Voglio scoparti fino a farti ridere.
Miii, non ci posso credere: un gruppo italiano che con gli anni non si è mai sputtanato.

4. Baustelle
Io non voglio crescere, andate a farvi FOTTERE!
Il loro gusto melodico continua ad affinarsi e le parole si incastrano alla perfezione nella musica. Amen.

3. Bugo
C’è crisi dappertutto, io lo leggo sui visi, dappertutto c’è crisi, oppure semplicemente… fa niente
Produzione electro di Stylophonic, talento pop sorprendente e testi che sono nutellate di deliri.

2. Fratelli Calafuria
Le persone che hanno molte cicatrici sono quelle che reputo miei amici
Non so esattamente da dove siano sbucati fuori questi Muse nostrani accompagnati da testi più folli di Elio, ma sicuramente si tratti di geni totali!
Non so perché


1. Le luci della centrale elettrica
E COSA RACCONTEREMO AI FIGLI CHE NON AVREMO DI QUESTI CAZZO DI ANNI ZERO???
Impossibile restare indifferenti alle parole vomitate fuori da questo ragazzo chiamato Vasco, che più che il Vasco Rossi ricorda (e meno male) il buon Rino Gaetano. E poi, soprattutto, è l’unico cantautore italiano che ha uno stile più vicino a Cannibal Kid che a Guccini o De Gregori!
Per combattere l’acne
Il peggio del 2008
Sonohra
Peggior tutto: canzoni, look, testi, cantato da Chipmunks, atteggiamento da rockstarsss… fatevi furbi che è meglio. Avete persino fatto uscire un live intitolato "Sweet Home Verona"… Che un pietoso velo cali sulle vostre miserabili vite.
Giovanni Allevi
Solo al Parlamento italiano potevano scambiare per genio questo Krusty il Clown della musica.

giovedì 25 dicembre 2008

Jukebox 2008

Le classifiche sono per natura provvisorie e instabili.
Queste sono le mie 10 canzoni del 2008. Almeno, oggi mi sembrano queste:

10. Late of the Pier “Heartbeat
Fucking around with your mind
Le possibilità sono le seguenti: questi o li hanno erroneamente giudicati sani di mente, o sono riusciti non si sa come a fuggire da un manicomio, o più semplicemente si sono strafatti e hanno cominciato a fare musica.
9. Laura Marling "Ghosts"
Questi sono i fantasmi che mi hanno spezzato il cuore prima di incontrare te
Canzone folk per anime perdute. Proprio il genere di roba perfetta per questo blog.
8. Alphabeat “Fascination
Amiamo questa esaltazione, vogliamo le nuove tentazioni, è come una rivelazione: viviamo il fascino!
Di canzoncine pop sceme ma irresistibili quest’anno ce ne sono state parecchie. I Ting Tings con “That’s not my name” e “Great Dj” hanno impazzato e fatto impazzire per tutta l’estate, la bionda Ladyhawke con la terroristica “Paris is burning” e l’altra lady bionda, Lady Gaga con “Poker Face”. Fantastica pure l’inquietante e bjorkiana “Walking On Air” della nordica Kerli. Professionista indiscussa di questa nobile e antica arte rimane comunque Britney Spears, con “Womanizer” e qualunque altro pezzo abbia fatto o farà uscire. Come canzone più fascinosa e idiota (nel senso buono del termine) del 2008 scelgo però “Fascination” dei novelli Abba, gli Alphabeat.
7. M83 “Kim & Jessie
Qualcuno si nasconde nell’ombra, qualcuno sospira, qualcuno si nasconde nell’ombra yeah yeah yeah
Ecco. Se i miei sogni hanno una colonna sonora, questo pezzo ci va molto ma molto vicino.
M83 - Kim & Jessie
6. Mystery Jets “Two doors down
Ho sentito che le piace ballare per la stanza, su una copia consumata di Marquee Moon
Gli anni ’80 riassunti in una canzone. Libiiidine.
5. Katy Perry “I kissed a girl
Ci si sente così sbagliati, ci si sente così giusti
Ragazze che si baciano. Cosa c’è di più bello in questo mondo? Dio ti benedica, Katy Perry. Dio ti benedica.
4. Paramore “Decode
La verità si nasconde nei tuoi occhi, pende sulle tue labbra e ribolle nel mio sangue, ma tu continui a pensare che io non riesco a vederla.
Decodificare il paramore crepuscolare tra un’umana e un vampiro? Francamente è tutto troppo emo per non emo-zionarmi.
3. Ladytron “Ghosts
C’è un fantasma dentro me che vuole io dica “Mi dispiace”, ma questo non significa che mi dispiace veramente
Che canzone ipnoticaaaaaaaaaaaaaaaaiuto
2. Coldplay “Viva la vida
Ero abituato a dominare il mondo, i mari si sollevavano a una mia parola. Adesso la mattina dormo solo e spazzo le strade che possedevo. Ero abituato a tirare i dadi, sentire la paura negli occhi dei miei nemici. Ascolta adesso la folla che canta: “Il vecchio re è morto! Lunga vita al re!”
Quando sento questo pezzo mi vengono le lacrime agli occhi e la pelle mi si diventa d’oca. È come se questa melodia fosse sempre esistita dentro la mia testa e avere Chris Martin che la canta è qualcosa di veramente commovente. Quando arriva il coro ooh ooh ooooooh è una liberazione ed è difficile trattenere le lacrime, sigh
La seguente è la versione alternativa del video, omaggio a “Enjoy the silence” dei Depeche Mode.
1. MGMT “Time to Pretend
Facciamo musica, facciamo soldi, troviamo delle modelle per mogli
andiamo a Parigi, ci spariamo della coca e ci scopiamo le celebrità.
Questa è la nostra decisione: vivere in fretta e morire giovani
sì, è disdicevole, ma che altro possiamo fare?

