domenica 31 gennaio 2010

Anni 00 - Canzoni n. 32, Band of Horses

Band of Horses “The Funeral” (2007)

Il funerale.
“Perfetto, proprio quello che ci voleva per tirarmi su il morale da fine-weekend: un pezzo allegro!”, direte voi, sarcastici.
E in effetti non è che sia esattamente uno di quei riempipista da party.
Però non è nemmeno una canzone deprimente.
Solo, malinconicamente dolce
e con un crescendo esaltante.

Enjoy (ma con un po’ di sadness)


Anni 00 - Canzoni n. 33, Royksopp

Royksopp “What Else is There?” (2005)

La musica dei Royksopp. La voce di Karin, la cantante di Knife e Fever Ray. Una strada buia. Che altro c’è la fuori?

Testo liberamente tradotto
C’ero io su quella strada,
ma tu non riuscivi a vedermi
troppe luci fuori,
ma nessuna su di me

sabato 30 gennaio 2010

Anni 00 - Canzoni n. 34, Kelis

Kelis “Milkshake” (2003)

La la, la la la
il mio frappè porta tutti i ragazzi alla meta

Inno porno per niente velato (se non con un pizzico di zucchero a velo), filastrocca per cattive ragazze, il frappè di Kelis è una ninna-nanna costruita su una base devastante dei Neptunes. La la, la la la.


Scoprendo Salinger

Tante volte mi sono chiesto perché non fosse mai stata fatta una trasposizione cinematografica da “Il giovane Holden”, uno dei libri più amati del Novecento. La risposta la conoscevo già. Stava scritta nell’incipit del libro. “Se c’è una cosa che odio sono i film. Non me li nominate nemmeno.” Eppure continuavo a farmi quella domanda.
Adesso che J.D. non c’è più spero continuino a mantenere la sua volontà di mantenere il romanzo solo su carta, nonostante un film da “Il giovane Holden” in mano al regista e allo sceneggiatore giusti penso sarebbe una bomba.
Nonostante l’odio di Holden (e di Salinger) nei confronti del cinema, è innegabile l’enorme influenza che ha avuto non solo su molti autori letterari, ma proprio sugli sceneggiatori che stanno a Hollywood a sputtanarsi.

I non del tutto riusciti “Igby Goes Down” (2002) e “Tadpole” (2002) sono due esempi di rivisitazione moderna del vecchio Holden. Jake Gyllenhaal in “The Good Girl” (2002) interpreta un aspirante scrittore che si fa chiamare Holden, mentre secondo l’amico blogger Harmonica anche in “Donnie Darko” si può vedere l’influenza di Salinger. E poi “L’attimo fuggente” (1989), con la vita da campus che mi riporta alla mente la prima parte de “Il giovane Holden”.

Chapter 27” (2007) è invece la vera storia di Mark David Chapman, il folle che si credeva Holden e che durante un weekend a New York ha ucciso John Lennon. Il film non è mai stato distribuito in Italia, ma la versione in inglese con la voce ipnotica di Jared Leto è sicuramente una visione sconvolgente. Un viaggio allucinato nella mente di uno psicopatico. Dove Chapman abbia visto nel libro di Salinger i segnali che gli indicavano di uccidere Lennon lo sa lui, considerando anche come “Il giovane Holden” sia uscito nel 1951, quando l’epoca del rock’n’roll e della pop music doveva ancora nascere. Jared Leto, ingrassato per l’occasione, perde la sua aura da figo e diventa un pazzo straordinario.
Anche la figura misteriosa e schiva di J.D. Salinger, che ha vissuto sempre lontano dai riflettori e senza concedersi a interviste, ha ispirato almeno un paio di film. Vi segnalo “Wonder Boys” (2000) di Curtis Hanson, in cui Michael Douglas dopo aver scritto il classico letterario del secolo affronta il più classico dei blocchi dello scrittore. Nel film ci sono anche Tobey Maguire, Katie Holmes, Frances McDormand, Robert Downey Jr. e la canzone “Things have changed” di Bob Dylan premiata con l’Oscar.

Infine, “Scoprendo Forrester” (2000) di Gus Van Sant. Sean Connery è Forrester (alter ego di Salinger già a partire dall’assonanza del nome), premio Pulitzer con il suo primo libro che poi vive recluso nonostante continui a scrivere. Fino al giorno in cui incontra un giovane di colore dallo straordinario talento letterario che lo farà uscire dal volontario esilio. Il ragazzo che Jerome David Salinger nella sua vita non ha mai incontrato.

Anni 00 - Canzoni n. 35, Bright Eyes

Bright Eyes "The Calendar Hung Itself" (2000)

Conor Oberst, in arte Bright Eyes, è il Bob Dylan dei nostri tempi, mi si passi il paragone azzardato.
Se Dylan ha avuto la svolta elettrica con "Blonde on Blonde", Conor ha avuto la sua svolta elettronica (segno dei tempi) con l'album "Digital Ash in a Digital Urn".
Il meglio lo dà però quando è solo con una chitarra e con una voce incazzosa come in questo pezzo. Degno di essere la colonna sonora della fine dei tempi. O, più modestamente, anche solo della fine di un amore.

venerdì 29 gennaio 2010

Anni 00 - Canzoni n. 36, MGMT

MGMT "Time to Pretend" (2008)

Vita da rockstar
e parodia della vita da rockstar
tutto in una canzone

Testo liberamente tradotto
Facciamo musica, facciamo soldi, prendiamoci delle modelle per mogli
andiamo a Parigi, spariamoci della coca e scopiamoci un po' di celebrità.
Questa è la nostra decisione: vivere in fretta e morire giovani
sì, è disdicevole, ma che altro dobbiamo fare?



