Le classifiche di fine anno di Pensieri Cannibali entrano sempre più nel vivo ed è ora di fare sul serio. Anzi, sul serie.
Dopo questa battutaccia, chiudo subito l'introduzione e mi vado a nascondere. Mi limito a dire che queste sono le serie tv che mi sono piaciute di più quest'anno. Prima della partenza della top 20 del 2024, vi beccate non un'interruzione pubblicitaria, bensì il riepilogo dei passati vincitori del titolo di serie dell'anno di Pensieri Cannibali, a partire dal 2008, anno in cui questo vecchio anziano blog ha aperto i battenti.
2008 - Skins
2009 - Mad Men
2010 - Misfits
2011 - Homeland
2012 - Homeland
2013 - Les Revenants
2014 - True Detective
2015 - Flesh and Bone
2016 - Stranger Things
2017 - Tredici - 13 Reasons Why
2018 - Sharp Objects
2019 - Euphoria
2020 - La regina degli scacchi
2021 - Foodie Love
2022 - Le 7 vite di Léa
#20 Nobody Wants This
(stagione 1)
Trama leggermente rivista: Veronica Mars si innamora di Seth Cohen, prototipo del ragazzo indie che nel frattempo è diventato un rabbino. Annoiata dalla questioni religiose che lo riguardano, lo tradisce con il suo migliore amico: Ryan Atwood, che si innamora subito di lei perché gli ricorda la sua compianta ex Marissa Cooper.
Commento: C'è chi si vanta di essere un boomer, e ha tutto il diritto di farlo potendosi vantare di essere sopravvissuto all'era glaciale, io invece sono un millennial orgoglioso. E un millennial semplice: vedo una serie con Kristen Bell e Adam Brody e la guardo con gli occhi a forma di cuore 😍
#19 The Penguin
(stagione 1)
Trama leggermente rivista: Quando uno pensa ai nemici di Batman, il primo nome che viene in mente è quello di Joker. Stufo di vivere nella sua ombra, il Pinguino decide di produrre una serie tv tutta sua che lo vede come protagonista e spera così di vivere finalmente il suo momento di gloria sotto i riflettori. Tutti però guardano la sua serie per vedere un personaggio inizialmente minore: Sofia Falcone Gigante. Non c'è proprio giustizia in questo mondo e il Pinguino non lo amerà mai nessuno veramente.
Commento: Stufo di qualsiasi cosa abbia a che vedere con supereroi e cinecomics, ero già pronto al massacro nei confronti di The Penguin, che nasce come serie spin-off di The Batman, film che non avevo certo amato se non per l'uso di "Something in the Way" dei Nirvana. Invece episodio dopo episodio mi sono dovuto ricredere. Anche se il merito, più che del Pinguino interpretato in maniera parecchio convincente da Colin Farrell, va a una Cristin Milioti in stato di grazia nei panni della villain per cui fare il tifo Sofia Falcone.
#18 Fallout
(stagione 1)
Trama leggermente rivista: Nel 2077 esplode una guerra nucleare e il mondo viene ridotto in cenere dai bombardamenti atomici. Siamo sicuri che avvenga nel 2077 e non prima?
Dai, buono allora.
Commento: Potrei passare ore a elencare i pregi della serie Fallout, che a dirla tutta pure qualche difettuccio ce l'ha. Potrei farlo, ma mi limito a dire che merita di essere vista anche solo per la protagonista Ella Purnell, mia celebrity crush dell'anno, e per i suoi splendidi occhioni. Sono già due motivi non da poco.
#17 un Amore
(miniserie)
Trama leggermente rivista: Alessandro e Anna si conoscono da ragazzi negli anni '90 durante un viaggio in Spagna e poi le loro strade si separano. Per anni, decidono di sentirsi unicamente per lettera. Qualcuno gliela prenda una camera a questi due, suvvia, e soprattutto qualcuno gli faccia sapere che nel frattempo hanno inventato le e-mail, i social, WhatsApp, etc.
Commento: Dopo 1992, 1993 e 1994, da un'altra idea di Stefano Accorsi ecco un'altra bella serie ambientata (anche se questa volta solo in parte) negli anni '90. Finalmente ho trovato qualcuno più fissato con quel decennio di me.
