mercoledì 30 giugno 2010

flash, 30 giugno (Bjork, Paranormal Activity, vuvuzelas...)

Oggi niente partite, i Mondiali sono in pausa per un paio di giorni. Ommioddio, come fate a stare senza vuvuzelas, vi state chiedendo? Calma, tranquilli. Ci penso io (generosamente) a darvi la vostra razione di inquinamento acustico quotidiana con questo bel video Vuvuzelas vs. Il signore degli anelli!


Cambiando sport, due dei produttori electro più cool degli ultimi tempi, Martin Solveig e Bob Sinclair, si sfidano in una partita degna di Wimbledon


I Dirty Projectors hanno fatto un EP per beneficenza in collaborazione con... Bjork! Potete comprarlo QUI o ascoltarlo QUI


Lauren Pritchard è una cantante del Tennessee (spero di averlo scritto correct) da adorazione al primo ascolto. Sarà che mi ricorda, e molto, Fiona Apple. Segnatevi il suo nome, oppure non fatelo che tanto ci penserò io a ricordarvela.


QUI, se ve ne frega qualcosa dei Klaxons, potete ascoltare il loro nuovo singolo "Echoes". E sì, quella a sinistra è la copertina poco trash del loro nuovo imminente album "Surfing the Void".........

Paranormal Activity ve l'ha fatta fare addosso dalla paura?
No???
Beh, a me sì. E tra un po' arriva il seguito, che sarà quasi certamente una cagata e basta. Il trailer però promette bene

Sesso, handicap e rock'n'roll

Sex & Drugs & Rock & Roll
(UK, 2010)
Regia: Mat Whitecross
Cast: Andy Serkis, Naomie Harris, Olivia Williams, Ray Winstone, Mackenzie Crook, Toy Jones, Bill Milner

In un tempo lontano lontano (un paio di giorni fa) vi ho parlato del film sulle rockers anni ’70 Runaways e ora è tempo di aggiornarvi con un nuovo biopic musicale ambientato all’incirca in quel periodo, ma stavolta dedicato a Ian Dury, strambo personaggio famoso soprattutto in Gran Bretagna, autore con i suoi Blockheads di un paio di grandi hit come Hit me with your rhythm stick e soprattutto il pezzo che dà anche il titolo al film: Sex and drugs and rock and roll.
Oh yes.

Colpito da poliomielite in tenera età, Ian rimane storpio a vita, ma questo non gli impedisce di prendere la vita di petto, salire su un palco e diventare un grande intrattenitore. Perché di questo si tratta, lui stesso non si definisce un cantante (le sue doti canore non è che siano proprio eccelse, d’altra parte) però è un entertainer notevole e, soprattutto, un funambolo della parola, un giocoliere che si destreggia in rime e assonanze pazzesche. Il suo è uno stile very davvery british che influenzerà parecchia musica successiva (i Blur degli anni 90 o gli Arctic Monkeys, soprattutto per il modo di raccontare storie, ma anche The Streets e molti rapper made in England).
A vestire i panni di questo singolare personaggio (una sorta di folle incrocio tra Johnny Rotten e il Dr. House) c’è Andy “tessssoro” Serkis, nientepocodimenoche il Gollum nella trilogia de Il signore degli anelli.
La diversità viene però gestita da Dury in maniera ironica (vedi il pezzo “Spacticus Autisticus”); la tematica principale su cui il film si sofferma non è dunque questa quanto il controverso rapporto di Dury con il padre e con il figlio. Sullo sfondo ci sono anche le due donne della sua vita, interpretate peraltro da due ottime attrici: la glaciale Olivia Williams (vista nella serie tv Dollhouse) e l’afroamericana Naomie Harris.


Il regista Mat Whitecross adotta uno stile videoclip pop velocissimo alternato a momenti più lenti e riflessivi, eppure non convince al 100%. Anche perché alla fine si ha come la sensazione di aver “vissuto” un’esistenza molto interessante, ma è come mancasse un tassello per dare al racconto un valore superiore, così come i pezzi di Dury sono interessanti (e splendidi a livello di lyrics) ma musicalmente non eccelsi. Manca qualcosa, insomma. Come dice però lo stesso Ian Dury: “E la morale della storia è… non andate a cercare morali nelle storie. Se volete un messaggio, levatevi dalle palle e andate all’ufficio postale.”
(voto 7)

Considerata la non enorme popolarità del personaggio in Italia, non so se questo film arriverà da noi tanto presto. La versione in lingua originale per fortuna è QUI, con i sottotitoli italiani QUI.

martedì 29 giugno 2010

flash, 29 giugno (Pietro Taricone, Megan Fox, Marcello Dell'Utri...)

Notizie tristi della giornata: se ne sono andati Pietro Taricone (potete leggere il post commemorativo che ho scritto per il sito OneTivu e lo splendido articolo di Andrea Scanzi su La Stampa sulla stupida divisione tra morti di destra e morti di sinistra) e Nicolas Hayek, il "papà" degli Swatch (feticcio pop della mia infanzia/adolescenza, dopodiché ho smesso di indossare orologi ed essere ossessionato dal tempo che passa), in più Megan Fox si è sposata (è convolata a ingiuste nozze con Brian Austin Green, il David Silver di Beverly Hills 90210). Tristezza a palate.

Per tirarsi su il morale, ecco un paio di video molto allegri:
La mitica Marina and the Diamonds con "Oh No!"


e le Pipettes con "Call Me"


Anteprima del nuovo video dei Maroon 5 "Misery". Ce n'è per tutti i gusti sessuali, con Adam Levine in versione James Dean che fa a botte con una stragnocca dall'identità per il momento sconosciuta.



Per chiudere: il boss Marcello Dell'Utri condannato a 7 anni di carcere. Un'altra vittoria per il Premier Silvio Berlusconi e per il Popolo della Libertà nella loro personale battaglia contro la mafia e un'altra vittoria per il TG1 di Augusto Minzolini (uno che prima di battere violentemente la testa pelata per terra faceva la comparsa nei primi film di Nanni  Moretti...)