Anni 00 - Canzoni n. 37, Sean Lennon

Sean Lennon “Parachute” (2006)

Il figlio di John Lennon e Yoko Ono ha un talento della madonna. Peccato che in pochi se ne siano accorti.
Questa "Parachute" è la più bella canzone a firma Lennon senza il John davanti. Papà, che se ne sta lassù nel Paradiso degli artisti a sorseggiare un tè insieme a Kurt e Jeff, non può che ascoltare orgoglioso.

Testo liberamente tradotto
L’amore è come un aeroplano
ti getti giù e poi non ti resta che pregare
Quelli fortunati rimangono tra le nuvole per giorni

Se devo morire stanotte, vorrei farlo con te a fianco
tagliare il paracute prima di buttarci
piccola, non piangere
almeno ci siamo divertiti prima di esserci schiantati a terra

Addio vecchio Holden

J.D. Salinger (1919-2010)

"Ragazzi, quando morite vi servono di tutto punto. Spero con tutta l'anima che quando morirò qualcuno avrà tanto buonsenso da scaraventarmi nel fiume o qualcosa del genere. Qualunque cosa, piuttosto che ficcarmi in un dannato cimitero. La gente che la domenica viene a mettervi un mazzo di fiori sulla pancia e tutte quelle cretinate. Chi li vuole i fiori, quando sei morto? Nessuno."

Jerome David Salinger, "Il giovane Holden"

Anni 00 - Canzoni n. 38, Kings of Leon

Kings of Leon “Sex on Fire” (2008)

Come ha dichiarato Caleb Followill, il cantante dei re leoni, il testo di questa canzone non ha alcun senso.

Però suona sexy.

youuuu, your sex is on fire

giovedì 28 gennaio 2010

Anni 00 - Canzoni n. 39, Dears

Dears "Lost in the Plot" (2004)

I Dears sono uno sconosciuto gruppo indie-rock canadese. Hanno un cantante di colore che ha una voce simile a quella di Damon Albarn (il cantante di Blur e Gorillaz). Questa canzone suona come un missile che atterra sulla Terra e poi a sorpresa ti accarezza gentilmente il volto.
Date un ascolto. Non ve ne pentirete.

I promise not to cry anymore

Anni 00 - Canzoni n. 40, Robbie Williams

Robbie Williams "Feel" (2002)

Cresta da mohicano,
Daryl Hannah al fianco,
Robbie vuole solo sentire amore.
Amore vero.
Chiamare Casa il posto in cui vive,
perchè ha troppa vita
che scorre nelle vene
destinata a essere sprecata.

Anni 00 - Canzoni n. 41, José Gonzalez

José Gonzalez "Heartbeats" (2006)
Un pezzo electro degli Knife già spettacolare di suo, riletto in chiava acustica da Josè Gonzalez (svedese ma di chiare origini argentine) diventa la colonna sonora dello spot pubblicitario più poetico di tutta la decade. Pallette colorate che saltellando in slow-motion invadono una cittadina.

Incanto.

A scopo commerciale, ma pur sempre incanto.

Anni 00 - Canzoni n. 42, Thrills

Thrills "Big Sur" (2003)

California dreamin', on such a winter's day, si sarebbe cantato in un'altro decennio.
California here we come, si è invece cantato in questo, grazie al telefilm The O.C. che ha avuto il merito di lanciare l'indie rock come moda tra i teenagers.
E sempre California sognano gli irlandesi Thrills, degli habitué nella colonna sonora di O.C., con un pezzo caldo dal gusto retrò.
E fanculo! la sogno pure io, mentre guardo fuori dalla finestra ed è tutto bianco (o grigio nebbia quando va di culo ed è una bella giornata...)






mercoledì 27 gennaio 2010

Anni 00 - Canzoni n. 43, Kylie Minogue

Kylie Minogue “In Your Eyes” (2002)
La piccola Nicole Kidman della musica ci ha regalato una manciata di perle in questo decennio. La sua non è pop music. È ipnosi. Melodie che infettano la mente. Grandiosa la sua hit “Can’t Get You Out of My Head”, sull’ossessione amorosa che si trasforma in follia, ma io preferisco questa meno conosciuta gemma che va dritta negli occhi.
Sono convinto che se David Lynch fosse cresciuto con l’electro-pop anziché con la musica americana anni ’50, questa sarebbe diventata la colonna sonora di un suo film.

The memory remains

E va bene. Giornata della memoria.
Potrei parlare di "Schindler's list". O de "Il pianista". O de "La vita è bella". Belli eh (oddio, su "La vita è bella" si potrebbe discutere), però dai: li hanno visti tutti. Vi propongo allora qualche titolo un pochino meno conosciuto.

Credo che il modo migliore per ricordare sia capire. Capire che il passato può succedere di nuovo più facilmente di quanto si possa pensare. La storia si ripete sempre. Al proposito vi consiglio "L'onda", ispirato da un esperimento condotto veramente dal professore californiano Ron Jones nel 1967 per dimostrare quanto facilmente possa nascere una dittatura. Il tutto è attualizzato alla realtà dei g-g-giovani d'oggi di un liceo tedesco. Con una mano dai social-network e qualche operazione di guerrilla-marketing, organizzare un nuovo movimento fascio è un gioco da ragazzi!

