venerdì 4 novembre 2016

L'allieva supera la maestra Shonda Rhimes





L'allieva
(serie tv, stagione 1)
Soggetto: Peter Exacoustos, Alessia Gazzola
Sceneggiature: Peter Exacoustos, Cecilia Calvi, Valerio D'Annunzio, Vinicio Canton
Tratta dai romanzi: L'allieva - Sindrome da cuore in sospeso e Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola
Cast: Alessandra Mastronardi, Lino Guanciale, Dario Aita, Martina Stella, Francesca Agostini, Emmanuele Aita, Marzia Ubaldi, Pierpaolo Spollon, Ray Lovelock, Giselda Volodi, Michele Di Mauro, Fabrizio Coniglio, Chiara Mastalli, Jun Ichikawa, Anna Dalton
Genere: comedy-medical-thriller
Se ti piace guarda anche: Grey's Anatomy, Tru Calling, Il diario di Bridget Jones, La signora in giallo


Mi accingo a fare l'autopsia di una serie tv. La prima stagione de L'allieva ha infatti appena tirato le cuoia su Rai 1.


Non mettetevi però subito a piangere disperati, almeno se siete tra i suoi fans, né tanto meno mettevi a esultare come pazzi scalmanati se siete suoi detrattori.


Anche perché esultare per la morte di qualcuno è sempre una cosa brutta. A meno che non si tratti di... (inserire qui un nome a propria scelta, o anche più di uno, a me ad esempio in pochi secondi ne sono già venuti in mente 3 o 4).

La stagione numero 1 de L'allieva è terminata, ma prossimamente ne arriverà una seconda. Cosa inevitabile, considerati gli ottimi ascolti che ha ottenuto. È riuscita a battere persino il GF Vip, in una supersfida tra guilty pleasure trash assoluti.

Il primo dato che emerge dall'autopsia de L'allieva è che si tratta proprio di un guilty pleasure, su questo non ci sono dubbi. È una fiction... scusate una serie tv talmente trash e di qualità certo non eccelsa che però si lascia guardare con peccaminoso piacere e quindi non può essere definita in altro modo.


Un altro risultato rilevato dall'autopsia è che si tratta di una serie brutta. O almeno in apparenza si tratta di una serie brutta. Basta guardare ciò che ci ha lasciato quando era in vita, a partire da una sigla che definire imbarazzante è essere ancora gentili. Uno guarda la sigla de L'allieva e dice: “No, ma che è, state facendo sul serio?”.

E la risposta è no. Non stanno facendo sul serio. Perché L'allieva è una serie comedy. I risultati tossicologici dell'autopsia segnalano come gli autori fossero costantemente fatti mentre la scrivevano ed è probabilmente per quello che risulta così divertente. L'allieva è forse la serie comedy più spassosa dell'anno.


Proseguendo maggiormente in profondità con gli esami autoptici si può notare che L'allieva non è, o meglio non fu una serie comedy-comedy. Fu anche una serie medical-thriller. Non pensate però subito a un medical classico o serioso alla E.R. - Medici in prima linea. Qui nelle scene più visionarie siamo addirittura dalle parti di Scrubs, ma più che altro siamo tra le corsie di un Grey's Anatomy ambientato in un'istituto di medicina legale di Roma dove si praticano le autopsie, però ancora più assurdo, trash e goduriosamente divertente rispetto alla serie creata da Shonda Rhimes. In pratica sto dicendo che una serie piena di morti e di autopsie fa ridere?
Sono forse più fatto degli autori della serie?

No. O forse sì, ma non è questo il punto. L'autopsia non la stiamo facendo mica su di me. Toccando ferro, e guardando questa serie è meglio farlo spesso, io sono ancora vivo e l'autopsia è invece su L'allieva. La protagonista Alice Allevi è una studentessa di medicina legale che, dovunque vada, porta con sé la morte. Praticamente porta più sfiga de La signora in giallo e di Meredith Grey messe insieme. Le persone intorno a lei muoiono al ritmo di almeno una ad episodio, ma nonostante questo si ride. Un po' si ride perché la serie, tratta dai romanzi L'allieva - Sindrome da cuore in sospeso e Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola che si è occupata anche della supervisione della serie, è molto naïve e ingenua. E un po' si ride perché i personaggi sono davvero simpatici. All'inizio magari stanno un po' sulle scatole, ma poi si finisce per voler loro un gran bene, e forse pure qualcosa di più.

