lunedì 15 gennaio 2018

Tre manifesti a Ebbing, Missouri e una recensione a Casale Monferrato, Piemonte





Tre manifesti a Ebbing, Missouri
Titolo originale: Three Billboards Outside Ebbing, Missouri
Regia: Martin McDonagh
Cast: Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Lucas Hedges, Kathryn Newton, Caleb Landry Jones, Abbie Cornish, Kerry Condon, Peter Dinklage, John Hawkes, Samara Weaving



4 Golden Globe vinti
e ancora nessuna recensione?
Come mai, Cannibal Kid?


Come mai non ho ancora recensito Tre manifesti a Ebbing, Missouri?

Innanzitutto perché è uscito nelle sale italiane da appena pochi giorni, quindi calmini. E poi perché è un film di cui è difficile parlare.
Ci sono delle pellicole di cui, mentre le guardo, so già come uscirà la recensione. A volte lo so già ancora prima di vederle. Mi può bastare il trailer, o anche solo il titolo, per avere lo spunto di partenza per un post. Ci sono invece visioni che fanno male, che colpiscono duro allo stomaco. Visioni che lasciano senza fiato e con un gran dolore fisico addosso. Mi viene in mente ad esempio Manchester by the Sea. Se vi siete divertiti a guardare quel film, ve lo dico, voi avete seriamente qualcosa che non va.

Diciamo subito anche questo, Tre manifesti a Ebbing, Missouri è un pochino più leggero rispetto a Manchester by the Sea. C'è una certa ironia che emerge qua e là. Un certo humor nero che provoca un riso amaro, più che una spensierata risata liberatoria. Poi, per carità, si tratta pur sempre del film che parla di come una donna cerchi giustizia nei confronti della figlia, una ragazzina che è stata violentata e uccisa, quindi non è che possa essere il massimo dell'allegria. Anche perché se questo è lo spunto iniziale, il resto della vicenda presenta altri risvolti parecchio tristi. Ai personaggi del film capitano così tante sciagure, che sembra quasi di assistere alla versione a stelle e strisce di qualche anime giapponese drama come Candy Candy o Peline Story. Evidentemente la fortuna è cieca, ma a Ebbing, Missouri, la sfiga ci vede benissimo.


Sono convinto che sia possibile parlare in maniera seria di film comici, come quelli di Checco Zalone, e in maniera cazzara di pellicole parecchio drammatiche e dalle tematiche delicate come Fino all'osso – To the Bone, la pellicola sull'anoressia con Lily Collins. Così come ci sono serie tv come Atypical che, in maniera ottima e appunto atipica, riescono ad affrontare il tema dell'autismo con toni quasi da commedia goliardica. È comunque una cosa difficile e lo è in maniera particolare parlare a cuore leggero di un film come Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Una pellicola piena di personaggi pieni di disperazione, a cui la vita pare aver tolto tutto. Dei personaggi strambi, che sembrano usciti da un film dei fratelli Coen. Non a caso la protagonista è Frances McDormand, la più coeniana tra i numerosi interpreti feticcio dei Coen. Talmente coeniana da essersi sposata pure uno dei due, non so quale e non importa. Mi chiedo solo: ma come si fa a sposare un Coen? Se è come i suoi film, è davvero dura da comprendere e pure da sopportare per 2 ore, figuriamoci per una vita intera.
Come dirò anche a proposito di I, Tonya, ci troviamo però di fronte a un film che per fortuna, nonostante personaggi e risvolti nella trama coeniani e soprattutto farghiani, non possiede le tipiche menate religiose e bibliche che in genere appesantiscono i lavori dei Coen.

Ci sono film di cui è facile parlare, perchè sai già come incasellarli. I film d'amore, ad esempio, anche se pure in quel caso non è sempre facile distinguerli. La La Land ad esempio è un film d'amore? Sì, al suo interno c'è una storia d'amore, e pure una di quelle stupende. Eppure è anche qualcos'altro, qualcosa di più, qualcosa di diverso. È una vicenda sul raggiungere i propri obiettivi da soli, non in coppia. Quindi forse no, non è un film d'amore.
Allora diciamo Titanic. Titanic è un film d'amore?
Sì, direi di sì. Se escludiamo tutta la soporifera parte sottomarina e pseudo storica, con cui James Cameron si sforza di far annegare il resto della pellicola, è semplicemente una bella storia d'amore tra Leo e Kate.



Scusate, GIF sbagliata...