Per capire si può andare dritti alle radici del male, come fa Michael Haneke con il suo straordinario "Il nastro bianco". Oppure si può fare un giro tra i neo-nazi, nell'Inghilterra anni Ottanta della Tatcher ottimamente restaurati in "This Is England" (lo potete vedere QUI in streaming con sottotitoli in italiano). Un film crudo, con un'ottima colonna sonora ska, mai distribuito in Italia per inspiegabili ragioni.

Il mio preferito nel genere è però "American History X" (potete scaricarlo QUI, o vederlo in streaming QUI). Edward Norton swastika eyes e swastika al posto del cuore. Uscito di galera, la sua visione nazi del mondo è cambiata, ma il suo fratellino sembra volerne seguire le gesta. Un personaggio a tutto tondo, come sono le persone vere, dove non ci sono buoni buoni e cattivi cattivi come ci vorrebbe far credere James Cameron nella sua limitata visione del mondo. Ci sono solo esseri umani che devono convivere con le conseguenze delle proprie azioni.
Norton non è stato premiato come migliore attore perché l'Oscar quell'anno l'hanno dato a Benigni per il sopracitato "La vita è bella" (una delle più grandi cazzate nella storia degli Oscar). Ma questa è un'altra storia...

Anni 00 - Canzoni n. 44, Arctic Monkeys

Arctic Monkeys "Fluorescent Adolescent" (2007)

la mia canzone preferita delle scimmie artiche parla di una adolescente fluorescente e ha un video con un clown che dà fuoco al suo amico di infanzia.

la pazzia è dietro l'angolo?

Anni 00 - Canzoni n. 45, Craig Armstrong

Craig Armstrong feat. Evan Dando “Wake Up in New York” (2002)

E svegliarsi la mattina. E niente tuturuturututtu. E guardare alla finestra. E vedere un vuoto là dove c’erano le due torri.
Craig Armstrong, autore di colonne sonore ("Mouling Rouge", "Romeo + Juliet", "Cruel Intentions", "Love Actually"), ci mette la musica. Evan Dando, cantante dei Lemonheads, ci mette la voce.
Brividi post 11 settembre.

Testo liberamente tradotto
Ci incontreremo a New York
al negozietto sulla Fifth Avenue
e poi ci sdraieremo
con i palazzi tutti intorno

martedì 26 gennaio 2010

EVITAR

"Avatar" è un capolavoro. Il più grande incasso di tutti i tempi. Il futuro del cinema. Farà incetta di Oscar e sarà usato come pietra di paragone per le generazioni future.
Questo per il mondo.

Per me, "Avatar" è una boiata pazzesca.

Don't believe the hype. "Avatar" NON è il futuro del cinema. Potremmo considerarlo innovativo solo se fossimo stati ibernati come il protagonista Jake Sully e non avessimo visto neanche un film negli ultimi 20 anni. "Avatar" rappresenta un modo di fare cinema vecchio, superato, potremmo dire morto non fosse che al grande pubblico evidentemente questo tipo di cinema piace. E' innegabile, visto il successo galactico e i record di incassi che continua a battere. Anche a causa di qualche esercente ladro che ha fatto lievitare all'inverosimile il costo del biglietto.

Peccato che nel corso degli ultimi 11 anni occupati per la sua produzione, James Cameron non abbia trovato più di 15 minuti di tempo per provare a scrivere anche una sceneggiatura magari meno trita e ritrita. Personaggi (personaggi??) inesistenti, interpretati da attori inespressivi (Sam Worthington chi cazzo è e cosa mi rappresenta?) e da Na'vi ancor più inespressivi. Come se la lezione del Gollum de "Il signore degli anelli" non fosse servita niente. Perchè diavolo dovrei appassionarmi alle avventure di questi puffi giganti?

Le metafore politiche sono di una scontatezza imbarazzante. E a fare un film anti-Bush arriva un tantinello tardi. Michael Moore, Green Day, Pearl Jam e parecchi altri hanno fatto di molto meglio in proposito, anni fa. Se Cameron invece di baloccarsi con gli effetti speciali avesse dato uno sguardo a "The Village", "Il nastro bianco" o "Dogville" forse avrebbe potuto imparare un paio di cosette su come si fa un film politico in maniera più sottile. Ecco: io mi sono divertito più con le 3 ore di "Dogville" di Lars Von Trier senza un solo effetto speciale, anzi senza nemmeno una scenografia, che con questo cine-videogame. "Dogville" è un film davvero cattivo nei confronti dell'America e con un perfido ma godurioso epilogo. Altrochè la spiritual-menata politically-correct dell'atroce lieto fine avatariano.