La pupa e il cazzone

The Hard Times of RJ Berger
(stagione 1)
Rete americana: Mtv
Rete italiana: non ancora arrivato, ma qualcosa mi dice che sarà su Mtv
Creato da: David Kaztenberg, Seth Grahame-Smith
Cast: Paul Iacono, Amber Lancaster, Jareb Dauplaise, Kera Taitz, Jayson Blair

Pensavate che con Blue Mountain State si fosse raggiunto l’apice della goliardia trash? Bene, da oggi dovrete cominciare a ricredervi perché c’è una nuova serie tv che va ancora oltre: The Hard Times of RJ Berger.
RJ è un nerd apparentemente come tanti: intelligente, sfigato, sfoggia un look harrypotteroso, sbava dietro a Jenny Swanson, la strafica bionda della high school che a ogni apparizione si muove (giustamente) al ralenty, i suoi genitori fanno le orgie nella camera a fianco alla sua, ha un amico cicciobomba fissato col riprendere qualunque cosa con la sua videocamera e un’amica racchia che vorrebbe scoparselo a sangue (indossa persino una t-shirt con scritto “I want u insid me” e la foto del suo faccione) ma lui non ci sta. Eppure RJ non è come tutti i normali secchioni di questo mondo; RJ nasconde un “dono” segreto. Superforza? Supervelocità? Capacità di viaggiare nel tempo o di leggere il pensiero? Nah, qualcosa di molto meglio: un supercazzo enorme!

Durante una partita di basket, quando tutti gli altri giocatori della squadra vengono espulsi, RJ (che solitamente pulisce il pavimento della palestra in modo da saltare gli allenamenti) viene fatto entrare come quinto uomo. Ha l’occasione della vita di segnare il canestro della vittoria e diventare il nuovo eroe della scuola, ma naturalmente sbaglia di brutto e gli vanno pure già i pantaloncini e il sospensorio. Epperò non tutto gli va male, perché è proprio così che l’intera scuola scopre il suo “dono” e da quel giorno la sua vita cambia.

Mtv America ormai è sempre più lontana dalla sola musica e si è ormai gettata nella produzione non solo di reality-show ma anche di telefilm, in questo caso peraltro assolutamente riuscito. Il sentiero è quello trash adolescenziale tracciato dai vari American Pie e Non è un’altra stupida commedia americana, aggiornata ai tempi moderni con tanto di colonna sonora electro fabulosa e con tanta Italia (Crookers e Bloody Beetroots sparati uno dietro l’altro nel primo episodio!). Niente roba intellettualoide, ma insomma è estate!
Una serie che almeno dal pilot è davvero esilarante e anche per i prossimi episodi sembra sulla buona strada per regalarci delle altre chicche di umorismo di dubbio gusto davvero da non perdere.
RJ Berger. Un eroe, a suo modo.
(voto 7,5)

Essendo una Mtv production è probabile che presto lo vedremo anche da noi. Nel frattempo il primissimo episodio è già disponibile in rete (lo trovate sul mulo o QUI) e i sottotitoli italiani sono QUI.

lunedì 28 giugno 2010

Ch ch ch ch ch cherry bomb (The Runaways)

The Runaways
(USA, 2010)
Regia: Floria Sigismondi
Cast: Kristen Stewart, Dakota Fanning, Michael Shannon, Alia Shawkat, Scout Taylor-Compton, Johnny Lewis

Sono un patito dei film su band e personaggi del magico mondo della musica. I miei preferiti in assoluto nel genere sono Velvet Goldmine (sul glam, David Bowie e Iggy Pop) e Control (su Ian Curtis e i Joy Division) e anche questo The Runaways va all’incirca a coprire quel periodo di fermento giovanile e culturale, fine anni ’70, per raccontarci la breve ma fulminante carriera delle favolose Runaways. La prima rock band della storia tutta al femminile? Può darsi, sicuramente un punto di riferimento fondamentale per tutte le girl bands venute in futuro, parlo di Go-Go’s, Bangles, Girlschool, Hole, Babes in Toyland, Bikini Kill, L7, Donnas, etc., più che delle Spice Girls (che pure in qualche strano modo a loro devono essere comunque debitrici).
Le Runaways erano una sorta di fusione tra il suono glam heavy-metal truccato e laccato dell’epoca e il nascente fenomeno punk-rock yeah yeah, in cui il loro stralunato manager Kim Fowley ha giocato un ruolo fondamentale quanto Malcolm McLaren per i Sex Pistols. L’intuizione geniale di Fowley è infatti stata quella di mettere insieme una banda di ragazze only, non importava se fossero un granché a suonare, con una attitudine rock e testi sessualmente espliciti che nella puritana America avrebbero fatto gridare allo scandalo e al boicottaggio delle radio. Non è un caso, allora, se la loro esplosiva Cherry Bomb divenne un grande successo più in Giappone che in patria.