Esaltante canzone-manifesto dell’anno. È arrivata l’ora di pretendere.
MGMT-TimeToPretend
E questo è il video più bello che mi sia capitato di vedere nel corso del 2008.
Radiohead “Weird Fishes
Radiohead - Weird Fishes - by Tobias Stretch

lunedì 22 dicembre 2008

Natale al centro commerciale

Tutti amano il Natale. Non Jason. Tutti odiano Jason. E lui odia il Natale.
Suo papà quel tragico anno 1994 doveva portargli il Game Boy arrivando giù per il camino travestito da Santa Claus, ma l’hanno beccato giusto la vigilia con dei travestiti a pagamento. Niente Game Boy per Jason. Niente Natale felice con la famigliola riunita intorno all’albero illuminato. Un bel niente di niente. Solo un padre trattenuto in prigione, una madre fuggita via lontano lontano per la vergogna e una casa vuota che se non si è Macaulay Culkin è troppo una tristezza. Jason quell’anno promise vendetta. Vendetta contro il Natale.
14 anni dopo, Jason era diventato un post-adolescente atomico. Era entrato in una cellula terroristica di piccole dimensioni ma di grandi ambizioni. Tra i progetti per l’immediato futuro aveva la distruzione immediata di qualcosa come un migliaio di persone. Obiettivo: il centro commerciale della sua città. Giorno: la vigilia di Natale.
Era stato Jason stesso a proporre il piano ai suoi colleghi terroristi. Quello era il luogo perfetto in cui un sacco di gente si sarebbe accalcata per comprare gli ultimi incerti regali. E quello era il giorno perfetto. Avrebbe rovinato il Natale a tutti quanti. In ogni angolo del globo la notizia sarebbe rimbalzata veloce come una pallina da ping-pong e sarebbe discesa da tutti i camini al posto di quel vecchio lardoso con la barba bianca.
Durante i sopralluoghi effettuati per studiare la strategia d’attacco migliore, Jason guardava con disprezzo tutte quelle persone che non volevano altro che un Natale-Guitar Hero felice come in uno spot pubblicitario. Se lui non l’aveva mai potuto avere, perché gli altri avrebbero dovuto? Non gli sembrava affatto una cosa giusta.
L’unico con cui parlava volentieri all’interno di quel non-luogo era il vecchio signor Evil. Anche Evil sembrava odiare il Natale dal profondo del suo cuoricino: sua moglie la notte della vigilia di molti anni prima stava tornando a casa per aprire i regali insieme a lui, quando un finto Babbo Natale ubriaco centrò in pieno la sua auto. Da allora il signor Evil aveva cominciato a bere e il periodo delle feste era sempre quello più duro da passare. Nemmeno i suoi figli oramai volevano più incontrare quel vecchio alcoolizzato e tutti i Natali finiva a passarli insieme alla sua unica compagna rimasta, la fida bottiglia di Jack Daniel’s.
Jason passava dal suo negozietto di cianfrusaglie e gli sentiva l’odore dell’alcool addosso. Promise quindi a se stesso che quell’anno il signor Evil non avrebbe dovuto sopportare un altro triste e solitario Natale. Quell’anno sarebbe saltato in aria insieme a tutti i clienti e agli altri dipendenti dell’ipermercato: jingle bells, jingle all the way.
La sera del 23 dicembre, Jason si travestì da Babbo Natale e i suoi terroristi colleghi da elfi. Indisturbati, passarono sotto gli occhi delle guardie del centro commerciale e suscitarono i sorrisi dei bambini. Rapidamente, piazzarono la carica esplosiva sotto l’enorme albero addobbato a festa piazzato proprio al centro dell’ipermercato.
Mentre stava andando via con disinvoltura natalizia, Jason fu fermato da una voce. Era quella del signor Evil, che riconobbe il suo inconfondibile volto da post-adolescente atomico sotto quella barba finta.