Più che nel futuro di Pandora, Cameron pare rimasto intrappolato in un cinema anni 80/90 che saccheggia alla grande. Il protagonista sulla sedia a rotelle, la storia dei fratelli e la questione genetica ricordano malaccio "Gattaca" (quello sì un capolavoro vero del cinema di fantascienza), gli avatar sono chiaramente ripresi da "Matrix" (quello sì innovativo e bello visivamente), la vicenda dell'infiltrato che poco per volta si fa conquistare da un altro stile di vita è ripreso da "Point Break" (diretto da Kahtryn Bigelow, guarda caso ex moglie di Cameron) e da altre decine di pellicole.
Tutto il resto della trama dei simil-indiani Na'vi arriva da "Balla coi lupi" e "Porcahontas", più qualche influenza dal mondo degli elfi de "Il signore degli anelli", soliti rimandi a "Guerre stellari" e "Alien" più effetti WOW alla "Jurassic Park". Solo che laddove Spielberg sapeva costruire qualche scena di alta tensione quasi horror, Cameron annoia con inseguimenti e corse a perdifiato. Si balocca a vagare per il mondo fantasy di Pandora con la macchina da presa quasi quanto Tornatore per le strade di Bagheria nell'altrettanto inconcludente "Baarìa". Altra mega-minchiata per cui qualcuno ha scomodato la parola "capolavoro".
Naturalmente non ci si fa mancare nemmeno il discorso d'incitamento pre-bellico che da "Il gladiatore" in poi è diventato un must irrinunciabile per ogni film epico che si rispetti, e quindi una infinita soporifera scenona di guerra.

Alle nefandezze avatariane possiamo aggiungere un retro gusto spiritual-religioso insopportabile, le fastidiose musiche new-age composte da James Horner (l'uomo che già dobbiamo maledire per "My heart will go on"). Ecco: il paragone col "Titanic", il precedente film di Cameron. Non sono un fan ma, che diamine!, al confronto con questo passa per un capolavorissimo. Almeno lì la storia d'amore grazie a due grandi attori come Leo & Kate portava la pellicola su un piano superiore. Vedere questi due cosi blu privi di alcuna espressione (umana o non) che si accoppiano direi che non si può definire altrettanto coinvolgente.

Rispetto ai soliti kolossal manca poi il personaggio simpatico. C'è sempre un personaggio simpatico. Almeno uno, Cristo Santo. In "Avatar" no. Ci sono i buoni, che come ho già detto hanno una faccia talmente zombie che mi è impossibile fare il tifo o provare una qualsiasi emozione per loro, e ci sono i cattivi. Che però sono talmente cattivi (nel senso più stereotipato del termine) da risultare persino meno umani dei puffi giganti.
Potete venirmi a dire: ci sono gli effetti speciali, la tecnica. E io vi dico che anche i Sonohra sono tecnicamente bravi a suonare la chitarra. Ciò non toglie che li spedirei su Pandora a calci nel culo.

Spero che in molti, terminato il rimbambimento collettivo da Avatar-mania giustificabile tanto quanto la psicosi da febbre suina, apriranno gli occhi e si chiederanno: "Sì, ma cosa resta DAVVERO di questo film? C'è una scena memorabile? Una frase da tenere?" E poi, magari, si domanderanno: "C'è qui dentro un solo dialogo che non sia del tutto ridicolo? Un'emozione che sia più profonda di una puntata del Grande Fratello? Un'idea una che non sia scopiazzata e realizzata meglio altrove? C'è qui dentro del Cinema?"

"Avatar" non è un film in 3-D. E' il film più monodimensionale oggi in circolazione. Se volete una storia e dei personaggi in vero 3-D, lasciate perdere gli occhialini e andate a vedere "Tra le nuvole" con Giorgione Clooney. "Avatar" lo potete tranquillamente evitar.

Anni 00 - Canzoni n. 46, My Chemical Romance


My Chemical Romance "I'm Not Okay (I Promise)" (2004)

I'm not o-fuckin'-kay

(il video è tra i più divertenti della decade)


lunedì 25 gennaio 2010

Anni 00 - Canzoni n. 47, Jay-Z

Jay-Z “Roc Boys (And the Winner Is…)” (2007)

L’American Gangster del rap prende la base soul-jazz da “Make the Road by Walking” della Menahan Street Band e tira fuori uno dei pezzi più stilosi della decade. Applausi per Jay-Z.

“oh what a feelin', i’m feelin’ life”

Anni 00 - Canzoni n. 48, Bloc Party

Bloc Party “The Prayer” (2007)

La preghiera pagana dei Bloc Party.
Roba da disco-chiesa malata.

Testo liberamente tradotto
Signore, dammi grazia e piedi fatati
e il potere di impressionare
è così sbagliato volere attenzione?
Pretendere più di quanto ci hai dato?
Ti prego, almeno per stanotte,
fammi diventare
inarrestabile


Anni 00 - Canzoni n. 49, Katy Perry

Katy Perry “I Kissed a Girl” (2008)

Il premio per il pezzo finto lesbo del decennio va a… Katy Perry. Tenete presente che è stata una dura lotta con l’altro caposaldo del genere: “All the things she said” delle T.a.t.u. e Dio solo sa quanto ci sia sempre un disperato bisogno di pezzi lesbo (o finto lesbo) in questo triste mondo grigio.

“it felt so wrong, it felt so right”


Anni 00 - Canzoni n. 50, Stars

50 canzoni. Sono tante? Vi sembrano per caso tante?
Naah, per un decennio intero naah che non sono tante. Volevo fare una lista più snella, ma proprio non m’è riuscito. 50 canzoni, allora. E ringraziate Dio che non ne abbia scelte 100!