Il film The Runaways segna l’esordio su lunga distanza della regista pescarese (naturalizzata canadese) Floria Sigismondi, uno dei più grandi talenti visivi degli ultimi due decenni, autrice di una serie di videoclip pazzeschi: il capolavoro The Beautiful People di Marilyn Manson l’ha rivelata al mondo e il premiatissimo Untitled 1 (Vaka) dei Sigur Ros (che non ha nulla a che fare con il "Waka Waka" di Shakira) l’ha consacrata definitivamente. Questi sono i due punti più alti del suo genio artistico, ma ha fatto un sacco di grandiosi video dark anche per White Stripes, Muse, David Bowie, Fiona Apple, Leonard Cohen, Christina Aguilera, Cure e un saccaccio di altri. E in Italia nessuno a parlare di lei e tutti a incensare Muccino, premiato non si sa bene per quale ragione allo Shangai film festival con Baciami ancora.
Devo dire che mi aspettavo quindi un tocco più visionario e allucinato in questa pellicola. Floria invece ricordandosi che un film funziona diversamente da un video musicale ha scelto di non strafare (ma ci sono almeno un paio di scene davvero notevoli) e ha preferito rimanere concentrata sulla storia, piuttosto semplice e lineare, della band e in particolare delle due grosse star che convivevano al suo interno: Joan Jett e Cherie Currie.
Joan Jett è la rebel rebel con tentazioni lesbo che scrive le canzoni. Cherie Currie è la brava bambinetta 16enne che getta la testa fuori dal guscio spronata da quel folle del manager Kim Fowley e viene scaraventata sotto i riflettori come cantante e volto del gruppo. È lei il personaggio più interessante del film, nella sua parabola autodistruttiva che la porta dall’essere nessuno a diventare una star bella famosa invidiata e drogata e quindi di nuovo a tornare a essere nessuno. Notevole la performance da attrice/cantante di Dakota Fanning, la figlioletta scassaminchia di Tom Cruise ne La guerra dei mondi, che reinterpreta alla grande i pezzi delle sgallettate anni Settanta.
Bene anche la compagna della Twilight saga Kristen Stewart: con quello sguardo scazzato/rockettaro è una Joan Jett assolutamente credibile, anche se forse il suo personaggio non ha apici drammatici assoluti: non esagera con le droghe, si infatua di Cherie ma non troppo, ha talento ma non è un genio fuori di testa… insomma si poteva spingere un po’ di più sul piano della fiction, però forse si sarebbe corso il rischio di snaturare la vera Joan. La pellicola resta incentrata sugli anni delle Runaways di fine 70s, ma nei glamourosi 80s la Jett troverà il grande successo con la band Joan Jett & the Blackhearts e le super-hit “I love rock’n’roll”, “Bad Reputation”, “Crimson and Clover”, “Do you wanna touch me (Oh yeah)”, “I hate myself for loving you” e altre. Ma questa, come si suol dire, è un’altra storia.
(voto 7/8)

Uscito da poco negli USA, forse presto o tardi arriverà anche in Italia.
Nel frattempo potete vederlo in streaming lingua originale sottotitolato in italiano QUI o scaricarlo QUI

sabato 26 giugno 2010

The Day After Tomorrow

Lippi: “È colpa mia. Mi assumo tutte le responsabilità.”
Ok. Bravo. Un bagno di umiltà. Ma come ha detto saggiamente mia mamma, cui del calcio non frega una cippa-lippi: “Perché ora non dà indietro il suo stipendio?”

Una volta avevamo tante cose noi italiani di cui andare fieri: cultura, arte, poesia… Poi Berlusconi e il berlusconismo ce le hanno portate vie tutte, una dopo l’altra.
Ci rimanevano il calcio e la Mafia.
Adesso più solo la Mafia.
Evvai.

The day after tomorrow, a due giorni dalla Disfatta, gli Azzurri sono tornati a casetta dolce casetta. Non in bara, come ipotizzato da Forattini, ma tra l’indifferenza generale. Il ché forse è anche peggio. Viviamo in tempo di crisi e nemmeno i pomodori sono stati sprecati, per una squadra che tutta l’Italia non vuole far altro che dimenticare e basta.
Lippi e gli altri “eroi” del 2006 si sono fatti prendere da una sindrome da giocatori d’azzardo che io proprio non concepisco. Sei arrivato sul tetto del mondo, hai vinto il titolo più importante, perché non fermarti lì? Perché continuare? Mourinho dopo una tripletta senza precedenti nella storia del nostro calcio ha deciso saggiamente di cambiare aria, perché in ogni caso il prossimo anno non sarebbe potuta andare altrettanto bene: magari avrebbe rivinto campionato e pure coppa Italia, ma non la Champions. O viceversa. Oppure non avrebbe vinto più niente. Perché allora rischiare di mandare a puttane il ricordo di un’impresa tanto perfetta? Come quelle band che dopo aver fatto dischi meravigliosi si riformano e fanno dischi merdavigliosi. È una cose che proprio non concepisco. Per me lasciare al top è la cosa migliore che ci possa essere. Ma evidentemente Lippi e co. non la pensano allo stesso modo.

E adesso? Adesso che succede? Arriva Prandelli e spero che faccia una tabula rasa di tutti questi “eroi” del Mondiale 2006. Penso che un cambiamento avverrà, vista anche l’evidente differenza tra i due tecnici (anche solo parlando a un livello di simpatia & umanità), ma una tabula rasa è difficile che avvenga. Non in Italia. La sinistra perde le elezioni e che succede? Veltroni se ne va, tutti gli altri rimangono incollati col Bostik alle loro poltrone. Dopo una figura di merda del genere ai Mondiali, non mi sembra si prospettino grosse rivoluzioni in Federcalcio e anche diversi giocatori “senatori” faranno fatica ad abbandonare il campo.
Buffon comincia ad essere un vecchietto con gli acciacchi e il mal di schiena, bisogna trovargli un’alternativa decente, perché io un portiere tanto scarso quanto zombie come Marchetti non l’avevo mai visto tra i pali della nostra Nazionale. Un uomo totalmente incapace della minima parata o anche solo della minima reazione a uno stimolo fisico/visivo. Se in porta ci fossi stato io o uno scimpanzé paraplegico credo non saremmo riusciti a fare peggio. Qualcuno, come Gattuso o Cannavaro (ormai prossimo a entrare nel Guinness dei Primati come calciatore più vecchio del mondo) ha la decenza di levarsi finalmente dai coglioni, cosa che invece Zambrotta e Camoranesi non sembrano voler fare, mentre qualcun altro come Iaquinta o Gilardino credo (o almeno spero) che Prandelli abbia la decenza di non convocarlo mai più nemmeno per il prossimo terribile terrificante impegno con i campioni dell’Estonia, per le qualificazioni a Euro 2012. Nemmeno se dovessero essere gli ultimi 2 uomini rimasti sulla faccia della Terra.
Per quanto abbia sempre apprezzato Pirlo, bisogna assolutamente trovare un altro modo di organizzare il gioco a centrocampo, altrimenti se manca lui (e ormai a livello fisico non è più certo una garanzia) siamo fregati. Si può ripartire da Aquilani e Montolivo, che a parte l’aver mandato il suo fantasma in campo contro la Slovacchia è stato una delle poche cose salvabili della nostra squadra. E poi basta con le mafie e i giocatori presi in blocco dalle solite squadre. Pur essendo della Juve, quest’anno (a parte Buffon e Chiellini) gli altri li avrei lasciati tranquilli a poltrire davanti al televisore.
In attacco in teoria ci sarà finalmente Cassano (a meno che dopo il figlio di Lippi non prenda a botte anche Prandelli jr.) a formare un reparto che con Balottelli Miccoli Quagliarella Borriello Pazzini Amauri Giuseppe Rossi non sembra poi così privo di possibilità come Lippi ha provato in tutti i modi a farci credere in questo mondiale sudafricano.