“Ragazzo! Ma tu non lo odiavi, il Natale?”
“Già, ma per soldi si fa questo e altro…”
“Beh, visto che lo spirito natalizio ormai si è impossessato del tuo corpo, perché domani non vieni al mio pranzo della vigilia?”
“Si è impossessato del mio corpo, ma non della mia anima.”
“Oh, andiamo… Ti aspetto domani per mezzogiorno. Sai dove abito.”
Il giorno dopo Jason suonò alla porta del vecchio Evil. Inaspettatamente, quando la porta si aprì non sentì un profondo pozzo di solitudine ma un gran schiamazzo di risate tipicamente infantili.
“Accomodati,” sorrise Evil. “Sapevo che alla fine saresti venuto.”
Evil aveva deciso di smetterla una volta per tutte di bere e aveva invitato nella sua enorme casa vuota i bambini orfani del quartiere. A ognuno aveva preparato un pacchettino con dentro un regalo e tutti erano felici come forse mai prima in vita loro. Il signor Evil consegnò un pacchetto anche a Jason. Sopra il pacchetto c’era persino scritto il suo nome. Jason tolse la carta dalla confezione con una strana eccitazione addosso. Le sue mani tremavano. Quando gli levò tutta la carta di dosso, il regalo rimase lì davanti ai suoi occhi tutto nudo: era un vecchio Game Boy, quello che aveva sempre sognato di ricevere. Guardò i bambini che lo stavano circondando, trattenne una lacrima e poi si concentrò sull’orologio: era quasi ora che il signor Evil tornasse al lavoro ed era quasi ora che lui raggiungesse i colleghi terroristi per premere il bottone magico. Tra due ore il centro commerciale sarebbe saltato per aria. Negozio del signor Evil compreso.
Ore 16:55. Vigilia di Natale. L’ipermercato era pieno di gente, come previsto. La frenesia degli ultimi acquisti era lì dentro i loro occhi. Jason li passava tutti in rassegna, uno ad uno. Sapeva cosa sarebbe successo a quegli occhi di lì a 5 minuti e sorrideva. Però adesso doveva uscire, per godersi lo spettacolo dalle retrovie.
Alle ore 17 e 00 Jason, seduto sul sedile del passeggero di un Suv parcheggiato appena fuori dal centro commerciale, schiacciò il bottone magico che faceva partire la detonazione. I suoi colleghi terroristi lo fissavano con eccitazione e con un pizzico di invidia per non essere stati i fortunati prescelti a poterlo premere. BOOM. Si sentì il rumore di una grossa esplosione, seguito da qualche lungo istante di quiete.
Poi si sentì ridere. AHAHAHAH. Una irrefrenabile e contagiosa risata proveniva dall’interno dell’ipermercato anziché le previste urla di morte terrore & disperazione.
“Che diavolo sta succedendo, lì dentro?” chiese uno dei colleghi terroristi.
“Andiamo subito a vedere,” fece un altro.
Quando il gruppetto di terroristi entrò dentro il centro commerciale vide una scena che non avrebbe mai immaginato. Il rosso era dappertutto, ma non era quello atteso del sangue di centinaia di vittime innocenti. V’erano ovunque dei coriandoli rossi che saltavano fuori dal gigantesco albero di Natale in cui sarebbe dovuta deflagare la bomba. I bambini avevano la testa all’insù e facevano la doccia in quei coriandoli. Jason andò in mezzo a loro e cominciò a danzare. Il signor Evil lo guardava e sapeva che quel ragazzo aveva a che fare con l’esplosione, in qualche strano modo. Non appena i magici coriandoli di Natale si poggiarono sui loro volti, i colleghi terroristi cominciarono a bruciare come vampiri al sole, mentre Jason smise i panni di post-adolescente atomico e ritornò bambino. Per ore rimase lì a danzare e danzare ancora insieme agli altri ragazzini, insieme ai coriandoli e insieme al vecchio signor Evil. Questo è stato il Natale più bello della loro vita.