#16 Il problema dei 3 corpi
(stagione 1)
Trama leggermente rivista: Una specie aliena si prepara ad invadere e conquistare la Terra. Visto quelli da cui siamo governati attualmente, ma magari! Venite giù subito, per favore. Vi attendiamo a braccia aperte.
Commento: Le serie piccole, indipendenti, a basso budget restano sempre le mie preferite. Ogni tanto però ci vuole anche un bel blockbusterone dalle tinte fantascientifiche costato fantastiliardi e in cui la sospensione dell'incredulità è requisito d'obbligo. Il problema dei 3 corpi avrà anche tanti problemi e tanti difetti, io però me la sono goduta alla grande. Senza farmi troppi problemi.
#15 Black Doves
(stagione 1)
Trama leggermente rivista: Keira Knightley è una spia molto brava a fare la spia, mentre io non sono bravo a fare la spia, quindi non vi spiffererò nello specifico in cosa consiste il suo lavoro. Dovete scoprirlo da soli guardando questa serie che cresce episodio dopo episodio.
Commento: Natale con i tuoi e con... le spie. Keira Knightley si conferma un'habitué delle storie natalizie, si vedano anche la romcom Love Actually e l'apocalittico Silent Night, ma questa volta cambia ancora genere. Il suo Natale è sempre differente.
#14 Qui non è Hollywood
(miniserie)
Trama leggermente rivista: Qui non è Hollywood è una serie che ha rischiato di non essere trasmessa fino a che il sindaco non ha ottenuto che il nome della cittadina in cui è ambientata fosse escluso dal titolo. Negli scorsi giorni sembra che anche il sindaco di Hollywood abbia fatto la stessa richiesta e quindi ora la serie si chiama solo Qui non è.
Commento: Potevano ammazzarla di nuovo, Sarah, e a vedere il poster promozionale che ha anticipato l'arrivo della serie era facile pensare che sarebbe successo, invece per fortuna non l'hanno fatto. Qui non è Hollywood, e qui non è nemmeno la solita fiction.
#13 Bad Sisters
(stagioni 1-2)
Trama leggermente rivista: Un gruppo di sorelle unisce le forze per far fuori il marito insopportabile di una di loro. Si tratta di un tizio così odioso che, anche se la vicenda è ambientata in Irlanda, viene chiamato da tutti: "omm' e mmerda". Quando finalmente riescono nel loro intento criminale, anziché essere incriminate vengono premiate come benefattrici dell'umanità, il mondo diventa un posto migliore e per festeggiare vanno tutte al pub a bere fiumi di Guinness.
Commento: Che bella l'Irlanda, che bello il dark humor irlandese, che bella questa serie e che belle (e cattivelle) le sorelle Garvey.
#12 Hacks
(stagioni 1-3)
Trama leggermente rivista: Massimo Boldi è una stella della comicità in declino che, per rilanciare la sua carriera e rinnovare il suo repertorio, decide di collaborare con una giovane promessa: Paolo Ruffini. E niente, la sua carriera tramonta definitivamente.
Commento: Una delle serie più spassose, e anche agrodolci, in circolazione. Si ride, si piange, a volte si piange dal ridere. Difficile chiedere di più a una serie sola e difficile non affezionarsi alle sue due protagoniste Deborah Vance (Jean Smart) e Ava Daniels (Hannah Einbinder).
#11 Slow Horses
(stagioni 1-4)
Trama leggermente rivista: Avete presente l'MI5, l'ente per la sicurezza e controspionaggio del Regno Unito?
Bene, gli Slow Horses fanno parte della serie B dell'MI5. A capo di questa divisione di cui nessuno vuole fare parte viene nominato Jackson Lamb (Gary Oldman), che per ottenere l'incarico, che consiste nello stare tutto il giorno seduto in ufficio a scoreggiare, vince una gara di scoregge contro il campione del mondo in carica: Massimo Boldi.
Commento: Da non appassionato di storie di spionaggio, sono sempre sorpreso quando una serie di questo genere mi appassiona. Era capitato in passato con 24 e Homeland, è successo di nuovo quest'anno con Black Doves (vedi sopra) e Slow Horses, di cui dopo averla snobbata per anni mi sono sparato 4 stagioni di fila nel giro di poche settimane. Mi sorge quindi un dubbio: che le storie di spionaggio non mi facciano poi così schifo?
#10 Baby Reindeer
(miniserie)
Trama leggermente rivista: In un pub londinese, un barista per fare il gentile offre un tè a una cliente giù di morale. Lei come ricompensa lo stalkerizzerà per anni. Morale della storia: mai essere gentili con nessuno. Mai.
