lunedì 8 giugno 2020

Normal People: cinquanta sfumature di indie




Normal People
(serie TV, stagione 1)
Tratta dal romanzo: Normal People di Sally Rooney
Scritta da: Sally Rooney, Alice Birch, Mark O'Rowe
Diretta da: Lenny Abrahamson, Hettie Macdonald
Cast: Daisy Edgar-Jones, Paul Mescal, Sebastian de Souza, India Mullen, Aoife Hinds, Eanna Hardwicke, Fionn O'Shea

Lasciate perdere il titolo. I protagonisti di Normal People non sono due persone normali. Menomale, direte voi. Prima di conoscerli. Dopo averli conosciuti, potreste rimpiangere le persone normali. Non è detto: diciamo che potresti innamorarvi follemente di loro, o detestarli in maniera altrettanto estrema.

Lei è Marianne Sheridan, una tipa bella, ricca, intelligente e pure ribelle che in teoria dovrebbe essere la ragazza più popolare del suo liceo e invece viene considerata come l'ultima delle sfigate. Come mai?

Non si capisce e diciamo che questo è per colpa del casting. Come spiega questo articolo di Rolling Stone, nel libro di Sally Rooney da cui la serie TV è tratta Marianne viene descritta come una ragazza bruttina. Nella serie, a interpretarla hanno però preso Daisy Edgar-Jones che, oltre a essere un'attrice di cui probabilmente sentiremo ancora parlare parecchio, è anche la versione più figa di Anne Hathaway. Non proprio un cesso. Difficile quindi capire in pieno tutto il suo senso d'inadeguatezza e l'insicurezza riguardo al suo aspetto fisico. O perché i ragazzi della scuola la deridano.

"Sono la classica racchia del paese, non si vede?"

Lui è Connell Waldron, interpretato da quella faccia da schiaffi di Paul Mescal, attore 24enne che ne dimostra sui 30-40 e che come liceale non è che sia il massimo della credibilità. E poi vi lamentavate di James Van Der Beek nei panni di Dawson Leery.

"Sono il classico liceale brufoloso, non si vede?"

Connell è un tipo sportivo, muscoloso, belloccio, ma è anche timido, sensibile e intelligente. E forse anche altro...


Più che semplicemente intelligente, viene considerato un genio, sebbene pure in questo caso non si capisca bene il perché. Un po' come Dan Humphrey in Gossip Girl: scrive un romanzo rosa per ragazzine degno del peggior Moccia e c'è chi parla di lui come del nuovo J. D. Salinger.

"Nel mezzo del cammin di nostra vita...
Sì, credo che questo come incipit del mio libro possa andare. Non penso l'abbia mai usato nessuno. Sono un genio!"


Se i due già da soli sono due personaggi difficili da comprendere, insieme come coppia sono proprio tremendi. Credo di non essere mai stato così lontano dallo shippare una coppia come in questo caso. Il loro rapporto è malato. Lui si vergogna di farsi vedere con lei e, come detto, essendo lei nella serie una strafiga e lui un tipo tanto sensibile e intelligente la cosa non è che abbia molto senso.

"Perché non vuoi farti vedere in pubblico con me?"
"Perché sei una cozza."
"Ma m'ha guardata bene, cocco?"

Lei però è una masochista, e sadomasochista, che adora farsi trattare di merda e quindi accetta la loro relazione top secret. Ciò che ne nasce dall'unione di questi due malamente assortiti è una storia piena di sesso che in alcuni momenti mi ha fatto rimpiangere persino Anastasia Steele e Christian Grey. Perché, diciamolo, per quanto impreziosita dalla regia di classe di Lenny Abrahamson, quello dello splendido Room, e dall'affascinante ambientazione irlandese, sotto sotto Normal People altro non è che una versione indie della saga di Cinquanta sfumature.

"Insultami, mi piace."
"Sei la mia Anastasia Steele."
"Adesso però non esageriamo."