giovedì 18 dicembre 2008

Cinemascope

Visioni cinematografiche dell’anno in scadenza sono flashback che girano per la mia testa a un ritmo vorticoso. A trasformarle in parole abracadabra ora proverò:

Cloverfield
Uno dei film più romantici dell’anno. No, non sono totalmente impazzito (almeno, non ancora). Oltre al misterioso mostro, oltre al terrore, oltre a una New York stravolta, quella raccontata altro non è che una gran bella storia d’amore: l’amore ai tempi del post-11 settembre e del vouyerismo da YouTube, sia ben inteso.

E venne il giorno
Shyamalan come un mago trasforma ancora una volta in strordinario l’ordinario (e triste) mondo che abitiamo.

Funny GamesViolenza! Violenza! Violenza!

21
Su come i soldi e il successo possano cambiare tutto. E anche su come non sia mai troppo tardi per mettere le cose a posto.

Non mi scaricare (Forgetting Sarah Marshall)
Una geniale commedia sentimentale vista finalmente da un punto di vista maschile.

Teeth – Denti
La storia di una ragazza con la vagina dentata? Oh yes! Il film più fuori di testa dell'anno? Of course!

Il divoAndreotti pop.

Ma soprattutto ho davanti agli occhi ancora fresche le immagini dei "miei" film più belli di questo 2008:

10. Il cavaliere oscuro
O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo.
(ex aequo) TwilightE se non fossi il supereroe? E se fossi il cattivo?
I fenomeni commerciali di quest’anno sono due pellicole profondamente oscure e dark, segno di tempi bui e disperati. Il cavaliere oscuro è però illuminato dall’interpretazione più pazzesca e punk dell’anno, quella del Joker di Heath Ledger (vedi post), ma è forse un film cui manca un vero cuore pulsante. Twilight al contrario è un epopea che sguazza nel romanticismo emo dei due splendidi cadaverici protagonisti, epperò si dimentica di caratterizzare i cattivi. Due film assolutamente imperfetti e proprio per questo diventati il simbolo perfetto del cinema (seriale) e del mondo (serioso) di oggi.













9.Wall-EWall-E??? Eeeeeva???Il mondo futuro immaginato in questo film assomiglia in maniera impressionante a una Napoli sommersa dai rifiuti. Gli unici uomini sopravvissuti sono dei ciccioni in orbita nello spazio che fanno ogni cosa seduti comodamente sulle loro poltrone-tv-pc. Se questo è un film per bambini, come possono i film per adulti essere più pessimisti? Per fortuna ci sono anche due robot che danzando nello spazio ci ricordano cosa significhi essere umani e cosa significhi essere innamorati. Poesia post-moderna per il nuovo Disney degno dei classiconi del passato.

8. Tutta la vita davanti
Un giorno tutto questo schifo finirà
In teoria una commedia sull’Italia di oggi, in pratica uno psycho-dramma. La storia di una neolaureata in filosofia che finisce a lavorare in un call-center lager mascherato da sculettante trasmissione tv in cui accadono cose incredibili e, udite udite, Sabrina Ferilli finisce persino per assomigliare a una vera attrice. E si ride, e si piange, e questa è la vita ma la cosa che fa più male è che questo è un ritratto ahimè accurato di come va il mondo del lavoro nel nostro bel paese. La ricerca della felicità non passa per di qua.

7. Southland TalesAll your legislation can’t stop teen masturbation
Richard Kelly, dopo aver creato Donnie Darko, si è lievemente fatto possedere da manie megalomani e ha messo dentro questo suo secondo film un pò di tutto: apocalisse, fanta-politica, musical, Sarah Michelle Gellar in versione pop-porno, Stifler di American Pie e... Justin Timberlake. Forse, forse eh, si è fatto prendere la mano e ha esagerato un pochino, ma a me chi esagera piace (vedi post).

6. Lo scafandro e la farfalla
Ho deciso di smetterla di compatirmi. Oltre a un occhio, mi rimangono due cose a non essere paralizzate: la mia immaginazione e la mia memoria.
Una agghiacciante discesa nella vita e nei ricordi di un uomo di successo che improvvisamente, senza ragione, rimane paralizzato dalla Locked-In Syndrome. Da una storia vera, un film registicamente impressionante, con un uso di riprese in soggettiva bello da star male, ma soprattutto un'immersione con lo scafandro addosso nel profondo dell’anima di un uomo che fa riflettere su quanto cazzo la vita se ci si mette ti possa mettere alla prova.

5. Juno
È iniziato tutto con una poltrona...
Una 15enne incinta decide di procedere con la gravidanza e non abortire. La Chiesa subito applaude, ma nella scelta di Juno non c’è proprio nulla di religioso, miei cari preti & suore. Questo è un film indie tutto fuorchè bigotto e scontato, con una sceneggiatura perfetta scritta da un’ex spogliarellista che ti fa ridere in ogni momento fino a quando non sai perché ma una lacrimetta ti scende giù sul volto. Tutto normale, tanto poi cominci a ridere di nuovo. Juno rules.

4. Gomorra
Cadaveri raccolti da un trattore, lampade abbronzanti insanguinate, ragazzi che sparano in mutande, boss che sparano a bambini per farli diventare uomini, bambini che fanno gli uomini, balli su una canzone napoletana strafatti di coca, traffici clandestini di monnezza, guerre clandestine senza ragione, tutti contro tutti, o stai con noi o stai contro di noi, e infine, quasi insperato, un messaggio di speranza:
“Io sono diverso da te.”
“E com’è che sei diverso da me?”
“Sò diverso, io.”
3. The OrphanageDovrai smettere di vedere per credere e cominciare a credere per vedere.
Le cose non sono mai come sembrano. The Orphanage potrebbe essere il classico horror con bambini inquieti che parlano ai morti. O forse no. Potrebbe essere la tipica storiella gotica. Ma sarebbe tutto troppo facile. Oppure potrebbe essere una favola commovente sul rapporto tra una madre e un figlio. Chissà? Niente è mai come sembra…

2. Control
È come se non stesse succedendo a me ma a qualcuno che fa finta di essere me. Uno che s’è cucito la mia pelle addosso.La storia di Ian Curtis, il cantante epilettico dei Joy Division, gruppo che ha lasciato un segno indelebile nella musica. Control è un film di quelli che sanno riempirti gli occhi di bellezza, le orecchie di suoni magici e la mente di ispirazione, un film di quelli che sanno riempirti il cuore di sangue e poi sanno svuotartelo completamente in un finale che già conosci, ma che ugualmente ti lascia senza senza parole. Then love, love will tear us apart again.
1. Into the wild – Nelle terre selvagge
E se io stessi sorridendo e stessi correndo tra le vostre braccia, riuscireste a vedere… quello che vedo io ora?
E se un film ti fa venire voglia di stravolgere la tua vita è un buon film, o no?