Commento: Una serie shock. Di quelle che "pensavo di averle viste tutte, e invece non ancora". Impossibile restare indifferenti durante la visione e, una volta terminata, sale la curiosità di scoprire cosa e quanto c'è di vero dietro. Baby Reindeer è una serie sullo stalking così efficace da trasformare in stalker i suoi stessi spettatori.
#9 Ripley
(miniserie)
Trama leggermente rivista: Dopo che nel film Il talento di Mr. Ripley comparivano Rosario e Beppe Fiorello, il romanzo omonimo di Patricia Highsmith da cui è tratto gridava vendetta. E così sono stati costretti a realizzare un adattamento televisivo che è molto meglio di quello cinematografico. Anche e soprattutto perché questa volta - grazie a Dio - la famiglia Fiorello non è stata coinvolta.
Commento: La classe. Lo stile. L'eleganza. Pazienza se emotivamente può risultare un po' freddina. Ripley è la serie più raffinata dell'anno.
#8 The Bear
(stagione 3)
"Non c'è gusto a preparare queste prelibatezze per Cannibal Kid, quello pensa che il cibo del McDonald's sia nouvelle cuisine" |
Trama leggermente rivista: Carmy Berzatto è uno dei più grandi chef del mondo, ma fa il paninaro per i maranza che escono dalla discoteca. I suoi panini alla salamella sono un toccasana alle 5 di mattina dopo una sbronza colossale, però da qui a definirlo un genio della cucina ne passa.
Commento: Tanto le prime due stagioni erano state esaltate, quanto la terza è stata per lo più massacrata. Per quanto mi riguarda, pur contenendo qualche momento riempitivo, The Bear 3 mi ha regalato parecchie soddisfazioni e almeno 3 episodi di livello superiore. Non v'è piaciuta?
Meglio, c'è da magnare di più per me.
#7 Expats
(miniserie)
Trama leggermente rivista: A Hong Kong, le vite di tre donne si intrecciano. A un certo punto scopriremo perché. Forse.
Commento: Una serie emozionante, scritta, diretta e interpretata alla grande, a suo modo personale e originale. Non so bene perché non se l'è filata granché quasi nessuno, il pubblico così come la critica così come i principali premi televisivi. Manco un Tapiro d'oro s'è beccata. Niente. Nel mio piccolo, io invece non posso che consigliarla spassionatamente.
#6 Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menendez
(miniserie)
Trama leggermente rivista: José e Kitty Menéndez vengono trovati brutalmente uccisi in casa loro. I figli Lyle ed Erik danno la colpa ad Erika e Omar, che a loro volta danno la colpa agli albanesi, che vengono arrestati. Fine.
Commento: Ryan Murphy racconta uno dei true crime più sconvolgenti degli ultimi decenni e lo fa in una maniera così coinvolgente da portare a una possibile revisione del caso nella realtà. Non so quanto sia una cosa positiva, ma se non altro dimostra la potenza della tv, e di questa serie in particolare.
#5 L'amica geniale
(stagione 4)
Trama leggermente rivista: Lenù e Lila sono due amiche cresciute a Cerullo, rione popolare di Napoli. Entrambe hanno una storia con Nino Sarratore. Dopo averlo scaricato, Lila esclama: "Ma questo è proprio un omm' e mmerda". Lenù risponde: "Hai ragione, io non ci sarei mai arrivata da sola. Ho proprio un'amica geniale". Fine.
Commento: Se la prima stagione resta la più mitica, la seconda quella meglio girata, la terza quella più di transizione, la quarta e conclusiva stagione de L'amica geniale è stata quella più devastante. Sebbene un po' discontinua, mi ha lasciato alla fine in un bagno di lacrime, come non mi capitava da parecchio, forse dal finale di La La Land. Lacrime non tanto di tristezza, quanto di gioia per aver assistito a qualcosa di così bello, ed emotivamente d'impatto, e aver trovato due personaggi come quelli di Lenù e Lila che mi porterò dietro per il resto della vita. Senza troppi dubbi, la cosa migliore che mamma Rai abbia partorito dai tempi de La meglio gioventù. Anche se sospetto che i meriti vadano più che altro all'autrice dei romanzi da cui la serie è tratta, Elena Ferrante. Alla fine l'abbiamo capito: l'amica geniale è lei.