Stars “Ageless Beauty” (2005)

Apriamo con il dream-pop dei canadesi Stars. Un gruppo che con un nome così non può che fare musica sognante e spaziale.
Giusto perché mi sembrava giusto iniziare la classifica là dove quella dei miei film della decade era finita, il meraviglioso video della canzone richiama proprio le atmosfere di “Donnie Darko”.

“we will always be a light”

domenica 24 gennaio 2010

Anni 00 - I miei film della decade

Breve riepilogo dei miei film preferiti degli anni azzerati
(cliccate sul titolo per vedere la mia scheda)

20. Se mi lasci ti cancello (2004)
19. The Ring (2002)
18. Elephant (2003)
17. Ghost Dog (2000)
16. Il signore degli anelli (2001-2003)
15. Vanilla Sky (2001)/Almost Famous (2000)
14. La meglio gioventù (2003)
13. Collateral (2004)
12. Closer (2004)
11. The Village (2004)
10. Cashback (2006)
9. Into the Wild (2007)
8. Magnolia (2000)
7. Kill Bill (2003-2004)
6. (500) giorni insieme (2009)
5. Le regole dell'attrazione (2002)
4. Mulholland Drive (2001)
3. Il giardino delle vergini suicide (2000)
2. American Beauty (2000)
1. Donnie Darko (2001)

sabato 23 gennaio 2010

Cannibal Weekend

Ecco a voi una compilation per il weekend (ma non solo) a firma Cannibal Kid da scaricare ovviamente aggratis.
La copertina è un omaggio al disco dei Vampire Weekend “Contra” che ha sorprendentemente esordito alla numero uno della classifica americana ed è l’album più venduto nel mondo (e sicuramente anche il più scaricato, visto il successo del gruppo in rete). Un piccolo rivoluzionario segno che il mondo sta cambiando. Italia esclusa.
Tra i pezzi segnalo il nuovo pazzesco singolo dei Gorillaz, novità da Goldfrapp e dagli She & Him di Zooey Deschanel più un’esercito di altri nuovi talenti. Tranquilli. Rispetto ai talent-show è tutta un’altra musica.

TRACKLIST
1. Rogue Wave “Good Morning”
2. Gorillaz feat. Mos Def & Bobby Womack “Stylo”
3. Goldfrapp “Rocket”
4. Hot Chip “I Feel Better”
5. Yeasayer “One”
6. Toro y Moi “Minors”
7. Chew Lips “Toro”
8. Everything Everything “My Kz Yr Bf”
9. Delphic “Doubt”
10. Ellie Goulding “Starry Eyed”
11. Darwin Deez “Constellations”
12. She & Him “In the Sun”
13. Bye Bye Bicycle “Haby Bay”

Anni 00 - Film n. 1, Donnie Darko

Donnie Darko (2001)

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Regia: Richard Kelly
Cast: Jake Gyllenhaal, Jena Malone, Drew Barrymore, Patrick Swayze, Noah Wyle, Maggie Gyllenhaal, Daveigh Chase, James Duval (il coniglio Frank)
Songs: Echo & the Bunnymen "The Killing Moon", Gary Jules “Mad World”

Pensa se uno potesse tornare indietro nel tempo, prendere tutti i momenti neri e dolorosi e rimpiazzarli con qualcosa di meglio...

Tutto il decennio passa attraverso gli occhi di Donnie. Sfortunatamente uscito poco dopo l’11 settembre, il film inizia proprio con un pezzo di un aereo che si schianta contro una casa e non è certo l’ideale per il pubblico americano in quel momento. E infatti "Donnie Darko" passa inosservato. Poi, pian piano, con l’uscita in home-video, il passaparola e il diffondersi di siti e forum dedicati diventa un fenomeno di culto. Forse il primo film cult del web 2.0. Infine, solo nel 2004 esce anche nelle sale italiane.

Tutto il decennio passa attraverso gli occhi di Donnie, dicevamo. Oltre all’inquietante legame con l’11 settembre, il film ha anticipato il revival degli anni 80 (decennio riletto in maniera splendida e fedele, fuggendo dai soliti stereotipi), più superficialmente ha rilanciato la moda degli hoodie in testa e anticipato le tendenze emo/dark.

“Donnie Darko… che razza di nome è? Sembra quello di un supereroe.”
“Chi ti dice che non lo sia.”


Pur non essendolo a tutti gli effetti, Donnie ha preannunciato anche il ritorno al successo dei film con i supereroi, ben prima della venuta dei vari "Spider-Man", "Batman Begins" o "Heroes".
La cosa più importante, comunque, è che Donnie rappresenta un’idea di cinema nuova, che certo guarda a David Lynch e agli 80s come modello principale, ma è in grado di camminare con le proprie gambe.
Ed è un film fatto solo di momenti magici, Donnie. Come se ogni momento fosse definitivo. Come se ogni singola inquadratura fosse l’ultima prima della fine del mondo.

Altri insani viaggi spazio-temporali del decennio
Memento (2000) di Christopher Nolan
The Mothman Prophecies (2002) di Mark Pellington
The Tracey Fragments (2007) di Bruce McDonald
Southland Tales (2006) di Richard Kelly
The Butterfly Effect (2004) di Eric Bress, J. Mackye Gruber
Kidnapped (The Chumbscrubber) (2005) di Arie Posin


venerdì 22 gennaio 2010

Anni 00 - Film n. 2, American Beauty

American Beauty (2000)

Regia: Sam Mendes
Cast: Kevin Spacey, Annette Bening, Mena Suvari, Thora Birch, Wes Bentley, Chris Cooper, Peter Gallagher
Song: Annie Lennox “Don’t let it bring you down”

Noi saremo sempre dei diversi, noi non saremo mai come l’altra gente.”