martedì 16 dicembre 2008

Letterina a Babbo Natale

A Babbo Natale,
Circolo Polare Artico
FIN-96930 NAPAPIIRI
Finlandia

Babbo, babbo delle mie brame,
tra le nevi lascia le tue oscure trame
in queste feste no non mi abbandonare
e porta solo quello che mai potrò dimenticare.
Caro il mio Babbo Natale,
ricordi? vivo sperso a Casale
sta tranquillo, tieni lieve la mia mano
non è la stessa città che racconta Saviano
è solo un caso di omonimia
prendi una stella e rendila mia
e regalami anche il dvd di Gomorra
fa che una delle tue renne a portarmelo corra.
Lo so, il mio nome è cannibale
ma giuro niente ho fatto di orribile
no, che dici? nessun phon!
quello che ti ho chiesto si chiama iPhone.
Last Christmas I gave you my heart
l’auto l’ho già a nulla mi serve una Smart
nè alcuna fame ho di cinepanettone
per chi m'hai preso, per un tontolone?
ciò di cui ho bisogno è un nuovo PC
e già che ci sei porta pure un altro PD.
Quando le speranze spente stanno sotto un lumino
riaccendi i miei sogni almeno un pochino
vecchio mio non ti sto a chiedere tanto
stammi a sentire, ancora un momento:
quel che io voglio è il cuor di Katy Perry
così un motivo avrò per cantar Christmas Merry

Tuo, Ragazzino Cannibale

sabato 13 dicembre 2008

Tv, Sorrisi & Cannibali 2008

Da appassionato quasi esaltato di classifiche quale sono, non posso certo esimermi dallo stilare le mie preferenze 2-0-0-8. In attesa delle mie scelte musicali e cinematografiche, ecco le serie tv che hanno creato maggiore tossicodipendenza alle mie vene negli ultimi 12 mesi. Fuori per un pelo dalla top ten:
Life
Le serie crime cominciano a farsi un po’ troppe ripetitive. Tutti gli omicidi sono stati fatti e tutti gli schizzati sono ormai stati arrestati. Questo Life si salva però grazie ai dialoghi migliori della tv.
Nip/Tuck
Tra le luci di L.A. si reintravedono sprazzi di pura cattiveria edonista, cinismo nichilista e qualunque altra bastardata vi possa venire in mente.
A shot at love with Tila Tequila
Tila Tequila Santa subito!
Hannah Montana
Sarà anche un programma per bimbi-minkia, ma scusate a me sembra geniale.
Human Giant
RISATE
Little Britain
RISATE molto British.
Fur Tv
Pu-pazzi
October Road
Serie nostalgia anni ’90.
Grey’s Anatomy
Sono riusciti nell’impresa di creare un personaggio più logorroico di Meredith: sua sorella. È tutta una questione di genetica.
Dr. House
Grande Hugh Laurie, però adesso basta spot con Ibra, genio del calcio ma zozzone della recitazione.

Ed ora la TOP 10 ufficiale:
10. La vita segreta di una teenager americana
Dalla mente malata che ha partorito Settimo Cielo eccone la sua versione, come dire…sexy!? Quasi inutile aggiungere che questa è la serie più (involontariamente) comica dell’anno. Amy ha 15 anni e rimane incinta dopo un unico rapporto sessuale durato circa 2 secondi. Cosa fare? Tenere il bambino o abortire? Il suo nuovo ragazzo le propone di tenerlo, benchè il nascituro non sia suo, e sposarsi, nonostante tra loro ci sia stato a mala pena un bacio (senza lingua). Poi c’è la cheerleader timorata di Dio che indossa un anellino di castità stile Jonas Brothers e si molla con il boyfriend quarterback perché lui non potendo più aspettarla si è fatto fare una bocca dalla porca latina del liceo, che a sua volta ha una mezza storia con il latin lover che ha messo incinta Amy, che a sua volta ha pure una sorella di 12 anni che è una zoccola e i suoi genitori stanno divorziando perché il padre ha una storia con la madre della porca latina e tutto è visto attraverso un’ottica bigotta e moralizzatrice finto liberal e insomma mi tengo la pancia dal ridere a ogni puntata.
9. I liceali
Stento io stesso a crederci, ma c’è una serie italiana tra le mie preferite di quest’anno! La ricostruzione della vita del liceo mi è sembrata particolarmente realistica (mi ha fatto persino venire un pochino di nostalgia) e per una volta si è visto un cast di giovani attori italiani di talento. Certo, non tutto funziona: la colonna sonora, ad esempio, con Vasco Rossi e Irene Grandi a manetta non se po’ proprio sentì.
8. Masters of Horror
Sangue a fiumi, creature mostruose, scene splatterone, sesso esplicito, storie in stile b-movie bello bastardo e ogni puntata diventa come per incanto un piccolo gioiello di film diretto, come dice il titolo della serie, da un maestro del cinema dell’orrore: da Dario Argento a John Carpenter. Cosa pretendere di più?
7. South Park
Tutto quello che c’è da sapere sul mondo è contenuto qui dentro (vedi il mio primissimo post).
6. Pushing Daisies
Il fabbrica torte ha un potere: può resuscitare i morti. Ma solo per un minuto, altrimenti qualcun altro muore. Quando reincontra la sua amichetta d’infanzia di cui è sempre stato innamorato, però, la mantiene in vita. Unico problema: non può toccarla altrimenti questa schiatta per sempre. Tradotto: niente sesso e nemmeno niente baci. Una dolce fiaba in perfetto stile Tim Burton.
5. Breaking Bad
Sei un professore di chimica di mezzà età e ti comunicano che ti rimangono pochi mesi di vita. Tu cosa fai? Ovvio: ti metti a preparare metanfetamine insieme a un tuo ex studente spacciatore e rendi così la tua vita degna di essere raccontata in un telefilm particolarmente interessante e riuscito.