#4 Disclaimer - La vita perfetta
(miniserie)
Trama leggermente rivista: un ragazzo patito di Baywatch crede di essere Mitch Buchannon e si getta in mare per cercare di salvare un bambino, ma muore annegato. Distrutto dal dolore, il padre del ragazzo cercherà la sua personale vendetta nei confronti di quello che ritiene il vero responsabile della tragedia: David Hasselhoff.
Commento: La verità non è mai come sembra, e mai come in questo caso questa è una verità vera. Vero?
Il punto di vista dello spettatore è così costantemente messo alla prova, che arrivato alla fine non sono sicuro di cosa ho visto, ma sono sicuro di aver visto una grande miniserie.
#3 Under the Bridge
(miniserie)
Trama leggermente rivista: Anni '90. Una ragazzina va a una festa e non torna più. Le indagini si concentrano su un unico nome: Diddy, ai tempi noto come Puff Daddy.
Commento: Datemi una serie ambientata negli anni '90, e io sarò felice. Che poi questa serie non è che sia proprio allegra, racconta anzi un fatto tristissimo, però io sono felice lo stesso.
#2 Dostoevskij
(miniserie)
Trama leggermente rivista: un gruppo di poliziotti va alla ricerca di un serial killer che hanno soprannominato Dostoevskij per via delle lettere che lascia sui luoghi dei suoi delitti. Scopriamo così che si tratta di una serie fantascientifica, visto che in Italia non s'è mai visto un poliziotto che sa chi è Dostoevskij.
Scusate poliziotti, era solo una battuta. Sui carabinieri le fanno sempre. Non arrestatemi, per favore.
"Sono passati 6 mesi d'indagini e ancora non siamo riusciti a scoprire come diavolo si scrive Dostoievschi" |
Commento: Una serie malata, scurissima, senza speranza. Eppure è la mia serie comfort dell'anno. A vedere tutti questi personaggi così disperati e irrimediabilmente f*ttuti, mi sono infatti sentito una persona quasi normale. E non è una cosa che mi succede spesso.
#1 Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883
(stagione 1)
Trama leggermente rivista: la leggendaria storia degli 883, un gruppo che per anni ho pensato facesse schifo, invece non era poi così male.
Commento: La sorpresa per me più assurda e inaspettata del 2024. È come se l'Uomo Ragno stesse dalla stessa parte del Goblin, o come se Max Pezzali avesse dedicato "Sei un mito" a Claudio Cecchetto. Ho passato in pratica più di 30 anni della mia vita a criticare gli 883 e a sf*ttere i miei amici che li ascoltavano e ora scelgo Hanno ucciso l'Uomo Ragno come mia serie preferita del 2024. Perché?!?
Non perché sia qualitativamente la migliore dell'annata, ma perché, dopo averla iniziata con una certa diffidenza, è quella di cui ogni settimana ho atteso con più impazienza l'uscita dei nuovi episodi. Quella che più mi ha divertito ed emozionato. Quella in cui più mi sono ritrovato. Se me l'avessero detto appena tre mesi fa, non c'avrei creduto io per primo, e invece.
Come mai, ma che serie sarai, per fare questo a me?
"Non fidarti di Cannibal Kid, quello è peggio di Cecchetto. Io me li ricordo i tempi in cui parlava male di noi e me li sono legati al dito" |
Arghhh, mi manca Under the Bridge! Grandi i D'Innocenzo!
RispondiEliminaSenza alcun dubbio il peggio del 2024 non è la rielezione di Trump o Salvini o vattelapesca ma la rivalutazione e glorificazione di 883 e Max Pezzali.
RispondiEliminaQuindi questo pinguino lo devo proprio iniziare... ok, sono convinta, assieme al recuperone de L'amica geniale per cui ormai non ho più scuse e la seconda stagione di Bad Sisters che sono rimasta indietro.
RispondiEliminaSentirmi fan degli 883 fa male anche a me, ma il Max Pezzali televisivo è meglio di quello reale, dai.
Certo vederli in podio con due serie cupe e torbide come Dostoevskij e Under the Bridge rende il primo posto ancora più strano :)
Mi piace soprattutto il primo posto, l'unica di queste di cui approvo il giudizio (oltre a Fallout), perché alcune della lista a me hanno deluso, altre poi non penso proprio di vedere..
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