Di solito non rivedo spesso lo stesso film, ma questo credo di conoscerlo a memoria.
Sotto una pioggia di petali di rosa, Sam Mendes ha realizzato un’opera prima di autentica, americana perfezione. Probabilmente il film che più di ogni altro ha definito l’estetica e il modo di raccontare del cinema (non solo a stelle e striscie) ma anche delle serie tv di questa decadente decade.
Gli attori sono in stato di grazia, la sceneggiatura firmata da Alan Ball ("True Blood", "Six Feet Under") è a prova di bomba e l'unica via d'uscita a una vita borghese senza stimoli e senza, appunto, vita è la bellezza. Bellezza allo stato puro.

Altri film sul logorio della vita moderna
La 25a ora (2002) di Spike Lee
Rachel sta per sposarsi (2008) di Jonathan Demme
About a boy – Un ragazzo (2002) di Chris e Paul Weitz
In good company (2004) di Paul Weitz
American Dreamz (2006) di Paul Weitz
Elizabethtown (2005) di Cameron Crowe
L'ultimo sogno (2001) di Irwin Winkler


Anni 00 - Film n. 3, Il giardino delle vergini suicide

Il giardino delle vergini suicide (2000)

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Titolo originale: The Virgin Suicides
Regia: Sofia Coppola
Cast: Kirsten Dunst, Josh Hartnett, James Woods, Kathleen Turner, Jonathan Tucker, AJ Cook, Hanna Hall, Danny DeVito
Song: Elecric Light Orchestra "Strange Magic"

Sofia Coppola è riuscita con una sola trilogia a creare uno stile unico, che sfugge a qualunque paragone (anche a quello ingombrante del padre). La Coppola jr. ha trovato un modo inedito, delicato, per raccontare l’adolescenza (non solo) femminile. Uno stato di transizione perenne che passa dai 70s di "The Virgin Suicides", al presente dell’americana persa per Tokyo in "Lost in translation" fino al Settecento di una Maria Antonietta teenager con tanto di Converse nell’armadio.
In modo particolare il suo esordio tratto dal romanzo di Jeffrey Eugenides “Le vergini suicide” è un film sulla perdita dell’innocenza, sul passaggio dalla pubertà all’età della ragione non solo per le vergini (che poi siano proprio vergini non è detto) del titolo, ma anche per tutti i ragazzi che gravitano letteralmente intorno a loro.
Kirsten Dunst in questo film è la cosa più bella mai apparsa su uno schermo cinematografico e Josh Hurtnett nei panni di Trip Fontaine è IL figo per eccellenza (vabbè, James Dean a parte). Colonna sonora più che ispirata a firma Air arricchita da pezzi d’epoca e atmosfera anni Settanta ricreata da una fotografia incantevole. Sofia Coppola, lo stile.

Altri epocali film ambientati in altre epoche
Le vite degli altri (2006) di Florian Henckel von Donnersmarck, (Berlino, prima della caduta del muro)
Goodbye, Lenin! (2003) di Wolfgang Becker (Berlino, dopo la caduta del muro)
Marie Antoinette (2006) di Sofia Coppola (la monarchia francese del Settecento)
Apocalypto (2006) di Mel Gibson (Maya, 1500 d. C.)
Revolutionary Road (2008) di Sam Mendes (fine anni ’50, l’american dream è già finito)


giovedì 21 gennaio 2010

Anni 00 - Film n. 4, Mulholland Drive

Mulholland Drive (2001)

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Regia: David Lynch
Cast: Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux, Melissa George, Billy Ray Cyrus (il padre di Miley Cyrus!)
Song: Linda Scott “I’ve told every little star”

Non si può parlare del cinema di David Lynch. È come raccontare un sogno quando ti sei svegliato. Non è la stessa cosa. Il cinema di Lynch devi vederlo. Devi viverlo. Farti trascinare nell’oscurità e sprofondare nel posto più nascosto della tua mente. Là dove tutti gli arcobaleni finiscono. Quel posto si chiama Mulholland Drive. Silencio. No hay banda

(Naomi Watts miglior attrice del decennio. Nessun dubbio in proposito: è lei la ragazza)

Altri allucinati viaggi mentali del decennio
Inland Empire - L'impero della mente (2006) di David Lynch
Big Fish (2003) di Tim Burton
Femme Fatale (2002) di Brian De Palma
Tideland - Il mndo capovolto (2005) di Terry Gilliam
L’uomo senza sonno (2004) di Brad Anderson
Nel paese delle creature selvagge (2009) di Spike Jonze
Waking Life (2001) di Richard Linklater


Anni 00 - Film n. 5, Le regole dell'attrazione

Le regole dell’attrazione (2002)

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Titolo originale: The Rules of Attraction
Regia: Roger Avary
Cast: James Van Der Beek (Dawson di "Dawson’s Creek"), Ian Somerhalder ("Lost", "The Vampire Diaries"), Shannyn Sossamon, Jessica Biel ("Settimo cielo"), Kip Pardue, Kate Bosworth
Song: Cure "Six Different Ways"

La prima regola dell’attrazione è che nessuno conosce nessuno veramente. Mai. Non conoscerai mai nessuno veramente. Questo è il motto dei protagonisti senz’anima e senza sentimenti del film.
Facendosi liberamente ispirare dall’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis, l’ex amicone di Tarantino Roger Avary si sbizzarisce con mille invenzioni registiche (rewind, split-screen, flashback) a massacrare gli stereotipi dei film per adolescenti. Ci regala scene divertentissime (come questa), in cui sembra di stare in un “American Pie” drogato, e poi ci tira via il cuore con una delle scene più gelanti di sempre (la scena della ragazza suicida qui sotto, guardatela solo se avete uno stomaco forte).
Un mio cult assoluto, libro e film. Rock n roll.