4. Lost
Mentre molte serie americane sono naufragate a causa dello sciopero degli sceneggiatori, una delle poche a essere rimasta a galla è paradossalmente la serie dei profughi del volo Oceanic che è riuscita una volta di più a districarsi in storie costruite su piani temporali sempre più incasinati: presente, passato, futuro, ancora un salto nel passato e poi di nuovo nel presente, ma quale diavolo è poi il presente?
3. Californication
Un affascinante scrittore in crisi creativa fissato col sesso apre un blog. No, anche se può sembrare non è la storia dell’autore di questo blog, bensì quella del protagonista di Californication. Ma solo perché io non sono affatto in crisi creativa…
2. Gossip Girl
Più che un telefilm adolescenziale, un trattato sociologico sulla cattiveria umana. Volete guardare dritto negli occhi tutto il male di questo mondo? Fatevi un giro nell’Upper East Side di New York tra questi stronzetti viziati e poi mi raccontate.
11. Skins
La serie secondo me nettamente migliore vista quest’anno non è made in U.S.A. ma è inglese. Skins racconta le vite di un gruppo di adolescenti qualunque, un personaggio alla volta: ogni episodio è quindi un piccolo film indipendente, con il suo stile registico e la sua colonna sonora e si va a intrecciare con gli altri in un affresco realistico ma non privo di momenti onirici e altamente cinematografici. Si affrontano temi intricati (droga, omosessualità, disoccupazione, maternità, follia, morte) ma sempre con un divertente stile grottesco vicino a quello di Trainspotting. Altro che Albakiara o 3MSC, la fotografia della meglio (o della peggio, a seconda dei punti di vista) gioventù di oggi è questa.
E per chiudere in bruttezza, il PEGGIO del peggio dell’anno:
Wildfire
Telefilm adolescenzial-equino di rara pochezza.
Il ballo delle debuttanti
Programma talmente trash che non è piaciuto nemmeno alla gente che di solito va in brodo di giuggiole con questo genere di programmi trash.
La talpa, L’isola dei famosi, Uomini e Donne
Ho guardato negli occhi di un tronista. All’inizio non v’ho visto niente di niente. Poi, guardando con grande attenzione dentro quei bulbi inespressivi ho visto la fine della civiltà occidentale. La prima edizione del Grande Fratello è stata una sorta di 11 settembre per la cultura italiana. Gli Stati Uniti eleggono un Presidente nero, l’Italia risponde votando un trans come vincitore della prestigiosa. Questo la dice lunga sul nostro paese, ma al di là delle considerazioni sulla vuotezzaIsola dei Famosi e stupidità di tali capolavori del piccolo schermo, una cosa che proprio non riesco a capire è come si faccia a vedere questi programmi per 4 infinite ore filate, dalle 21 all’1 di notte senza uscirne completamente lobotomizzati…