The after tomorrow. Che vergogna: eravamo una squadra fortissimi e adesso nemmeno i pomodori ci siamo meritati. Per fortuna allora che c’è stato qualcuno (o meglio qualcuna) che in Sud Africa ha tenuto alti i colori nazionali…

venerdì 25 giugno 2010

Ritorno all'isola che non c'è

Se n'è andato un anno fa. Per celebrare la ricorrenza vi ripropongo il mio omaggio al re del pop.

Tutti i bambini crescono. Tutti tranne uno.
Una cosa che mi ha sempre colpito di Michael Jackson è come la sua musica sia stata amata da molti, da moltissimi, ma allo stesso tempo nessuno sia mai riuscito a comprendere lui. Michael, l’uomo. Un mistero che a questo punto rimarrà per sempre senza risposta.
Credo però che le due cose siano collegate. Il suo negare sé stesso, il colore della sua pelle, l’invecchiamento cui tutti andiamo incontro e che lui voleva fermare, sono cose che l’hanno fatto vivere in una dimensione tutta sua. Una dimensione fanciullesca che mi sembra la chiave per comprendere l’immediatezza con cui le sue melodie sono entrate nelle orecchie e nel cuore di fantastiliardi di persone. Solo un bambino può creare qualcosa di tanto puro e magico.
Indubbiamente è stata una delle persone di maggior talento che abbiano mai camminato sulla faccia della terra. Forse perché lui non camminava come gli altri. Lui andava avanti con il moon walk. O forse era un alieno, visto che a volte emetteva suoni che sono difficilmente considerabili umani. Faceva versi tipo la risatina ihih, ma ma se, ma ma sa, ma ma coo sa, e il suo mitico urletto auuu!
Ed è altrettanto fuor di dubbio che abbia lasciato un'impronta indelebile sulla cultura pop e sul mondo in cui viviamo. È stato ed è l’artista di maggiore influenza su (quasi) tutta la musica hip-hop, r’n’b e pop (ma anche su molto electro e rock) degli ultimi 30anni. Gli unici che hanno avuto una importanza in qualche modo paragonabile sono stati giusto Beatles ed Elvis Presley. È stato uno dei più pazzeschi e rivoluzionari ballerini dell’universo. Ha inventato il videoclip nell’accezione moderna, con lo storico Thriller diretto da John Landis (e cosa sarebbe d’altra parte Mtv senza di lui?). È stato il più grande compositore di musica pop del Novecento. È un’icona fuori dal tempo.
Oggi il mondo è un posto più triste. Peter, pardon Michael, è tornato sull’isola che non c’è ma noi potremo fare visita a lui e alla sua musica tutte le volte che vorremo. Don’t stop ‘til you get enough.


Thriller night
È qualcosa più di una semplice reginetta di bellezza
di quelle che puoi trovare in qualche film di serie B.

Io le ho detto: “Non importa quanto sei bella,
sarò io a ballare al centro del locale, stasera.”
Lei sicura di sé mi ha detto: “No bello, sarò io.”

Sembrava stesse provando una scena di ballo per qualche film tipo Save the last dance, quando ha aggiunto che si chiamava Billie Jean
tutti si sono girati a guardarla come se stesse ballando al centro del locale.

Gli amici mi han sempre detto: “Attento a ciò che fai!”
ma anche: “Non andare in giro a spezzare i cuori alle ragazze, mi raccomando!”
Mia mamma mi ha sempre detto: “Fai attenzione a chi dai il tuo amore!”
ma anche: “Stai attento a ciò che fai, perché le bugie spesso si traformano in realtà!”

Billie Jean, io non la amo
è solo una ragazza che dice che io sono il padre
ma quel bambino non è figlio mio.


I suoi amici mi han beccato fuori dal locale,
mi han detto: “Non passare più da queste parti,
non vogliamo più vedere la tua brutta faccia, è meglio che sparisci!”

Ho visto il fuoco nei loro occhi e le loro parole mi son suonate estremamente chiare
quindi è meglio scappare, scappare via.
Meglio correre, fare ciò che si può
evitare il sangue, evitare di essere un macho macho man
Anche se ho voglia di fare il duro, è meglio fare ciò si può
quindi devo scappare, scappare via.

Ma stasera ho voglia di fare il cattivo.


Alla fine decido di scappare,
ma quei brutti ceffi degli amici di Billie Jean ormai mi hanno raggiunto.
Si avvicina la mezzanotte e una presenza malvagia si aggira nell’oscurità.
Nel chiar di luna scorgo un’ombra che quasi mi stoppa il cuore.
Sto per mettermi a urlare ma il suono mi si spezza in gola per il terrore.
Mi paralizzo quando l’orrore mi guarda dritto negli occhi.

Sono completamente paralizzato
perché sono finito in un thriller, una vera notte da thriller
e nessuno mi potrà salvare dalla bestia che mi assale
lo so, sono finito in un thriller, una vera notte da thriller.

Gli amici di Billie Jean si sono trasformati in zombie.
E poi anche io.
Ci siamo guardati e ci siamo tutti messi a ballare.
Lo sapevo che questa sarebbe stata una killer, thriller night.

(liberamente ispirato ai testi di Billie Jean, Beat it e Thriller scritti da Michael Jackson)

giovedì 24 giugno 2010

Bad Day





it's been a bad day
please don't take a picture
it's been a bad day
please

Do you Like?


Gli amanti del genere “deliziosamente retrò” sono avvisati: cercatevi questo disco. Ora. Correte! Se il secondo album delle Pipettes ha deluso, e ha deluso parecchio, non c’entrando fondamentalmente una cippa con il primo, queste The Like che all’esordio di una manciata di anni fa erano state oscurate proprio dalle colleghe/rivali, a questo giro fanno le pippe alle Pipettes.

