lunedì 15 giugno 2015

KINGSMAN - SECRET BLOGGER





Sono ufficialmente aperte le selezioni per diventare un blogger Kingsman.
Non sapete chi sono i blogger Kingsman?
Te credo. Il loro compito è proprio quello di agire in segreto. La loro missione è quella di salvare il mondo un post dietro l'altro, senza che nessuno lo sappia. Io però adesso vi svelo non solo la loro esistenza, ma anche che sono stato invitato a entrare nel loro esclusivo gruppo, di cui vi anticipo solo che fanno parte Beppe Grillo, Andrea Scanzi e Selvaggia Lucarelli. Prima di poter diventare uno di loro, devo però superare una prova: scrivere una recensione del film Kingsman - Secret Service senza menzionare una sola volta 007, o James Bond, o la spia al servizio di Sua Maestà, o come diavolo volete chiamarlo, da qui in poi.
Ce la farò?

Kingsman - Secret Service
(UK 2014)
Titolo originale: Kingsman: The Secret Service
Regia: Matthew Vaughn
Sceneggiatura: Matthew Vaughn, Jane Goldman
Ispirato alla serie a fumetti: The Secret Service di Mark Millar e Dave Gibbons
Cast: Colin Firth, Taron Egerton, Samuel L. Jackson, Mark Strong, Michael Caine, Sophie Cookson, Sofia Boutella, Edward Holcroft, Jack Davenport, Mark Hamill, Hanna Alström
Genere: spione
Se ti piace guarda anche: La regola del sospetto, Kick-Ass, Men in Black, Matrix, Utopia, Barely Lethal

Kingsman - Secret Service racconta di un'associazione di agenti segreti. Proprio come quel tizio di cui non possono fare il nome interpretato nel corso del tempo prima da Sean Connery per arrivare all'attuale Daniel Craig. Soltanto che qui il tutto è visto in una maniera più ironica. Non eccessivamente ironica alla Austin Powers. Giusto un filo. Diciamo che questo film si colloca all'incrocio tra Austin Powers e l'agente di cui non posso rivelare il nome.
Quando uno di questi Kingsman muore, iniziano le selezioni per prendere un nuovo membro e in questo caso siamo a metà strada tra le selezioni del Grande Fratello e le sfide di abilità di pellicole young adult di nuova generazione come Divergent. Anche se il film che più mi è tornato in mente è La regola del sospetto, quello con Colin Farrell e Al Pacino. Che figata, quella pellicola! Non che fosse niente di troppo originale però, non so perché, mi aveva esaltato tantissimo. Questo Kingsman sì, è un valido intrattenimento, però non mi ha gasato allo stesso modo. Sarà che i livelli di originalità in questo caso sono ancora più prossimi allo zero visto che, oltre alle pellicole del personaggio di cui non posso dire il nome e ai film già citati, vengono in mente anche Men in Black, per il rapporto tra i due protagonisti, e la serie Utopia, per via della tematica della sovrappopolazione e del genocidio. O sarà che nella parte finale il film si dilunga troppo e, snellito di una mezz'oretta, sarebbe risultato più veloce e godibile. O sarà per via di Colin Firth. Faccio proprio fatica a sopportarlo, quello lì. Anche qui come nel suo film migliore, A Single Man, ha uno stile impeccabile da perfetto gentleman britannico, ma continua comunque a sembrarmi uno degli attori più inespressivi in circolazione. Senza contare il fatto che nelle scene d'azione mi è parso ben poco a suo agio.

"Colin, se vai in giro tirandotela così, non lamentarti poi se ti prendono a colpi di machete."

Scene d'azione che in ogni caso, Firth o non Firth, sono parecchio spettacolari. Merito del regista Matthew Vaughn, che tra l'altro ho appena scoperto essere il marito di Claudia Schiffer. E non è nemmeno una cosa recente, ma è dal 2002. Cioè, quest'omino sta con Claudiona Schiffer?
Allora c'è speranza per tutti.

Claudia Schiffer non sta con quello alla sua destra, quello è Brad Pitt.
Sta con quello alla sua sinistra.