mercoledì 10 dicembre 2008

Come nevicava

È dal 1929 che non vedevo una nevicata del genere. C’era la grande crisi anche allora ma tutti sembravano più felici. Mio padre, almeno, era felice quando mi portava al cinematografo a vedere La febbre dell’oro e quei film che così belli non li fanno più. Uscivamo sotto la neve e ridevamo perché ci sembrava di aver assistito a un miracolo.
Un momento: forse è dal 1943 che non vedevo una nevicata del genere. Ero al fronte e cercavano di beccarmi. Io però correvo veloce in mezzo alla neve e mi mancavano tutte le volte. Non ero affatto sicuro di combattere dalla parte giusta, ma io di politica non ne capivo molto; l’unica cosa di cui mi importava era portare a casa la pellaccia dura e rivedere la mia morosa. Con le mani gelate le scrivevo dalla trincea che l’avrei sposata subito se fossi tornato vivo, ma innanzitutto l’avrei… Eh, allora non avevo bisogno del Viagra. Tornai vivo dalla guerra e quella fu la prima cosa che feci. Poi ci sposammo.
Ma aspettate! Mi pare che in realtà sia dal 1968 che non vedevo una nevicata di queste proporzioni. Mio figlio quel drugà portava i suoi amici capelloni con le loro giacchette attillate tutte coperte di neve e si chiudevano in camera a sentire i dischi rock e a fumarsi le canne. Io che non sono proprio mai riuscito a capirlo gli dicevo: “Quando avrai la mia età la smetterai di voler fare le rivoluzioni e ti rassegnerai ad avere un lavoro di merda a una paga di merda.”
Adesso che ci penso bene, credo sia dal 1977 che non vedevo una nevicata così. Mio figlio aveva smesso di voler fare le rivoluzioni, ma non si era rassegnato ad avere un lavoro di merda: aveva preferito buttarsi giù dal balcone. Ricordo che stetti a fissare la sagoma formatasi sul terreno quando i paramedici portarono via il suo corpo fino a che la neve non la cancellò completamente. Quell’anno ci aveva lasciati anche mia moglie. Ormai era mia figlia maggiore l’unica gioia della vita, peccato le fosse capitato di avere un figlio punk. Io gli ripetevo: “Trovati un lavoro, drugà!” Ma lui niente, preferiva andare a ridere e a farsi con gli amici.
Però forse è dal 1985 che non vedevo una nevicata del genere... Il mio nipote non aveva più la cresta punk. Portava i capelli tutti impomatati all’indietro ed era diventato un broker in borsa. Io mi sentivo così fiero di lui, poi quando sono andato a trovarlo nel suo appartamento di lusso ho visto come guardava con disprezzo i barboni giù in strada che cercavano un riparo dalla neve. Ho guardato nei suoi occhi ed era come svuotato dentro. Così gli ho detto: “Torna a fare qualcosa che ti renda felice.”
No, ma che sto dicendo? È solo dal dicembre dello scorso anno che non vedevo una nevicata del genere. Il dottore mi parlava, diceva che avevo una cosa chiamata Alzheimer e pure un cancro. In pratica non mi restava molto da vivere. Io guardavo la neve scendere fuori dalla finestra e pensavo: “Ma che ne sa questo? Pensa di sapere tutto solo perché si è laureato ad Harvard. E chi l’ha mai sentita nominare questa università?” Mio nipote che mi aveva accompagnato da questo cialtrone intanto aveva scritto un libro su quanto sono infelici e disperati i broker della borsa e aveva fatto un sacco di soldi, ma i barboni per strada non li guardava più con disprezzo.
Oggi sta nevicando come non ho mai visto. La figlia di mio nipote mi è venuta a trovare e mi ha portato la solita cannetta del lunedì. Da quando ho cominciato a fumare questa roba mi sembra tutto più bello e tutto più leggero. “Sono un bisnonno,” stavo pensando, “e sono diventato un drugà, chi l’avrebbe detto?” quando ho chiuso gli occhi e sono andato in un posto dove tutto era bianco, ma non per la neve. Lì mi sono fumato una canna con mio figlio e per la prima volta sono riuscito a capirlo. Quando si è buttato giù era solo un bambino che aveva bisogno di un padre che lo portasse a vedere i vecchi film al cinematografo, che ogni tanto si rilassasse con una paglia e che stesse seduto accanto a lui a guardare fuori dalla finestra come nevicava.

lunedì 8 dicembre 2008

Quando meno te lo aspetti

虎穴に入らずんば虎子を得ず。
Se non entri nella tana della tigre come fai a catturare i tigrotti?
antico proverbio giapponese
Toc toc.
“Chi è?”
Sono la paura.
“E cos’è che vuoi da me?”
Sono qui per te, quindi suppongo che voglio mmm… te.
“Ma perché? Io non aspettavo nessuno.”
Perché il destino ti ha scelto. Te ne volevi stare tranquillo? E io quando meno te lo aspetti vengo a sconbussolare i tuoi piani.
“Cosa ho fatto di male?”
Che io sappia niente. Era il tuo turno e quindi eccomi qua.
“Allora non c’è una ragione.”
Le ragioni esistono solo se le vuoi trovare per forza. Altrimenti tutto capita per caso. Tutto è giusto perché tutto è profondamente ingiusto.
“C’è un modo per mandarti via?”
Se sei forte, troverai un modo.
“Vuoi dei soldi?”
Non sempre i soldi ti possono aiutare.
“Vuoi un pugno?”
Non sempre la violenza ti può aiutare.
“Forse ho capito: vuoi un bacio?”
Nemmeno l’amore ti potrà essere d’aiuto.
“E allora cosa? Cosa diavolo devo fare?”
Lo saprai solo quando ti sarai calmato e avrai lasciato andare via il panico dal tuo cuore e dalla tua mente.
“E se non fossi abbastanza forte per riuscire a farcela?”
Allora sei fregato, amico. Proprio fregato.
“Lasciami, ti prego.”
Pregarmi non ti servirà a niente.
“Vai da qualcun altro.”
Ti sembra giusto che io prenda qualcun altro e lasci libero te?
“Ehm… Sì.”
Bravo! Hai capito come gira il mondo. Ma questo non basterà comunque a liberarti di me.
“Io non ce la faccio a reggere. Io la faccio finita.”
Se questa è l’unica soluzione che riesci a trovare, sei un debole.
“Io sono un debole ma tu sei una rompicazzo.”
Chiarita questa cosa invero piuttosto ovvia, non è che mi fai finalmente entrare? È da mezzora che mi tieni sull’uscio e qui fuori fa un freddo…
“Arrangiati. Non è un problema mio, questo. Io ho già altri problemi a cui pensare: tu, ad esempio.”
Facciamo a cambio.
“Eh no, mia cara. Io sto qua comodo al calduccio e comincio quasi a non aver più…
Paura, comincio ad aver paura. Il freddo mi congelerà.
“Mors tua vita mea. Adesso sai cosa si prova.”
Ti prego, fammi entrare.
“Pregarmi non ti servirà a niente, lo sai benissimo. E adesso ti lascio perché mi hai rotto.”
Ma aspetta. Cosa vuoi? Dei soldi? Un pugno? Un bacio?
“Tic toc, tic toc. Lo senti questo? È il suono di io che mi allontano. Adios paura.”
Mi hai fre-fre-fregato. Che fre-fre-freddo fa qui fuo-fuo-fuori non riesco nemmeno più a parlare... sto gelando... sei proprio cru… de… leeeee