L'allieva Alessandra Mastronardi con la maestra Alessia Gazzola

Non l'avrei mai detto, visto che fino ad ora non l'avevo mai retta nemmeno quando aveva lavorato con Woody Allen, però mi sono innamorato di Alessandra Mastronardi, o se non altro del suo personaggio, che è una tipa imbranata e incline alle figure di merda come Bridget Jones, e allo stesso tempo è anche una che sa il fatto suo. Una prima della classe non odiosa alla Meredith Grey, ma decisamente più umana e terra-terra, con in più un fiuto nel risolvere i casi di omicidio che al confronto Sherlock sembra un dilettante.


Altro dato dell'autopsia: Martina Stella non è proprio capace a recitare. Solo che non è che fosse necessario un esame autoptico per scoprirlo. Se non altro comunque negli ultimi tempi deve aver preso lezioni di dizione perché, rispetto ai tempi de L'ultimo bacio, almeno ora si capisce (più o meno) quando parla.


Un altro elemento che emerge dall'autopsia è che si tratta di una serie thriller molto all'acqua di rose. I suoi casi sono quasi rassicuranti. Al termine di ogni episodio il colpevole viene preso e il caso viene ricostruito passo per passo con un classico “spiegone”, perché se no il pubblico Rai andrebbe fuori di testa. Sia mai che sia lasciato un po' di mistero e di ambiguità come ad esempio nella serie HBO The Night Of. La tensione data dalle vicende gialle presenti è quindi pari a quella che può dare bersi una camomilla, ma ciò non è importante.

L'allieva la si guarda, o meglio la si guardava quando era in vita, perché la Mastronardi c'ha un fascino magnetico che è inspiegabile, però ce l'ha. E pensare che l'avevo sempre detestata e adesso invece quando la guardo mi vengono gli occhi a cuoricino.


L'allieva poi la si guardava per il triangolo amoroso che proponeva, con la Mastronardi divisa tra l'amore per il fidanzatino Arthur Malcomess (ma che razza di nome è???), un tipo talmente fuori di testa che, invece di stare lì a Roma a fare gli occhi dolci (giusto per usare un eufemismo) alla sua tipa, se ne va il più lontano possibile facendo il reporter di guerra nelle zone più pericolose del mondo, e l'infatuazione per il suo boss.

"Mi spiace, non posso restare qui con te.
Devo andare a fare un reportage per Novella 2000 d'importanza vitale."

Il risultato più importante che viene fuori dall'autopsia è che il punto di forza della serie stava proprio nel rapporto, o meglio nell'alchimia tra Alice Allevi/Alessandra Mastronardi e il suo superiore, il Dr. Claudio Conforti/Lino Guanciale, una specie di incrocio tra il Dr. Bollore/Eric Dane di Grey's e Mark Darcy/Colin Firth de Il diario di Bridget Jones. Anche se il personaggio cui più assomiglia è il Dr. House: un tizio talmente stronzo e con una faccia da schiaffi da risultare irresistibile e simpaticissimo.


Così come tutta la serie in generale, anche lui all'inizio appare fastidioso, ma poi episodio dopo episodio ci si affeziona. E ci si affeziona pure ai personaggi minori, per quanto siano delle macchiette, dal detective Calligaris al suo fido assistente Visone che sembra uscito dalla miniserie francese P'tit Quinquin, dalla coinquilina della protagonista Yukino che pare venuta fuori da un anime fino alla rigida Professoressa Boschi, soprannominata non ho ancora capito bene perché “la Wally”.