Gli altri film più cattivi del decennio
American Psycho (2000) di Mary Harron
Il petroliere (2007) di Paul Thomas Anderson
Mean Girls (2004) di Mark Waters
Requiem for a Dream (2000) di Darren Aronofsky
Niente da nascondere (2005) di Michael Haneke
Non è un paese per vecchi (2007) di Ethan & Joel Coen
Thank you for smoking (2005) di Jason Reitman
Spun (2002) di Jonas Akerlund



mercoledì 20 gennaio 2010

Anni 00 - Film n. 6, (500) giorni insieme

(500) giorni insieme (2009)

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Titolo originale: (500) Days Of Summer
Regia: Mark Webb
Cast: Joseph Gordon-Levitt, Zooey Deschanel, Matthew Grey Gubler (Criminal Minds), Minka Kelly (Friday Night Lights)
Song: Temper Trap “Sweet Disposition”

Il film indie definitivo del decennio. Questa non è una storia d’amore. È una storia sull’amore. Differenza sottile, ma decisiva. Questa è sì una commedia romantica, ma fondamentalmente fa a pezzi molti degli stereotipi del genere. A partire dal fatto che sia lui, Tom, quello romantico e sognatore, mentre lei, Summer, è quella che non vuole impegnarsi in una storia seria.

Diretto dall’esordiente Marc Webb con tocco magico e sorprendenti invenzioni, arricchito da una sceneggiatura fresca, sorprendente e divertentissima, "(500) days of Summer" vanta una coppia di attori protagonisti perfettamente affiatati e una colonna sonora oooh ooooh.
Se dentro il petto vi batte un cuore indie come il mio, questo è il film che vi farà andare in overdose di bellezza.

Altre spettacolose commedie del decennio
Juno (2007) di Jason Reitman
Zoolander (2001) di Ben Stiller
La ragazza della porta accanto (2004) di Luke Greenfield
Non è un’altra stupida commedia americana (2001) di Joel Gallen
40 giorni & 40 notti (2002) di Michael Lehmann
Adventureland (2009) di Greg Mottola
30 anni in 1 secondo (2004) di Gary Winick
Road Trip (2000) di Todd Phillips
Wonder Boys (2000) di Curtis Hanson
Il diavolo veste Prada (2006) di David Frankel

Ultim'ora: il regista del film Marc Webb dopo questo capolavoro ha fatto subito il salto nella serie A di Hollywood ed è stato ingaggiato per dirigere la nuovissima versione di "Spider-Man". Chi sarà il futuro Peter Parker? Io punto su Joseph Gordon-Levitt...

Anni 00 - Film n. 7, Kill Bill

Kill Bill Vol. 1 (2003), Kill Bill Vol. 2 (2004)

streaming (vol. 1, vol. 2)
download (vol. 1, vol. 2)

Regia: Quentin Tarantino
Cast: Uma Thurman, David Carradine, Daryl Hannah, Michael Madsen, Lucy Liu, Vivica A. Fox, Julie Dreyfus, Sonny Chiba
Songs: Nancy Sinatra “Bang Bang (My Baby Shot Me Down), Malcolm McLaren “About Her”

Non contento di aver fatto IL film degli anni Novanta (ovviamente "Pulp Fiction") il basterdo Tarantino ha dimostrato anche nell’ultimo decennio di essere il più grande regista vivente. L’Autore per eccellenza del cinema di oggi. Quello che il suo stile lo riconosci subito eppure ad ogni film si rinnova e ti sorprende. "Kill Bill" in tal senso è pazzesco. Una girandola di trovate geniali lunga due film, dieci capitoli girati con stili differenti (dall’horror al manga fino al kung-fu movie) con una Uma Thurman larger than life e una colonna sonora da panico totale. Probabilmente il film più divertente e fico nella storia del cinema.

Altri film tarantinati del decennio
Oldboy (2003) di Chan-wook Park
Bastardi senza gloria (2009) di Quentin Tarantino
Grindhouse – A prova di morte (2007) di Quentin Tarantino
Grindhouse – Planet Terror (2007) di Robert Rodriguez
Sin City (2005) di Robert Rodriguez, Frank Miller
Hero (2002) di Zhang Yimou
La tigre e il dragone (2000) di Ang Lee

martedì 19 gennaio 2010

Anni 00 - Film n. 8, Magnolia

Magnolia (2000)

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Regia: Paul Thomas Anderson
Cast: John C. Reilly, Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman, Julianne Moore, William H. Macy, Melora Walters
Song: Aimee Mann “Save Me”

I personaggi di questo film sono nati da dalle canzoni, quelle della cantautrice Aimee Mann. Da lì Paul Thomas Anderson è partito per costruire un puzzle ricchissimo. Altri ci avrebbero fatto 4 o 5 film con cotanto materiale, Anderson ne ha fatto uno. 3 ore di film che detto così può sembrare una cosa impegnativa, ma il ritmo è talmente serrato da non poterti permettere di staccare un momento dallo schermo.
Un poliziotto che si innamora di una cocainomane, un motivatore sessuale alle prese con la morte dell’odiato padre, un bambino genietto dei quiz tv e un ex-bambino prodigio genietto dei quiz tv e tanti altri ancora. Le loro vite si incrocieranno grazie al destino. O è tutto solo una coincidenza?