Cose che troverete dentro questo album: splendide melodie 60s con splendidi suoni 60s con splendide armonie 60s. Fine.
Anzi no: amergono pure echi delle mitiche Go-Go’s (nell’ipnotica Trouble in Paradise) e dei più recenti Noisettes (strano che loro non abbiano scelto di seguire la scia e chiamarsi Likettes). Ma fondamentalmente tutto il resto è molto… 60s!
“Release me” è una miniera d’oro di potenziali singoli pazzeschi: una “I can see it in your eyes” o una “He’s not a boy” potrebbero ad esempio essere la prossima colonna sonora Vodafone ma io prego la notte affinché ciò non avvenga perché se no poi me le fanno uscire a sangue dalle orecchie a forza di sentirle.
Vodafone o non Vodkafone, non riuscirete a resistere a lungo al sound delle Like, ve lo dico subito. E poi dischi come questo d’estate ci vogliono. Eccome.
In Facebook clicco “I like” sulle Like.
(voto 7,5)

Potete trovare il bel dischetto QUI

Questo è un corto con le Like girato da una certa Gia Coppola (sua zia è Sofia, suo cugino Jason Schwartzman, suo nonno Francis Ford…)

mercoledì 23 giugno 2010

flash, 23 giugno (Mondiali, Interpol, 3 allegri ragazzi morti...)

Defoe (che di nome non fa Willem) save the Queen e l'Inghilterra ce l'ha fatta: ooooh yes!
Finalmente ho la buona occasione per proporvi il video dell'inno inglese di quest'anno realizzato dal rapper Dizzee Rascal in collaborazione con il comico James Corden. Ehm, i Tears For Fears si sentiranno per caso chiamati in causa??


Nuovo video per gli Interpol, "Lights".
La canzone non mi ha ancora convinto molto, il video in compenso è ottimo


Quei fricchettoni dei Passion Pit hanno fatto una loro versione del capolavoro degli Smashing Pumpkins “Tonight, Tonight” per la serie di cover sponsored by Levi’s. Stupenda & magica, una rilettura grandiosa!
Potete scaricarla dal sito Levi’s


Tre allegri ragazzi morti, "La faccia della Luna", nuovo video tangheggiante dal loro ultimo ottimo album "Primitivi del futuro"

Ultimissimo trailer per Inception, il nuovo film di Christopher Nolan.
Se non sarà un capolavoro, il mondo potrebbe non avere più senso.


E trailer anche per The Green Hornet, che si preannuncia non come il classico film fumettistico di supereroi, se non altro per la regia di Michel Gondry e perché il protagonista è il simpatico "ciccio bombo" strafumato Seth Rogen.

Notizia triste del giorno (se si escludono tutte quelle che riguardano la politica italiana cui ormai mi sto anestetizzando) è morta Edith Shain la giovane (allora, adesso aveva raggiunto quota 91 anni) infermiera in una foto scattata da Alfred Eisenstaedt a Times Square all'annuncio della fine della World War II e subito entrata nel mito collettivo. Soltanto 30 anni dopo confessò al mondo di essere la protagonista del celebre scatto. Sull'identità del marinaio invece il mistero permane...

Life on Mars

Mr. Nobody
(Canada – Belgio, 2009)
Regia: Jaco Van Dormael
Cast: Jared Leto, Diane Kruger, Juno Temple, Sarah Polley, Rhys Ifans, Toby Regbo, Linh Dan Pham

Jared Leto ha una passione per Marte. Ci sta proprio in fissa. Non contento di essere il leader dei 30 Seconds to Mars, ora ha anche girato un film ambientato in parte proprio sul pianeta rosso (anche se per lo più le vicende sono decisamente terrene).
Jared è il signor Nemo Nobody e nel 2092 è l’ultimo uomo mortale rimasto. Con il pretesto di un’intervista con un giovane intervista, il 118enne Mr. Nobody rivive tutta la sua vita, che non è stata semplicemente una, ma è stata triplice. No, padre-figlio-e-spirito-santo non c’entrano: ho detto triplice, non trina. Spieghiamo meglio, allora: avete presente Sliding Doors? Ecco, Nemo trovatosi da bambino di fronte al bivio impossibile di vivere con la madre o con il padre ha scelto… entrambi. E quindi il suo destino si va a snodare in due, anzi in tre strada diverse.
Capito niente?
Tranquilli è normale.

Il film è piuttosto confuso, persino più della mia recensione. Sono ancora talmente frastornato da questa visione che faccio fatica a dire se mi sia piaciuto o meno. Diciamo che ci sono alcune cose sicuramente convincenti.
Jared Leto fornisce un’altra grande performance e un altro enorme impegno a livello fisico: dopo essere ingrassato come un porco per interpretare l’assassino di John Lennon nell’ottimo Chapter 27, stavolta si è dovuto sorbire ore di trucco per le parti in cui Nobody raggiunge la veneranda età di 118 anni (è stato congelato alla Vanilla Sky…). Da notare poi che Leto ha una voce pazzesca (che in audio originale è un vero piacere apprezzare) e per avere la voce rauca da vecchietto pare che abbia urlato in piena notte rischiando di compromettere la sua carriera musicale. Nel resto del cast, Diane Kruger (Appuntamento a Wicker Park, Troy) è sempre un bel vedere ma la rivelazione è la giovane Juno Temple: star in ascesa, bella figliuola del regista punk-rock Julian Temple, ma soprattutto attrice davvero promettente.
Qua e là ci sono altri elementi interessanti, soprattutto a livello visivo, e la colonna sonora non è male, però la storia ha troppe sfaccettature e finisce per non decollare e non accelerare mai veramente. Gli elementi fantascientifici rimangono sempre sullo sfondo (meno male, visto che quelli che ci sono sono decisamente assurdi), ciò che viene raccontato principalmente è il concetto di tempo e della percezione della realtà, seppure tra filosofia, Donnie Darko e Pirandello si finisce inevitabilmente per fare un gran casino.