E fu così che il saggio guerriero sconfisse la paura. Non con l’arma, né col muscolo. Le uniche frecce sparate dal suo arco furono astuzia e coraggio. La sua vittoria fu così da considerarsi ancor più dolce. Ogni vittoria merita di essere celebrata per il giusto tempo, dopo di che si deve guardare avanti, tenere fisso lo sguardo verso l'orizzonte. Quali mirabolanti altre prove riuscirà a superare il guerriero lungo il lungo sentiero irto di ostacoli che gli si parerà davanti? Lo scopriremo solo vivendo. Per il momento: domo arigatò.

giovedì 4 dicembre 2008

Nevermind

It’s not strange that I’m so strange
Finalmente Billy Corgan è tornato a scrivere un verso decente dopo anni di vuoto creativo e io ho ripreso fiducia nell’umanità. Anche se basta un Morgan a X-Factor per farmi realizzare che quando inizia una crisi sarà anche un po’ tutto concesso quasi come a Carnevale ma gli anni Novanta sono proprio morti e sepolti e non torneranno mai più.
Mi ritrovo spesso a pensare a cosa farebbe oggi Kurt. Probabilmente vivrebbe isolato fuori dal can-can del Moulin Rouge mediatico e se ne starebbe tutto il giorno in garage a fare casino con chitarre e nuovi aggeggi elettronici. Farebbe il suo Kid A schizzato e lo metterebbe in download gratuito sul myspace. Da buon padre premuroso prenderebbe la sua Frances Bean teenager da parte e le direbbe: “Smettila di andare alle premiere dei film. Stattene fuori da quel circo prima che ti risucchi completamente. E per l’ultima volta: No! Non ci esci con quello Zac Efron. Ho visto il modo in cui ti guarda e non mi fido di lui.”
Su Facebook lascerebbe un messaggio a una Courtney ancora tossica:
“Farti del male non servirà a niente.
Vieni a casa e proviamo a risolvere le cose.
Still ♥ U
K.”
La mattina si alzerebbe presto e se ne andrebbe fuori in veranda a veder sorgere il sole. In un angolo se ne starebbe tutto solo e inutilizzato un fucile da caccia. Kurt si accenderebbe una sigaretta, si toccherebbe la testa, controllando che non ci siano buchi e sangue che esce da qualche parte, cercherebbe di far partire l’iPod ma perdendosi tra i giga di canzoni presenti ci rinuncerebbe, direbbe “Nevermind” e metterebbe sul giradischi un vecchio lp dei Velvet Underground ammirando un nuovo giorno che nasce.
Poi andrebbe in bagno, si guarderebbe allo specchio e vedendo qualche ruga sul suo volto da eterno adolescente penserebbe: “Hey, non è nemmeno così male spegnersi lentamente…”

martedì 2 dicembre 2008

All I Need

Ho solo bisogno di un quaderno, la mia tela su cui dipingere infinite notti stellate.
Ho solo bisogno di una biro stilo, la mia lama con cui affettare la pagina in piccoli brandelli sanguinolenti di poesia.
Ho solo bisogno di parole parole parole ispirazione disperazione amore magia bugie bianche e di mille pensieri fragili.
Ho solo bisogno di un pc, il mio portale per condividere pensieri che altrimenti da bravi cannibali finirebbero per sbranarsi tra di loro.
Ho solo bisogno di smetterla di vedere film con Toni Servillo perché ne sto diventando dipendente.
Ho solo bisogno di trovare me stesso ma ancora non so da che parte iniziare.
Ho solo bisogno di questa notte per capire che non è mai troppo tardi per cominciare a vivere veramente.
Ho solo bisogno di morire per risorgere nuovo.
Ho solo bisogno di sapere: tutta questa insicurezza se ne andrà mai?
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