Detto questo, capisco pure chi si è infatuato della serie. Normal People tratta male gli spettatori. Gli sbatte in faccia una storia d'amore, amicizia a trombamicizia che è un tira e molla continuo, che offre poche gioie e tanta frustrazione.

Io stesso a un certo punto ho rischiato di innamorarmi di questa serie. I primi tre episodi liceali mi sono sembrati del tutto irrealistici. I ragazzi di oggi credo che parlino e si comportino come i personaggi di Skam, non come questi due tizi che sembrano usciti da un romanzo d'altri tempi. Dal quarto episodio le cose però cambiano. I protagonisti vanno all'università, per la precisione al Trinity College. E io adoro il Trinity College. Non sono un tipo da souvenir o da maglie in stile Salvini, ma quando sono stato a Dublino questo campus m'è piaciuto così tanto che mi sono persino accattato una favolosa felpa con la scrittona dell'università in bella mostra.


A questo punto, seppure in ritardo, l'amore per Normal People pareva finalmente scattato. Peccato che poi il resto prosegua in maniera discontinua, tra alti e bassi e soprattutto tra un sacco di scene di sesso, che diventano persino troppo numerose. Al confronto, The Affair appare come una visione per educande. A un certo punto viene il dubbio che tutto questo sesso sia usato più che altro per mascherare la pochezza delle sceneggiature.


Quando avevo perso di nuovo le speranza, ecco che con l'ottavo episodio Normal People tira fuori una trasferta italiana estiva che ricorda Chiamami col tuo nome. E l'incanto per qualche minuto scatta di nuovo.


Dopodiché la serie cambia ancora volto, viaggia in Svezia, ci sono sesso, personaggi secondari che compaiono e scompaiono e hanno un ruolo troppo secondario, sesso, personaggi secondari come Jamie che riescono a risultare persino più irritanti dei protagonisti, ancora sesso, accelerazioni improvvise degne dell'ultima stagione di Game of Thrones, altro sesso e il livello torna a peggiorare, fino a una conclusione che più didascalica non si potrebbe immaginare.



Il bilancio finale?
Sono molto combattuto. Alcune cose mi sono piaciute, altre parecchio meno. Ho vissuto un rapporto di amoreodio nei confronti di questa poco Normal People. Più di odio che di amore, devo dire. Allo stesso tempo paradossalmente ne consiglio la visione. Potrebbe apparirvi come una delle cose più belle viste quest'anno, e quest'anno di cose belle non è che ne abbia proposte così tante, così come una grandissima vaccata. Dipende dalla vostra sensibilità. Dipende da quanto vi piace farvi maltrattare. Se siete come Marianne, con Normal People godrete parecchio.
(voto 5,5/10)


6 commenti:

  1. Se lei è brutta io sono Babbo Natale!

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  2. Mi aspettavo che gli episodi fuori dal liceo ti convincessero di più, ma anche se pure a me questa coppia non ha fatto battere il cuore, anzi, ma sbattere la testa contro il muro, mi è piaciuto decisamente di più.
    Non capirò mai i loro caratteri, le loro timidezze, ma il quadro che ne esce è complesso e mi ha preso.
    Una sforbiciata alle scene di sesso l'avrei gradita, quasi peggio di The Affair effettivamente...

    Su Marianne, io la facevo odiata da tutti per la sua ricchezza e altezzosità, che nel film fosse descritta come bruttarella non me lo immaginavo proprio.

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    Risposte
    1. Anche in quel caso però non avrebbe senso visto che le tipe ricche e altezzose, per quanto possano essere odiate da alcuni, in genere sono anche le più popolari della scuola. Nelle serie TV e, purtroppo, pure nella realtà. Almeno, da me così era.

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  3. Sei una bestia di satana comunque.
    Per me, a oggi, serie dell'anno.

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  4. While immersing ourselves in the captivating narrative of "Normal People," let's not forget the importance of self-care in our daily lives. For those considering cosmetic enhancements like Botox, it's comforting to know that Botox vials are easily accessible. You can order Botox products online USA, ensuring convenience and quality care.

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