Un film davvero molto ambizioso scritto e diretto dal belga Jaco Van Dormael. Ben venga l’ambizione, ma erano 13 anni che non gli facevano fare un film e sembra che abbia voluto strafare mettendoci dentro tante cose. Troppe. Ci troviamo di fronte al racconto di una vita straordinaria, alla Big Fish (ma senza toccarne i vertici poetici) e soprattutto alla Il curioso caso di Benjamin Button, con cui Mr. Nobody condivide un Leto truccato da vecchio come Brad Pitt, una durata eccessiva che appesantisce la visione, ma soprattutto un senso di incompiutezza e di un’occasione mancata per fare un grandissimo film.
(voto 6,5)

Presentato in concorso allo scorso Festival di Venezia, non è ancora uscito nelle sale (e forse mai vi uscirà).
Lo trovate in lingua originale sul mulo.
I sottotitoli italiani sono QUI


martedì 22 giugno 2010

flash, 22 giugno (Maturità, Crystal Castles, Phoenix, Maroon 5...)

Tra i temi della maturità, soltanto lo 0,6% degli studenti hanno scelto la traccia storica sui massacri delle foibe. Tra questi Mario Balotelli, uno dei giovani "vip" impegnati oggi negli esami.
Solo lo 0,6%? Come, solo? Sono già tanti e andrei a stringere la mano ad ognuno di loro, per aver trattato un argomento misterioso e complesso di cui anche uno storico professionista farebbe fatica a parlare con meno di un mese di tempo a disposizione per fare ricerche tra Internet e biblioteche.
Valerio Scanu pare abbia scelto invece la traccia sulla ricerca della felicità. "La ricerca della felicità per me è fare l'amore in tutti i luoghi in tutti i laghi in tutte le scuole in tutto il mondo", avrebbe scritto il "cantante" sardo. L'esaminatrice di italiano ha letto eccitata questo suo componimento. E ai giornalisti che gli hanno chiesto: "Valerio, perché non hai scelto il tema sulla musica?" lui ha risposto: "Vabbè, ma scusate, io che cazzo c'entro con la musica?"
La nuova Miss Italia Maria Perrusi ha invece già postato su Facebook un book fotografico del suo primo giorno degli esami. E meno male che i cellulari sono stati sequestrati...

Finalmente ecco arrivato il  video di "Celestica", grandioso singolo dall'ultimo album dei miei preferiti Crystal Castles.


Il nuovo singolo dei Maroon 5 "Misery" è il classico nuovo singolo dei Maroon 5. Niente di nuovo però è molto estivo, quindi pollice su.

Forse vi ricorderete di "Worried About Ray", loro hit di appena un paio di anni fa. O magari no, ma non è colpa vostra bensì di un mondo musicale che gira sempre più in fretta. Gli Hoosiers sono ora tornati con un video orientale decisamente simpatico.

E video made in China anche per uno dei migliori gruppi italiani in circolazione, i Perturbazione, con la (splendida) "Mao Zeitung"

Chiudo (per oggi) con la versione Mtv Unplugged fatta dai Phoenix di uno dei miei pezzi preferiti di sempre: "Playground Love" (degli Air, ma cantata proprio dal cantante dei Phoenix, Thomas Mars)


Giovani zoccole crescono

Pretty Little Liars
(stagione 1)
Rete tv americana: ABC Family
Rete tv italiana: non ancora arrivata
Creata da: Marlene King (ma tratta dai libri di Sara Shepard)
Cast: Lucy Hale, Ashley Benson, Troian Avery Bellisario, Shay Mitchell, Laura Leighton, Holly Marie Combs, Chad Lowe, Ian Harding, Julian Morris, Tammin Sursok, Bianca Lawson, Torrey DeVitto

C’è già un hype notevole, intorno a questa nuova serie tv appena partita negli USA e già molto discussa anche da noi (ad esempio dalle amiche blogger Queen B e Ginger). Pretty Little Secrets è una sorta di Desperate Housewives adolescenziale, tanto che avrebbero potuto chiamarlo Desperate Little Bitches e nessuno si sarebbe offeso (oddio forse qualcuno sì, considerando che passa su ABC Family). Ma oltre alle casalingue, frullate dentro ci potete trovare quasi la totalità delle serie e dei film prodotti negli ultimi 20 anni: c'è una ragazza scomparsa misteriosamente in una cittadina come tante (Twin Peaks), i giochi di potere tra teenagers indemoniate (Gossip Girl, Mean Girls), qualche sconosciuto che perseguita e minaccia le protagoniste (l’horror So cosa hai fatto), i flashback alla Veronica Mars, c’è persino qualcuno che si fa le canne (un omaggio a Weeds?), un rapporto insegnante/studente (come per Pacey in Dawson’s Creek), una troietta (dico solo che l’attrice si chiama Troian Avery Bellisario) che si fa il tipo della sorella (Melrose Place) e, va là, per andare sul sicuro mettiamoci dentro pure una bella storia lesbo che fa tanto The L Word.
Quentin Tarantino è la dimostrazione vivente di come ci sia una bella differenza tra il semplice copiare e il saper omaggiare fonti diverse facendole proprie. Questo megamix, per quanto sconclusionato e per quanto con Tarantino abbia ben poco a che fare, risulta a suo modo maledettamente riuscito e, cosa fondamentale per una serie tv, crea una strana forma di dipendenza paragonabile a quella per le sostanze stupefacenti o per le sigarette. Puoi dire, con tutte le ragioni di questo mondo: è una cazzata fumare! Però se ci finisci dentro non ne esci più. Lo stesso vale per questa serie: pur essendo conscio del fatto che si tratti di una cazzata (e pure una di quelle grosse) non posso fare a meno di vederla!