Oltre a essere il Signor Schiffer, Matthew Vaughn è anche il regista di Kick-Ass e, nei lampi di violenza e cattiveria pura presenti in questo Kingsman, si vede eccome, sebbene a tratti si faccia un po' prendere la mano dall'azione, manco fosse il terzo fratello Wachowski. Le vicinanze con Kick-Ass, oltre che nello stile registico, si notano anche a livello di humour e di storia, visto che la pellicola è anch'essa tratta da una serie a fumetti creata dallo stesso autore, Mark Millar.

"Ah, ma allora è questo ciò di cui tutti parlano, quando parlano di sogno bagnato!"

Un altro pregio, anzi il pregio principale del film è la sua britannicità, che si nota in qualche passaggio meno scontato rispetto al solito blockbusterone americano medio e in una colonna sonora parecchio figa, in cui trovano spazio tanto cose attuali come il rap di Dizzee Rascal e l'elettronica dei Rudimental, quanto chicche del passato come la disco dei KC & The Sunshine Band e la classe infinita di “Slave to Love” di Bryan Ferry.
Tutta la pellicola è così, giocata in bilico tra modernità e tradizione. Tra tamarraggine action e contenuto contegno british. Tra serietà e umorismo. Tra il “vecchio” Colin Firth e il nuovo Taron Egerton, entrambi però incapaci di convincermi del tutto.

"Cioè, ma ke è 'sta storia? Un paio di Converse non ce l'avete, sfigati?"
"Spiacente. Temo di no, Sir."

Chi invece non mi è piaciuto proprio per niente ma niente niente è il cattivone interpretato da Samuel L. Jackson, uno che quando non è diretto da Quentin Tarantino perde un buon 90% di efficacia recitativa.
In Kingsman si dice che nei film di James Bond un ruolo fondamentale è dato dal villain di turno. Così è anche qui, peccato che il villain di turno in questo caso sia davvero pessimo, è ritratto in maniera stereotipata e superficiale, in controtendenza con cattivi complessi e sfaccettati recenti come il Wilson Fisk di Daredevil. Ammetto però che parte della colpa va anche al doppiaggio italiano e pure a me perché per una volta non ho guardato il film in lingua originale. Fatto sta che non ho capito perché nella versione italiana di questo film Samuel L. Jackson parla come Jovanotti.

"E chi caffo è, Jovanotti?"

E fatto sta che io, proprio sul finire della recensione, ho nominato il nome di Bond invano e quindi sono fuori dalle selezioni per diventare un nuovo blogger Kingsman. Pazienza, tanto avevo già rivelato la loro identità e quindi ormai la loro copertura è saltata. Sorry, guys.
(voto 6+/10)

11 commenti:

  1. Lo dovrei vedere stasera... il 6+ di sti tempi è un ottimo voto

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  2. A mio avviso il Guilty Pleasure del 2015, senza ombra di dubbio ;-) Cheers!

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  3. Tra le poche sorprese di quest'anno noiosissimo, per me: veramente simpatico!

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  4. A me è parso fin troppo citazionista, e nonostante la perizia tecnica, poco coinvolgente.
    Una mezza delusione.

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  5. In un certo senso l'ho trovato diverso dagli altri film... Molto ironico di fondo

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  6. di tutto il film ricordo solo gli scambi di battute tra il protagonista e la principessa svervegese

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  7. Beh, non male, posso concordare sul voto... ma aspetto con ansia la rece di Fury Road, per me fino ad adesso la vera sorpresa di quest'anno!

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  8. Non mi ispira in realtà, non è sulla lista dei recuperi al momento.

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  9. A me ha fatto cagare Samuel L Jackson(vabbè ma lui lo odio sempre,e poi quel personaggio fastidioso!),ma il resto del film mi ha esaltato moltissimo.Solo la scena della chiesa,daaaaai!!!!!!E poi a me C.Firth piace,come tutto il brit mood ;)

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  10. il personaggio di Samuel L Jackson è proprio così. è l'anti-villain, un genio del male con la zeppola, che odia la violenza, ci sta, in un film che non si prende particolarmente sul serio.
    la scena della chiesa mi ha ricordato quella di The Raid 2. una lezione non tanto di regia (ma c'è anche quello) ma di montaggio. ci saranno almeno una trentina di stacchi.

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