Detto questo, Tre manifesti a Ebbing, Missouri non è un film d'amore. È l'esatto opposto. Si può definirlo un film d'odio. Credo di non aver mai visto una pellicola così piena d'odio. Ce n'è così tanto, da avermi fatto tornare alla mente i versi di “Take a Look Around”, una canzone composta dai Limp Bizkit per la colonna sonora di Mission: Impossible 2.


I know why you want to hate me
'cause hate is all the world has ever seen lately


Cosa c'entrano i Limp Bizkit con questo film?
A parte queste parole, un bel niente. Qui c'è tutta un'altra musica, non necessariamente migliore, eh. La pellicola si apre con un pezzo lirico da tragedia d'altri tempi e suona in maniera piuttosto straniante, quasi a voler rendere universale e fuori dal tempo una vicenda dei giorni nostri. Una tragedia che mette in scena l'America di oggi. L'America vista dagli occhi di un europeo, anzi no, di un britannico. Ormai quei motherf***ers non fanno più parte dell'Unione Europea. Martin McDonagh, nato a Londra ma di origini irlandesi, ha scritto e diretto questi Tre manifesti a Ebbing, Missouri, la sua opera terza dopo il folgorante In Bruges – La coscienza dell'assassino e il pasticciato, e solo parzialmente interessante, 7 psicopatici.
La colonna sonora originale del film è inoltre composta da Carter Burwell, abituale collaboratore proprio dei citati Coen. Eppure questa è un'opera diversa. Si sente lo sguardo di chi gli Stati Uniti li osserva da straniero. Li osserva senza giudicarli in maniera moralistica, piuttosto in maniera curiosa. Si sente l'umorismo tipicamente britannico di McDonagh, seppure in dosi inferiori rispetto alle sue due precedenti prove. Basta vedere un personaggio come quello di Samara Weaving, la sventolona del teen horror La babysitter, che qui compare giusto in un paio di scene, ma ad altissimo livello comico.


Uno da un film come questo non ci si aspetta mica di ridere, e invece il suo personaggio riesce a scatenare forti risate, manco fosse Tafazzi che compare all'improvviso.


Una grande qualità di questa pellicola, così come del cinema di Martin McDonagh in generale, è quella di saper regalare uno spazio particolare a tutti i suoi personaggi, anche a quelli apparentemente minori. È questa la differenza fondamentale tra il cinema che mi piace – questo – e quello che non mi piace – Dunkirk, da me anche ribattezzato “la morte dei personaggi”.

A spiccare naturalmente è la protagonista, Frances McDormand, già in odore di Oscar anche se in cima alle mie preferenze non potrà mai superare la mia favorita Saoirse Ronan di Lady Bird. Nonostante quella scena in cui parla con le ciabatte, c'è da ammetterlo, sia favolosa...


Spettacolare, come al solito, e come al solito ignorato dai grandi premi che contano, è Woody Harrelson, nei panni del contestato sceriffo americano di turno, che si rivelerà diverso dal solito stereotipo dello sceriffo americano di turno.


Così come sorprendente, e parecchio sfaccettato, è il personaggio forse top di un lavoro pieno di personaggi notevoli. Il poliziotto razzista e “scemo” interpretato da Sam Rockwell. Sam Rockwell è uno di quegli attori che di film, sia da protagonista che da caratterista, ne ha interpretati un casino, alcuni ottimi (Moon), altri molto meno (Iron Man 2, il remake di Poltergeist), ma è uno che ogni volta ci mette il massimo dell'impegno, che in qualche modo riesce sempre a caratterizzare al meglio il personaggio. E si torna lì, alla centralità dei personaggi, e qui McDonagh gliene ha regalato uno indimenticabile, con cui Rockwell andrà finalmente – salvo sorprese – a mettere le sue mani sulla statuetta dorata.


Non sono comunque solo loro a fare il film. Come detto lo sono anche i personaggi che appaiono in poche sequenze, come la citata fantastica Samara Weaving, o come John Hawkes, un altro di quegli attori che come Harrelson e Rockwell possono rientrare nella lista degli eternamente sottovalutati.


O ancora Lucas Hedges. Vogliamo parlare della carriera che sta facendo il 21enne Lucas Hedges?
Gli altri attori, alla sua età, quando va bene si barcamenano tra una serietta teen in onda su The CW, un blockbuster commerciale in stile Transformers e una qualche pellicola applaudita al Sundance Film Festival da due persone. Lucas Hedges invece negli ultimi mesi è comparso in Manchester by the Sea, Lady Bird e questo, ovvero tre manifesti del nuovo cinema statunitense tra i titoli più osannati dalla critica degli ultimi anni.