Ben assortito il cast di giovani fanciulle: la bionda, la mora, la sportiva (ma comunque figa), una giovane Beyonce, la cieca (figa pure lei) e la morta (figa? certo che sì!), più un paio di milf tardone niente male (Laura Leighton di Melrose Place e Holly Marie Combs di Streghe) per uno dei telefilm teen (ma con accenni thriller/horror/mystery) più devastanti degli ultimi anni. O almeno, il notevole pilot è ciò che fa supporre.
Onore agli autori di siffatta macchina infernale: Pretty Little Liars è la nuova serie da tossicodipendenza immediata, perfetta per l’estate. Se siete appassionati del genere non perdetevela per nessuna ragione al mondo.
(voto 8)

Guarda i primi due episodi sottotitolati in italiano QUI

lunedì 21 giugno 2010

Giorno prima degli esami

Notte prima degli esami oggi
(Italia 2006)
Regia: Fausto Brizzi
Cast: Nicolas Vaporidis, Carolina Crescentini, Giorgio Panariello, Serena Autieri, Sarah Maestri, Andrea De Rosa, Eros Galbiati, Chiara Mastalli

Giorno prima degli esami oggi. Non per me, a me son toccati già 9 anni fa (cazzo, se il tempo vola e cazzo, se è una banalità dire che il tempo vola!) e tra l’altro con la nuova legge Gelmini non sarei mai stato nemmeno ammesso agli esami, visto che sono andato alla Matura con 4 in fisica e 5 in matematica. La cosa poi non mi ha certo impedito di passare gli esami e conseguire una laurea e senza bisogno di andarmela a comprare a Reggio Calabria, cara MariaStella.

La mia notte prima degli esami non è stata niente di così memorabile, non roba da farci un film almeno, però ricordo piacevolmente il giorno prima degli orali, in cui ho cominciato a ubriacarmi già a partire dal pomeriggio, con la scusa che alcuni miei amici erano già passati e allora bisognava festeggiare. Fausto Brizzi invece sulla notte prima degli esami c’ha costruito una carriera. Buon per lui e devo confessare che il primo Notte prima degli esami mi era piaciuto. Un film carino, divertente, immerso negli anni 80 (seppure piuttosto stereotipati), con una sceneggiatura che conteneva qualche idea non male e un Nicolas Vaporidis che, seppure non potesse (e possa oggi) essere considerato un attore, nella parte del liceale sfigato era alquanto azzeccato. Poi è diventato solo insopportabile e patetico. Notte prima degli esami insomma sta a Brizzi come Sapore di mare sta ai Vanzina. Un piccolo gioiellino in mezzo a una marea di merdate.

Il miracolo ovviamente non si ripete con il 2. L’idea (geniale, eh) era quella di fare un Notte prima degli esami ambientato nella mitica estate del 2006. Il problema è che questa è l’unica idea del film e la storia del primo è stata trasportata pari pari senza aggiungere alcun elemento originale, se si eccettuano le pere di Carolina Crescentini (che sono da annoverare tra le cose di gran lunga migliori dell’opera brizziana). Non viene invece concesso spazio alcuno ai personaggi dei compagni di Vaporidis, che avrebbero invece meritato un approfondimento, per concentrarsi unicamente su suo padre, interpretato da un Panariello in versione bugiardo cronico che qualche sorriso lo strappa anche. Brizzi per fare il moderno ci aggiunge un paio di scene di flash-mob, come se i giovani d’oggi non facessero altro dal mattino alla sera, e si spreca in creatività regalandoci addirittura una scena con i delfini: allucinante. In senso negativo, dico. Non so se sia morto, ma Flipper (quello della serie anni 90 con Jessica Alba) si starà rivoltando nella tomba. Oppure nel mare.
Resta sullo sfondo la vittoria dei Mondiali, con il rigore trasformato da Grosso a fungere da momento clou dell'intera pellicola. Facile però emozionare così…
(voto 4/5)

domenica 20 giugno 2010

Smeltz like shit

Italia – Nuova Zelanda 1 – 1
Gol: Smeltz, Iaquinta (R)

Squadra che vince non si cambia. Squadra che pareggia pure. Con questo assunto in testa, Lippi conferma i titolari dell’esordio con il Paraguay e poco importa che il tandem Iaquinta – Gilardino sia stato utile all’attacco quanto un Bertolaso lo è stato a L’Aquila. Tutti confermati, tranne Buffon che da buon vecchietto sta acciaccato.
Inizio shock. Per la serie: noi Italiani NON impariamo mai dai nostri errori. E così, dopo aver eletto un nuovo Dux mea lux, ci prendiamo pure un gol identico a quello con il Paraguay. Sì, ci sono circa 14 diverse irregolarità in questa rete, però Cannavaro non può tutte le volte cannare così le marcature e lasciare Smeltz indisturbato di infilare il tanto atteso (e inutile) Marchetti.
Dopo un momento di smarrimento generale, ci riprendiamo con un Italian spirit di cui perlomeno questa nazionale non difetta, a differenza degli inglesi in pieno stato di hangover (post-sbornia) di venerdì sera e di una Francia scandalosa (ma la colpa è di Domenech, visto che Anelka durante l’intervallo e gli altri giocatori nell’ammutinamento di oggi il carattere l’hanno dimostrato, eccome). Magra consolazione, comunque, visto che non abbiamo un vero gioco offensivo e visto che troviamo il pareggio solo su rigore.
I cambi nel secondo tempo sembrano funzionare per i primi 10 secondi di gioco, con Di Natale che alla prima occasione tira subito. Poi il party scema e ci si fa prendere da una paura & delirio in Sud Africa. Giocando contro dei giganti dai gomiti affilati l’unica buona idea che abbiamo è quella di affidarci a cross alti continui. Inutile dire che non ne prendiamo una.
Adesso rischiamo di andarcene a casa, o magari passare il turno con un terzo pareggio di fila, con persino lo spettro della monetina per decidere chi va avanti tra noi e Nuova Zelanda. Cose pazzesche (più che pazzini) succedono a questo Mondiale. Che sofferenza. E ora l’aria Smeltz like shit, perché con la Slovacchia ci sarà da farsela addosso…