Altri grandiosi affreschi corali del decennio
Il nastro bianco (2009) di Michael Haneke
Lords of Dogtown (2005) di Catherine Hardwicke
Amores Perros (2000) di Alejandro Gonzalez Inarritu
21 grammi (2003) di Alejandro Gonzalez Inarritu
Love Actually (2003) di Richard Curtis
Crash - Contatto fisico (2004) di Paul Haggis

Anni 00 - Film n. 9, Into the Wild

Into the Wild – Nelle terre selvagge (2007)

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Regia: Sean Penn
Cast: Emile Hirsch, Jena Malone, Kristen Stewart, Catherine Keener, Vince Vaughn, William Hurt
Song: Eddie Vedder “Society”

Laurea conseguita, è il momento di trovarsi un lavoro fisso. Una vita già scritta non da te ti aspetta. Stai entrando nel vortice del capitalismo che tutto risucchia e da cui è difficile scappare. Alex Supetramp, così si fa chiamare, ci prova. Cerca la sua via. Una grande fuga.
"Into the Wild" è una riscoperta della natura, delle cose che contano davvero nella vita, delle cose che ci siamo dimenticati per colpa di una società che ci impone di andare di fretta, di consumare sempre di più. Una riscoperta dell'essenza della vita che si tiene lontana da ogni prevedibile discorso moralistico.
Applausi per le scenografie naturali dell’Alaska. Per il volto pieno di vita di Emile Hirsch. La regia di Sean Penn. La voce di Eddie Vedder. Il finale che ti gela il cuore come se fossi anche tu lì, in Alaska. Nelle terre selvagge.

Altri essenziali film esistenziali del decennio
Una storia vera (2000) di David Lynch
Lo scafandro e la farfalla (2007) di Julian Schnabel
La mia vita a Garden State (2004) di Zach Braff
The Wrestler (2008) di Darren Aronofsky
Gran Torino (2008) di Clint Eastwood
Last Days (2005) di Gus Van Sant

lunedì 18 gennaio 2010

Anni 00 - Film n. 10, Cashback

Cashback (2006)

download english + sottotitoli italiani

download english
sottotitoli in italiano

Regia: Sean Ellis
Cast: Sean Biggerstaff, Emilia Fox, Michelle Ryan
Song: Bang Gang "Inside"

La brutta notizia è che il tempo vola.
Quella buona è che il pilota sei tu.


Unico film della mia lista a non essere mai stato distribuito in Italia (e quindi disponibile solo in lingua originale con sottotitoli italiani) è una piccola perla che il regista inglese esordiente Sean Ellis ha tratto dal suo stesso cortometraggio nominato all’Oscar. Un film che parla di vita in un supermarket notturno, amore, sesso, bellezza, insonnia e il tempo che (non) passa.
1 ora e 40 minuti di poesia. Profondo ma anche spassoso. Magnetico e affascinante. Come quando siete per strada e incontrate una persona talmente bella che non potete fare a meno di fissarla.

Altri great movies britannici
Espiazione – Atonement (2007) di Joe Wright
This Is England (2006) di Shane Meadows
The Millionaire (2008) di Danny Boyle
L’alba dei morti dementi (2004) di Edgar Wright
I figli degli uomini (2006) di Alfonso Cuaron

Anni 00 - Film n. 11, The Village

The Village (2004)

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Regia: M. Night Shymalan
Cast: Joaquin Phoenix, Bryce Dallas Howard, Adrien Brody, William Hurt, Sigourney Weaver, Michael Pitt

Il film politico più intelligente del decennio, mascherato da horror. I mostri dell’11 settembre si materializzano sotto forma di creature innominate. Che poi, oddio, pure come horror funziona non poco, con scene di alta tensione costruite con precisione chirurgica. Shymalan dopo Il sesto senso e Unbreakable sorprende ancora e mostra come la paura degli Stati Uniti siano gli Stati Uniti stessi (il film non a caso non è stato accolto benissimo in patria). Haneke per il suo Il nastro bianco ha preso appunti da qui.
Adrien Brody è ottimo nella parte del ritardato mentale. Rivelazione del cast è però la figlia di Ron Howard, Bryce Dallas Howard, che interpreta una non vedente. Saranno proprio loro a vedere più in là di quanti, ancora oggi e non solo negli Usa, si fanno accecare dalla politica del terrore.

Altri film a modo loro politici del decennio
Valzer con Bashir (2008) di Ari Folman
The Hurt Locker (2008) di Kathryn Bigelow
Redacted (2007) di Brian De Palma
Dogville (2003) di Lars Von Trier
V per Vendetta (2005) di James McTeigue
L’onda (2008) di Dennis Gansel
The Manchurian Candidate (2004) di Jonathan Demme
Fahrenheit 9/11 (2004) di Michael Moore

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