Ci si affeziona così tanto a L'allieva che ora, mentre sto compiendo quest'autopsia, una lacrima mi sta scendendo giù dal volto.
Così non va bene. Non è una cosa professionale. Devo rimanere distaccato. L'allieva è una seriaccia. Anzi, non è nemmeno una seriacca. È una fictionaccia Rai. Una roba che dovrei detestare con tutto me stesso. Eppure sono qui a piangerne la sua morte come una vedova inconsolabile e non vedo l'ora che Rai 1 la riporti in vita con una sacrosanta seconda stagione, che Endemol ha già confermato.
Rest in peace, cara allieva Allevi, and come back soon, please. I miss you already. You've been the guilty pleasure of the year. And why the Hell am I talking in English right now?
Più che in inglese, è meglio parlare in romanesco, considerata l'ambientazione capitolina. E allora li mortacci tua, cara allieva Allevi, nun fa' scherzi e vedi de tornà ar più presto, daje!
(voto 6+/10)

15 commenti:

  1. Ma come ci sei riuscito?
    Io, fan dei romanzi, ho abbandonato al secondo episodio. Perché sì, la storia è quella... ma non è quella. Da orticaria. La Mastronardi, però, sempre piaciuta: mi vedevo pure i Cesaroni, per amore suo. Prima o poi recupero, non appena mi ritorna il gusto dell'orrido.
    Ps. Ma vogliamo parlare della nonna?

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    1. La nonna è uno dei pochi personaggi a cui non sono riuscito ad affezionarmi. Impicciona come poche. :D

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  2. la "Wally"?
    sappiamo tutto di lei, grazie a un rapporto segretissimo di un agente CIA (poi misteriosamente scomparso)
    "è un VAMPIRO; si nutre del sangue dei cadaveri; è chiamata così perché, col nome di WALLY Simpson, sposò Edoardo d'Inghilterra e cercò di influenzare la politica estera britannica in senso filonazista; è molto pericolosaaaarghhhhh"

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    1. Ah, grazie per il chiarimento.
      In effetti, considerato il personaggio, la cosa ha senso... :)

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  3. Mi accodo al "come hai fatto"? È per ammortizzare il canone obbligatorio che ti sintonizzi così spesso su Rai1? ;)
    Cedo solo ai Medici, che su Raiplay sono disponibili in v.o., che la voce di Madden mi salvi dal resto.

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  4. Pare una roba terribile giusta giusta per te.
    Me ne tengo bene alla larga. ;)

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  5. Io mi sono persa tipo tre quarti delle puntate, ma... quelle che sono riuscita a vedere mi sono piaciute.
    P

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  6. io non l'ho visto, perché scanso i prodotti Rai per pregiudizio...
    però mi sono pentita perché mi hanno detto essere piuttosto intrattenente...
    poi va beh, la Mastonardi stra piace a mio marito, e mi fa girare le palle, perché debbo ammettere che è fica

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  7. Mi associo al pregiudizio rai di Patalice,ed alla ficaggine della Alessandra Facciadaporca Mastronardi.
    E scappo lontana da sta robaccia! XD

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  8. Concordo con te, già mi manca, e mi sono divertita assai! XD E tifo C.C., assolutamente C:C.! Penso che tu abbia colto l'essenza di questa produzione: leggerezza e divertimento senza scadere (troppo... dai!!! XD).
    Ho letto anche i libri della Gazzola e non ho avvertito alcun fastidio nella trasposizione... al solito si tratta di una altro tipo di prodotto, da valutare nel complesso (destinazione, durata...)

    Il mio personaggio odiato: Arthur, non si sopporta :D

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  9. Lo conosco perchè se lo vede mia madre... Da quel poco che ho visto, non ti nego che pensavo peggio.

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  10. Vedrai che dopo questa serie comincerai a guardare anche Un posto al sole. Il passo è breve! :-D
    Comunque a me Un posto al sole piace, e anche questa trashata ne ho vista una puntata e volevo vederla anche in streaming. Io guardo tutto, purché sia trash di qualità! XD

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