Pagelle
Marchetti: non avrà colpe sul gol, ma magari un Buffon sul tiro non irresistibile di Smeltz poteva anche farlo (voto 5,5)
Zambrotta: almeno ci prova e sembra tra quelli più in forma (voto 6)
Cannavaro: due gol su due partite presi direi per colpa sua; in Dubai se fa ste cappelle i 6 milioni di euro promessi mi sa che glieli riducono subito (voto 3)
Chiellini: non sembra molto in palla e non sta incidendo come dovrebbe (voto 5)
Criscito: dopo una buona prima gara, crisci male, caro ragazzo. Su quella fascia si poteva osare molto di più (voto 5,5)
Pepe: corre molto, al solito e gioca un discreto primo tempo, Lippi lo toglie per testardaggine perché non ha sequito alla lettera le sue indicazione. Almeno uno che ha provato a ribellarsi alla Lippi dittatura (voto 5,5)
Camoranesi: non è gran in forma, ma fa qualche dribbling e ci prova con un tiro. Se lui è uno dei giocatori più fantasy della squadra siamo messi davvero male (voto 5)
De Rossi: non una delle sue migliori partite, ma come sempre si rivela decisivo conquistandosi il rigore (voto 6)
Montolivo: ancora il migliore, finora l’unica nota lieta del nostro Mondiale: orchestra, lancia, tira. Meriterebbe di fare un golasso, ma il palo gli dice “No no no” con la voce di Amy Winehouse (voto 7)
Marchisio: totalmente fuori dal gioco, per farlo giocare in una posizione non sua è meglio proprio non metterlo in campo (voto 4)
Gilardino: di palle lì davanti ne arrivano, ma lui non ne prende una nemmeno per sbaglio. Ci fosse stato un Pippo Inzaghi dei tempi d’oro ne avrebbe infilate un paio in rete, lui non ha proprio visto la palla (voto 3)
Pazzini: tanto invocato (pure da me) non riesce a incidere in alcun modo, però è riuscito perlomeno a vedere la scritta Adidas sul pallone, cosa che al povero Gila non è riuscita nemmeno con il binocolo (voto 4/5)
Di Natale: da un numero 10 è lecito aspettarsi molto ma mooolto di più, però qualche lampo lo fa intravedere (ma magari era solo il temporale passato dove vivo) (voto 5)
Iaquinta: fa qualcosina in attacco, sembra in buona forma ed è lucido dal dischetto. Io non lo farei giocare, però è stato quasi bravino (voto 6)

Lippi: cicca l’11 iniziale intestardendosi nei suoi preferiti, prova a rimediare nel secondo tempo, nella conferenza stampa finale mostra evidenti segni di nervosismo; il lampadatissimo Lippi comincia insomma a spazientirsi e sente nell’aria l’odore di fallimento. Non è un buon segno, speriamo almeno che gli ritorni il suo proverbiale culo a salvarci il... culo (voto 4)

Nuova Zelanda: I giocatori dai gomiti bastardi capitanati dall’agguerito Smeltz like teen spirit sono discretamente scarsi e se avessimo giocato più palla a terra anziché buttare cross volanti li avremmo potuto mettere ampiamente in crisi. Ma a differenza nostra, loro hanno imparato dai nostri errori e ci hanno infilato proprio come aveva fatto il Paraguay. Il portiere dopo le cagate del primo incontro si dev’essere sparato una pera di Buffon in vena e s’è messo a parare alla grande i nostri (pochissimi) tiri pericolosi. Meno male che almeno in difesa c’è un certo Mr. Smith a regalarci un rigore, che sennò erano cazzi ancora più amari. Hanno usato uno stile da giocatori di rugby, più che di calcio, però sono stati molto astuti (voto 6/7)

(le immagini di ciò che è avvenuto sul campo non meritavano nemmeno di essere pubblicate, quindi sono state sostituite con quelle ben più interessanti di ciò che è successo sugli spalti)

La regina dei castelli di Marco Carta

La regina dei castelli di carta
(Svezia, 2010)
Regia: Daniel Alfredson
Cast: Noomi Rapace, Michael Nyqvist, Annika Hallin, Lena Endre, Peter Andersson

Non che ce ne sia un reale bisogno, ma torniamo alla trilogia Millennium (visto che mi sono sbattuto a vederla tutta) con quello che dovrebbe essere l’ultimo capitolo. Dico dovrebbe, perché nel mistero che circonda la figura dell’autore della saga letteraria, lo scomparso Stieg Larrson, si vocifera di un possibile quarto (compiuto o meno che sia) libro.
Per quanto riguarda la versione cinematografica, dopo l’avvincente Uomini che odiano le donne e il discreto La ragazza che giocava con il fuoco, la qualità scende ulteriormente con questo La regina dei castelli di carta: regia modesta, attori scazzati e alcuni semplicemente pessimi (l’avvocato di Lisbeth che sembra uscita da una fiction Rai o il gigante biondo che al confronto Dolph Lundgren sembra Robert De Niro), lo stesso protagonista Michael Blomkvist sembra sul punto di addormentarsi da un momento all’altro per la noia dell’intreccio, mentre Lisbeth dopo la conclusione drammatica del secondo episodio è diventata catatonica manco avesse subito un trattamento intensivo di canzoni di Marco Carta sparate nell’iPod.

Con la Salander costretta prima in un letto d’ospedale e poi in un carcere psichiatrico, la vicenda si incentra su un intreccio spy-politico meno appealing di una cassettiera Ikea, così come i cenni di umorismo svedese sono incomprensibili e persino inquietanti (ma almeno qualcosa di inquietante l'hanno messo). È un peccato vedere come i personaggi siano stati buttati via, anche rispetto al già non eccezionale secondo episodio della saga che però almeno aveva il merito di indagare nella inquietante family della tatuata protagonista. Non pervenuti anche gli elementi di tensione che in un thriller uno si aspetterebbe di trovare.
Una durata di 2h e 20min è poi veramente da insani, per una storia che sarebbe potuta essere raccontata tranquillamente in meno della metà del tempo, visto che nella prima 1h e 20min non succede un bel niente. Ma proprio niente. Il film comincia per davvero solo con il processo a Lisbeth, che si presenta in aula con un look punkettone fighissimo. Questo è il primo momento memorabile del film. Ah, dimenticavo: è anche l’ultimo momento memorabile del film.
Una volta che la pellicola ha cominciato a carburare con la lentezza di un diesel messo davvero male, si scivola quindi verso un finale indefinito, inconcludente, che lascia così, sospesi come dei puntini… in attesa di un qualcosa che forse non verremo mai a conoscere. A meno che dall’aldilà non sbuchi veramente fuori questo fatidico quarto volume…
(voto 5)

Potete trovare il film QUI

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