E poi in un'apparizione necessariamente breve – e guardando il film capirete perché dico necessariamente – c'è Kathryn Newton. Una che a 20 anni pure lei di cose belle ne ha già fatte numerose: Lady Bird, le serie Halt and Catch Fire e Big Little Lies, la miniserie Little Women e presto inoltre sarà la protagonista femminile di... Detective Pikachu?!?
Eh no, dai Kathryn! Va bene la popolarità, vanno bene i soldi, ma vuoi subito autodistruggerti la carriera così?


Menzione anche per quella faccia da alieno di Caleb Landry Jones, attore lanciato da Antiviral di Brandon Cronenberg, di recente visto pure in Twin Peaks 3 e Scappa – Get Out.


Vogliamo mica dimenticare Abbie Cornish, nei panni della moglie di Woody Harrelson, qui più burrosa e sexy di quanto ricordassi?


Ultimo, ma non ultimo, il piccolo grande Peter Dinklage. In una pellicola piena di personaggi non del tutto positivi, o comunque con cui è difficile empatizzare al 100%, il Tyrion di Game of Thrones è quello più tenero. Diciamo che in pratica è l'ultimo barlume di speranza per un'umanità per il resto quasi del tutto divorata da quel cancro che si chiama odio.


Alla fine non so se mi sono occupato della pellicola, o se ho divagato e mi sono concentrato su altre cose. In ogni caso, per essere un'opera di cui è difficile parlare, mi sa che mi sono dilungato fin troppo. E comunque, se volevate una recensione di questo film, potevate semplicemente mandarmi un'e-mail o farmi uno squillo. Non era mica il caso di tappezzare la città con 'sti ca**o di  manifesti!
(voto 8/10)


16 commenti:

  1. Già letto sul blog di Franco, film molto interessante: la presenza del mio idolo Harrelson lo inserisce nella mia wishlist :D

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  2. Sto iniziando a leggere e sentire più pareri su questo film e mi sta salendo una paura che scoprirò quando lo vedrò!

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  3. Ero convinto che avrei visto "solo" tre bravi attori, invece è anche un ottimo film. Questa geniale recensione è la ciliegina sulla torta! ;-) Cheers

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  4. c'è stato un periodo in cui mi divertivo a "rifare" grandi film stranieri con i mezzi e le mezzecalzette del nostro cinema
    magari ci riprovo con questo (concordo: è BELLISSIMO)
    i 3 cartelli saranno a Golasecca sul Ticino (VA) e recheranno le scritte "salvini e berlusconi pirla", "Salvini, và a dà via i ciapp" e "Berlusconi te ghé ciapà la vaca per i ball"
    Per il cast ci devo lavorare; per Mildred sarebbe stata perfetta M. Melato (ma ha avuto la strana idea di morire) e lo sceriffo Willoucomesiscrive potrebbe farlo R. Pozzetto (bestia, che idea!)

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  5. Sam Rockwell è uno dei più grandi caratteristi ever! Vedremo se sarà all'altezza del mio amato in Bruges :D
    ps: ma Kathryn Newton ha un'antipatia naturale che la rende perfetta nei panni dell'adolescente odiosa o è un mio problema?

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    1. E comunque Abby Cornish è sempre stata sexy, pure in abiti ottocenteschi, my dear Cannibal :P

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    2. Kathryn Newton è naturalmente antipatica.
      E io infatti la adoro. :)

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  6. MAledizione, volevo anche io scrivere la stessa cosa sui cartelloni nella mia recensione :D Sono troppo lento!

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  7. Prevedevo amore per questi manifesti pieni d'odio, e mi aspettavo -come da titolo- un post fatto a cartelli. Ma meglio così, meglio soffermarsi sui personaggi, sul lato tecnico, su riflessioni varie ed eventuali, visto come merita il film.

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  8. Lo andrò a vedere questa settimana e ho delle aspettative abbastanza grosse. A quanto pare dalla tua recensione non verranno disattese, speriamo

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  9. Oh qua Frances McDormand è irriconoscibile. A volte mi veniva voglia di prenderla a schiaffi... Però è stata bravissima!

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  10. Così tanto odio nel film, e tu riesci a metterci dentro Titanic! Favoloso!

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  11. Difficile parlarne, assolutamente vero.
    Curioso, comunque, come dicevi da me, il fatto che siamo riusciti a farlo da due punti di vista completamente differenti. ;)

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  12. Difficile parlarne, assolutamente vero.
    Curioso che, con tutte le nostre rivalità, si sia riuscito a farlo da due punti di vista diversi. ;)

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  13. Sono davvero molto curiosa di vederlo...adoro la McDormand e Rockwell!!!

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